Non c’é la Metro C nella legge di bilancio
Nella Legge di Bilancio 2023 non c’è la Metro C. Se il Parlamento dovesse approvare così com’è la proposta di Legge del Governo Meloni, si tratterebbe di una notizia devastante per il finanziamento della linea. Le risorse assegnate recentemente dal Governo Draghi, infatti, sono numerose, ma non sono sufficienti e non permetterebbero di completare la Linea C neanche fino a Clodio.
Inoltre, come ha spiegato il Sindaco al Messaggero, senza il finanziamento complessivo dell’opera non solo non si potrà completare la linea, ma Roma sarà costretta a restituire oltre 900 milioni di euro, degli 1,6 miliardi ottenuti quest’anno. Questo perché l’unico lotto funzionale realizzabile, con un finanziamento parziale, è quello della stazione Venezia.
Come abbiamo spiegato più volte in questo blog, per l’appunto, pensare di iniziare i lavori senza il finanziamento integrale non è possibile, in quanto la legge oggi non lo permette.
COSA SI PUÒ FARE PER EVITARE IL DISASTRO?
Lo scenario preferibile è quello in cui i parlamentari romani, una volta tanto, si mettono insieme per ottenere un finanziamento per la propria città.
Il finanziamento integrale della linea, fino a Farnesina, si può e si deve ottenere. Non è ammissibile che la capitale d’Italia sia costretta ad elemosinare sempre e solo briciole allo Stato.
Un secondo scenario, meno preferibile ma valido, sarebbe quello di intervenire normativamente, proprio con la Legge di Bilancio, per estendere alla Linea C la possibilità di realizzare lotti costruttivi.
In questo modo si potrebbero iniziare da subito i lavori, anche fino a Farnesina, senza la necessità di un immediato finanziamento integrale.
Basterebbe inserire nella legge di bilancio 2023 un comma del tutto analogo al comma 232 della Legge n. 191 del 23 dicembre 2009, che altro non era che la legge di bilancio 2010. Il comma 232 della 191/2009 prevedeva infatti, per alcune infrastrutture dell’Alta Velocità ferroviaria, caratterizzate da particolare complessità e onerosità del tutto simili a quelle della Metro C, la possibilità di realizzare dei lotti costruttivi.
UN PROBLEMA PREVEDIBILE
Del tema dei lotti costruttivi, e di come potrebbero semplificare la realizzazione della Linea C, abbiamo parlato già in passato, premettendo che siamo assolutamente contrari ad un’estensione di tale possibilità a qualsiasi opera.
Ma le caratteristiche estremamente peculiari della Linea C la rendono un’infrastruttura che legittima del tutto l’applicazione di norme straordinarie.
Ciò che non possiamo accettare è che il problema dei lotti costruttivi è noto da molto tempo ed era assolutamente prevedibile che sarebbe ritornato con i nuovi finanziamenti. Ne avevamo già parlato, ad esempio, a febbraio 2022:
“Supponiamo che sia disponibile solo 1 miliardo, […] non partirebbero proprio i lavori pur essendo disponibile una montagna di risorse. Viceversa, con i lotti costruttivi si potrebbe finanziare magari un’eventuale sottotratta funzionale, ma anche il lotto costruttivo di alcune opere della sottotratta successiva (es. gallerie), permettendo così di proseguire in continuità e quindi in parallelo con i lavori, senza inutili sprechi di tempo in attesa dei finanziamenti.
D’altronde, non sarebbe la prima volta che nell’ambito di opere strategiche e sotterranee si debba ricorrere a lotti costruttivi. Infatti, la legge finanziaria del 2010 (legge 23 dicembre 2009, n. 191) ha permesso di operare tramite lotti costruttivi per infrastrutture opportunamente scelte dalla Presidenza del Consiglio nel rispetto alcuni criteri.
