ELEZIONI 2021: IL PAGELLONE DI MXR PER I CANDIDATI SINDACO

Tra meno di 48 ore si apriranno le urne per le elezioni amministrative di Roma. Il voto che ci aspetta sarà davvero importante, perché tantissime saranno le scadenze, le sfide e le opportunità del prossimo decennio.

Prima di tutto ci sono le opere pubbliche. Tra recovery fund e fondi nazionali, Roma è destinataria di un’imponente mole di risorse, soprattutto per il potenziamento delle metropolitane e per la realizzazione di tranvie e funivie. Così tante risorse a disposizione non si vedevano a Roma dai tempi della legge 396 del ’90, sebbene siano ancora poche rispetto a quelle destinate a Milano e Napoli.

Ora è venuto il momento di spendere queste risorse, una sfida ben più difficile del mero ottenimento dei finanziamenti.

Poi ci sono i grandi eventi. Il giubileo del 2025, l’expo 2030 (speriamo) ed il grande giubileo straordinario del 2033, scandiranno i prossimi anni della città. Tre eventi globali davvero importanti e molto ravvicinati. Quattro, se Roma deciderà di candidarsi anche alle Olimpiadi 2036. Si tratta peraltro di eventi la cui organizzazione è molto diversa dal passato, perché l’assegnazione alla città organizzatrice avviene con sempre più anticipo.

Poi ci sono i grandi temi della gestione ancora irrisolti: dalle manutenzioni di metro e tram, dalla crisi di Roma Metropolitane al concordato ATAC, dalla Linea C, alla Linea D, alla Linea B a Casal Monastero, sono ancora tanti i temi “ordinari” che stentano a trovare un vero punto di svolta.

Differentemente da 5 anni fa, però, c’è una grande novità. Al netto di piccole variazioni sul tema, tutti i candidati più rilevanti sono per realizzare nuove infrastrutture di trasporto di massa. L’opposizione alle metro è pressoché inesistente.

Questa potremmo già considerarla una vittoria, indipendentemente dai risultati elettorali che verranno.

Il fatto che oggi non si debba più parlare del “cosa” realizzare, ma del “come” realizzarlo, è un enorme passo in avanti.

Proprio chiedendoci chi sarà in grado di realizzare le opere che servono a Roma abbiamo costruito il nostro ormai tradizionale pagellone elettorale. Una piccola guida alle elezioni per i nostri appassionati lettori,  magari ancora indecisi, che cerca di valutare quanto più oggettivamente i vari programmi elettorali.

Perciò veniamo al dunque. In ordine di apparizione sulla scheda, chi realizzerà il PUMS?


MICHETTI

Qualche giorno fa è stato finalmente reso noto il programma del candidato del Centrodestra, Enrico Michetti. Il programma è largamente favorevole alle metropolitane, alle tranvie ed ai filobus, includendo praticamente ogni opera prevista dal PUMS. Lascia piuttosto perplessi, tuttavia, l’aprioristico attacco alle funivie, in qualunque forma esse siano. Più volte abbiamo spiegato che esistono progetti pensati male, come quello della funivia Casalotti-Battistini, ma non per questo le funivie sono in ogni caso da osteggiare. Basti pensare alla funivia Villa Bonelli-Eur Magliana.

Il giudizio di Michetti è invece perentorio: “resta d’obbligo l’ironia sulla realizzazione della funivia con infrastrutture di sostegno invasive e impattanti di cui già immaginiamo la scarsa manutenzione e il sicuro conseguente degrado, del tutto incongruente con l’abbattimento della sopraelevata o tangenziale est, che ha ammorbato l’aria e la vista a innocenti famiglie residenti lungo il suo percorso per decenni, fino a sbarcare nella storica filmistica di Fantozzi”.

Peccato si parli di “una funivia”, generalizzando, sebbene nel PUMS le funivie siano tre: Casalotti-Battistini, Villa Bonelli-EUR Magliana e Clodio-Monte Mario.

Sorprende anche che un candidato ci parli di futura certa e inevitabile scarsa manutenzione, visto che si candida a gestirla, questa manutenzione.

