ELEZIONI 2021: IL PAGELLONE DI MXR PER I CANDIDATI SINDACO
Tra meno di 48 ore si apriranno le urne per le elezioni amministrative di Roma. Il voto che ci aspetta sarà davvero importante, perché tantissime saranno le scadenze, le sfide e le opportunità del prossimo decennio.
Prima di tutto ci sono le opere pubbliche. Tra recovery fund e fondi nazionali, Roma è destinataria di un’imponente mole di risorse, soprattutto per il potenziamento delle metropolitane e per la realizzazione di tranvie e funivie. Così tante risorse a disposizione non si vedevano a Roma dai tempi della legge 396 del ’90, sebbene siano ancora poche rispetto a quelle destinate a Milano e Napoli.
Ora è venuto il momento di spendere queste risorse, una sfida ben più difficile del mero ottenimento dei finanziamenti.
Poi ci sono i grandi eventi. Il giubileo del 2025, l’expo 2030 (speriamo) ed il grande giubileo straordinario del 2033, scandiranno i prossimi anni della città. Tre eventi globali davvero importanti e molto ravvicinati. Quattro, se Roma deciderà di candidarsi anche alle Olimpiadi 2036. Si tratta peraltro di eventi la cui organizzazione è molto diversa dal passato, perché l’assegnazione alla città organizzatrice avviene con sempre più anticipo.
Poi ci sono i grandi temi della gestione ancora irrisolti: dalle manutenzioni di metro e tram, dalla crisi di Roma Metropolitane al concordato ATAC, dalla Linea C, alla Linea D, alla Linea B a Casal Monastero, sono ancora tanti i temi “ordinari” che stentano a trovare un vero punto di svolta.
Differentemente da 5 anni fa, però, c’è una grande novità. Al netto di piccole variazioni sul tema, tutti i candidati più rilevanti sono per realizzare nuove infrastrutture di trasporto di massa. L’opposizione alle metro è pressoché inesistente.
Questa potremmo già considerarla una vittoria, indipendentemente dai risultati elettorali che verranno.
Il fatto che oggi non si debba più parlare del “cosa” realizzare, ma del “come” realizzarlo, è un enorme passo in avanti.
Proprio chiedendoci chi sarà in grado di realizzare le opere che servono a Roma abbiamo costruito il nostro ormai tradizionale pagellone elettorale. Una piccola guida alle elezioni per i nostri appassionati lettori, magari ancora indecisi, che cerca di valutare quanto più oggettivamente i vari programmi elettorali.
Perciò veniamo al dunque. In ordine di apparizione sulla scheda, chi realizzerà il PUMS?
MICHETTI
Qualche giorno fa è stato finalmente reso noto il programma del candidato del Centrodestra, Enrico Michetti. Il programma è largamente favorevole alle metropolitane, alle tranvie ed ai filobus, includendo praticamente ogni opera prevista dal PUMS. Lascia piuttosto perplessi, tuttavia, l’aprioristico attacco alle funivie, in qualunque forma esse siano. Più volte abbiamo spiegato che esistono progetti pensati male, come quello della funivia Casalotti-Battistini, ma non per questo le funivie sono in ogni caso da osteggiare. Basti pensare alla funivia Villa Bonelli-Eur Magliana.
Il giudizio di Michetti è invece perentorio: “resta d’obbligo l’ironia sulla realizzazione della funivia con infrastrutture di sostegno invasive e impattanti di cui già immaginiamo la scarsa manutenzione e il sicuro conseguente degrado, del tutto incongruente con l’abbattimento della sopraelevata o tangenziale est, che ha ammorbato l’aria e la vista a innocenti famiglie residenti lungo il suo percorso per decenni, fino a sbarcare nella storica filmistica di Fantozzi”.
Peccato si parli di “una funivia”, generalizzando, sebbene nel PUMS le funivie siano tre: Casalotti-Battistini, Villa Bonelli-EUR Magliana e Clodio-Monte Mario.
Sorprende anche che un candidato ci parli di futura certa e inevitabile scarsa manutenzione, visto che si candida a gestirla, questa manutenzione.
Piuttosto debole è anche la parte sulle misure complementari al potenziamento del trasporto pubblico. La posizione di Michetti è ambigua e lascia trasparire un certo scetticismo verso misure fondamentali, come le ZTL, senza azzardarsi neanche a citare misure ancor più necessarie come la Congestion Charge e la Pollution Charge.
Per quanto riguarda l’attuazione del PUMS, il programma si concentra essenzialmente sull’obbiettivo di evitare il fallimento di Roma Metropolitane. Non vengono esplicitate però le modalità di risanamento della stessa o eventuali prospettive di modifica dell’attuale struttura di Roma Metropolitane, che anche pienamente efficiente non sarebbe in grado di realizzare l’intero PUMS.
