DEF 2020, Infrastrutture: a Roma meno risorse che a Milano e Napoli
A luglio di quest’anno, il Ministero dell’Economia ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno presentato #ItaliaVeloce, ovvero l’allegato al DEF 2020 che illustra la ripartizione dei finanziamenti statali per le opere infrastrutturali.
Per la città metropolitana di Roma il quadro che ne risulta è desolante.
La Capitale, in termini di finanziamenti statali definiti, riceve appena 1,95 miliardi di euro. Di queste somme, alle nuove infrastrutture sono destinati solamente 350 milioni. Una cifra che impallidisce di fronte alle risorse che riceve Milano. Il capoluogo lombardo, infatti, è destinatario di oltre 3,4 miliardi di euro. Alle nuove infrastrutture, in questo caso, sono assegnati ben 1,2 miliardi. Ancora più impietoso è il paragone con Napoli, che gode di oltre 3,6 miliardi di investimenti nazionali.
Tampina Roma la città metropolitana di Torino, che con metà degli abitanti dell’Urbe riesce ad accumulare comunque 1,75 miliardi di investimenti nazionali. Appena 200 milioni in meno di Roma.
Di fatto, per il trasporto rapido di massa, lo Stato investe su Milano 1.045€ per abitante. Su Roma poco più di 450€.
Tale disparità di trattamento risulta solamente in parte compensata dagli investimenti sui nodi ferroviari. Il nodo ferroviario di Roma, infatti, è destinatario di 1,7 mld di euro, ma su opere con impatti quasi squisitamente regionali o nazionali, quali ad esempio l’anello ferroviario, la cui realizzazione ha lo scopo primario (e pressoché unico) di realizzare un collegamento rapido tra l’Alta Velocità e l’Aeroporto di Fiumicino. Ma anche sommando gli interventi ferroviari a quelli urbani, il finanziamento per abitante rimane comunque più basso a Roma, rispetto che alle altre città campione.
LE “INDUBBIE DIFFICOLTÀ”
#ItaliaVeloce, oltre ad essere un documento economico, è a tutti gli effetti anche un documento di programmazione infrastrutturale, che illustra la logica con cui il Governo, negli ultimi anni, ha deciso di strutturare i propri investimenti.
L’allegato, pur avendo confermato che “l’implementazione, il potenziamento e lo sviluppo di un sistema integrato di Trasporto Rapido di Massa (TRM) rimane la priorità strategica a livello di mobilità per le grandi aree metropolitane del Paese”, nei fatti, in termini di finanziamento, trascura completamente questo obiettivo per la Capitale.
Ma non è un semplice errore. Tale ripartizione dei finanziamenti discende da un assunto, mai del tutto esplicito, che emerge in particolare quando nel documento si relaziona in merito all’integrazione tra le reti.
“Le Città metropolitane di Milano, Torino e Napoli”, spiega il Governo, “hanno un sistema di trasporto rapido di massa che non può prescindere dalla forte integrazione tra rete delle metropolitane, rete tranviaria, rete delle ferrovie ex concesse e rete ferroviaria urbana e suburbana gestita da RFI; per la Città Metropolitana di Roma risulterà fondamentale la chiusura dell’anello ferroviario gestito da RFI con il completamento dell’arco nord, in avanzata fase di progettazione, per sviluppare l’enorme potenzialità della rete di trasporto rapido di massa di superficie, viste le indubbie difficoltà riscontrate nell’ulteriore estensione della rete metropolitana underground.”
Nella pratica, preso atto delle evidenze nella ripartizione dei finanziamenti, il Governo ha semplicemente rinunciato a sviluppare la metropolitana di Roma, sulla base di non si sa quali “indubbie difficoltà” che si incontrerebbero nel realizzare la rete.
Come sa bene chi ci legge, il problema di realizzare una metropolitana a Roma non è in alcun modo tecnico. La Linea D, la Linea B a Casal Monastero e la Tratta T2 della Linea C si sono bloccate esclusivamente per ragioni di carattere amministrativo, dovute a contenziosi con gli appaltatori o ad appalti incerti nelle forme e nelle fonti di finanziamento, oppure per ragioni di carattere economico, derivanti più che altro dalla mancanza di volontà politica di finanziare gli interventi.
Sarebbe il colmo, invece, se con “indubbie difficoltà” lo Stato intesse proprio le difficoltà di carattere amministrativo, ovvero le difficoltà indotte dalla propria stessa burocrazia farraginosa. Burocrazia sulla quale lo Stato non solo può, ma deve intervenire.
POTENZIARE L’ESISTENTE NON BASTA
Anche ci fossero davvero difficoltà oggettive, realizzare il piano da 60km di metro del Consorcio Regional de Transportes de Madrid non è stato certo facile. Né oggi è facile realizzare i 200km di metropolitane del Grand Paris Express. I rispettivi governi, tuttavia, hanno capito che realizzare una rete del trasporto rapido di massa efficiente, nelle rispettive capitali, è un passaggio indispensabile per il loro corretto sviluppo e per l’esercizio delle funzioni che sono assegnate al città che ospita il centro nevralgico dello stato.
Pensare di risolvere il problema dei trasporti a Roma con un mero potenziamento dell’esistente o con interventi minimali, non estendendo la rete nelle aree più dense, è del tutto velleitario.
Ma ciò che più è assurdo di tale indirizzo nazionale è che va del tutto in contrasto con la stessa logica pianificatoria introdotta dallo Stato. Infatti, il documento più volte ribadisce che gli investimenti nazionali devono essere ricondotti ai piani programmatori locali, in particolare al Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.
Ebbene, la realizzazione della rete a 4+2 linee, ovvero quattro metropolitane più due concesse da trasformare, prevista dal vigente P.U.M.S. 2019, è presente nella pianificazione dagli anni ’90, con solo piccole modifiche tra il PRO.I.MO., il P.R.G., IL P.S.M.S. ed il P.U.M.S.. Tutti gli studi e piani approvati dal Comune negli anni convergono verso un assetto preciso. Pensare di mandarlo al macero con banali e infondate considerazioni sulla sua “indubbia difficoltà” attuativa è miope ed è il segno della totale mancanza di una strategia dello Stato su Roma.
