Come dare un senso alla diramazione della Metro C per EXPO 2030
Alcuni mesi fa si è tornato a parlare di un intervento che appariva ormai molto e sepolto: la tratta T6B della Metro C, ovvero la tratta in diramazione Torrenova-Banca d’Italia.
L’area di Tor Vergata è infatti parte dell’ampio progetto di EXPO 2030, che vede la realizzazione di un parco espositivo molto ampio, che andrà ad includere anche la tristemente nota “vela di Calatrava”.
Secondo quanto emerso da dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa dal Sindaco e dall’Assessore competente, per rispondere ai flussi di visitatori previsti le linee G ed H del PUMS, le due metrotranvie già progettate ed in parte finanziate che attraverseranno l’area della fiera, non saranno sufficienti.
Servirà una diramazione della Metro C, servirà la tratta T6B.
COS’È LA TRATTA T6B
La tratta T6B è una delle tratte “opzionali” della Metro C, ovvero una di quelle tratte che sebbene inserite nel contratto di realizzazione dell’opera, verra realizzata solo previa attivazione delle relative clausole contrattuali da parte del Comune e di Roma Metropolitane.
Nel 2007, proprio per valutare quali tratte opzionare e quali no, il Comune di Roma commissionò un’indagine trasportistica all’Agenzia della Mobilità, che fece emergere una sostanziale inutilità della tratta in diramazione T6B.
Con una domanda praticamente nulla, pari a 800 p/h al capolinea di Banca d’Italia, la tratta cadde nel dimenticatoio.
Per Tor Vergata, che invece mostrava una buona domanda di mobilità, nel tempo si è andati verso l’individuazione di altri sistemi di trasporto, più capillari, come le metrotranvie G ed H del PUMS.
A cambiare le carte in tavola è però l’EXPO 2030, che per tutto il periodo dell’evento attrarrà visitatori che, secondo quanto previsto dal comitato organizzatore, saranno in numero ben oltre superiore alla combinata delle due metrotranvie, dei bus e del sistema del trasporto privato.
E DOPO L’EXPO?
Sebbene il ragionamento sia valido per quanto strettamente connesso con l’evento, viene da chiedersi se l’infrastruttura sarà ancora utile dopo l’EXPO e se valga la pena realizzare un intervento irreversibile come una metropolitana.
Non avendo dati a disposizione e non essendo ancora noto l’utilizzo che si intenderà fare di quelle aree dopo la fiera, non abbiamo modo di fornire una risposta. Viceversa, possiamo analizzare come rendere la tratta T6B più attrattiva in sé, già oggi.
Un’ipotesi potrebbe essere quella di superare l’idea dell’attestamento a Banca d’Italia, accorpandolo alla stazione Policlinico Tor Vergata, per poi invece raggiungere l’attuale stazione ferroviaria di Tor Vergata sulla linea Roma-Napoli via Cassino, nei pressi dei Laboratori Nazionali di Fisica.
Sebbene si tratti di una linea più lunga, il numero invariato di stazioni permetterebbe di contenere i costi, avvicinando però la linea C ai Castelli Romani, un ambito regionale che esprime una forte domanda di mobilità.
Non solo, il rammaglio con la linea FL6 delle ferrovie regionali del Lazio, parte peraltro di una ferrovia principale della rete FS, permetterebbe di intercettare un vettore che già oggi esprime centinaia di migliaia di passeggeri giornalieri.
Si tratterebbe, finalmente, di un intervento urbanistico teso a favorire un vero policentrismo urbano, che faccia perno su Tor Vergata e sull’area EXPO, superando le logiche accentratrici che oggi condizionano larga parte della mobilità romana.
Per andare a Tor Vergata o anche a Centocelle, qualcuno proveniente da Napoli, Cassino o Frosinone non sarà più costretto ad arrivare al centro di Roma, ma potrà penetrare direttamente nei quartieri di interesse attarverso la rete metropolitana.
LA LIMITAZIONE A TOR VERGATA
Dalle poche notizie emerse finora su EXPO 2030 sembrerebbe, tuttavia, che la diramazione della metropolitana si limiterebbe alla realizzazione della sola stazione Tor Vergata. Si tratta, a nostro parere, di un approccio sbagliato.
Se il tema è solamente portare persone nell’area strettamente adiacente all’università di Tor Vergata, le Linee G ed H sono ampiamente sufficienti, soprattutto se a queste ultime si aggiungesse, lungo l’esistente corridoio della mobilità di Tor Vergata, un servizio di superficie svolto con autobus da 24 metri, recentemente legalizzati a circolare su itinerari individuati.
Senza contare, poi, che il policlinico universitario dista appena 800 metri in linea d’aria dall’esistente stazione di Torre Angela, facendo sollevare il serio dubbio circa l’opportunità, a questo punto, di realizzare banalmente un itnerario pedonale protetto.
