Patanè, linea C: prima di richiedere risorse MIMS, risolvere contenzioso
“O chiudiamo il contenzioso o non si va avanti”, questo è quanto dichiarato sulla Linea C dall’Assessore Patané all’agenzia DIRE, a margine del XII Congresso della Fit-Cisl Lazio, relativamente alla possibilità che Roma acceda al fondo da 3,7 miliardi per cinque città, messo a disposizione dal Governo, per proseguire con la realizzazione delle metropolitane.
“Di questi 3,7 miliardi speriamo di intercettare una fetta importante per proseguire con la tratta T2. Il rapporto con il Mit è ottimo e il dialogo è costante, l’ultima riunione è stata fatta la settimana scorsa”, ha proseguito l’Assessore. “L’obiettivo è andare avanti ma affinché queste somme possano essere concesse a Roma […] dobbiamo prima risolvere questo contenzioso. Non è una minaccia ma lo stato dell’arte. Lo dobbiamo risolvere anche per salvare Roma Metropolitane. Quindi risolviamolo, poi potrò chiedere le risorse che il Mit, entro un mese, più o meno, dovrebbe distribuire alle varie città.”
Il tema del contenzioso tra Metro C scpa e Roma Metropolitane è infatti, ormai da 8 anni, il tema che più di tutti assilla i palazzi romani relativamente al prosieguo dell’opera. Un contenzioso monstre da circa 750 milioni, sebbene, come ha ricordato l’assessore, solo una minima parte di tali somme sia stata riconosciuta nei tribunali.
Nei fatti, le numerose relazioni tecniche commissionate dai giudici hanno riconosciuto a Metro C scpa, in media, appena il 9% del petito. Si tratterebbe di circa 70 milioni, a fronte di un’opera dal valore, sino a Clodio, di oltre 5 miliardi.
Mettere a rischio un finanziamento miliardario del Ministero a fronte di un rischio così basso, in rapporto al valore dell’opera, ci sembra un assurdo. Pensare di risolvere prima il contenzioso e poi procedere al finanziamento è assolutamente irrealistico, perché non ci sono i tempi per risolvere il contenzioso prima del riparto del finanziamenti, che avverrà non oltre il primo semestre del 2022.
Il problema del contenzioso esiste, semmai, in relazione alla sopravvivenza di Roma Metropolitane ed al rapporto, tutto interno al Campidoglio, tra il Comune di Roma e la sua società partecipata.
La convenzione del 2005 tra Comune di Roma e Roma Metropolitane scarica infatti su quest’ultima, una minuscola s.r.l., tutto il rischio legato alla realizzazione delle opere, motivo per cui anche il più piccolo contenzioso innesca il blocco totale della stazione appaltante. Non a caso le varie crisi di insolvenza di Roma Metropolitane non sono mai state causate, neanche una volta, dal contenzioso delle Linea C, ma dai contenziosi ben più piccoli relativi ai corridoi filoviari.
Ciò che quindi va riordinato, nell’immediato, è proprio il rapporto tra il Comune e la sua partecipata, che deve uscire quanto prima dalla liquidazione, e che deve essere preservata dal rischio, per essa insostenibile, del contenzioso.
Senza il riordino di questo rapporto, per giunta, il Comune non può proprio intervenire nel contenzioso tra Metro C e Roma Metropolitane, che sulla carta è un contenzioso tra un appaltatore e una società che pur essendo del Comune è dotata di una personalità giuridica totalmente distinta dal Comune. Il Comune, nei fatti, si troverebbe a trattare su un giudizio di cui non è una parte direttamente coinvolta e da cui, oltretutto, è espressamente manlevato dalla convenzione del 2005, come ribadito anche dalla Corte dei Conti.
Ma una via d’uscita c’é, immediatamente eseguibile e già sperimentata in altri casi. Il Comune di Roma deve semplicemente aggiornare la Convenzione di Roma Metropolitane, contestualmente alla necessaria ricapitalizzazione, nelle stesse identiche modalità con cui il Comune di Milano ha aggiornato il contratto di servizio di Metropolitana Milanese. Non bisogna inventarsi nulla, basta copiare da chi negli ultimi anni le metropolitane le ha costruite davvero.
