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Roma ha bisogno di una rete di metropolitane capillari

Cinquantadue. Sono ben cinquantadue i minuti che i romani impiegano per raggiungere il proprio posto di lavoro. A certificarlo è Moovit, che nella giornata di oggi, 13 dicembre, ha pubblicato i dati 2022 sulla mobilità in Italia e nel mondo. “Ma Roma è grande”, è la solita giustificazione. Eppure, sempre da dati Moovit, lo spostamento medio dei romani è di appena 7,52 km, contro gli oltre 8 di Napoli, Milano, Venezia e Bologna, dove il tempo di spostamento medio è rispettivamente di 45, 44, 39 e 36 minuti.




Metrebus: disintegrazione o regolamento di conti?

Forse non siamo mai stati così vicini al fondo del barile. In questi giorni si sta discutendo di qualcosa che ha i connotati dell’assurdo in tutta la sua stravolgente realtà: la demolizione controllata del sistema Metrebus. Quella cosa talmente banale da essere oramai scontata da quasi 20 anni e che permette ai cittadini di Roma e del Lazio di avere un sistema tariffario integrato tra Trenitalia, Cotral e Atac. Appena la scorsa domenica Trenitalia annuncia di punto in bianco la decisione unilaterale di uscire dall’accordo dal 1 gennaio 2016. Poche ore dopo Cotral rilascia la stessa dichiarazione. 120 milioni per Cotral e 50 milioni per Trenitalia: questi sono i crediti vantati nei confronti di Atac, la quale ha sempre avuto la gestione esclusiva del sistema, dall’emissione dei biglietti, al controllo fino alla riscossione e distribuzione dei proventi tariffari. E proprio questi ultimi due motivi sembrano essere l’origine della discordia: debiti e gestione… o meglio: Atac. Se vi fosse la seria intenzione di disintegrare il sistema si tratterebbe indubbiamente di un colpo enorme per tutti i pendolari del Lazio, in particolare per quelli della provincia di Roma (che dovrebbero pagare due, se non addirittura tre, biglietti/abbonamenti diversi per muoversi da casa al lavoro e viceversa). Secondo alcuni il conseguente aggravio dei costi che ne deriverebbe potrebbe raggiungere il 65% per chi utilizzerà due o più vettori di trasporto diversi. Prima di perdersi nel solito canto del degrado e dell’inefficienza sarebbe però bene chiedersi quanto sia realmente plausibile lo scenario che si sta delineando; Si tratta di una seria e circostanziata volontà di ritornare alla preistoria del trasporto oppure è solamente una minaccia intentata, neanche tanto velatamente, a spartirsi in modo più vantaggioso un giro di soldi discretamente rilevante che si aggira sui 300 milioni l’anno e potrebbe raggiungere i 500 con il giubileo? Anche perché è curioso che la prima a tirarsi fuori sia stata un’azienda i cui crediti impallidiscono al confronto con quelli Cotral, in particolare di fronte a ricavi complessivi sul piano nazionale da cinque miliardi e mezzo l’anno. Trenitalia, forse, è anche quella che ha relativamente giovato di più del sistema Metrebus. A proposito di Giubileo. Sarà sicuramente una coincidenza che Trenitalia e Cotral si siano sentite offese proprio a una manciata di giorni dal grande evento. Ed è evidentemente un’altra coincidenza che questi risentimenti saltino fuori nel momento in cui forse Atac è più vicina al tracollo e sensibile a ipotetiche spartizioni. Il tutto condito con un po’ di terrorismo mediatico veicolato dalla ricaduta che il tutto avrebbe sulle tasche dei cittadini. Ci sono tutte le congiunture affinché chi punta i piedi rischi di ottenere qualcosa. E pure subito. Non sono infatti tardate (o forse si) le rassicurazioni del tipo “stiamo lavorando per voi” da tutti i fronti. In primis la Regione: «vogliamo andare verso una maggiore integrazione del sistema – ha dichiarato Zingaretti – e ovviamente quello della bigliettazione è uno dei primi. Sono quindi certo che troveremo insieme una soluzione, la Regione Lazio è determinatissima a farlo». Proprio in quest’ultimo periodo è sul trampolino di lancio l’Agenzia Unica Regionale, tanto voluta dallo stesso Zingaretti, che potrebbe chiaramente diventare il nuovo gestore del sistema Metrebus. Chissà che non si riferisse a quello l’Ad di Cotral Arrigo Giana quando ha detto: «siamo pronti a discutere una nuova organizzazione del sistema solo se la gestione verrà affidata ad un soggetto terzo, rispetto al quale le aziende aderenti avranno la medesima possibilità di controllo». Quelle di Trenitalia e Cotral sembrano quindi delle forzature con il chiaro fine di accelerare un cambio di guardia che, forse, sarebbe comunque avvenuto. Ma ciò non deve assolutamente ricadere sull’utente: da un lato la ridicola minaccia di mandare tutto all’aria, dall’altro le ripercussioni economiche su Atac. L’azienda capitolina infatti prende attualmente una parcella del 4% sui ricavi del sistema Metrebus, che non prenderà più una volta trasferita la gestione. Le conseguenze che i mancati introiti potrebbero avere sull’efficienza e le funzionalità del trasporto capitolino qualcuno dovrebbe spiegarcele!