UN’ANALISI COMPLETA
Un’analisi trasportistica circostanziata e completa circa lo sviluppo della Tratta T6B è necessaria. Il rischio è quello di realizzare un’opera non solo poco utile, ma potenzialmente anche dannosa per la tratta esistente, che vedrebbe le frequenze ridursi sul ramo Torrenova-Pantano.
Tutto questo tenendo sempre a mente che i tempi di realizzazione di una metropolitana non sono dettati dalla lunghezza o dal numero di stazioni: se si lavora in contemporanea ci vuole lo stesso tempo a realizzare due, tre o dieci stazioni della stessa profondità, senza particolari patemi. Ammesso, peraltro, che in periferia abbia senso scavare e non, piuttosto, correre in superficie.
Singoli eventi come l’EXPO 2030, la cui organizzazione si spera spetterà a Roma, o il Giubileo 2033, non sono sufficienti a giustificare la realizzazione di una metropolitana, ma sono sempre ottime occasioni, da non perdere, per realizzarne una.
Facciamolo bene.
Pier ha detto:
24 Maggio 2023 @ 09:46
A me fa specie come non si parli serimente di collegamenti con Ciampino in nessuno dei progetti.
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Inoltre anzichè fare un troncone di metro fine a tor vergata che potrebbe , terminato eventuale EXPO 2030, restare sottoutilizzato, si potrebbe fare uno studio fattibilità per proporre la tratta C1 tra Centocelle e Stazione Termini con una fermata museo a Porta maggiore eliminando quel circo(lo) di tram da terzo mondo?
Rimanendo con i piedi per terra CHIEDO se siano disponibili elaborati di progetto relativi agli interni della stazione metro c Colosseo – sperando che non siano quelli di 15 anni fa con finiture in travertino e pareti color arancio e metallo – INOLTRE cosa di fondamentale importanza se SIA POSSIBILE INSISTERE ad un ripensamento sulla realizzazione della stazione metro tra P.zza San Andrea della Valle e Piazza di San Pantaleo: la stazione prevista a Chiesa Nuova come indicato in molti studi di fattibilità, non serve come dovrebbe la zona Pantheon – Navona e risulta assolutamente sbaricentrata tra le fermate di P.zza Venezia e Castel S.Angelo.
A me fa specie come non si parli serimente di collegamenti con Ciampino in nessuno dei progetti.
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Paolo R
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Pier ha detto:
24 Maggio 2023 @ 09:46
A me fa specie come non si parli serimente di collegamenti con Ciampino in nessuno dei progetti.
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Condivido pienamente
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Il 14.05.2018 partecipavo al forum proposto dal CMxR “Finalmente inaugurata la Stazione San Giovanni della Linea C”.
Come scritto allora confermo il mio dissenso sull’ennesima ristrutturazione della linea Laziali-Giardinetti che costituirebbe un doppione della metro C, costata ingenti capitali e che serve già il quartiere Casilino.
Si propone pure di interrarla, con tutto quello che c’è ancora da fare in altre parti della città non servite dalla metropolitana, e dovrebbe addirittura essere prolungata fino a Piazza dei Cinquecento.
A Roma invece di realizzare la rete, ed il suo benefico “effetto”, si insiste con il Termini-centrismo, quando in Europa, e non solo, tutte le stazioni di testa vengono trasformate in stazioni di transito.
Togliamo piuttosto l’Alta Velocità da Termini e facciamola “transitare” appunto esclusivamente a Tiburtina, stazione ristrutturata proprio con questa finalità.
Prima i treni guadagnano tempo superando i 300 km orari e poi perdono venti minuti per entrare ed uscire dalla stazione Termini.
Proponevo di usare le risorse destinate alla tranvia sulla via Casilina proprio per intervenire nell’area di Tor Vergata e aldilà delle due proposte alternative, cioè diramazione della linea C o linea autonoma, questa era la mia conclusione:
“Infine va sottolineato che questa soluzione non impedisce assolutamente di realizzare un collegamento diretto della linea “C”, tramite metropolitana leggera, con l’Università di Tor Vergata, con la linea “A” (ad Anagnina o anche oltre nell’ipotesi di un suo eventuale prolungamento) e addirittura con la stazione ferroviaria e l’aeroporto di Ciampino”.
La soluzione di arrivare ai Laboratori Nazionali mi sembra poco efficace perché viene intercettata la sola ferrovia FL6 Roma-Frosinone.
Se invece la linea raggiungesse, con un tratto in galleria, la stazione di Ciampino sarebbe connessa anche con tutte le ferrovie FL4 provenienti dai Colli Albani, e potrebbe proseguire verso l’aeroporto con capolinea sull’Appia Nuova.
