ANAC e MEF dicono sì ai PPP: è la grande occasione per la Linea C a Grottarossa
Il momento è propizio.
Con i cantieri della stazione Venezia partiti il mese scorso, il finanziamento fino a Farnesina ed una struttura di progettazione già attiva sulle tratte T2 e T1, tutto è allineato per permettere di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Grottarossa, così come La Giustiniana, sono un obiettivo credibile.
La formula è una: il Parternariato Pubblico Privato.
In passato siamo stati molto critici con l’ipotesi di realizzare metropolitane in finanza di progetto. Ma oggi non è più così e bisogna prendere atto del grande cambiamento normativo che ha coinvolto questo settore a partire dal 2012.
Oggi, grazie allo sdoganamento del canone di disponibilità da parte dell’ANAC e della Ragioneria Generale dello Stato, anche i prolungamenti di grandi opere complesse e “fredde”, come la Linea C, si possono ragionevolmente realizzare con i parternariati.
L’ANAC e la Ragioneria Generale dello Stato hanno infatti pubblicato, già da due anni, una “proposta per il rilancio” dei PPP, contenente un apposito schema di contratto basato, per l’appunto, sul canone di disponibilità.
Ma cos’è questo canone? In pratica, lo stato finanzia l’opera fino ad un massimo del 49%. La restante parte viene pagata negli anni, sulla base del fatto che l’opera sia o meno a disposizione della cittadinanza. Questo permette di finanziare agevolmente l’opera, ad esempio agendo sugli introiti da tariffa, partendo da un investimento iniziale relativamente ridotto.
La spinta dell’ANAC sull’utilizzo di tale formula è così importante che a settembre scorso la stessa autorità ha escluso i fondi europei dal calcolo del contributo pubblico massimo per i PPP, che quindi pur non essendo a carico del privato non costituiscono contributo pubblico in quanto non incidenti sul bilancio nazionale.
Insomma, lo Stato vuole i PPP ed ha messo nelle mani delle stazioni appaltanti questo strumento. E a Roma non c’è opera migliore del prolungamento a Grottarossa della Linea C per applicarlo.
Trattandosi infatti di un prolungamento, una concessione ben costruita permette da subito di percepire almeno una parte del canone di disponibilità, rendendo l’opera finanziariamente sostenibile anche per il costruttore. È sufficiente infatti affidare da subito, a chi realizzerà il prolungamento, anche la gestione manutentiva dell’infrastruttura.
Peraltro, per il Comune di Roma una formula di questo genere non sarebbe una novità. Lo stesso termovalorizzatore, infatti, verrà realizzato proprio con la formula del PPP.
Cosa aspettiamo?
Hanno già insozzato uno dei due treni della Lido appena pitturati a nuovo con i soliti insulsi graffiti (ve la ricordate la pantomima elettorale di Zingaretti sul revamping del primo treno della Lido?). Cosa deve succedere perché il deposito colabrodo di Magliana venga messo in sicurezza? Che al posto dei soliti ragazzini ci si intrufoli un commando di terroristi che piazzi qualche bomba tipo Madrid 2004? Forse allora si decideranno di fare né più né meno quanto fu fatto a Osteria del Curato
Sul momento propizio ho qualche dubbio, il Messaggero sta facendo una campagna strumentale contro soprattutto i tram e la metro (chissà cosa c’è dietro) ed il Ministero delle Infrastrutture il 20 luglio definanzierà molti progetti, per cui l’auto privata continuerà a farla da padrone, c’è poco da fare. A Roma non si cambia, auto parcheggiate dovunque capita, anche dentro i Fori Romani se serve, questo vuole il romano medio, del decoro, del traffico e dell’inquinamento non gliene importa nulla, altrimenti si indignerebbe contro la spazzatura e quello schifo di scritte vandaliche ormai dappertutto. Invece no, il romano vuole sguazzare nella fognatura come una pantegana, non concepisce null’altro. Il Messaggero ne è l’alfiere, del resto Caltagirone ed i suoi sodali inguaiano la città da ormai 30 anni.
Buongiorno, posso solo essere d’accordo. È un problema culturale, un pezzetto per volta la gente accetta e tollera tutto, e questo è il risultato. A Roma si campa di prepotenza, è un dato di fatto: poche settimane fa ho visto due tizi venire alle mani perché il proprietario di una macchina si è lamentato col padrone del cane che gli ha fatto la pipì sul passaruota davanti a lui. Apriti cielo, gli ha criticato il cane! Il proprietario del cane ha alzato i toni, dai e dai lo ha fatto anche l’altro e i due sono venuti alle mani. E meno male che non sono usciti coltelli.
All’estero fanno di uno scoglio un’attrazione turistica e la vendono a caro prezzo, qui c’è il 70% del patrimonio storico italiano e a noi, ai romani, ce ne sbatte. Prova a fare un graffito sulla Torre Eiffel, vedi che succede. Le manganellate non si contano, e qui?
Torniamo a noi. Sul tram non sono d’accordo, fosse per me li toglierei tutti. Sono lenti, bisogna mettere la linea aerea, i binari la cui manutenzione richiede anni (guarda a Viale Trastevere)… preferisco le corsie degli autobus, che basta una riasfaltata e si riparte e non ci sono fili appesi ovunque.
Le metropolitane, quelle si, sono la soluzione. Uno dice: “ok, ma per farla ci vogliono anni”, e io dico: “certo che se nemmeno iniziamo…”
Curiamocela ‘sta città, potrebbe essere tanto bella!
È davvero strano tutto il ritardo sul potenziamento della metro a Roma. Troppo strano per essere vero.
Affidiamo anche da subito il prolungamento delle linea B :Rebibbia-Casal Monastero
Troppo ci sarebbe da fare! Speriamo nel meglio per la linea C, ma Roma avrebbe bisogno di tante altre linee, non solo della C, o della D (chissà se mai la vedremo). Ecco, nei miei sogni immagino tanti progetti di altre linee portati avanti in parallelo, tali da collegare almeno i grandi ospedali, le aree di interesse e, perché no, università e aeroporti, o anche il litorale. Ma questi sono solo sogni, almeno da queste parti, mentre altrove è cosa comune. Annamo avanti…
È vero, sono sono sogni e restano tali. Il prolungamento della linea B Rebibbia -Casal Monastero stava diventando ,però,una piccola realtà per Roma che si muove a piccoli passi . Un lavoro appaltato già aggiudicato alla più grossa impresa italiana che si è bloccato !!!! I responsabili di tutto ciò ne dovranno rispondere elettoralmente ai cittadini !!Questa è pura incapacità a governare i processi di ammodernamento di una città come Rona.
Questa città è spolpata da lobby e poteri trasversali, difficilmente si farà mai qualcosa. Ogni volta che si avvia un progetto bene che vada ci vogliono 20/30 anni, sempre che non rimanga tutto a metà senza che nessuno paghi. Guarda, per esempio, l’acquario al laghetto dell’EUR: sono almeno 20 anni che c’è il cantiere (per un acquario, mica per l’intera rete ferroviaria italiana), sono spariti miliardi (milioni, vabbè) e nessuno è finito dentro. Vogliamo parlare dei dieci anni per il corridoio della mobilità (LA CORSIA DELL’AUTOBUS) a Laurentina? Tutto diventa monnezza, e questo accade perché c’è sempre stata un’élite alla quale conviene che sia così.
Roma è diventata una città dove si blocca tutto ! Persino le varie petizioni avviate non so per quali obbiettivi . È una città dove tutto langue, tutto è rallentato,dormiente “Caput Mundi?! De cheeeeee?!