Con Delibera di Giunta Comunale n. 178/2019, infatti, il Comune di Milano ha ridefinito i rapporti con la propria partecipata, inserendo una clausola semplicissima: “il Comune rimborserà – previa acquisizione di adeguata documentazione – alla Società i soli costi sostenuti a titolo di pretese risarcitorie e/o contenziosi con le imprese appaltatrici”.
Possibile che a Roma non siamo neanche in grado di copiare? Possibile che ciò che ovunque è possibile a Roma diventi impossibile?
Mi piacerebbe che faceste un nuovo articolo sulla Roma-lido, sullo stato dell’arte di questa ferrovia al collasso che rischia di chiudere da un giorno all’altro, sulle soluzioni da adottare immediatamente per gestire l’emergenza, per esempio come invocato da mesi dai vari comitati pendolari, spostare dei treni dalle linee A e B.
Il silenzio assordante sul disastro a cui stiamo assistendo giornalmente da parte dei media almeno quelli locali è veramente scandaloso. I giornali romani si sono solo affrettati a fare da cassa di risonanza alle false promesse di Zingaretti della scorsa estate, alle quali potevano credere solo i beoni, non certo noi poveri pendolari ostiensi, abituati oramai da più di vent’anni a politici che promettono
favole mentre questa infrastruttura ha conosciuto solo un costante declino, che negli ultimi due anni è diventato un precipizio senza fondo.
Certo, adesso non c’è più la giunta Raggi a cui dare addosso. Adesso c’è il duo Zingaretti Gualtieri a governare regione e comune e quindi va tutto bene Madama la marchesa
Tranquilli, l’importante è che ci siano i fondi per reddito di cittadinanza, bonus biciclette, bonus vacanza, ……
Praticamente abbiamo amministratori alla Vanna Marchi.
Il mancato finanziamento della macrotratta Venezia-Grottarossa della Linea C. nella legge di bilancio è uno scandalo vero per tutta la nazione! E’ fondamentale per la città di Roma definire le condizioni di prosecuzione della linea C, completare la progettazione e avviare i cantieri per le attività propedeutiche alla realizzazione della Linea (indagini archeologiche, spostamento sottoservizi interferenti, etc) oltre piazza Venezia (tratte T1 e T2) almeno fino a piazzale Clodio.
La linea C è un’opera già appaltata e di interesse nazionale, e nessuna risorsa al momento, è stata destinata “al prolungamento della linea C fino a Grottarossa, tantomeno fino a Farnesina, Clodio o Venezia”… A distanza di anni il progetto di un’opera la cui rilevanza strategica per la mobilità della città dovrebbe renderla obiettivo primario per l’amministrazione, non ha visto nemmeno la via dell’iter di legge per l’acquisizione del finanziamento necessario, con il rischio che l’opera rimanga parzialmente o totalmente esclusa dal finanziamento. Un disastro vero a danno dei cittadini tutti!!!
Possibile che ciò che ovunque è possibile a Roma diventi impossibile?
Scusate ma il Commissario in questa circostanza che ce sta a fa?
Non si può sentire che adesso neanche quelle poche fermate tra Venezia e Farnesina si riescano a finanziare.
Laddove una delle Istituzioni, Regione o Comune, non siano cosi interessate mettendo a disposizione gli investimenti necessari , cercassero perlomeno di salvare la faccia arrivando ad incrociare Ottaviano, un’occasione cosi favorevole come questa non si verificherà nei prossimi 50anni………… se non fino alla prossima pandemia!!
Il 28 gennaio saranno trascorsi i famosi 100 giorni dall’elezione del nuovo Sindaco (checchè si dica che andrebbero calcolati dall’effettivo insediamento e della giunta e delle commisssioni).