Non è chiaro se questa strategia sia cosciente o meno, proprio perché mai del tutto esplicita. Ma è presente nei fatti. Purtroppo, la netta impressione è che sia frutto semplicemente di un “sentito dire”, di un “è risaputo che”, insostanziale e general generico.
La metropolitana di Napoli, ad esempio, presenta difficoltà realizzative anche ben più marcate di Roma, ma molto meno note all’opinione pubblica. Eppure a nessuno è venuto in mente di rinunciare al completamento della Linea 1 o delle Linee 6 e 7.
NEL 2021 SERVE UN CAMBIO DI ROTTA
Nelle scorse settimane, il Comune di Roma ha trasmesso al MIT l’istanza per il finanziamento della Tratta T2 Venezia-Clodio, per un valore di circa 2,5 miliardi. Finalmente, dal 2010 ad oggi, dopo la Tratta T3 Colosseo-Venezia, passando per le tristi vicende dello studio Colosseo-Ottaviano del 2014 che non prevedeva alcuna stazione tra Venezia e Ottaviano, arriva dal Comune una richiesta forte di finanziamento.
La tratta T2, da sola, sarebbe in grado di adeguare la media di investimento per abitante ai livelli di Milano e Napoli, portando l’investimento su Roma a circa 1.030 €/ab.
Ma occorre guardare in grande. Le esperienze di altre importanti capitali, come le citate Madrid e Parigi, non possono permettere allo Stato Italiano di ignorare che anche su Roma, in un modo o nell’altro, vada approvato il finanziamento di un piano infrastrutturale ampio e ambizioso.
Questo piano esiste ed è il già citato P.U.M.S., che è confluito anche nelle richieste avanzate dal Comune di Roma nell’ambito del recovery plan, suscitando scalpore. In molti si sono affrettati a descrivere la richiesta di 10 miliardi di euro per le opere pubbliche come eccessiva. Ma è il minimo. Il Grand Paris Express, per fare un esempio, è un piano da 38 miliardi e mezzo di euro, i cui costi, nelle fasi di progettazione avanzata, sono cresciuti di ben 12 miliardi. Praticamente, l’intero piano di Roma rientra interamente nella sola maggiorazione dei costi del piano di Parigi.
Il Governo deve fare proprio il P.U.M.S. di Roma, iniziando a individuare linee di finanziamento già dalla legge di bilancio 2021. Su questo devono agire i parlamentari romani, spesso troppo occupati a discutere della forma amministrativa della Capitale, piuttosto che ad agire insieme per investire nel proprio collegio, come invece fanno i parlamentari lombardi, piemontesi e campani.
La Tratta T1-C2 della C, da Clodio a Grottarossa, ha un costo di circa 1,7 miliardi. Il prolungamento della linea A Monte Mario FS 900 milioni. Da Jonio a scambiatore A1, per la B1, 950 milioni. Per la Linea D 2,2 miliardi. Per la Linea E a Fiumicino 600 milioni. Non è più il tempo di decidere che fare, ma è il tempo di decidere da dove cominciare.
E intanto i Cinesi si inventano la metro che passa in mezzo al palazzo…. mentre noi blocchiamo tutto per quattro anni pe er coccetto etrusco….
https://www.ilpost.it/flashes/cina-metropolitana-palazzo/#:~:text=Europa-,In%20Cina%20c'%C3%A8%20una%20metropolitana%20che%20passa%20in%20mezzo,un%20palazzo%2C%20al%20sesto%20piano&text=L'idea%20ha%20permesso%20di,di%2030%20milioni%20di%20abitanti
Buongiorno a tutti,
passi lo slittamento della apertura metro C che ritengo abbia colto di sorpresa solo i disinformati, ma c’e’ qualcuno che sappia circa le opere che devono esser gestite dalle ferrovie, vedi Fs Pigneto ed opere annesse , Fs Piazza Zama e soprattutto la chiusura sul lato nord dell’anello ferroviario a che punto stanno? Si parla di attesa di autorizzazioni per la cantierizzazione o cosa altro?
C’è qualcuno che ne conosce la situazione ad oggi?
Grazie.
https://www.google.com/amp/s/amp.romatoday.it/zone/pigneto/pigneto/stazione-pigneto-aggiornamenti.html
Questa la notizia più recente
Credo che tutto si riferisca ancora al verbale di intesa siglato il 24/7/2018 tra Comune ed FS dove si parlava di Tor Di Valle a 5 piste, della chiusura dell’Anello Ferroviario, del tombamento parziale e/o totale a Pigneto per attivare anche l’interscambio con le FL 4,6,7 e 8, dei programmi di servizio a Tuscolana e Tiburtina ed infine delle nuove fermate a Massimina e Zama.
In verità ancora nessuno dei due player è sceso in campo con una cantierizzazione sicura, il Comune sembra aspetti una risposta dallo Stato circa le risorse ottenibili dal MIT tramite il fantomatico Recovery Fund.
FS aveva promesso di aprire Vigna Clara tra un mese con l’orario invernale, ma non se ne farà nulla, figurarsi l’annuncio di un progetto esecutivo sulla chiusura dell’anello…
Circa Pigneto Machno ha risposto sul (deprimente) stato dell’arte dei lavori sui sottoservizi da spostare.