Così come scritti, i criteri sono chiaramente formulati ad hoc per i tunnel di base delle linee alta velocità, come ad esempio la Torino-Lione o Verona-Innsbruck, in quanto richiedono l’appartenenza dell’infrastruttura ad un corridoio TEN-T. Tuttavia, rimane comunque utile analizzare suddetti criteri, che sono:
- Appartenenza dell’opera all’elenco delle infrastrutture strategiche;
- Costo dell’opera superiore ai 2 miliardi;
- Tempi di realizzazione superiori ai 4 anni;
- Lotti funzionali dal costo superiore al miliardo.
Si noti attentamente che la Linea C attualmente risponde in pieno a tali criteri ma non essendo parte di un corridoio europeo TEN-T non può usufruire di tale deroga.”
Il fatto è che noi di MetroxRoma non abbiamo “la palla di vetro”. Sono ormai 8 anni che la questione dei lotti costruttivi è sul tavolo del Governo, sin da quando il Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, noto anche come “Sblocca Italia”, finanziò solo parzialmente la stazione Venezia. Si parlava, all’epoca, di introdurre forme di “cantierabilità flessibile”, ovvero proprio i lotti costruttivi. Ma non se ne fece nulla e i 155 milioni dello Sblocca Italia sono ancora bloccati.
Dal 2014, insomma, è evidente che la Linea C abbia bisogno dei lotti costruttivi, ma nessuno ha fatto nulla da allora, nonostante ad ogni finanziamento si ripresenti il problema.
Problema, peraltro, emerso anche a febbraio di quest’anno, con il Ministro alle Infrastrutture Giovannini che aveva promesso di farsi carico della questione.
Per agevolare una riflessione sul tema, segue, in calce all’articolo, una possibile formulazione dell’emendamento che permetterebbe di estendere l’applicazione dei lotti costruttivi alla linea C (e alle altre infrastrutture commissariate), sulla falsa riga del comma 232.
Sarà forse la volta buona?
Proposta in analogia al comma 232 della 191/2009:
“Le opere oggetto di commissariamento ai sensi dell’art. 4 della Legge 14 giugno 2019, n. 55, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, possono essere realizzate tramite lotti costruttivi, qualora ricorrano le seguenti condizioni:
a) il lotto funzionale minimo individuabile, da dividere in lotti costruttivi, non deve avere un costo complessivo inferiore al miliardo di euro;
b) il lotto costruttivo da realizzare deve essere integralmente finanziato e deve costituire almeno 20 per cento del costo complessivo del lotto funzionale;
b) il progetto definitivo del lotto funzionale completo deve essere accompagnato da una relazione che indichi le fasi di realizzazione per lotti costruttivi, il cronoprogramma dei lavori per ciascuno dei lotti e i connessi fabbisogni finanziari annuali; il progetto esecutivo dei singoli lotti costruttivi deve essere accompagnato da un aggiornamento di tutti gli elementi della medesima relazione;
c) il contraente generale o l’affidatario dei lavori deve assumere l’impegno di rinunciare a qualunque pretesa risarcitoria,
nonché a qualunque pretesa anche futura connessa all’eventuale mancato o ritardato finanziamento dell’intera opera o di lotti successivi.”
Ottimo, appena avviati i cantieri, subito a predisporre i progetti preliminari della linea D.
Che qualcuno in Italia non ami Roma lo si è capito, adesso però si tratta di convincere che tutto questo astio è mal riposto tenendo un comportamento irreprensibile nella gestione dei fondi.
Non è comunque accettabile che la Capitale debba ogni volta elemosinare per poter costruire misere 4 / 5 fermate di una linea metro.
Roma in questo momento oltre alla metro C necessità di capitali per i prolungamenti delle linee A , B e riqualificazione della Roma Lido a questi vanno aggiunti i capitali necessari per l’acquisto di almeno una decina di treni per ciascuna linea.
40 treni non 10 non 20…..oramai solo cosi le 4 linee possono tornare ad essere gestite decentemente, rappresenta oramai il minimo sindacale. Grazie
Chi ha fatto fallire Roma Metropolitane? Dei perfidi complottisti che non amano Roma, o la Giunta Raggi? Perché il Comune non ricapitalizza la Società e pone fine alla gestione fallimentare della stazione appaltante? Sono fermi molti progetti oltre alla linea C, grazie allo stato di limbo in cui versa la Società da anni, e non sono stati dei perfidi cospiratori a determinare questa situazione.