Molto bene, invece, la chiara volontà di trasferire in capo a Roma Capitale le competenze in materia di gestione della Roma Lido, oggi in capo alla Regione Lazio.
Non può mancare, ovviamente, il grande jolly dei programmi sulla mobilità, il sempre presente Anello Ferroviario, ma questa volta con un’interessante variante. Oltre all’Anello, Michetti vuole realizzare “la cosiddetta metropolitana circolare”, ovvero un secondo anello, che “consentirebbe un collegamento concentrico tale da far assumere alla planimetria della rete metropolitana le sembianze di un vero sistema di mobilità integrata”.
Il grande ritardo con cui è stato pubblicato il programma, nonché la sommarietà con cui è stato redatto ed in particolare alcuni scivoloni eccessivi, lasciano trasparire la mancanza di una struttura adeguata a supporto della candidatura del centrodestra.
Questo ci lascia estremamente dubbiosi sulla reale possibilità che Michetti possa attuare il programma che propone, impedendoci di assegnare a Michetti la sufficienza. Ciononostante il programma è in larga parte condivisibile, motivo per cui il candidato del centrodestra non merita una stroncatura.
Presentare almeno in parte la futura Giunta, prima delle elezioni, avrebbe potuto aiutare.
Voto: 5
RAGGI
La Sindaca uscente insiste ripetutamente sulla continuità. Lei ha adottato il PUMS, lei ha ottenuto i finanziamenti, lei ha posto le basi di un possibile rilancio di Roma. Di questo le diamo atto.
Il programma di Raggi è ambizioso: 67 km di tranvie, 38 km di metropolitane, che diventano 78 km includendo la trasformazione in metro delle concesse. Insomma, com’è ovvio che sia, il programma Raggi si propone di realizzare l’intero PUMS. Non spiega, però, il come. E questo è un tema dirimente, in quanto il grande fallimento della Giunta Raggi è proprio nel come.
Con ATAC in concordato e Roma Metropolitane in liquidazione da 2 anni, con Roma Servizi per la Mobilità sostanzialmente invariata, non si capisce come si pensi di realizzare le centinaia di km di infrastrutture proposte.
Il potenziamento della macchina amministrativa interna a Roma Capitale, pure auspicato dal programma, ovvero la possibile internalizzazione di molti dei processi oggi svolti dalle società partecipate, è una soluzione certamente valida, ma che richiede tempi molto lunghi. Più che altro richiede personale, mentre le assunzioni in corso presso Roma Capitale a stento riusciranno a tenere testa ai pensionamenti.
Puntuale, invece, è la sezione dedicata alla sosta tariffata. Come riportato nel programma, “il nuovo piano per la gestione della sosta tariffata prevedrà l’eliminazione di tutti gli stalli bianchi nel Centro Storico, la revisione della tariffa ordinaria differenziata per zona della città con esenzione per residenti e autorizzati, introduzione della tariffa agevolata in prossimità di ospedali e strutture sanitarie che non dispongono di aree di sosta interne, introdurre la tariffazione “pura” lungo alcuni assi ad alta densità commerciale, tariffa agevolata sosta breve: 0,2 Euro per 15 minuti e agevolazione giornaliera e abbonamento mensile solo in aree esterne all’Anello Ferroviario”.
Insomma, il programma di Virginia Raggi è buono e a abbraccia con coraggio anche temi molto divisivi.
Tuttavia, non si riesce dare un voto particolarmente alto alla Sindaca uscente, sulla quale pesa un mandato pregresso altalenante, fatto di grandi successi, come la gara per la progettazione di 7 tranvie in 5 lotti ed il finanziamento delle tranvie Togliatti, Tiburtina e Termini-Tor Vergata, ma altrettanto grandi fallimenti, come il problema della revisione generale dei treni, il problema della manutenzione dell’armamento tranviario ed il dramma di una pessima gestione delle partecipate.
Differentemente dagli altri candidati, Raggi deve rispondere anche di quanto fatto da Sindaco negli ultimi 5 anni. Con un servizio di trasporto pubblico ai minimi storici, tra scale mobili rotte, bus in fiamme e stazioni della metropolitana chiuse per mesi, quando non per anni, non basta un buon programma per avere un giudizio positivo sulla sindaca uscente.
Roma ha sicuramente bisogno di continuità nelle opere, nei progetti e nei finanziamenti. Anche perché non si può pensare di fare alcuna infrastruttura se ogni 5 anni si fa e si disfa quanto messo in campo dalle precedenti amministrazioni. Ma senza una chiara e netta discontinuità sulla gestione del servizio di TPL difficilmente la mobilità a Roma potrà migliorare davvero.