Circa le fermate di cui si è parlato, Massimina e Zama, mi sembra di ricordare cher già il Comitato, su queste pagine aveva interpretato la posizione di FS, cioè: “caro Comune, non è che abbiamo tutto questo interesse a investire in stazionucole poco redditizie, già spendemmo 80 mln per QuattroVenti (perchè ipogea) costata praticamente quanto R.Emilia AV Mediopadana; vedi tu di trovare 3 mln di base per farne due fermate semplici”. In effetti non hanno tutti i torti… a Massimina il Comune non ha ancora il progetto di una vera centralità urbana con un decente parcheggio di scambio. Per piazza Zama, le richieste dei comitati di quartiere, giuste in tempi normali, di una stazione mega, con centralità urbana che recuperi la piazza e mezza caserma
https://appiohblog.altervista.org/stazione-ferroviaria-piazza-zama-lingegneria-la-composizione-architettonica-potrebbe-cambiare-volto-un-quartiere/
cozzano con i tempi correnti e con quanto sopra detto; è vero pure che, con Tuscolana a 1200m, Re di Roma e Ponte Lungo a 650m ciascuno, in previsione di un flusso che sarà di 1000-2000 pp/g può bastare una fermata semplice sul modello di Val d’Ala, ma da fare magari con due banchine che si allungano fin dopo il ponte delle ranocchie (via Latina) e una uscita diretta su via Segesta per entrare nel parco dell’Appia Antica. Diverrebbe una fermata utile per i residenti, ma anche per chi vuole fruire del parco creando, per esempio, una sorta di anello ferro-pedo-ciclabile: scendi a Zama, pedali nel parco fino a Capannelle o Torricola e torni indietro col treno fino a Pigneto (stesse linee FL)
Val D’Ala… cosa non mi hai ricordato!!!!!!
Altri 4 anni di ritardi per aprire 2 stazioni:
https://amp.romatoday.it/politica/metro-c-san-giovanni-fori-imperiali-quando-apre.html
https://www.dire.it/15-10-2020/516601-roma-con-il-commissario-della-metro-c-cantiere-a-piazza-venezia-nel-2021-e-t2-nel-2022/
Che ne pensate? A me sembrano previsioni di un ottimismo sfrenato! Significherebbe avere la C fino a Clodio già in esercizio al 2030!
Ma intanto sul nome del Commissario si sa almeno qualcosa?
A me pare tutto molto improbabile. Il Ponte di Genova, commissariato, ha impiegato due anni, ed è una infrastruttura assai meno complessa. Sull’iter amministrativo può darsi anche, visti i poteri speciali, ma sulla progettazione definitiva e sulla realizzazione i tempi a cui siamo abituati per le metro a Roma sono inspiegabilmente troppo più lunghi di quelli ipotizzati nel migliore scenario.
Non mi convince il finanziamento sul Recovery Fund della D: per il Recovery Fund servono progetti di immediata cantierabilita, l’esatto opposto della D.
Ciao, a me sinceramente l’esperienza ha insegnato che quando leggo troppe coniugazioni al futuro non mi fido per niente, ma tant’è. Tempo addietro qualcuno mi disse: “figli? non nipoti?”, speriamo i figli vedano queste opere.
Su Roma hanno tutti fallito e continuano a fallire . Povera Roma Caput Mundi!!!!
Non ho più parole!!!!Hanno letteralmente ucciso una grande capitale con un grande patrimonio artistico-culturale…..
Non hanno tutti fallito, questo non è giusto, lo ha fatto solo chi ha voluto o dovuto farlo, ad intenditor poche parole.
Parole, parole, parole.
Vogliono chiudere definitivamente la ex Roma-Fiuggi, sulla spinta dei voti dei decerebrati di Via Giolitti.
Cosa inventano? Il cambio di scartamento!
E l’ alimentazione? diversa dai tram Atac.
P.zza dei Mirti ristrutturata e chiusa poco dopo.
Idem per la Pantano – Torrenova, con catenaria a 5 fili!!! Chiusa dopo due anni.
Utilzzata per la C? NO, perché hanno buttato tutto, raschiando pure la guaina (Grotte Celoni).
Altra balla sesquipedale: mesi di chiusura per la Lido per abbassare la catenaria, per un eventuale ripristino delle corse dirette da Termini.
SERVIZIO FOTOGRAFICO DI IERI A MAGLIANA: l’altezza dal piano del ferro è identica.
Siamo in mano a gente che non sarebbe neanche capace di raccogliere la cicoria.
Che schifo.
La Roma Giardinetti è salva, stavolta, diventerà un tram (e forse non è la soluzione preferibile), però c’è un decreto con 200 milioni di euro per cui basta con questa storia che la chiuderanno. Non è vera. Comune e Governo hanno dimostrato chiaramente il contrario una volta tanto con atti vincolanti e risorse. Peccato per i tempi che stiano diventando biblici.
Farla diventare un tram ha svantaggi (costi, tempi, servizio interrotto, performance) ma anche vantaggi (economie di gestione e manutenzione, integrazione e interoperabilità con la rete). Devo ancora capire come gestiranno il passaggio a Ponte Casilino. Ho il dubbio che in conferenza dei servizi si possa vedere una decisione tipo il passaggio su via Napoleone III fino a viale Manzoni, per liberare il tratto antistante il tempio di Minerva.
Sulla Roma Lido c’e Roma Mobilità che ha quantificato i costi per integrarla alla B, leggiti il report qui sotto. Basta dire che è una operazione semplice e poco costosa. Ci vogliono parecchi soldi, una interruzione del servizio, una opzione di salto di montone a Garbatella che toglierebbe ogni funzione alla stazione Psp. non vedo miglioramenti sostanziali di una eventuale integrazione alla B, visto che la B non può gestire un altro cambio e non può aumentare la frequenza Bologna Magliana con la dotazione tecnologica attuale. Quindi, con l’integrazione alla B, le frequenze sulla Lido rimarrebbero ogni 8’. A che cosa serve? Prima ero possibilista. Però, Se questi sono i costi, una volta per tutte dico di no.
Peggio ancora la diramazione per Fiumicino: i costi di adeguamento e automazione alla B sono 800 milioni, più ci vorrà almeno 1 miliardo per la diramazione a Fiumicino, quindi almeno 1,8 miliardi per ottenere un collegamento che già esiste con la ferrovia e che con la funivia Magliana-Bonelli (opera sensata) ha già una connessione dorsale ulteriore. Meglio investire tutti questi soldi per portare la Lido con le sue caratteristiche in centro fino a Flaminio, questa storia della integrazione alla B e diramazione a Fiumicino non ha molto senso, è un grande spreco di risorse e viene come priorità è costi-benefici dopo tanti altri interventi (es. metrotram Colombo-Ostia, prolungamenti sud della B, penetrazione urbana della Lido). Basta con queste bufale, peccato che il Comune le abbia prese sul serio.
https://romamobilita.it/sites/default/files/Trasformazione%20Roma%20Lido%20-%20Metro%20E.pdf?_ga=2.259325642.1772320000.1604519936-1117418515.1604519936
Così è la morte definitiva della centenaria Roma-Fiuggi, non avete senso della storia????
