Stazione Venezia: come realizzare il nodo di scambio con Linea D?

Ottenuto il finanziamento delle gallerie di Linea C fino a piazza Venezia, è giunto il momento di discutere di come dovrà essere strutturata la stazione e il relativo nodo di scambio.

Infatti, a gennaio inizierà la seconda fase di indagini, che si concentrerà in particolare sulle strutture della futura fermata, e finalmente si potrà completare il progetto definitivo della stazione, fermo ormai da 5 anni.

Pertanto, abbiamo deciso di avviare un piccolo ciclo di articoli sulle principali caratteristiche della stazione Venezia e sulle relative alternative di progetto, partendo forse dal tema più complesso: come realizzare il nodo di scambio con Linea D?

LE PRIME IPOTESI, LA RINUNCIA ED UNA NUOVA SPERANZA

Inizialmente, ovvero da Piano Regolatore Generale adottato nel 2003, il nodo di scambio tra Linea C e Linea D era localizzato in coincidenza della stazione Argentina. Tale soluzione era stata inserita anche nel progetto di fattibilità della Linea D, redatto da Roma Metropolitane nel 2005. Tuttavia, nel progetto era già stata valutata la possibilità di spostare il futuro nodo di scambio alla stazione Venezia, realizzando un cunicolo di collegamento tra la stazione della C ed il sistema di discenderie della Linea D, ubicato in piazza d’Ara Coeli.

Ipotesi di interconnessione tra Linea C e Linea D contenuta nello studio di fattibilità di Roma Metropolitane (elaborazione MxR). In questo caso, come si può vedere, la Linea D non aveva un vero e proprio scatolare con atrio, bensì due pozzi di servizio ed una discenderia a parte, interconnessi alla Linea C tramite un cunicolo sotterraneo.

Nel 2006 Condotte d’Acqua s.p.a. vince la gara per la selezione del promotore del Project Financing di Linea D.

Nel 2007, la società presenta un progetto preliminare che prevede la realizzazione dell’intersezione tra Linea C e Linea D a Piazza Venezia, con lo scatolare di stazione localizzato in via dei Fori Imperiali, all’incrocio con via di San Pietro in Carcere. Il progetto, basato sul fatto che la Linea C doveva essere realizzata con gallerie da 10m che avrebbero incluso le banchine, prevedeva la realizzazione di un’unica stazione per entrambe le linee, ricavata da un pozzo circolare che racchiudeva sia l’atrio della C che l’atrio della D.

Rendering del progetto preliminare del promotore del 2007

Rendering del progetto preliminare del promotore del 2007. In profondità la stazione della Linea D, a due gallerie invece la stazione della Linea C.

Nel 2008, il promotore presenta su richiesta di Roma Metropolitane delle integrazioni, che portano allo spostamento della stazione della D al centro di Piazza Venezia, fermo restando il modello a pozzo circolare, che tuttavia ora viene a coincidere esattamente con il pozzo già immaginato per la Linea C nel progetto preliminare del 2003. Tuttavia anche questa soluzione pretendeva l’uso di gallerie grandi per la Linea C.

 

pozzo unico linea c linea d

Elaborazione di MetroxRoma su progetto preliminare del promotore. In verde l’impronta della Linea C. Si noti il pozzo unico per entrambe le stazioni.

Nell’aprile del 2010, si decide definitivamente il superamento del modello con gallerie da 10m per a Linea C e al fine di contenere i costi di realizzazione della tratta T2 Colosseo/Fori Imperiali-Clodio, si decide di stralciare dalla Linea C le stazioni Risorgimento e Clodio (demandata alla tratta T1) e si ipotizza anche l’eliminazione di Chiesa Nuova. Inoltre, si rinuncia all’interconnessione tra linea C e linea D alla stazione Venezia, che diventa quindi funzionale alla sola Linea C.

Nell’agosto del 2010, quindi, naufraga la gara per la realizzazione della Linea D e l’Amministrazione Alemanno è sempre meno convinta di voler realizzare una quarta metropolitana nel Centro Storico. A seguito, nel 2012, il Consiglio di Amministrazione di Roma Metropolitane sospende la gara per la realizzazione della Linea D.

Infine, nel 2014 e nel 2015 viene confermata la decisione di non predisporre la Stazione Venezia per il collegamento con la Linea D, come si può evincere dai progetti definitivi della subtratta Colosseo/Fori Imperiali-Venezia.

Solo con la delibera 58/2019 è sopraggiunta “una nuova speranza”. Infatti, il 25 luglio 2019 l’Assemblea Capitolina ha deliberato di ripristinare la stazione Venezia come nodo di scambio tra Linea C e Linea D.

LE IPOTESI DI NODO DI SCAMBIO

Preso atto della giusta volontà politica di ripristinare l’interconnessione alla stazione Venezia, si possono supporre 3 ipotesi di massima, sopra le quali poter fare qualche considerazione.

