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Esposito ai trasporti. Le 6 priorità del nuovo assessore secondo MetroXRoma.

Prima deputato poi senatore, Stefano Esposito, piemontese, classe 1969, è famoso soprattutto per le sue posizioni francamente favorevoli alla ferrovia Torino – Lione. Da qualche giorno è il nuovo assessore ai trasporti di Roma Capitale, dopo la breve esperienza del suo predecessore Improta. Apprezziamo il repentino interesse per la disastrosa situazione di Atac. Bisogna dire comunque che alla luce degli enormi e imbarazzanti disagi creati in questo ultimo mese non ci si poteva aspettare altrimenti. Il rilancio del trasporto pubblico però, per quanto debba necessariamente e giustamente passare per la riorganizzazione della municipalizzata dei trasporti, non può prescindere da seri e concreti propositi di sviluppo e potenziamento infrastrutturale. Da questo punto di vista, purtroppo, nessuno sarà mai in grado di fare la voce grossa; La materia è talmente complessa e da addetti ai lavori che mai abbastanza persone batteranno i pugni sul tavolo per pretendere interventi necessari e indispensabili. Oggi il Comitato pubblica una lettera aperta al neo-assessore, che gli sarà recapitata anche direttamente, per farci conoscere e per invitarlo a ragionare, e speriamo presto a prendere posizione, in merito ad alcune questioni fondamentali e prioritarie per il trasporto pubblico romano.




[Puntata 3/3] Ma davvero sembriamo così stronzi!?!?! Perché Chiesa Nuova ha tempi e costi sostenibili

Con questo terzo e ultimo post si chiude la nostra campagna di analisi nel merito delle questioni presunte (qui allegata la nota di Roma Metropolitane) che hanno permesso di concepire la tratta della Linea C che attraversa il centro storico come un mero passante che lascia completamente scoperta l’Ansa Barocca e quindi il cuore del centro storico della capitale. Dopo aver dimostrato i profondi dubbi che sorgono circa la presunta difficoltà realizzativa della stazione e dopo aver espresso seri dubbi sulla accettabilità trasportistica della sua eliminazione, vi vogliamo mostrare come siano del tutto relative e inconsistenti le considerazioni in ordine ai costi e ai tempi di realizzazione di Chiesa Nuova (percepita a tutti gli effetti come la palla al piede della tratta centrale della Linea C!).




Chiesa Nuova esiste, il flash mob di MXR è stato un successo – Ecco le foto

La fermata Chiesa Nuova della linea C, per una mattina, è esistita. Anche se è durata poco. La colonnina argentata con la M bianca su sfondo rosso è stata collocata al centro della piazza. E tutto intorno hanno voluto esserci più di 50 persone: semplici cittadini, i ragazzi di Legambiente (che ringraziamo per il supporto), romani interessati ad un Tpl degno di una Capitale europea. C’eravamo noi del comitato con le magliette colorate. I “colleghi” di Salviamo Chiesa Nuova e poi i city blogger di Riprendiamoci Roma, Romanderground e Roma Fa Schifo. Tutti pronti a salire quel treno in arrivo sotto corso Vittorio da piazza Venezia… Insomma il flash mob organizzato da MetroXRoma è stato un successo! MXR ha voluto organizzare il flash mob per chiedere al sindaco Marino, al presidente della Zingaretti e al ministro delle Infrastrutture Delrio di confermare la stazione Chiesa Nuova della linea C all’interno della tratta T2 Colosseo-Ottaviano, che a breve sarà finanziata. Ecco per quale motivo crediamo che si debba assolutamente confermare la stazione.




RomaMetropolitane ci scrive su Chiesa Nuova. Ecco il testo e la nostra risposta: volete anche voi la stazione? Dimostratecelo

I nostri post in favore della realizzazione della stazione Chiesa Nuova, in attesa del flash mob di domenica mattina, hanno sortito un primo effetto. No, l’annuncio che la fermata si farà sicuramente ancora non c’è. In compenso oggi pomeriggio RomaMetropolitane ci ha inviato una “risposta” ad alcune nostre considerazioni. Ve la lasciamo leggere, seguita da un nostro sintetico commento.