Piuttosto debole è anche la parte sulle misure complementari al potenziamento del trasporto pubblico. La posizione di Michetti è ambigua e lascia trasparire un certo scetticismo verso misure fondamentali, come le ZTL, senza azzardarsi neanche a citare misure ancor più necessarie come la Congestion Charge e la Pollution Charge.

Per quanto riguarda l’attuazione del PUMS, il programma si concentra essenzialmente sull’obbiettivo di evitare il fallimento di Roma Metropolitane. Non vengono esplicitate però le modalità di risanamento della stessa o eventuali prospettive di modifica dell’attuale struttura di Roma Metropolitane, che anche pienamente efficiente non sarebbe in grado di realizzare l’intero PUMS.

Molto bene, invece, la chiara volontà di trasferire in capo a Roma Capitale le competenze in materia di gestione della Roma Lido, oggi in capo alla Regione Lazio.

Non può mancare, ovviamente, il grande jolly dei programmi sulla mobilità, il sempre presente Anello Ferroviario, ma questa volta con un’interessante variante. Oltre all’Anello, Michetti vuole realizzare “la cosiddetta metropolitana circolare”, ovvero un secondo anello, che “consentirebbe un collegamento concentrico tale da far assumere alla planimetria della rete metropolitana le sembianze di un vero sistema di mobilità integrata”.

Il grande ritardo con cui è stato pubblicato il programma, nonché la sommarietà con cui è stato redatto ed in particolare alcuni scivoloni eccessivi, lasciano trasparire la mancanza di una struttura adeguata a supporto della candidatura del centrodestra.

Questo ci lascia estremamente dubbiosi sulla reale possibilità che Michetti possa attuare il programma che propone, impedendoci di assegnare a Michetti la sufficienza. Ciononostante il programma è in larga parte condivisibile, motivo per cui il candidato del centrodestra non merita una stroncatura.

Presentare almeno in parte la futura Giunta, prima delle elezioni, avrebbe potuto aiutare.

Voto: 5


RAGGI

La Sindaca uscente insiste ripetutamente sulla continuità. Lei ha adottato il PUMS, lei ha ottenuto i finanziamenti, lei ha posto le basi di un possibile rilancio di Roma. Di questo le diamo atto.

Il programma di Raggi è ambizioso: 67 km di tranvie, 38 km di metropolitane, che diventano 78 km includendo la trasformazione in metro delle concesse. Insomma, com’è ovvio che sia, il programma Raggi si propone di realizzare l’intero PUMS. Non spiega, però, il come. E questo è un tema dirimente, in quanto il grande fallimento della Giunta Raggi è proprio nel come.

Con ATAC in concordato e Roma Metropolitane in liquidazione da 2 anni, con Roma Servizi per la Mobilità sostanzialmente invariata, non si capisce come si pensi di realizzare le centinaia di km di infrastrutture proposte.

Il potenziamento della macchina amministrativa interna a Roma Capitale, pure auspicato dal programma, ovvero la possibile internalizzazione di molti dei processi oggi svolti dalle società partecipate, è una soluzione certamente valida, ma che richiede tempi molto lunghi. Più che altro richiede personale, mentre le assunzioni in corso presso Roma Capitale a stento riusciranno a tenere testa ai pensionamenti.

Puntuale, invece, è la sezione dedicata alla sosta tariffata. Come riportato nel programma, il nuovo piano per la gestione della sosta tariffata prevedrà l’eliminazione di tutti gli stalli bianchi nel Centro Storico, la revisione della tariffa ordinaria differenziata per zona della città con esenzione per residenti e autorizzati, introduzione della tariffa agevolata in prossimità di ospedali e strutture sanitarie che non dispongono di aree di sosta interne, introdurre la tariffazione “pura” lungo alcuni assi ad alta densità commerciale, tariffa agevolata sosta breve: 0,2 Euro per 15 minuti e agevolazione giornaliera e abbonamento mensile solo in aree esterne all’Anello Ferroviario”.