Ammettere di aver scelto persone sbagliate lungo questo difficile percorso, durato poco più di 5 anni, non basta. Bisognava essere più chiari su come garantire questa discontinuità.
Voto: 6
GUALTIERI
Questo paragrafo, relativo al programma di Gualtieri sulla mobilità, sarà ben più lungo degli altri, in quanto il programma di Gualtieri è senza dubbio il più completo. Presenta però un problema di fondo.
Pur toccando praticamente ogni argomento inerente i trasporti, il programma del centrosinistra finisce troppo spesso per interrompersi proprio quando dovrebbe arrivare ad indicare delle soluzioni concrete. In particolare, a ben vedere, si interrompe quando queste ultime possono risultare in qualche modo divisive.
Ad esempio, il programma di Gualtieri individua perfettamente la necessità di una riforma della Governance della mobilità, anche in funzione accelerare i tempi di attuazione delle opere pubbliche. In particolare, Gualtieri si propone di realizzare “una governance del sistema della mobilità al passo con le esigenze della Capitale d’Italia, che deve essere funzionale a determinare i limiti e le competenze delle diverse strutture di pianificazione, programmazione, realizzazione delle infrastrutture, gestione e controllo dei servizi. Tre le linee di azione: valorizzare e potenziare le competenze della macchina amministrativa comunale; razionalizzare il sistema e le competenze delle aziende e delle agenzie integrandole e coordinandole progressivamente nelle funzioni; eliminare le sovrapposizioni tra livello locale e regionale.”
Da un programma non si pretende un approfondimento di chissà quale livello, ma qui sul come si intendano raggiungere i predetti obiettivi non viene espressa (volutamente?) alcuna parola. Cosa vuol dire “eliminare le sovrapposizioni tra livello locale e regionale”? Le competenze lasciamo a Roma o le cediamo alla Regione Lazio? O viceversa? Che cosa significa “razionalizzare il sistema e le competenze delle aziende e delle agenzie”? Si vuole fondere Roma Metropolitane con Roma Servizi per la Mobilità come vorrebbe la Giunta Raggi? Si vuole fondere ASTRAL e Roma Servizi per la Mobilità? Si vuole lasciare tutto così com’è specializzando, però, le varie strutture? Non ci è dato sapere.
Questo stesso problema, purtroppo, prosegue anche nei paragrafi successivi, relativi alle opere che Gualtieri intende realizzare. Si parla di “cooperare con la Regione per migliorare il servizio sulla Roma-Lido e Roma-Viterbo”. Ma in che senso? Indipendentemente che le linee rimangano alla Regione o meno, il PUMS prevede la trasformazione di Lido e Nord nelle Linee E ed F della metropolitana di Roma. Gualtieri vuole o non vuole attuare le previsioni del PUMS?
Al programma è allegato anche un lungo e approfondito focus sui trasporti, molto ben fatto, ma anche in questo caso le risposte sulla Roma-Lido sono poche e frammentate. Il focus infatti recita: “soprattutto per ciò che riguarda la Roma-Lido, linea interamente nel territorio di Roma Capitale, l’amministrazione si impegnerà con la Regione per un Accordo specifico di collaborazione ed un Tavolo tecnico permanente di coordinamento per assicurare ai cittadini lo sviluppo ed il potenziamento di questa importante infrastruttura in tempi rapidi e certi.”
Un accordo di collaborazione però già esiste, approvato con Delibera di Giunta Capitolina n. 27 del 16 febbraio 2021, e già prevede un tavolo tecnico permanente. Ci piacerebbe sapere cosa Gualtieri vorrebbe dire a questo tavolo tecnico e verso che direzione vorrebbe portare lo sviluppo ed il potenziamento della Lido. Del tavolo in sé e per sé ce ne facciamo poco, o nulla.
Un po’ di “cerchiobottismo” è inoltre presente anche sulla funivia Casalotti-Battistini. “La nuova amministrazione avvierà da subito la progettazione del prolungamento della metro A dando certezza di tempi e finanziamenti” viene detto, ma nell’immediato “per dare una risposta alle esigenze di mobilità del quadrante si punterà alla realizzazione di un servizio express su un corridoio del trasporto pubblico dalla Stazione Metro Battistini fino a Casalotti che con costi e tempi di realizzazione sensibilmente minori rispetto alla funivia ma prestazioni analoghe, potrà garantire un efficiente alternativa a quest’ultima”.