Minerva Medica: sposteranno anche le decine di binari FS.
Forse no, col nuovo Hyperloop -)-)-)-)
Meglio ridere, per non piangere -(-(-(
Per il resto mi sono stancato a leggere castronerie.
Per Roma mobilità NON SERVE CHIUDERE IL BI-CENTENARIO ANELLO MOBILITA’.
L’Agip in epoca statalista era l’unica ad avere due distributori a Warszawa.
Tralascio le chiacchiere fantasiose avute coi vari “manager”.
Sapete quanti ne ha ora, con centinaia di Aziende arrivate? ZERO!!!
La centernaria Roma Fiuggi l’hanno smantellata nel corso di decenni, in ultimo con la tratta periferica della Metro C.La morte definitiva della linea si avrà se Comune e Governo non intervengono. Ora intervengono e ci sono atti e risorse. Il Mit ha chiesto lo scartamento ordinario, che ha punti di debolezza e di forza. Io avrei tenuto lo scartamento ridotto, però se questo è il vincolo che da il Mit per salvare il futuro della linea, questo bisogna considerare. È fine a se stesso continuare a ragionare in modo nostalgico, ed è sbagliato dire che la smantelleranno se agli atti non risulta così.
Aspettiamo di vedere se su via Giolitti e Minerva Medica uscirà qualche voce contraria in conferenza dei servizi. Il resto sono chiacchiere.
Tra una Laziali Giardinetti a scartamento ridotto limitata, con treni vecchi e servizio intermittente io preferisco una Termini Tor Vergata moderna. Questo lo preferiranno pure gli utenti. Se poi non faranno niente di tutto ciò è un altro discorso, al momento ci sono atti e risorse, ora aspettiamo di vedere gare, forniture e realizzazioni.
Come spesso capitato, sono ancora una volta d’accordo con te.
La linea G, alla fine, va bene come ce la propongono; Temini-Tor Vergata è un servizio necessario, visto anche il costo; va bene l’integrazione coi tram (e i loro depisiti), l’arrivo a Termini prospetterebbe una successiva ripartenza (con o senza rottura di carico) sui binari T.V.A. fino a Cornelia. La faccenda Minerva Medica va vista insieme alla programmata svolta dei binari su C.ne Casilina per creare il miglior scambio possibile con la C: si cancellerebbe finalmente la fermata Ponte Casilino a favore di scambi a Pigneto, appunto, e a Caballini. Dopo Porta Maggiore, se la G prendesse via Pr. Eugenio insieme ai tram, porterebbe a un servizio nel mezzo dell’Esquilino e una discesa anticipata a p.zza Vittorio degli utenti che cercavano lo scambio con la A, lasciando le ultime fermate solo a chi va in centro o cercava lo scambio con la B; senza dimenticare che libereremmo 1.5 km di via Giolitti dai binari per una trasformazione urbana decorosa unitamente a quella del cinema Apollo, dell’Ambra Jovinelli, delle caserme Pepe, Minerva Medica, e i volumi e aree che RFI eventualmente potrebbe dismettere in quelle aree.
La diramazione della Lido (o della B) fino a Fiumicino ha tutti i difetti che hai elencato; oltre tutto c’è in campo un player molto più risolutivo di Comune e Regione, cioè RFI che prima o poi realizzerà la trasversale merci Maccarese-Pomezia e così il Leonardo Express potrà prendere questi binari verso Maccarese per poi usare la FL5 e l’anello ferroviario nord programmato per entrare in città (come farebbe la stessa FL5 e forse la FL2 e la F). La FL1 risulterà sgravata e possibilitata a esercitare più corse come le altre linee rimanenti sull’anello sud esistente. Anzi: Pigneto e il raddoppio Ciampino-Capannelle-Casilina manderanno molte linee verso Tiburtina amplificando l’effetto rete e moltiplicando i nodi di scambio.
Romano I. una cosa non la condivido: la Giardinetti-linea G non dovrebbe deviare su Circonvallazione Casilina, quel passaggio imporrebbe un inutile aggravio di tempi di percorrenza senza benefici tangibili, e lo smantellamento dei binari di Ponte Casilino.
Anche su via Giolitti io sarei comunque per mantenerla tutta la vita, questa è una città che ha bisogno di ogni metro di rotaia in più. Quello che si potrebbe e dovrebbe fare su via Giolitti è la riduzione di corsie per le auto e parcheggi, facendo un marciatram tram dolce alla Minerva Medica, un tutt’uno con il marciapiede modello capitali europee.
mah… la deviazione della G sulla C.ne Casilina è nel progetto originale Pigneto, quello che prevede il tombamento per intero del vallo. E’ voluto per diminuire la rottura di carico con la C, in effetti si incrocerebbero meglio. Altrimenti rimarrebbe in essere la fermata S.Elena la cui banchina condivisa in mezzo ai binari è poco più di una tavola da surf, …sai che corri corri ad attraversare il binario a raso come oggi per andare a prendere la C…
La soluzione progettuale del marciatram a Minerva Medica non è male.
Parlo di possibile abbandono di via Giolitti perchè cmq se ne parla visto che il capolinea avanzato fino a via Gioberti, a spoletta su monobinario, non sarà la cosa più facile (i disegni, vecchi, che girano mostrano il doppio binario al capolinea Termini, mentre il monobinario prevederebbe per adesso di spostarsi dal fianco della stazione al fianco dei palazzi, opposto ai taxi). Oltre tutto, si è sempre visto che le fermate intermedie tra Porta Maggiore e Laziali sono solo una lenta agonia nell’attesa di giungere al capolinea. La deviazione sui binari Pr. Eugenio-Napoleone III, come detto, anticiperebbe l’agognato scambio con la A già a p.zza Vittorio portando la G nel cuore dell’Esquilino. E’ vero che abbandonare i binari di via Giolitti è un colpo al petto, ma anche delle proposte urbanistiche invece che solo trasportistiche possono aiutare quel quartiere e ricucire meglio quel semi-centro con la prima semi-periferia.
