LINEA D: SI TORNA A PARLARE DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE

In questi giorni si è molto parlato del possibile riavvio del procedimento di realizzazione della Linea D della metropolitana di Roma, tragicamente arenatosi ormai 14 anni fa.

La sorella minore delle metropolitane romane avrebbe dovuto servire alcuni dei quartieri più importanti della città consolidata, tra le stazioni di Ojetti e Agricoltura, ma ha sempre sofferto la totale incertezza sulla copertura dell’opera, mai davvero garantita né del Comune, né dallo Stato.

Proprio su questa mancanza di coperture, infatti, si soffermarono gli organi di controllo dell’allora Agenzia della Vigilanza per i Contratti Pubblici, oggi confluita nella più nota ANAC, che contestò nel 2011 parte della documentazione di gara, portando prima ad una sospensione delle procedure da parte di Roma Metropolitane e poi, per inerzia di Roma Capitale, al ritiro definitivo nel 2012 della procedura di affidamento dei lavori.

A realizzare la Linea D ci si era infatti andati vicinissimi e noi che vi scriviamo, non a caso, ci costituimmo come Comitato proprio nel 2011, a seguito dell’improvviso stallo sulla Linea D e della riluttanza dell’amministrazione Alemanno a portare avanti l’opera.

Ma la Linea D non è mai scomparsa del tutto.

LA DELIBERA 57/2019

Dopo anni di sostanziale incertezza, legati anche alla situazione economico-finanziaria di Roma Metropolitane, l’Assemblea Capitolina nell’estate 2019 dichiarò nuovamente di interesse rilevante per l’Amministrazione la realizzazione dell’opera, chiedendo agli uffici di emettere un responso definitivo (entro 6 mesi), sulla convenienza o meno di resuscitare l’originale procedura di finanza di progetto, o se procedere con un nuovo iter ed una nuova progettazione.

La procedura avviata nel 2005 e poi bloccata nel 2012, infatti, prevedeva una finanza di progetto d’iniziativa privata, dove il costruttore era non solo il proponente del progetto dell’opera, ma avrebbe anche anticipato i costi di realizzazione dell’opera, che il Comune avrebbe ripagato solo a valle della realizzazione con un “canone di disponibilità”.

Nel corso del 2020 il responso degli uffici, inclusa Roma Metropolitane, è effettivamente stato redatto, addivenendo alla conclusione che solamente la stesura di un prontuario archeologico per a Linea D potrebbe portare ad un’attendibile definizione dei costi e dei tempi di realizzazione dell’opera, due variabili essenziali per valutare quale strumento di finanziamento adottare.

Il prontuario archeologico altro non è che una sorta di manuale, che viene redatto a seguito di indagini archeologiche, e che descrive come gestire eventuali, se non certi, ritrovamenti archeologici, cancellando o comunque limitando fortemente il problema della cosiddetta “sorpresa archeologica”, che ha funestato per tanti anni le opere pubbliche italiane.

IL PIANO DELLE INDAGINI ARCHEOLOGICHE

Nel 2021 l’Amministrazione Capitolina aveva già finanziato il piano delle indagini, salvo poi doversi fermare per le note e tristi vicende della liquidazione di Roma Metropolitane, che impedivano al Comune di affidare alla società nuove prestazioni.

Ancora ad oggi, infatti, sulla linea D Roma Metropolitane mantiene solamente funzioni legate al “presidio” del procedimento, cioè ad una gestione minima e generica ristretta ad eventuali contenziosi e supporti informativi all’Amministrazione. Qualora si voglia ampliare tali attività ai sensi della Convenzione del 2005, che lega Roma Metropolitane al Comune e che permette alla società di svolgere attività per conto di esso, rimane l’incognita della liquidazione, che impedisce l’affidamento di ulteriori commesse.

Ciononostante, quello che ha fatto tornare a parlare della Linea D in questi giorni è proprio la possibilità, annunciata del Comune, che le indagini archeologiche possano iniziare entro il 2025, a seguito di un nuovo affidamento a Roma Metropolitane.

Insomma: nessun cantiere dell’opera in vista, come talune testate hanno sostenuto, ma possibili buone nuove all’orizzonte.

USCIRE DALL’IMPASSE

Appare chiaro ancora una volta che realizzare la Linea D, senza soldi e senza stazione appaltante, sia davvero impossibile. Aspettiamo allora di vedere quando e se Roma Capitale finanzierà il piano delle indagini e come questi finanziamenti verranno dati in gestione a Roma Metropolitane.

Non ci rimane che sperare che tutto non si areni di nuovo come nel 2021.