La realizzazione dei corridoi a Roma, vedasi il corridoio laurentino, ha richiesto tempi biblici, dimostrandosi non più rapida della realizzazione di intere tratte di metropolitana. Parlare di un corridoio come passaggio intermedio tra le esigenze dell’oggi e la futura metropolitana, però, non è meno sbagliato di parlare di una funivia “smontabile” come analogo passaggio intermedio.
Comunque sia, il programma di Gualtieri riprende quasi tutto il PUMS, specificandone molto chiaramente i tempi di attuazione, con un livello di approfondimento di assoluto pregio, che lo fa spiccare rispetto agli altri candidati.
Il programma, inoltre, pesca a piene mani dal PGTU di Marino, che essenzialmente include tutte le misure di mitigazione del traffico privato, quali tariffazione della sosta, ZTL, congestion charge e pollution charge, riconfermate pressoché identiche nel PUMS.
Purtroppo però, nonostante un ottimo programma, non ci è possibile assegnare a Gualtieri un punteggio pieno per due motivi.
Il primo lo abbiamo già detto. Sono troppi i tavoli, le commissioni, gli accordi, i confronti, le collaborazioni, i dialoghi, i dibattiti, richiamati nel programma di centrosinistra. Non siamo più nella fase della programmazione. Ora è il momento di fare, non di concertare ancora, ancora e ancora.
Serve un Sindaco che possa agire dal primo giorno, che possa immediatamente mettere in campo tutte le azioni che servono ad attuare il PUMS, anche quando assolutamente divisive. Una coalizione così larga come quella che sostiene Gualtieri, nella pratica, rischia di essere un peso troppo grande per un’amministrazione che invece deve correre come non mai.
D’altro canto, Gualtieri è l’unico che potrà contare su un sostegno globale, alla Capitale, su più livelli amministrativi e di governo, grazie ad una complessa struttura partitica che lo segue e grazie ad un profilo che è il più istituzionale, tra i quattro candidati principali.
In ultimo, e questa forse è la ragione più importante, non possiamo dare un voto pieno a Gualtieri perché non possiamo dimenticare il poco lavoro per Roma, da lui, quando era Ministro dell’Economia. Nonostante le evidenti responsabilità della Giunta Raggi, le risorse assegnate a Roma sono state comunque troppo poche sotto il mandato di Gualtieri, che su questo ha inevitabilmente pesanti responsabilità.
Tra gli altri, gli appena 2 milioni destinati a Roma con la finanziaria 2021 per il Giubileo 2025, contro l’oltre 1 miliardo assegnato per olimpiadi di Milano-Cortina tra il 2019 ed il 2020, pesano come un macigno.
Voto: 8
CALENDA
Il programma di Calenda è sviluppato quasi interamente per punti elenco. Ciononostate, è denso di contenuti e va dritto alle soluzioni su tanti temi, anche se si limita essenzialmente all’orizzonte dei prossimi 5 anni.
Che dietro il programma ci sia stato un grande lavoro è comunque evidente, ma ne avremmo preferito la pubblicazione di una forma più discorsiva, che rendesse più chiare le sintesi presenti nelle 41 diapositive che costituiscono il focus sulla mobilità.
L’approfondimento maggiore è dato alla riforma della Governance della Mobilità, per la quale Calenda propone un complessivo riordino delle società partecipate, delle agenzie e degli uffici pubblici legati al settore della mobilità. Effettivamente, come riportato nel programma, “oggi ci sono troppi soggetti che partecipano alla gestione della mobilità di Roma, senza responsabilità ben definite e senza un mandato chiaro”. Il modo migliore per non fare assolutamente nulla.
Calenda, quindi, propone di creare una “Agenzia della Mobilità e del Territorio”, che raccolga Roma Metropolitane, Roma Servizi per la Mobilità, Risorse per Roma e parte di ATAC, creando una super-partecipata della Mobilità, “che si occupi di pianificazione, progettazione, tariffazione, manutenzione e controllo del servizio.”
Il gestore del servizio rimarrebbe invece ATAC, con alcuni lotti esternalizzati al privato, come già avviene. Nei confronti pubblici, in verità, Calenda sta anche proponendo una diversa soluzione per ATAC, che prevede la creazione di una nuova azienda con Cotral e Ferrovie dello Stato. Di tale proposta però non si trova traccia nel programma.
La nuova agenzia della mobilità si occuperebbe dell’intero bacino di servizio della Città Metropolitana di Roma, in coerenza con un riordino generale che sta avvenendo in tutta Italia e che sta portando la mobilità sempre più nell’alveo delle competenze delle ex province.