Romani I., la tratta tranviaria da Porta Maggiore a Termini è già satura adesso, tanto che spesso accade che i tram giunti a P.ta Maggiore non vengano fatti proseguire verso Termini per saturazione della linea. Ci manca solo che ci infilano pure la ex Roma Fiuggi. Poi la trasformazione in tram farebbe perdere capacità alla linea, ed è un’ipotesi avversata dall’Ing. Spinosa in un suo intervento proprio su questo forum. Lo stesso Comitato aveva poi postato un nuovo articlo proprio in seguito al dibattito che ne era nato, sposando l’ipotesi di mantenimento dell’attuale infrastruttura con il suo scartamento e trazione
Non metto in dubbio il problema della saturazione di 5 e 14 verso Termini, però direi che, a quel punto, aggiungere il passaggio della G sugli stessi binari dovrebbe essere un supporto più che un inltralcio…
La proposta di Spinosa che citi è molto, molto interessante, è la base poi del prolungamento verso Tor Vergata
https://cityrailways.com/pubblicazioni/il-trenino-giallo/
so bene che lui propone una Stadtbahn, un tramtreno ben più performante che un semplice tram. Dovrei entrare nel dettaglio del progetto definitivo della G per capirne tutte le pecche e vedere se sarà almeno configurato come un super-tram, con rotabili speciali, ruote adatte a diversi tipi di gola di binario, ecc.
Continuavo il dibattito su via Giolitti semplicemente per animare il bel confronto su un tema comunque toccato.
Il marciatram di Piero è un’ottima idea, il modello è quella delle piazze promiscue centroeuropee; ma al tempo stesso la configurazione oblunga del sedime non facilita la convivenza ed il fruimento di via Giolitti
L’Ing. Spinosa dovrebbe farsi una gita a Parigi e vedere quanto sono capienti i loro Tram, in particolare il T2, che è almeno 10 volte più capiente del cosiddetto trenino giallo.
Avevo iniziato male ma alla fine ti do ragione in pieno. La Lido sembra fatta apposta per salire fino al Flaminio, non si capisce perché si insista con la B che non aumenterebbe nessun servizio.
Dimenticate che la diramazione della Lido verso Fiumicino Aeroporto risolve il problema di un collegamento diretta dell’Eur con l’aeroporto, mentre attualmente bisogna fare il giro fino a Piramide.
Anche Ostia godrebbe di un collegamento diretto con Fiumicino Aeroporto.
Concordo in pieno. Rammento, peraltro, che tra le due sponde del Tevere non c’è nessun collegamento per 20 chilometri! Ce ne siamo accorti quando nel 2018 è stato chiuso il Ponte della Scafa per mesi, e tutti gli Ostiensi che lavorano all’aeroporto, come tuti i Fiumicinesi che vanno a scuola ad Ostia, dovevano arrivare fino al GRA per attraversare il Tevere! Dio solo sa quanto servirebbe un collegamento tra Acilia e zone limitrofe, e l’altra sponda del Tevere dove c’è tra l’altro la Fiera di Roma
Questa è l’unica ragion d’essere di quella linea. Ma allora non si fa prima e molto meglio a lasciare alla Lido il suo sviluppo urbano e le sue diramazioni, senza i costi dell’adeguamento delle due linee e senza gravare a discapito delle frequenze di entrambe? Ripeto, è inutile che dirami e integri Lido e B, se poi mi rimane massimo un treno ogni 8’ per Lido e per Fiumicino. Con gli impatti che ho letto nello studio, non credo abbia senso ragionare su diramazione a Fiumicino+integrazione Lido-B. Meglio far sviluppare le due separatamente, intensificando al massimo le frequenze anziché diminuirle.
Sull’integrazione della Lido alla B mi trovi d’accordo, è un’ipotesi progettuale che non mi ha mai convinto, per quanto sposata dal Comitato
Alexalex si mi ricordo tanti commenti. Io ero diventato possibilista, specie considerato che comunque non avrebbero fatto nulla di alternativo (come è infatti stato). Ora però visti i costi prospettati da Roma mobilità, e la soluzione di integrazione a Garbatella (che è una condanna a morte per la stazione di Porta San Paolo), credo che bisognerebbe abbandonare completamente l’idea di integrazione Lido-B, per puntare invece sulla penetrazione urbana della Lido, e le diramazioni di Lido e B.
Su Fiumicino, vorrei prima vedere un treno FS ogni 5’ e poi ne riparliamo verificando i carichi. Fosse per me trasformerei anche il Lex in metro per avere una Metro Termini Fiumicino.
In effetti è insensato proporre l’integrazione tra B e Lido con una salto di montone a Garbatella. Hanno già un salto di montone ed è quello che usano i convogli della B per andare al deposito Atac Magliana (costeggiato dalla Lido),altezza via Dodecaneso. Se proprio vogliono, basterebbe usarlo di giorno nella consueta direzione mare affiancato da uno scambio a raso per la direzione centro. Oppure non esagerare con le pretese e fare tutto con scambi a raso, magari prima di una stazione quando rallentano, esattamente come fanno a Londra in decine di casi.
Piero ha ragione sul fatto che si perderebbe l’uso di Porta S. Paolo, ma succederebbe d’altronde anche con l’interramento della Lido fino a Flaminio e con ogni proposta migliorativa per la linea.