Insomma, il programma di Virginia Raggi è buono e a abbraccia con coraggio anche temi molto divisivi.

Tuttavia, non si riesce dare un voto particolarmente alto alla Sindaca uscente, sulla quale pesa un mandato pregresso altalenante, fatto di grandi successi, come la gara per la progettazione di 7 tranvie in 5 lotti ed il finanziamento delle tranvie Togliatti, Tiburtina e Termini-Tor Vergata, ma altrettanto grandi fallimenti, come il problema della revisione generale dei treni, il problema della manutenzione dell’armamento tranviario ed il dramma di una pessima gestione delle partecipate.

Differentemente dagli altri candidati, Raggi deve rispondere anche di quanto fatto da Sindaco negli ultimi 5 anni. Con un servizio di trasporto pubblico ai minimi storici, tra scale mobili rotte, bus in fiamme e stazioni della metropolitana chiuse per mesi, quando non per anni, non basta un buon programma per avere un giudizio positivo sulla sindaca uscente.

Roma ha sicuramente bisogno di continuità nelle opere, nei progetti e nei finanziamenti. Anche perché non si può pensare di fare alcuna infrastruttura se ogni 5 anni si fa e si disfa quanto messo in campo dalle precedenti amministrazioni. Ma senza una chiara e netta discontinuità sulla gestione del servizio di TPL difficilmente la mobilità a Roma potrà migliorare davvero.

Ammettere di aver scelto persone sbagliate lungo questo difficile percorso, durato poco più di 5 anni, non basta. Bisognava essere più chiari su come garantire questa discontinuità.

Voto: 6


GUALTIERI

Questo paragrafo, relativo al programma di Gualtieri sulla mobilità, sarà ben più lungo degli altri, in quanto il programma di Gualtieri è senza dubbio il più completo. Presenta però un problema di fondo.

Pur toccando praticamente ogni argomento inerente i trasporti, il programma del centrosinistra finisce troppo spesso per interrompersi proprio quando dovrebbe arrivare ad indicare delle soluzioni concrete. In particolare, a ben vedere, si interrompe quando queste ultime possono risultare in qualche modo divisive.

Ad esempio, il programma di Gualtieri individua perfettamente la necessità di una riforma della Governance della mobilità, anche in funzione accelerare i tempi di attuazione delle opere pubbliche. In particolare, Gualtieri si propone di realizzare “una governance del sistema della mobilità al passo con le esigenze della Capitale d’Italia, che deve essere funzionale a determinare i limiti e le competenze delle diverse strutture di pianificazione, programmazione, realizzazione delle infrastrutture, gestione e controllo dei servizi. Tre le linee di azione: valorizzare e potenziare le competenze della macchina amministrativa comunale; razionalizzare il sistema e le competenze delle aziende e delle agenzie integrandole e coordinandole progressivamente nelle funzioni; eliminare le sovrapposizioni tra livello locale e regionale.

Da un programma non si pretende un approfondimento di chissà quale livello, ma qui sul come si intendano raggiungere i predetti obiettivi non viene espressa (volutamente?) alcuna parola. Cosa vuol dire “eliminare le sovrapposizioni tra livello locale e regionale”? Le competenze lasciamo a Roma o le cediamo alla Regione Lazio? O viceversa? Che cosa significa “razionalizzare il sistema e le competenze delle aziende e delle agenzie”? Si vuole fondere Roma Metropolitane con Roma Servizi per la Mobilità come vorrebbe la Giunta Raggi? Si vuole fondere ASTRAL e Roma Servizi per la Mobilità? Si vuole lasciare tutto così com’è specializzando, però, le varie strutture? Non ci è dato sapere.

Questo stesso problema, purtroppo, prosegue anche nei paragrafi successivi, relativi alle opere che Gualtieri intende realizzare. Si parla di “cooperare con la Regione per migliorare il servizio sulla Roma-Lido e Roma-Viterbo”. Ma in che senso? Indipendentemente che le linee rimangano alla Regione o meno, il PUMS prevede la trasformazione di Lido e Nord nelle Linee E ed F della metropolitana di Roma. Gualtieri vuole o non vuole attuare le previsioni del PUMS?