Sul fronte infrastrutture anche qui viene raccolta a piene mani la programmazione del PUMS, indicando costi e stato di attuazione degli interventi, concentrandosi più che altro sugli interventi già finanziati (TVA, Termini-Tor Vergata, Funivia Magliana….), sulle future metropolitane (Metro C, prolungamenti, Metro D…) e sulla trasformazione in metropolitana di Roma Lido e Roma Nord.
Meno chiare sono le proposte sul potenziamento delle ZTL e sosta tariffata, cui il candidato pare a favore, ma che essendo esposte per elenchi puntati possono risultare piuttosto criptiche.
Va detto anche che in generale, la forma con cui è stato redatto il programma rende più difficile individuare, rispetto agli altri candidati, i punti di debolezza delle proposte del candidato di Azione. Ma spesso ne nasconde anche alcuni punti di forza. Sulla Roma-Lido, ad esempio, Calenda ha espresso critiche durissime alla Regione Lazio, prospettando il trasferimento delle competenze sull’esercizio della linea alla nuova agenzia di bacino. Ma nel programma queste critiche risultano alquanto edulcorate e gli interventi sulla linea sono sì richiamati, ma marginalmente.
In ogni caso, dal programma di Calenda si evince chiaramente che l’intera candidatura e l’intero insieme delle proposte sono ragionati in funzione dell’attuazione, del fare, del realizzare da subito, senza perdere tempo. Quel “far accadere le cose” di cui Roma avrebbe davvero bisogno e che ci si aspetta da un sindaco davvero capace. Il fatto che Calenda sia l’unico vero outsider di questa sfida, gli garantisce quel piccolo vantaggio in più.
Voto: 8,5
Sono 19 mesi, da quando è iniziata la pandemia, che ATAC ha CHIUSO tutti i collegamenti intermodali (Piramide – RL – Ostiense FS, parcheggio EUR Magliana – metro B in ingresso) nonché la META’ di tutte le uscite metro i Roma.
Questa politica, di dubbia utilità anche nel periodo più critico della pandemia, non ha più nessuna ragion d’essere e serve solo ad aumentare l’esaurimento nervoso di chi come il sottoscritto dopo aver iniziato la giornata nel peggiore dei modi con la RL che funziona come funziona, deve pure fare le maratone sali – corri – scendi per cambiare treno da Lido a Ostiense FS (magari pure con la pioggia.
Dal prossimo sindaco mi aspetto che venga ripristinato l’accesso TOTALE e IMMEDIATOdi tuti i collegamenti e le uscite metro. Basta con questa farsa: viaggiamo come sardine PEGGIO di prima della pandemia (provateci voi a stare distanziati quando parte un treno ogni trentacinque minuti da Ostia per Roma).
E anche il modo tutto romano di interpretare l’80 per cento della capienza sui bus, sottraendo ai viaggiatori tutta l’area anteriore adiacente la cabina di guida (e con essa anche l’uso della porta anteriore) così che possano ammassarsi meglio in quel che resta dello spazio, deve finire DA SUBITO.
Non ho sentito UNA PAROLA manco su questo da NESSUNO dei candidati, a onor del vero manco da Calenda
Scusate se intigno, ma posso chiedere un articolo sulla Roma lido? Questa infrastruttura è al DISASTRO, e di questo passo rischia la chiusura totale a tempo indeterminato. Tutto passa sotto silenzio, mentre Zingaretti ci offre l’ennesima pagliacciata dove promette che nel duemilaventiquattro diventerà una roba spaziale da fare invidia ai treni supersonici Giapponesi.
Questo è oramai il quotidiano per noi: https://www.odisseaquotidiana.com/2021/10/roma-lido-il-bollettino-dei-dannati.html
Su quel treno c’ero anch’io. E per la cronaca è partito alle 7,21. Dalle 6,45 alle 7,21 sono TRENTASEI minuti senza un treno, quando ne passavano DIECI già si riempivano. Tre stazioni di Ostia chiuse sine die, con nessun vantaggio sulle frequenze a dispetto di quanto annunciato. 4 treni circolanti, se va bene. E non c’è speranza che la situazione migliori almeno fino a luglio quando secondo le promesse di Zingaretti si dovrebbe passare a frequenze di 15 minuti. Altro che 6 minuti! Altro che trasformazione in linea E!
Possibile che tutto questo SCANDALO passi sotto silenzio? Se del X Municipio non interessa nessuno allora tanto vale diventare Comune indipendente!
Voglio sapere CHI HA COLPA di questo SFACELO, e che cosa si può, si DEVE fare da SUBITO per mettere una pezza a questa situazione INSOSTENIIBILE. NON POSSIAMO ANDARE AVANTI così FINO A LUGLIO!