Se mai capitasse che veramente la Lido prendesse a Eur Magliana i binari della B fino a Jonio, allora diverrebbero inutili anche i binari di Garbatella, Basilica, S.Paolo, Marconi ed Eur Magliana stessa. A questo punto, tu Pubblico, affianchi questo progetto con un altro integrato trasformando, che so, la staz. Porta S. Paolo nel capolinea di una nuova Stadbahn per Corviale dove usi quasi per intero i suddetti binari fino a dopo la Basilica per poi deviare su Valco S.Paolo, via Pincherle, Roma Tre, passare il Tevere, Villa Bonelli, Portuense, Trullo e Corviale; il tutto cogliendo un doppio obiettivo: riutilizzare seriamente una infrastruttura che è delittuoso pensare di abbandonare e mandarla in zone di servizi strategici e di residenze che, per onestà intellettuale, non servirai MAI con la metro D1 (che ti costa 350 mln/km invece dei 30 mln/km della Stadbahn).
Romano I. sfondi una porta aperta, sul ruolo del Pubblico, sul progetto unico, sull’integrazione che se mai fatta andrebbe fatta a Eur Magliana, utilizzando il sedime PSP-Magliana per tramvie tipo quella che proponi tu. o per metro leggere (tipo PSP-Magliana-Pontina-Pomezia o PSP-Magliana-Newton-Colli Portuensi). O aggiungo per una penetrazione urbana della ferrovia da Torricola. O ancora per attestare a PSP il metrotram Torre Angela-Anagnina che andrebbe prolungato su Subaugusta-Vigna Murata-Eur anziché quel moncone che chiamano metro H sul Pums.
Il fatto che il Pums non metta una parola su tutto ciò la dice lunga sulla mancanza di visione dei “decisori”.
Recovery fund?
Credete ancora alla Befana, Raggi a parte?
Il Recovery Fund esisterà ma ho impressione che i progetti di metro di Roma saranno troppo lontani da una effettiva realizzabilità per essere presi in considerazione. Forse solo il completamento della C potrebbe rientrare, o la B fino a Casal Monastero. Purtroppo, progetti facilmente attuabili (A fino a Morena o vecchio progetto per Torrevecchia) non sono nel Pums.
A a Morena, altri prolungamenti come hanno a Milano, ma chi ci crede!
Avendo fatto parte del PUMS affermo che è stata tutta un’operazione imposta.
Basta ricordare che fecero sparire i voti di Metrovia.
Questa sarà opinabile, contestabile, migliorabile, ma negarla è da Minculpop!!!
L’ineffabile Calabrese assicurava i suoi sostenitori che al Pums avremmo tenuto conto della……richiesta di fermate!!!!!!!!!!!!!!!!
Condivido fino all’ultima parola quello che dici: è stata una mezza presa in giro, hanno messo dentro all’ultimo minuto tante Metro tanto per far star buoni i comitati senza le dovute analisi di coerenza e fattibilità. Di Metrovia hanno preso poco o niente, neanche quegli interventi tipo la linea Termini Ciampino, molte stazioni aggiuntive e le estensioni della Lido e della Nord che erano del tutto coerenti con il Piano. Il risultato è un pezzo di carta, ennesimo, che per le metro ha nulla o scarsa realizzazione, come si è visto in 15 mesi dalla approvazione del piano che non ha visto nessun pezzo di carta sulle metro (a parte il report sulla estensione della Lido a Fiumicino, che presenta tutte le criticità di questa Metro improvvisata.). Il problema è che quel Pums è durato tre anni e ha condizionato con le invarianti le istanze Mit.
Far girare la A sotto torrevecchia per andare a nord è una idiozia colossale. A Ciampino ed all’Università di Tor Vergata invece dovrebbe andarci assolutamente.
Purtroppo anche dei comitati hanno proposto quella insensata deviazione del prolungamento nord della A, che serve solo ad accontentare la Giunta salvando la funivia Casalotti. Quella deviazione della A a Nord fino a Monte Mario Fs è lunga, non ha alcuno studio di fattibilità, sovrappone in parte il servizio alle Fs, andando in parallelo alle ferrovie, non tocca il GRA, è una cosa improvvisata messa lì per dire facciamo le Metro e far star buoni i comitati.
Almeno da Battistini potrebbero fare due rami, uno verso Monte Mario FS, l’altro verso Casalotti.
x Stefano, a Torrevecchia non serve la metro, basterebbe che facessero sparire tutte quelle **** di bancarelle con relativi furgoni, marciapiedi larghi ed un bel tram, e ovviamente parcheggi laddove possibili (non sta scritto da nessuna parte che ognuno debba poter parcheggiare la propria auto dove gli pare.
Per la A invece io vedrei bene un capolinea a ridosso del gra o anche oltre che andrebbe ad intercettare anche i pendolari della zona a sud di bracciano ed una bella diramazione, invece, da Ubaldi/Cornelia, verso Sud.
Credo che il DEF 2020 sconti il bias dell’inerzia del Comune di Roma e della Regione Lazio in tema di nuove metropolitane e di conversione in metro delle ferrovie ex concesse. Non ci si poteva aspettare nulla perché non è stato fatto nulla di concreto. Ne lo può fare lo Stato, il governo centrale, perché la Costituzione affida il trasporto locale a Regioni e Comuni.
Per portare nel DEF 2020 uno stanziamento significativo, occorre avere un progetto di linee solido ad uno stadio relativamente avanzato, con chiara volontà politica in tal senso di Comune e Regione.
Tutto ciò non esiste a Roma.
La Metro D e l’estensione della B1 entrano nel PUMS solo nel luglio 2019, sulla base di presupposti progettuali inconsistenti (per la D, ricordiamo, non esistono ad oggi analisi archeologiche che garantiscano una valutazione dì pre fattibilità, si pensi che non si può neanche ipotizzare se la linea passerà da Barberini o Spagna). C’e il dubbio evidente che la calata della D e della B1 non siano altro che un contentino dato dal Comune ai comitati vari in sede di approvazione del piano, per farli stare buoni, con nessun seguito progettuale. Infatti, in 15 mesi da allora non si riscontra neanche un minimo approfondimento tecnico e, invece, è evidente lo smantellamento della struttura di Roma Metropolitane incaricata di tali approfondimenti.