Sarebbe poi possibile realizzare un futuro prolungamento fino alla Stazione Torricola sulla FL7-8 Roma-Latina/Nettuno.
In entrambe le soluzioni, diramazione o linea autonoma, si può utilizzare il deposito di Graniti per l’alloggiamento e la manutenzione dei treni.
Sulla questione dei finanziamenti leggevo i dubbi di uno dei partecipanti al forum, dal momento che in questo paese non ci sono più risorse visto l’ammontare stratosferico del debito pubblico.
Va ribadito che nulla è più redditizio di investimenti nel trasporto collettivo metropolitano.
Dobbiamo sempre mettere in conto quello che perdiamo in città disorganizzate come le nostre, in termini di costi sociali, di inquinamento, di salute pubblica, di tempo sprecato, di produttività sul lavoro, di mancato turismo.
Per Roma e per la sua economia è stata ipotizzata una perdita annua di un miliardo di euro, risparmiando questa somma per una ventina d’anni e non facendo inutili doppioni, la cura del ferro che serve a Roma è più che finanziata.
Condivido pienamente le Vostre considerazioni riguardo alla necessità di prolungare l’ipotetica tratta T6B della Metro C almeno sino alla fermata FL di Tor Vergata, un’opera destinata altrimenti ad aggiungersi al lungo elenco di infrastrutture sottoutilizzate abbandonate all’incuria e al degrado una volta cessato l’evento mediatico, sempre che questo sia assegnato alla capitale italiana cosa di cui dubito.
In tema di ipotesi trasportistiche finalizzate ad un’ottimizzazione reale dell’investimento, tali da garantirgli un’effettiva utilità ai fini del soddisfacimento dei flussi di traffico che interessano la macro-area a sud di Roma, personalmente mi spingerei oltre Tor Vergata, raccordando la tratta T6B all’attuale linea FL per Frascati, inglobando quest’ultima nel nuovo collegamento.
Un ipotesi progettuale peraltro già avanzata anni addietro, solo che all’epoca si pensava di prolungare a Frascati la prevista diramazione della ferrovia a scartamento ridotto Laziali – Giardinetti prevista a servizio del polo universitario di Tor Vergata.
Parlando di costi, un ampliamento del genere non costituirebbe un aggravio eccessivo per le finanze pubbliche, potendosi utilmente sfruttare gli esistenti impianti FS anche se a binario unico; con un efficace sistema di gestione in driveless della marcia dei convogli, i pochi chilometri di via di corsa a singolo binario non rappresenterebbero certamente una criticità rilevante ai fini delle frequenze.
Dall’attuale terminal di Frascati un tale collegamento potrebbe essere successivamente prolungato in galleria sempre a binario unico sino alla stazione a valle della funicolare di Rocca di Papa, creando le premesse per la realizzazione di un efficace rete di trasporto pubblico su rotaia a servizio della congestionata area dei Castelli Romani.
Un’ipotesi certamente fantascientifica per l’Italia, un paese purtroppo abituato a pensare solo in termini di grandi opere con tutto il loro bravo corollario di sprechi e malversazioni, ma comunque praticabile da un punto di vista tecnico e di ritorno economico dell’investimento.
Non so se ridere o piangere. SI parla tanto e non si fa nulla. E si ha persino il coraggio di candidarsi ad eventi mondiali. La C non è ancora arrivata a Colosseo, non si sa quando arriverà a Clodio e vogliamo pure utilizzarla per l’expo?
Buongiorno,
pensando invece all’immediato anche in vista del Giubileo, ci sono notizie in merito all’acquisto dei nuovi treni della MC?
grazie
Condivido, magari ordinandoli oggi tra riffa e raffa li avremmo per il 2030!
Giusto , stipendi a dipendenti pubblici inutili , privi di qualsiasi dovere , se non quello che gli viene attribuito di percepire lo stipendio a fine mese , non potrebbero dare il loro contributo alla realizzazione di una rete di metropolitane europea ?anche al posto delle ditte realizzatrici , visto che non ci sono i soldi per pagarle Forse se si sentissero parte di in progetto importante per la citta , starebbero anche meglio
Stiamo senza pensieri, EXPO 2030 non andrà mai a Roma. In primis perchè la città può al massimo ospitare la Fiera della spazzatura, in secundis perchè anche completando la C la rete di metropolitane continuerebbe ad essere risibile stile quarto mondo, in terzis perchè Riad se vuole si compra il Colosseo, la Domus Aurea e tutti i Fori Romani e se li trasporta in Arabia. Bisognava investire prima fin dagli anni 70, invece le nostre amministrazioni pubbliche hanno dilapidato tutto in assistenzialismo per non dire altre ed ormai i buoi sono scappati dalla stalla.