Tutti i giorni è una guerra! Si faccia qualcosa, si prendano treni dalla linea B, non lo so, ma così non si può andare avanti
La Lido è passata sotto l’algida di Cotral recentemente, lo sai benissimo, ed alcuni lavori sono già iniziati. Non è vero che tutto passa in sordina, le cose si sanno, si sapevano prima e si sapranno anche dopo la cura ricostituente che finalmente è partita.
Allora visto che abito a Ostia e lavoro a Roma permetterai che qualcosina di più di te ne sappia…. non fosse altro che per il fatto che devo subire il supplizio quotidiano di questa infrastruttura letteralmente al DISASTRO.
“La Lido è passata sotto l’algida di Cotral recentemente”.
Sbagliato! COTRAL subentrerà, dicono, da gennaio. Doveva subentrare da luglio ma, dicono sempre in Regione, ATAC ha ritardato nel passaggio di consegna di non so bene quale documentazione. Ergo: siamo ancora vittime di ATAC a tutti gli effetti.
“alcuni lavori sono già iniziati”: QUALI???? Ti riferisci forse alla manutenzione dei trni FERMATI PERCHE’ ARRIVATI FINE CORSA perché ATAC si era “dimenticata” che erano arrivati a fine corsa e non ha programmato per tempo le revisioni.
Per il resto non è iniziato un bel niente. E’ stata indetta la gara per l’acquisto di nuovi treni che NON ARRIVERANNO PRIMA DEL 2024.
E’ stato appaltato il rifacimento dell’armamento a RFI, lavori che inizieranno a gennaio e che comporteranno, sembra, la chiusura anticipata alle 21 del servizio.
Ma quel che mi interessa e sapere perché OGGI si è arrivati a ridurre il servizio con SOLI QUATTRO TRENI IN CORSA, a dover chiudere TRE STAZIONI DI OSTIA NON SI SA FINO A QUANDO, e NON perché ci siano dei lavori in corso, sappilo, ma perché hanno pensato di mettere così una PEZZA a frequenze che SUPERANO i VENTI MINUTI in ore di punta e ciononostante non è bastato, visto che stamattina, e non solo, nell’ora più di punta abbiamo dovuto attendere TRENTACINQUE MINUTI un treno dalle 6,45 alle 7,21!
Io voglio sapere CHI HA LA COLPA di tutto questo, DOVE SONO FINITI i 180milioni che il Governo ha dato alla Regione 5 anni fa, e cosa si può fare DA ORA, non da luglio, per portare le frequenze almeno a QUINDICI MINUTI in ore di punta, perché così non si può andare! E non sento parlare NESSUNO di questa situazione
Potrei andare ancora avanti citando le stazioni di Acilia SUD e Tor di Valle, lavori fermi dal 2017 QUATTRO ANNI di cantieri abbandonati perché, pare, se siano “magnati tutto”: anche qui la colpa di chi è? Regione e ATAc si rimpallano le responsabilità vergognosamente ma la realtà è che la ditta che stava facendo i lavori non è stata pagata
Ora che ha vinto Gualtieri non resta che incalzarlo e chiedergli conto del programma. Io l’ho letto, però sui prolungamenti metro esistenti secondo me è stato troppo generico.
Il programma di Gualtieri Manca di concretezza, però ci sono passaggi positivi (prolungare la linea A a sud). Sui tram dice poco, si limita a pochi interventi. Non rivede alcuni interventi del Pums (es. tangenziale Saxa Ponte Mammolo) che potrebbero diventare tram, e manca lo sviluppo a sud della B, che Calenda ha invece individuato con la B2 molto positiva. Invece, nel quadrante sud, il programma di Gualtieri continua a dare troppa rilevanza ai corridoi di mobilità che non portano e non porteranno a nulla (si veda vicenda filobus Laurentina). Anche sulla Colombo parla di corridoio bus anziché di una linea su ferro (come proposto da Moveteroma ad esempio).
Gravissimo nel programma di Gualtieri che non ci sia nemmeno una parola sulle stazioni ferroviarie aggiuntive, Pigneto a parte. Neanche Zama, neanche Selinunte e Porta Furba che già sono nel Pums. Si vuole arretrare o rimanere immobili su questo per altri 5 anni perché a Fs non va bene? Lo si dica subito.
Con tutti i limiti, comunque , in chiave ballottaggio Gualtieri come programma e credibilità è molto meglio di Michetti.
Piero per cortesia cosa contiene il programma di Gualtieri per il prolungamento della metro A a sud? Non mi pare di aver visto qualcosa del genere. Sarebbe una assoluta novità attesa da decenni dagli abitanti dei quartieri tra Anagnina e Ciampino
Ha già vinto Gualtieri? Mi devo essere perso qualcosa… 🙂
Scherzi a parte la partita non è affatto conclusa.