Per le Metro E ed F, invece, le responsabilità stra note sono della Regione, che continua a tenersi in tasca quei 3-400 milioni di euro disponibili per potenziare (portare alla decenza) le linee, senza nessuna concreta progettualità di metropolitanizzazione delle ex concesse che avrebbe giustificato ulteriori richieste allo Stato.
In sintesi, stiamo parlando del nulla, perché il nulla hanno voluto Roma Capitale e Regione Lazio. Se non a parole, che sono tante e inutili, dei vari Raggi, Calabrese, Zingaretti ed Alessandri.
Quello che ci si può aspettare realisticamente da qui al 2025 è:
– vedere avviato davvero il completamento dell’anello
– vedere forse completato l’upgrade tecnologico delle ferrovie, con possibilità di 4-5 linee modello RER
– vedere finanziati, progettati ed appaltati i prolungamenti di C, D, B e B1
– vedere avviati gli adeguamenti a metro di E ed F, almeno con i fondi esistenti
Nel 2030 se tutto va bene avremo:
– linee A, B fino a Casal M., C (fino a Venezia), B1 fino a GRA
– linee E ed F ad uno standard di metropolitana, senza però alcuna garanzia di idonee frequenze con i fondi attuali
– anello
– 4 ferrovie metropolitane (Viterbo, Tivoli, Ciampino e Fiumicino)
– 3 regionali intense (Formia, Civitavecchia, Nettuno) e deviate anche verso Ostiense e Tiburtina
Sottolineo SE TUTTO VA BENE.
Sottolineo anche la grande occasione sprecata della Linea Metro Termini-Ciampino, che potrebbe essere facilmente realizzata entro il 2025 se Regione e Ferrovie accelerassero sul potenziamento e quadruplicamento Casilina-Capannelle-Ciampino (già previsto e non attuato) e mettessero mano in modo serio alle nuove stazioni (già programmate Pigneto, Selinunte e Statuario, da programmare Porta Maggiore, Porta Furba, Ciampino aeroporto, da riattivare Casilina).
https://metroviaroma.it/metrovia-linea/linea-m7/
Aggiungo, sul Governo centrale, la contraddizione di un piano che si chiama Italia Veloce e non interviene sui trasporti interni alla Capitale, in cui si impiega un’ora per spostamenti interni o un’ora e mezzo per collegamenti alla periferia e ai comuni limitrofi. È un discorso più ampio sulle contraddizioni di Italia Veloce che sono le stesse di trenta anni di politica dei trasporti nazionale che, in contrasto con quello che accade nel mondo sviluppato, non investe sulla mobilità delle aree urbane (in ritardo di sviluppo) ma continua a privilegiare unicamente alta velocità ferroviaria e autostrade (entrambe tra le più sviluppate al mondo).
Finché c’è la Raggi non si fa niente… per fortuna manca poco…
Madrid e Parigi sono sede di capitale politica ed economica, cioè Governo e Borsa nella stessa città. Quindi sono indiscutibilmente le città più importanti e ricche dei loro paesi.
Purtroppo per Roma non è così. Subisce una concorrenza da altre metropoli nazionali.
Roma “subisce” solamente la maledetta politica Milano-centrica, evidentissima, che c’è stata negli ultimi 20 anni, oltre ovviamente ad una Amministrazione a dir poco asservita ed ad una popolazione a dir poco avvilente. Sono romano e mi piange il cuore nel vedere come i cittadini trattano la propria città. Ci vuole prima di tutto la convergenza tra Cittadini ed Amministrazione, solo dopo ci si può affacciare allo Stato.
PS: non serve la Borsa per essere una città bella e vivibile e non serve nemmeno essere la Capitale, il problema è che Roma è maltrattata nonostante questo, cosa che alle altre capitali non succederebbe mai!
Milano ottiene i fondi perché presenta progetti. Piantiamola una volta per tutte con questi piagnistei e cerchiamo di essere più obiettivi e meno partigiani. Nell’articolo si spiega che Roma segue anche Napoli, quindi adesso vogliamo dire che la politica governativa sia Napolicentrica? Che ci sia un complotto contro Roma? Ma per favore! Non è colpa dei perfidi lumbàrd se a Roma abbiamo una Giunta che ci ha messo tre anni per decidere che… le talpe della linea C dovevano arrivare a Piazza Venezia! Se per tre anni NULLA si è fatto per aprire i cantieri della Rebibbia – Casal Monastero, almeno fino a S. Basilio… e potrei andare avanti a lungo ma non lo faccio perché basta scorrere a ritroso tutti gli articoli di questo Comitato per rendersi conto del perché Milano ha i fondi e Roma no
Alex i miei non sono piagnistei, è risaputo che al Nord da almeno 30 anni arrivano molti più fondi che al Centro o al Sud (Salvini dichiarò pubblicamente “considero una vittoria l’aver tolto soldi a Roma”), a me non interessa fare discussioni ne con te ne con nessun altro, però questi sono fatti, non chiacchiere. Sulla attuale giunta tutto il male possibile e su questo penso che siamo d’accordo, visto che hanno persino utilizzato il capro espiatorio Berdini per rinunciare a montagne di soldi privati, che la Raggi è pilotata dalla Casaleggio non lo dico io(!). Io la ho anche votata e me ne sono pentito. Vogliamo parlare del miliardo che Milano sta per ricevere per le olimpiadi, in questo periodo davvero di ricchezza economica per l’Italia? Oppure vogliamo parlare di quanto è costato l’Expo? Finiamola qua che è meglio. Se Roma avesse avuto i soldi che ha avuto Milano, oltre ovviamente ad una amministrazione come Cristo comanda, la storia sarebbe stata molto diversa e chi nega questo è in malafede. Credimi a me dello scontro tra città non me ne può fregar di meno, però vorrei che il nostro Bel Paese tornasse ad essere bello TUTTO. Certo, soprattutto la mia amata e bistrattata Città.
Ri-ribadisco: i soldi li ottiene chi presenta progetti. Le Olimpiadi a Roma erano cosa fatta, l’attuale Giunta ci ha sputato sopra, è colpa di Milano? Ti sei dato la zappa sui piedi proprio facendo questo paragone! Una volta per tutte: i piagnistei stanno a zero.
sono perfettamente d accordo con lei ed aggiungo che purtroppo roma non solo non presenta progetti ,ma addirittura cancella quei pochi che presenta!!! pensate alla linea D abortita dal sindaco alemanno…
Sono d’accordo con Stefano.