Al programma è allegato anche un lungo e approfondito focus sui trasporti, molto ben fatto, ma anche in questo caso le risposte sulla Roma-Lido sono poche e frammentate. Il focus infatti recita: “soprattutto per ciò che riguarda la Roma-Lido, linea interamente nel territorio di Roma Capitale, l’amministrazione si impegnerà con la Regione per un Accordo specifico di collaborazione ed un Tavolo tecnico permanente di coordinamento per assicurare ai cittadini lo sviluppo ed il potenziamento di questa importante infrastruttura in tempi rapidi e certi.”

Un accordo di collaborazione però già esiste, approvato con Delibera di Giunta Capitolina n. 27 del 16 febbraio 2021, e già prevede un tavolo tecnico permanente. Ci piacerebbe sapere cosa Gualtieri vorrebbe dire a questo tavolo tecnico e verso che direzione vorrebbe portare lo sviluppo ed il potenziamento della Lido. Del tavolo in sé e per sé ce ne facciamo poco, o nulla.

Un po’ di “cerchiobottismo” è inoltre presente anche sulla funivia Casalotti-Battistini. “La nuova amministrazione avvierà da subito la progettazione del prolungamento della metro A dando certezza di tempi e finanziamenti” viene detto, ma nell’immediato “per dare una risposta alle esigenze di mobilità del quadrante si punterà alla realizzazione di un servizio express su un corridoio del trasporto pubblico dalla Stazione Metro Battistini fino a Casalotti che con costi e tempi di realizzazione sensibilmente minori rispetto alla funivia ma prestazioni analoghe, potrà garantire un efficiente alternativa a quest’ultima”.

La realizzazione dei corridoi a Roma, vedasi il corridoio laurentino, ha richiesto tempi biblici, dimostrandosi non più rapida della realizzazione di intere tratte di metropolitana. Parlare di un corridoio come passaggio intermedio tra le esigenze dell’oggi e la futura metropolitana, però, non è meno sbagliato di parlare di una funivia “smontabile” come analogo passaggio intermedio.

Comunque sia, il programma di Gualtieri riprende quasi tutto il PUMS, specificandone molto chiaramente i tempi di attuazione, con un livello di approfondimento di assoluto pregio, che lo fa spiccare rispetto agli altri candidati.

Il programma, inoltre, pesca a piene mani dal PGTU di Marino, che essenzialmente include tutte le misure di mitigazione del traffico privato, quali tariffazione della sosta, ZTL, congestion charge e pollution charge, riconfermate pressoché identiche nel PUMS.

Purtroppo però, nonostante un ottimo programma, non ci è possibile assegnare a Gualtieri un punteggio pieno per due motivi.

Il primo lo abbiamo già detto. Sono troppi i tavoli, le commissioni, gli accordi, i confronti, le collaborazioni, i dialoghi, i dibattiti, richiamati nel programma di centrosinistra. Non siamo più nella fase della programmazione. Ora è il momento di fare, non di concertare ancora, ancora e ancora.

Serve un Sindaco che possa agire dal primo giorno, che possa immediatamente mettere in campo tutte le azioni che servono ad attuare il PUMS, anche quando assolutamente divisive. Una coalizione così larga come quella che sostiene Gualtieri, nella pratica, rischia di essere un peso troppo grande per un’amministrazione che invece deve correre come non mai.

D’altro canto, Gualtieri è l’unico che potrà contare su un sostegno globale, alla Capitale, su più livelli amministrativi e di governo, grazie ad una complessa struttura partitica che lo segue e grazie ad un profilo che è il più istituzionale, tra i quattro candidati principali.

In ultimo, e questa forse è la ragione più importante, non possiamo dare un voto pieno a Gualtieri perché non possiamo dimenticare il poco lavoro per Roma, da lui, quando era Ministro dell’Economia. Nonostante le evidenti responsabilità della Giunta Raggi, le risorse assegnate a Roma sono state comunque troppo poche sotto il mandato di Gualtieri, che su questo ha inevitabilmente pesanti responsabilità.