Ora bisogna adoperarsi per evitare il peggiore dei mali per Roma, anche a costo di doversi “turare il naso”, con rispetto parlando nei confronti della persona Gualtieri contro la quale non ho motivo di esprimere giudizi negativi, ma ne ho nei confronti dell’apparato che lo sostiene.
Quello di cui Roma non ha proprio bisogno è un vecchio democristiano riciclato dalle destre, da queste destre, che senza avere uno straccio di programma, in perfetto stile democristiano amica tutti, dalle rappresentanze sindacali delle partecipate ai tifosi sia di Roma che di Lazio, per arraffare voti a destra e a manca. Uno così sarà indubbiamente ostaggio delle corporazioni ben rappresentate in consiglio comunale,che hanno ingessato Roma creando quell’immobilismo decennale che l’ha portata nell’abisso in cui si trova.
Non che Gualtieri abbia le mani più libere…..
Ma almeno da lui posso sperare in una maggiore autorevolezza decisionale.
Non è il mio candidato di prima scelta, ma dissento da chi afferma che i due pari sono.
Certo non mi è piaciuta per niente la forza con cui è stato catapultato in questa avventura dal suo partito, e il fatto che si sia prestato a fare da capro espiatorio non gli fa guadagnare certo punti, che ha guadagnato invece Calenda per aver dimostrato coerenza, concretezza, dignità, rispetto nei confronti degli elettori.
Era l’unico che si era preparato da più di un anno, e mi sarebbe piaciuto vederlo alla prova in quella che è forse la più difficile delle sfide, fare il sindaco del comune più difficile da amministrare in Italia e fra i più difficili in Europa.
Peccato
…… dettato, non riletto e postato.
AMMICCA non amica
FARSA non forza
Come è possibile che tutti i candidati, metroxroma e altri non parlano del rispetto delle regole iniziando – nei primi 100 giorni e con la mobilitazione dei 15 Gruppi della PLC – dalle 6.446 Fermate Bus pubblici liberandole dall’abusiva e “ignorata” (gratuita) occupazione con auto private a rotazione? Rompere questa acciaiosa congiura del SILENZIO sarebbe un ottimo segnale della svolta: dai prossimi 5 anni di pubblicità ai prossimi 5 anni di fare le cose necessarie.
I voti andrebbero emessi alla fine e temo che saranno ultra negativi.
Altro che progetti, qui non si riesce a mantenere l’esistente.
Il miserrimo nuovo poi è oscenamente lento.
In altri Stati in 5 anni costruiscono più linee, da noi manco una stazione metro.
Dopo anni per l’attivazione della doppia intersezione a Scanno, mesi per la messa in esercizio, col RIDICOLO che in una linea automatica occorrono 3 vigilanti per far svuotare il convoglio a S.Giovanni!!!
Mi fermo qui.
Mi rendo conto che il mio commento, ad elezioni oramai avvenute e con lo spoglio in corso, sia abbastanza fuori tempo e fuori luogo.
Ciò premesso, a mio avviso il voto più elevato andrebbe al programma di Calenda (diciamo un bel 8) caratterizzato da molto pragmatismo e meno chiacchiere.
Segue il programma di Gualtieri (gli darei 6,5) il quale, come giustamente rimarcato dalla Redazione, risulta penalizzato dalla poca chiarezza nel dirimere i vari conflitti di competenze fra gli innumerevoli enti preposti, in primis quello tra Roma Capitale e Regione Lazio: in questo “grigiore” appare evidente l’influsso dei nefasti equilibri esistenti in seno al PD, a cui ora si aggiungono anche i nuovi ulteriori equilibri che il PD sta cercando di trovare con Conte e con quello che resta del M5S. D’altra parte, un politico navigato ed (abbastanza) capace e competente come Gualtieri può essere l’uomo giusto per districarsi nella palude romana e concretizzare qualcosa di positivo.
Riguardo a Michetti mi sembra che ci sia molta velleità e poca pianificazione, di positivo c’è che almeno egli dichiara di non voler “ribaltare” il PUMS e perciò di non voler disfare quanto di buono sia stato fatto in precedenza (che viceversa è la tipica tentazione di tutti quelli che raggiungono il potere dopo essere stati all’opposizione). Gli darei 5,5.
Infine la Raggi; per lei il mio voto è 0 (zero), a prescindere da quelle che siano le nuove enunciazioni del suo programma. Quanto di pessimo ha fatto questa sindaca nella consiliatura uscente, una vera e propria sciagura che a fatto terribilmente regredire questa grande Città, rende di fatto irricevibile qualsiasi programma da lei presentato. Senza contare l’ideologia della “decrescita felice” che permea il partito (o movimento) che la sostiene e che ha di fatto ibernato e “messo in castigo” la nostra Capitale.