La politica sfacciatamente milanocentrica denunciata da Massimo, che va avanti da 20 anni ma negli ultimi 5 è notevolmente peggiorata riguardando ormai tutto l’arco costituzionale, esiste e ci condiziona pesantemente in negativo.
Però, secondo me, non è tutto, andrebbe inquadrata in un contesto più generale e assai antico. La concorrenza anche economica delle altre metropoli (Milano, Torino, adesso anche Napoli) non è secondaria rispetto all’abbandono politico degli ultimi decenni. Roma è sempre stata una capitale mal sopportata e accusata sempre di qualcosa: da sempre, di essere improduttiva e solo fonte di inciuci politici. Poi, dopo tangentopoli e prima della crisi economica, accadde che superò Milano per il PIL (intorno al 2001). Apriti cielo, lesa maestà! Anzichè poter beneficiare, come cittadini, di tale traguardo, ce lo hanno fatto scontare amaramente, e una pessima politica ha iniziato a smontare il sistema città – o almeno ciò che funzionava – pezzo dopo pezzo (e non mi riferisco solo alla Raggi). La umiliante situazione delle risorse del DEF è solto l’ultima, ovvia conseguenza di tutto ciò.
Come ho risposto a Massimo: i fondi vanno da chi presenta progetti e li porta al MIT, non a chi impiega tre anni facendo melina prima di decidere l’ovvio, e cioè che le talpe della C non dovevano rimanere sepolte sotto i Fori! Se la classe politica locale degli ultimi 20 anni è stata infima non è colpa dei Milanesi… pensiamo bene a chi votare la prossima volta e forse Roma tornerà ad avere i finanziamenti come è stato ai tempi delle Giunte Rutelli e Veltroni
alexalex, forse più che dare la stessa risposta che hai dato a Massimo dovresti dirci la tua opinione sulle considerazioni di Stefano (se non ci hai fatto caso, ho risposto a lui e ho dato ragione a lui). Roma subisce da molti decenni (e non solo dagli ultimi 20 anni di pessima politica) la concorrenza economica, finanziaria, strategica etc. di altre metropoli che, in altri paesi (vuoi per la presenza di capitali di gran lunga dominanti, come Londra e Parigi, vuoi per la presenza di stati nazionali assai più antichi e meglio organizzati) non c’è, o magari esiste, ma non è così condizionante in negativo. Sicchè la pessima politica degli ultimi anni – compresa la scarsissima progettualità che tu richiami – non è “colpa dei milanesi”, ma, tra le cause del declino di Roma, è in ottima compagnia insieme a cause di ordine economico. Non a caso richiamavo lo storico risultato dei primi anni duemila sul PIL (risultato economico, mica politico!) di cui si parla pochissimo … quanti non romani ne sono stati orgogliosi, all’epoca? La facile risposta ti dice tutto sulla rivalità. Confermo: hai ragione Stefano, hai pienamente ragione
Concordo.
Signori ma avete visto come sono ridotte le periferie in termini di cura dei tombini dei marciapiedi e smaltimento dei rifiuti? Altro che metro qui non si può neanche camminare, devi montare in auto o in moto ed allontanarti per lavoro od altro.
Mai detto che la colpa sia dei milanesi, anzi sono contento per loro come lo sono per tutti gli altri abitanti di città ben gestite. Ho dato colpa alla politica, non puoi negare l’esistenza di una certa fazione politica. Il resto è solo aria fritta.
Certo, è colpa della politica locale! Se Roma presenta solo fumo e Milano progetti, se Roma sputa sopra il piatto delle Olimpiadi già servito e Milano ne approfitta, se Roma va al MIT con progetti di funivie e Milano con prolungamenti della rete metropolitana, se Roma manda a monte un progetto a costo ZERO per le casse pubbliche che avrebbe rilanciato la città (COVID permettendo) con l’occasione dello Stadio portando INVESTIMENTI, e lo ha trasformato in un papocchio orrendo dal quale ora non sa più come tirarsene fuori, certo che è colpa dei politici…. basta mettersi d’accordo su “quali”
Gianlux, parole SACROSANTE, purtroppo però non tutti lo capiscono.
Le cose più utili che si potrebbero fare entro i prossimi due o tre anni sono la chiusura dell’anello ferroviario (benedetta e necessaria), il prolungamento della linea b a Casal Monastero con relativo parcheggio di scambio oltre il raccordo e la metro C fino a Piazza Venezia. Se si troveranno i fondi, potrebbe essere utile anche il collegamento su cabinovia tra Villa Bonelli ed Eur Magliana (l’unico che personalmente mi convince) e un tram che collega piazza Euclide a Piazzale Clodio (passando per il Parco della Musica e il ponte della musica) e il prolungamento del tram 8 fino alla Stazione Termini. Se ci fosse la possibilità di realizzare un parcheggio di scambio, sarebbe utile anche la stazione Massimina lungo la linea ferroviaria per Civitavecchia (altrimenti servirebbe veramente a poco). Questo è ciò che si potrebbe fare. Linea D del metro è un bel sogno, ma se dovesse arrivare la linea C oltre a Prati e fino alla Farnesina, sarebbe già una cosa ottima.
Se tutto dovesse andare per il verso giusto,entro la fine dell’anno il comune di Roma consegnerà la Venezia-Clodio al ministero e da quanto è emerso verrà commissariata!
Se il MIT finanzierà tutta la T2 dovremmo riuscire a pareggiare i conti. Il punto è che Roma è la capitale, per cui dovrebbe avere di più. Vedremo con il recovery found. A meno che il nuovo Sindaco non smentirà quanto fatto in precedenza perdendo anche i finanziamenti ottenuti. Non mi stupirebbe visto le chiaviche che albergano nella nostra insulsa classe politica.
Tranquillo, a giugno arriva Calenda