A Milano c’è la MM che è una Multicompany, gestisce anche gli acquedotti di Milano oltre alla progettazione della rete metropolitana, rete che è andata avanti sin dagli anni 60 fondamentalmente con poche revisioni progettuali, e per questo ha potuto vantare un flusso di finanziamenti più o meno costante nel tempo. Mentre a Roma i8n 60 anni si è ftatto e disfatto tutto e il contrario di tutto, solo sulla carta s’intende!
Mi piacerebbe che il Comitato scrivesse un articolo dove si confrontasse quello che dagli anni ’60 ad oggi è stato fatto a Milano e Roma, dal punto di vista progettuale e realizzativo. Ne verrebbero fuori delle belle!
Questa è la vera differenza, e il motivo per cui Milano ottiene finanziamenti a Roma no, no le assurde tesi complottiste
Ci avrei scommesso che avrebbe risposto lei Alexalex.
https://www.affaritaliani.it/roma/metro-c-roma-ladrona-anni-di-dispetti-alla-capitale-durigon-confessa-828259.html
Si legga questa confessione signor Alex e poi vedremo se avrà ancora il coraggio di sostenere la sua tesi. La verità è che prima col milanese Monti poi con la teleguidata dalla milanese Casaleggio associati Raggi, si è negato a Roma per ben due volte l’opportunità olimpica di sviluppo mentre al contrario grazie al rifiuto per Roma si è favorito lo strano tandem Milano-Cortina 2026 impensabile se Roma si fosse aggiudicata le olimpiadi del 24. l’Expo non è stato solo merito di Milano e se la città prospera da dieci anni a questa parte non è un caso che coincida coi dieci anni di crisi della Capitale. Grazie al Cielo la tendenza si sta invertendo e Roma si risolleverà questo è certo.
Quindi la Raggi è frutto di un complotto meneghino per affossare Roma. Dovreste però spiegarlo ai settecentosettantamilacinquecentoerotti Romani che nel 2016 l’hanno votata, che hanno prestato il fianco a questo complotto nemico.
Aspetto comunque ancora il parere del Comitato su questa questione.
Nessuno purtroppo di solito legge i programmi e poco in effetti se ne parla. A Roma abbiamo sempre votato per il cambiamento. Dopo 15 anni di sinistra, la destra di Alemanno, il chirurgo marziano e un commissario milanese, con tutte le delusioni annesse, chi mai la gente che ha avuto il coraggio di recarsi alle urne quell’anno avrebbe dovuto votare se non per la novità che le ricordo prese piede anche a livello nazionale? La Raggi disse “no” ai Giochi ma il governo di allora avrebbe potuto mettersi di traverso e invece aveva già tirato fuori il progetto per le mini olimpiadi lombardovenete chissà come mai.
Fu Monti a rifiutarci la prima volta le Olimpiadi mentre intanto con l’altra mano elargiva con bei soldini l’esposizione di Rho.
Ci volevano due romani al governo, Draghi prima col commissario e Meloni oggi coi miliardi per vedere finalmente la luce. Per ultimo gli stessi miei concittadini la Raggi l’hanno rispedita a casa assieme allo sconosciuto di Radioradio e la stragrande maggioranza vuole l’Expo che la guerra ci negò. Sarebbe bellissimo un tandem con Odessa per le nostre comuni sorti 1942-2022
Appena uscita la manovra dove risultano stanziati oltre due miliardi per la metro C al capitolo dedicato al trasporto rapido di massa fino a Farnesina come richiesto da Gualtieri e Patane’. La metro C e Roma tutta sono salve. Prego cambiare in positivo il titolo di questo articolo. Onore a chi ci ha creduto e lavorato per ottenere questo storico risultato. Ora avanti coi progetti definitivi e ed esecutivi per vedere le talpe bucare la terra dietro la Farnesina.
Grazie per questa anticipazione, la definirei un’ottima notizia.