Già solo sul tema sollevato oggi da MetroxRoma basterebbe un annuncio, senza arrivare ai fatti: “Giuriamo che risolveremo velocemente il contenzioso tra Comune e Roma Metropolitane nella maniera fatta a Milano dalla giunta Sala che ha il nostro stesso colore politico, avendo l’appoggio della Regione Lazio, che ha il nostro stesso colore politico, e del Governo che, per una bella fetta, ha il nostro stesso colore politico”.
Va detto così, chiaramente, altrimenti cinque anni di opposizione in consiliatura saranno stati solo un bluff.
Su queste pagine discutiamo fin troppe volte di problemi che sono più di burocrazia che di aspetto tecnico.
E ora che si diano una vera mossa, il Giubileo del 2025 è alle porte come anche le ottimistiche prosettive dei prossimi anni ’30.
Per il 2025 sarà un miracolo se solo la linea sarà operativa fino a Venezia e saranno stati avviati i cantieri per la T2.
Peraltro, restano ancora troppi nodi da sciogliere su questa tratta: Chiesa Nuova: si farà o no, e nel caso, con quale tecnologia? E Risorgimento?
Guardiamo in faccia la realtà: il treno per Giubileo l’abbiamo perso (metaforicamente parlando, e non solo).
Dimentichiamo il 2025, che è domani, e guardiamo avanti
Tolto il competamento della metro C, il treno del Giubile 2025 non è perduto: tramvie finanziate col PNRR (TVA, G, ecc), linee e tronchetti tram da fare con la cassa comunale, rinnovo flotta, raddoppio dei parcheggi di scambio (cioè la proporzione che hanno a Parigi o Milano), Anello Ferroviario con nuove linee metroferroviarie alla stregua della Linea 2 di Napoli, PUP privati, GRA delle Biciclette, colonnine per auto elettriche, aumento del car sharing, digitalizzazione 4.0 della mobilità (miglioramento della messa in rete della flotta in esercizio, biglietteria, nuove mappe, info H24), pedonalizzazioni con rigenerazione urbana spinta.
Ahivoja le cose che possono fare in tre anni…
Do completamente ragione a Romano, inoltre ci sarebbe da aggiungere che per molte stazioni metro anche del centro (vedi Repubblica della metro A) una vola usciti dai tornelli per andare in superficie non esistono né scale mobili né ascensori, occorre portare a mano valigie, passeggini per bambini senza parlare dei diversamente abili.
Vogliono stralciare il tram sui Fori. E per il resto sui tram non si dice molto più che di quelli già finanziati.
Stralciare il tram sui Fori non vuol dire solo avere pregiudiziali ideologiche verso l’amministrazione precedente (anzi, due; arriviamo fino a I. Marino) e verso la stratificata storia urbanistica della città (perchè il sogno disperato è sempre quello della cancellazione della via), ma vuol dire anche avere carenze tecniche sulla comprensione e applicazione del PUMS: non capiscono che verso i Fori andebbe il 14 (futuro 4) nel più generale riassetto del tratto P. Maggiore-Termini, finendo così per creare altri problemi alla linea G, alla TVA e al riassetto del nodo Giolitti-Gioberti-Farini-Cinquecento.
SI vedono in filigrana i problemi causati alla metro C; ci accorgiamo cioè che c’è proprio una miopia sul concetto base di linee passanti.
Ho capito bene? prima di realizzare la tranvia da Rebibbia a subaugusta sulla Palmiro Togliatti occorre trovare un’area deposito e l’unica disponibile potrà essere acquisita partecipando con esito positivo ad una gara non ancora indetta? Ci vorranno minimo 5 anni per vedere l’opera finita.
Ma infatti dopo Venezia non hanno ancora idea di come andare avanti. Dopo 20 anni. Gira la voce che finirà che partiranno da Clodio e torneranno indietro, perché dopo Venezia c’e il vuoto. E i conti tornano con la storia del tunnel senza fermate da Venezia a Castel S.Angelo.