Ma adesso siamo oramai alla vigilia del ballottaggio, visto e considerato che gli exit poll lo danno per (quasi) certo tra Michetti e Gualtieri, con buona pace degli altri candidati. Io propenderei per una vittoria di Gualtieri, sperando che riesca ad attuare davvero una buona parte del suo programma e magari anche a far suo quanto enunciato da Calenda…
Sulla Raggi bisogna avere obiettività: 4 Tram finanziati e 7 in progettazione. Prima zero per 25 anni.
Sulle metro malissimo (come prima sostanzialmente).
Non le si può dare zero perché ha riportato i tram in questa città, la lentezza è indecente ma li le responsabilità vanno anche alle strutture tecniche e alla lentezza dell’iter di finanziamento.
Aggiungo preferenziali e ciclabili realizzate.
Non dico che si arriva a 7, ma neanche 0. Ci vuole obiettività perché nella falsa retorica del nulla finisce che chi ha votato Raggi proprio non voterà e vincerà Michetti, e allora sarà veramente lo 0 (anzi il -1 perché dice di voler smantellare le piste ciclabili e anche per la Ztl ho paura).
Innanzitutto bentornati. Mi sembra siate stati abbastanza generosi un po’ con tutti i candidati. Io sarei stato più cattivo con i primi due, soprattutto con Michetti a cui avrei messo un 2 per inconsistenza della candidatura.
Al di là di questo però l’ordine nella classifica dei quattro candidati rispecchia le opinioni che mi sono fatto sugli stessi.
Spero in un vostro prossimo articolo sulla Roma-lido, che faccia un’analisi obiettiva sulle responsabilità del disastro apocalittico a cui hanno ridotto questa nostra infrastruttura, e sulle soluzioni adottabili DA SUBITO per mettere almeno una pezza a una situazione che è impossibile da tollerare, nell’attesa che vengano realizzati i progetti bellissimi annunciati da Zingaretti per chi ancora vivrà…..
Lo scrive un pendolare disperato
Anche a me i voti sembrano larghi per tutti, anche se forse Calenda per le proposte aggiuntive messe nel programma in modo documentato e qui non evidenziate (metro B2 da Magliana a Spinaceto, e non è poco, Tram su Saxa-Ponte Mammolo al posto delle chiacchiere di corridoi del Pums) meritava maggiore distanza dagli altri. A Gualtieri, per la vaghezza specie sulla Regione, più di 6 non si può davvero dare.
Per me l’ordine di grandezza comunque sarebbe dovuto essere 3 Michetti, 5.5 Raggi, 6 Gualtieri, 7.5 Calenda.
I risultati del I turno di Roma e Milano (30% Michetti a Roma, 60% Sala a Milano) comunque la dicono lunga sul perché Milano è città quasi-europea anche per i trasporti, mentre Roma rimane lo squasso che è: un terzo dei suoi cittadini votano gente con proposte misere e improvvisate, e sappiamo tutti che dietro quel programma scopiazzato e vago c’è la certezza di nessuna rivoluzione in tema di mobilità, anzi anche Ztl, strisce blu e piste ciclabili sono a serio rischio e potremo vedere tristi arretramenti.
Secondo me è fare il discorso se è nato prima l’uovo o la gallina.
Milano va meglio perché gli elettori votano candidati con programmi validi, oppure gli elettori milanesi confermano i sindaci che hanno amministrato la città perché la città va bene, ma nella realtà va bene a prescindere dalle amministrazioni che si susseguono, mentre a Roma ormai da anni (in sostanza dai tempi di Alemanno) si boccia l’operato di ogni nuovo sindaco non confermandogli il mandato, e buttandosi dall’altra parte, perché va sempre tutto male? Secondo me più la seconda.
E in tutto questo i programmi sui trasporti nelle scelte degli elettori incidono zero. Al di fuori di questa nostra e di altre comunità affini, la gran parte degli elettori manco lo guarda il programma sullo sviluppo dei trasporti, anzi direi che manco guarda il programma punto.
Alla fine sceglie il candidato sulla base dei partiti che lo sostengono.
Altrimenti non si spiegherebbe perché in testa sia arrivato uno come Michetti che per la stragrande maggioranza delle persone è un perfetto sconosciuto (me lo hai indicato un mio amico che lo conosce solo perché ascolta Radio Radio e lo ritiene solo un gran ciarlatano).
E non si spiegherebbe la ragione per cui invece non sia salito in testa uno come Calenda che è l’unico ad aver dimostrato concretezza al posto del politichese