Tra gli altri, gli appena 2 milioni destinati a Roma con la finanziaria 2021 per il Giubileo 2025, contro l’oltre 1 miliardo assegnato per olimpiadi di Milano-Cortina tra il 2019 ed il 2020, pesano come un macigno.

Voto: 8


CALENDA

Il programma di Calenda è sviluppato quasi interamente per punti elenco. Ciononostate, è denso di contenuti e va dritto alle soluzioni su tanti temi, anche se si limita essenzialmente all’orizzonte dei prossimi 5 anni.

Che dietro il programma ci sia stato un grande lavoro è comunque evidente, ma ne avremmo preferito la pubblicazione di una forma più discorsiva, che rendesse più chiare le sintesi presenti nelle 41 diapositive che costituiscono il focus sulla mobilità.

L’approfondimento maggiore è dato alla riforma della Governance della Mobilità, per la quale Calenda propone un complessivo riordino delle società partecipate, delle agenzie e degli uffici pubblici legati al settore della mobilità. Effettivamente, come riportato nel programma, “oggi ci sono troppi soggetti che partecipano alla gestione della mobilità di Roma, senza responsabilità ben definite e senza un mandato chiaro”. Il modo migliore per non fare assolutamente nulla.

Calenda, quindi, propone di creare una “Agenzia della Mobilità e del Territorio”, che raccolga Roma Metropolitane, Roma Servizi per la Mobilità, Risorse per Roma e parte di ATAC, creando una super-partecipata della Mobilità, “che si occupi di pianificazione, progettazione, tariffazione, manutenzione e controllo del servizio.”

Il gestore del servizio rimarrebbe invece ATAC, con alcuni lotti esternalizzati al privato, come già avviene. Nei confronti pubblici, in verità, Calenda sta anche proponendo una diversa soluzione per ATAC, che prevede la creazione di una nuova azienda con Cotral e Ferrovie dello Stato. Di tale proposta però non si trova traccia nel programma.

La nuova agenzia della mobilità si occuperebbe dell’intero bacino di servizio della Città Metropolitana di Roma, in coerenza con un riordino generale che sta avvenendo in tutta Italia e che sta portando la mobilità sempre più nell’alveo delle competenze delle ex province.

Sul fronte infrastrutture anche qui viene raccolta a piene mani la programmazione del PUMS, indicando costi e stato di attuazione degli interventi, concentrandosi più che altro sugli interventi già finanziati (TVA, Termini-Tor Vergata, Funivia Magliana….), sulle future metropolitane (Metro C, prolungamenti, Metro D…) e sulla trasformazione in metropolitana di Roma Lido e Roma Nord.

Meno chiare sono le proposte sul potenziamento delle ZTL e sosta tariffata, cui il candidato pare a favore, ma che essendo esposte per elenchi puntati possono risultare piuttosto criptiche.

Va detto anche che in generale, la forma con cui è stato redatto il programma rende più difficile individuare, rispetto agli altri candidati, i punti di debolezza delle proposte del candidato di Azione. Ma spesso ne nasconde anche alcuni punti di forza. Sulla Roma-Lido, ad esempio, Calenda ha espresso critiche durissime alla Regione Lazio, prospettando il trasferimento delle competenze sull’esercizio della linea alla nuova agenzia di bacino. Ma nel programma queste critiche risultano alquanto edulcorate e gli interventi sulla linea sono sì richiamati, ma marginalmente.

In ogni caso, dal programma di Calenda si evince chiaramente che l’intera candidatura e l’intero insieme delle proposte sono ragionati in funzione dell’attuazione, del fare, del realizzare da subito, senza perdere tempo. Quel “far accadere le cose” di cui Roma avrebbe davvero bisogno e che ci si aspetta da un sindaco davvero capace. Il fatto che Calenda sia l’unico vero outsider di questa sfida, gli garantisce quel piccolo vantaggio in più.

Voto: 8,5