“Partire da Clodio” per arrivare dove? E soprattutto: Come? Per l’amor di Dio, piuttosto che pasticci irreparabili, meglio fermarsi a Venezia!
Abbiamo mandato a casa i dilettanti allo sbaraglio per mettere a loro posto i professionisti della politica.
Con quale risultato?
Intanto la Roma-lido continua il suo inesorabile declino, ormai prossima alla chiusura, con buona pace di chi crede ancora nei proclami di Zingaretti & Co.
Lo dice un ostiense oramai rassegnato, pronto a scommettere che entro l’estate la linea chiuderà sine die.
Ecco l’ultima, della serie sempre peggio:
https://canaledieci.it/2022/02/02/roma-lido-ritirato-limite-chilometrico-treno-caf-frequenze-30-minuti/
Mi sento di dire che è una vergogna al confronto di tante città europee. La nostra città, la nostra bellissima città, non merita una tale irresponsabilità!”
Ma come è possibile un’affermazione del genere da un Assessore Capitolino.
Roma ha assolutamente bisogno di una rete Metropolitana degna delle migliori capitali europeo.
I Contenziosi se sono già instaurati è roba x i Giudici non per gli Assessori gli Assessori fanno un altro mestiere .
La linea C deve assolutamente essere costruita fino almeno a Farnesina .
Qualcuno dica a Patanè che la costruzione di una linea metropolitana come Metro C genera un indotto occupazionale enorme sul territorio.
Roma ha bisogno di futuro non di chiacchiere!!!!!
Ma come si può giustificare una simile affermazione ! ROMA ha assolutamente bisogno di una rete metropolitana almeno equivalente a quelle delle capitali europee. E’ assolutamente irrealistico pensare di non continuare a costruire la Linea C perchè ci sono i contenziosi in essere con il costruttore. I contenziosi li dovranno risolvere i Giudici, non gli assessori. Questi ultimi devono dedicarsi a portare avanti i lavori e a concordare con Regione e Stato i relativi finanziamenti per concludere l’opera e portarla fino a Farnesina ed oltre nel più breve tempo possibile. La costruzione di una metropolitana come la Linea C genera un indotto occupazionale enorme che in una citta come Roma dove ad oggi non ci sono opere in corso è fondamentale.
Pertanto i Giudici facciano i Giudici gli assessori facciano gli Assessori .
penoso….
che un assessore, appena insediatosi a pochi mesi da una campagna elettorale nella quale il sindaco che lo ha designato si era detto assolutamente favorevole al proseguimento di un’opera vitale come la metro c pur conoscendone benissimo la storia, è semplicemente INACCETTABILE! !!! l’ennesima scusa dietro la quale l’amministratore pubblico di turno si cela per crearsi l’alibi necessario a non assumere alcuna decisione!!!!!
per paura di chissà quale responsabilità personale, come avviene da anni! da quando, in particolar modo, si è fatto entrare in vigore un nuovo codice degli appalti che, in forza dell’assolutamente condivisibile e nobilissimo intento di contrastare la corruzione, invece di semplificare e chiarire il mare magno di norme bizantine di cui è permeato ogni ambito organizzativo del nostro paese, e così facendo eliminando ogni forma di possibilità interpretativa delle stesse da parte di funzionari pubblici che sarebbero così risultati liberi di operare efficacemente e tempestivamente, ha, e qui scatta un malizioso “guarda caso”, invece reso ancor più farraginosa e soggettiva l’interpretazione di norme, necessitando di una lettura critica da parte dell’omniscente ancorchè inefficiente ANAC per la loro chiarificazione…..di fatto IMMOBILIZZANDO TUTTO!!!
ma chi si propone come amministratore pubblico questo lo sa benissimo!! e se si propone per farlo lo deve fare con coraggio, forte della bontà delle proprie idee e proposte e pronto a difenderne la correttezza nei confronti di chiunque.
e allora….
