Dal Recovery Fund solamente 3,6 miliardi per il trasporto rapido di massa

Il trasporto rapido di massa, come purtroppo ci si aspettava, è il grande assente del PNRR. Gli investimenti, pochi, riguardano spesso opere già finanziate come la funivia Casalotti e la tranvia Togliatti, oppure infrastrutture filoviarie al più assimilabili a dei Bus Rapid Transit.

Nulla poi è arrivato dal fondo complementare da 30,6 miliardi, annesso al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che pure avrebbe potuto finanziare molto, in quanto non vincolato alla scadenza del 2026. Si rimane comunque in attesa del Decreto Legge relativo a questo fondo accessorio, che ancora non è stato licenziato dal Governo.

Così come strutturato, almeno per il trasporto di massa, il PNRR rischia di essere più un danno che un’opportunità. Infatti, dal DEF2021 emerge chiaramente che per sostenere la mole di debito che si sta accumulando, ci si aspetta una progressiva crescita del PIL ed una riduzione della spesa corrente. Riduzione che, nel nostro caso, non ci sarà, in quanto gli investimenti nel trasporto pubblico locale che si stanno delineando sono investimenti che tendono ad aumentare i costi di esercizio, non il contrario.

Un esempio lampante è il grande investimento in rinnovo delle flotte bus, in particolare elettriche, che pur essendo auspicabile di fatto comporterà un aumento sostanziale dei costi di esercizio. Si pensi che a Roma il servizio operato con autobus elettrici costa per ogni chilometro percorso quasi una volta e mezzo il servizio operato con autobus tradizionali.

Per garantire una vera sostenibilità ed una vera resilienza nel lungo termine, ovvero un’efficienza economica “strutturale”, servono invece investimenti dal costo iniziale elevato, ma dal costo operativo ridotto. Tra questi, l’intervento principe sono le metropolitane. Sempre a Roma, infatti, trasportare per un chilometro 100 passeggeri, in metropolitana costa appena 2,20€, con i bus elettrici costa 7,31€. 

In prospettiva, quindi, l’attuazione del PNRR deve inevitabilmente accompagnarsi ad interventi sulle grandi infrastrutture, almeno per quanto riguarda le aree metropolitane più abitate. Venuta meno l’occasione del PNRR, appare chiara la necessità di individuare uno strumento ordinario che non può essere il fondo per il trasporto rapido di massa, che presenta dei limiti notevoli tanto economici quanto tecnici nella promozione di interventi miliardari. Non a caso, tutti gli interventi relativi alle metropolitane finanziati recentemente sono stati accordati in legge di bilancio, su specifico accordo politico, fatti salvi interventi minori o largamente cofinanziati.

Una nuova Legge per le Metropolitane

Per promuovere la realizzazione di nuove metropolitane occorre un aggiornamento integrale della Legge 29 dicembre 1969, n. 1042, formalmente ancora in vigore e che per prima ha dato impulso alla realizzazione di nuove metropolitane, assegnando le competenze sulla realizzazione, le modalità di erogazione di contributi e la definizione dei piani trasportistici.

Rilanciare la realizzazione di metropolitane, non solo a Roma ma in tutta Italia, è una necessità indifferibile. Questo rilancio non richiede miracoli particolari, ma due elementi semplicissimi: un meccanismo chiaro e aperto di assegnazione delle risorse ed un supporto economico per mettere delle persone a lavorare a queste opere. Magari evitando di mandare in liquidazione le stazioni appaltanti come succede a Roma.

I principi per tale aggiornamento normativo dovrebbero pertanto essere i seguenti:

  • Creazione di un apposito fondo per la realizzazione delle metropolitane;
  • Assegnazione dei finanziamenti sulla base di Documenti di Fattibilità delle Alternative Progettuali, e non di Progetti di Fattibilità Tecnico Economica, da realizzarsi successivamente. Il costo molto elevato della progettazione preliminare costituisce infatti un primo ostacolo nell’iter delle opere ed è interesse del legislatore non lesinare ad esempio sulle indagini, che costituiscono una garanzia sulla reale fattibilità dell’opera;
  • Assegnazione, oltre ai finanziamenti per gli investimenti, di contributi speciali alla spesa corrente, destinati alla costituzione di uffici di scopo o enti partecipati dedicati alla realizzazione delle opere;
  • Definizione di specifiche “semplificazioni” per la trasformazione in metropolitana di tronchi ferroviari esistenti.

I soli 11 km di metro presenti nel PNRR, relativi alla metro di Catania, non possono essere accettabili in uno stato che ha meno metropolitane della sola città di Madrid. Non serve chissà cosa per realizzare le metropolitane, occorre solamente la volontà.

 

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