[Puntata 2/3] Ma davvero sembriamo così stronzi!?!?! Perché Chiesa Nuova è trasportisticamente rilevante

Con questo secondo post, continua la nostra campagna di analisi nel merito delle questioni presunte (qui allegata da Roma Metropolitane) che hanno permesso di concepire la tratta della Linea C che attraversa il centro storico come un mero passante con l’eliminazione intollerabile di Chiesa Nuova, dopo la già discutibile rimodulazione proposta con la cassazione di Risorgimento e Argentina. Dopo aver dimostrato qui i profondi dubbi che sorgono circa la presunta difficoltà realizzativa della stazione, oggi ci concentriamo sulle valutazioni trasportistiche che dovrebbero, sempre presumibilmente, far ritenere accettabile la soluzione senza stazioni lungo Corso Vittorio Emanuele.




[Puntata 1/3] Ma davvero sembriamo così stronzi?!?! Perché Chiesa Nuova è tecnicamente fattibile

Questa volta siamo veramente inca**ati. Ci conoscete per il linguaggio sobrio che accompagna i nostri post dove argomentiamo sempre nel merito le questioni che solleviamo. Lo faremo anche questa volta, con un ciclo di 3 post, che però avranno tutti un titolo provocatorio, indirizzato alle persone che vedete nella foto di copertina: da sinistra verso destra, Guido Improta, assessore capitolino alla mobilità; Ignazio Marino, sindaco di Roma, e Paolo Omodeo Salè, presidente di Roma Metropolitane. A loro diciamo che siamo stufi di una storiella, i vantaggi che deriverebbero dallo stralcio della stazione Chiesa Nuova dal tracciato della linea C, che reputiamo una autentica presa per i fondelli, una pesante ipoteca sulla funzionalità, economicità e razionalità dell’infrastruttura. Nonché uno scippo ai cittadini (e non) della Roma di domani che vivranno il centro storico penosamente come purtroppo siamo oggi abituati. Senza Chiesa Nuova dovremo dire addio a un centro storico raggiungibile anche dalle periferie, veramente libero dalla morsa del traffico e dallo smog. Una linea metropolitana ha un impatto sociale enorme. Le sue caratteristiche vengono definite a valle di approfonditi studi che mettono in luce chiaramente quanto siano superiori i benefici rispetto ai costi. Stabilito questo, la società tutta e in particolare chi presiede ai meccanismi decisionali si deve caricare il peso della complessità e onerosità delle problematiche inerenti la sua realizzazione senza se e senza ma. Oggi, invece, sulla base di considerazioni del tutto superficiali, sotto il solo faro politico del risparmio economico-temporale, si stravolge completamente la tratta centrale con l’eliminazione vergognosa di una stazione, o meglio di una ulteriore stazione; L’unica rimasta a garantire una copertura adeguata dell’intera Ansa Barocca. Si fa una scandalosa scelta politica e la si traveste maldestramente da necessità tecnico-costruttiva. Nello specifico il travestimento ha le sembianze di una cospicua nota tecnica di Roma Metropolitane (qui allegata)  che fa acqua sotto tutti i profili: costruttivo, trasportistico, economico. A partire da oggi con tre post dedicati, e dal titolo un po’ provocatorio, li criticheremo tutti!




Come si potrà pedonalizzare il centro di Roma senza la metro a Chiesa Nuova?

Ogni nuova fermata del trasporto pubblico migliora l’accessibilità della zona circostante, attraendo nuovi utenti che prima vi si recavano con altri mezzi oppure non vi andavano affatto: ciò accade in particolar modo quando si tratta di una linea di forza (come una metropolitana) e nelle città in cui il TPL non è particolarmente sviluppato. In altre parole l’accessibilità ha un ruolo chiave nella capacità che una nuova linea ha sia di modificare la scelta modale, sia di essere un generatore di traffico verso le destinazioni servite. Questo duplice fenomeno è sintetizzato dal concetto di “walking distance” (distanza pedonale), ovvero la distanza che il pedone medio è disposto a percorrere per accedere al sistema.