COME SI FA A METTERE ANCORA IN DISCUSSIONE LA REALIZZAZIONE DI UN’OPERA PUBBLICA che potrebbe, se completata e quanto più possibile implementata, fare rifare un balzo avanti alla nostra città, alla nostra CAPITALE, portata a livelli di inefficienza da terzo mondo da anni di totale immobilismo ed incompetenza amministrativi?!?!
COME SI FA A SUBORDINARE L’ACQUISIZIONE DEI FINAZIAMENTI, piovuti dal cielo per una serie di circostanze che, muovendo da elementi drammatici come quelli legati alla crisi economica indotta dalla pandemia, sono stati efficientemente messi a disposizione di amministrazioni locali che NULLA hanno fatto in questi anni per avvalersene, a subordinare, dicevo, tale acquisizione a risoluzione di contenziosi che, senza alcun bisogno di entrare nel loro merito, hanno percorsi di risoluzione giudiziaria, DA ANNI tracciati ed avviati e che vivranno di una tempistica risolutiva che è quella propria dei procedimenti di legge.
Una simile affermazione un cittadino se la potrebbe attendere dalla controparte, società privata che avrebbe legittimamente diritto a vedere rispettate le proprie pattuizioni contrattuali (ad oggi disconosciute praticamente ad ogni cambio di amministrazione comunale, cosa non avvenuta ad esempio a Milano, dove nessuno si è mai neanche immaginato di disconoscere gli impegni assunti da precedenti giunte, anche di diversa colorazione politica, in forza del criterio principe dell’interesse pubblico e della necessità di evitare ogni forma di sperpero di precedenti investimenti di denaro pubblico) prima di sottoscriverne altre e che, invece, mi risulta, stia stacanovisticamente proseguendo a lavorare e progettare il futuro della linea, pur scontrandosi quotidianamente con le inefficienze e pavidità di chi ci amministra.
Pregherei quindi in conclusione il nostro caro assessore di SMENTIRE le sue GRAVISSIME affermazioni sillogistiche o, in alternativa, di RASSEGNARE IMMEDIATE DIMISSIONI dall’incarico or ora assunto, per lasciare spazio ad un collega in grado di fare ciò per cui noi cittadini, estenuati da tanta inefficienza e scuse, lo avremmo votato
Oserei dire “ASSURDO!!” . Iniziamo bene la consiliatura… “andremo avanti con i lavori della linea C” … “faremo…, siamo già pronti a partire per….” e poi… “O chiudiamo il contenzioso o non si va avanti”. Adesso mi chiedo ma il contenzioso non c’era prima delle elezioni? E poi se il contenzioso è in piedi da 8 anni come si pensa di risolverlo?
Mi sembra ovvio, analizzando queste due semplici domande, che quanto asserito dall’assessore Patané è l’ennesima scusa per giustificare l’immobilismo amministrativo che ci governa!
E poi ci sono le opportune sedi dove poter risolvere il contenzioso con l’impresa, cosa ha deciso l’assessore di sostituirsi al tribunale o agli organi deputati a dirimere questo tipo di controversie??
Mi sembra inoltre cha la soluzione per procedere ci sia! L’amministrazione romana a partire dal Sindaco dovrebbe pensare allora a fare di tutto per coordinare gli Enti finanziatori affinché si riesca ad ottenere i fondi per completare la linea C; questo per dare a Roma la possibilità di andare verso quella “mobilità sostenibile”, che ha riempito la bocca di tutti durante la campagna elettorale e poi prontamente dimenticata!
Non si può minimamente pensare che la realizzazione di una infrastruttura vitale per la città, possa in qualche modo essere vincolata da prese di posizione capziose.
I contratti e le norme sui contratti pubblici prevedono i modi in cui i possibili contenziosi siano gestiti e risolti.
Perché vincolare il futuro della città alla soluzione di problematiche da tempo stratificate?
Se esistono gli organi preposti a risolvere i contenziosi che lavorino.
Però Sindaco e assessore dovete dare un forte impulso alla modernizzazione della nostra amata città e non trovare scuse per non attuare qualcosa per cui i cittadini vi hanno votato.