Le ipotesi sono:

  1. La Stazione unica;
  2. Due stazioni contigue;
  3. Due stazioni non contigue.

Occorre tenere conto, tuttavia, che ad oggi non esiste alcun progetto definitivo della Linea D e uindi non vi è certezza di quale sarà la tipologia di galleria prescelta. Escludendo però il modello Roma a doppia canna e mantenendo valida l’ipotesi di galleria unica doppio binario, anch’essa contenuta nel progetto di fattibilità, si può procedere con alcune considerazioni sufficientemente valide. Anticipiamo, comunque, che per la Linea D riteniamo auspicabile la soluzione a canna unica con binari sovrapposti e banchine in galleria.

STAZIONE UNICA

Il punto di forza della stazione unica è il fatto che la realizzazione dell’attuale stazione permetterebbe, un domani, di evitare di scavare nuovamente in superficie. Tuttavia questa soluzione presenta un limite non trascurabile.

Infatti, al capo III.1.12 della regola tecnica allegata al Decreto Ministeriale 21 ottobre 2015 sulla prevenzione incendi, si fa presente che le stazioni che compongono un nodo di scambio devono avere “in ogni caso […] accessi e vie di sfollamento indipendenti”. Questo significa che per aggiungere la stazione della linea D non basta ampliare le discenderie già previste e predisporre un vano per accogliere le banchine (come in passato è già stato fatto a Roma), ma occorre creare percorsi di sfollamento del tutto autonomi (almeno due per linea). Di fatto, si arriverebbe comunque alla realizzazione, pur negli stessi diaframmi, di due stazioni distinte ma contigue, con tutte le ricadute dimensionali del caso. Tuttavia, si potrebbero invece unificare i locali tecnici e quelli non aperti al pubblico, con un utile contenimento degli spazi.

Tutto ciò, a meno di non ricorrere ad un approccio antincendio di tipo ingegneristico (previsto dalla normativa) che purtroppo risulta particolarmente impegnativo sotto il profilo progettuale, tanto più per l’incertezza del modello costruttivo e delle tecnologie della Linea D.

DUE STAZIONI CONTIGUE

Il modello a due stazioni contigue, ovvero con atri interconnessi e piano corrispondenze altrettanto interconnesso, è quello della stazione San Giovanni, che quando sarà completa avrà un collegamento diretto tra i piani anche dopo i tornelli.

Questo modello risulta in genere particolarmente efficace, perché permette sia di avere una continuità diretta tra le stazioni, sia di garantire due uscite autonome e indipendenti, con predisposizioni tutto sommato limitate. Tuttavia, occorre tenere conto che per realizzare un modello del genere servono spazi di superficie molto ampi, che possano ospitare, affiancate tra loro, due intere stazioni della metropolitana, per giunta da realizzare in successione temporale.

Non è questo il caso di Piazza Venezia che, seppur ampia, non è sufficientemente grande da ospitare le stazioni di entrambe le linee.

DUE STAZIONI NON CONTIGUE

Il modello a due stazioni non contigue si caratterizza per il fatto di avere due atri completamente distinti e non connessi tra loro, con l’inserimento tuttavia di un cunicolo di collegamento tra le stazioni.

Una soluzione di questo tipo richiederebbe quindi l’inserimento di un piano corrispondenze atto ad ospitare la predisposizione per il cunicolo, ad una quota opportunamente scelta.

Di fatto è il modello immaginato attualmente per la stazione Colosseo/Fori Imperiali, in corso di realizzazione. È anche il modello già predisposto per l’interconnessione tra la stazione Jonio della Linea D e la stazione Jonio della Linea B1, nonché il modello di collegamento immaginato nello studio di fattibilità della Linea D nel 2005, proprio per la stazione Venezia.

Stazione Colosseo/Fori Imperiali

Stazione Colosseo/Fori Imperiali. Si noti che l’atrio della stazione della C non è interconnesso direttamente con quello della della Linea B. Tuttavia, dalla stazione si distende un cunicolo che permette il collegamento diretta con le banchine della B.

Il punto di forza di uno schema di questo tipo è la totale rispondenza alle prescrizioni antincendio e il fatto che concede la massima libertà progettuale nella definizione del modello costruttivo della Linea D. Infatti, permette anche di localizzare il futuro atrio di stazione della D dove lo si riterrà più opportuno, senza particolari vincoli.

Ne deriverebbe, facendo fede al modello di stazione del progetto di fattibilità del 2005, uno schema del tutto simile a quello riportato nella figura segue.

nodo di scambio linea c linea d

 

CONCLUSIONI

La sfida della realizzazione del nodo di scambio tra Linea C e Linea D è molto impegnativa, tuttavia non vi si può rinunciare senza minare il futuro della quarta linea di Roma.

Il modello a due stazioni non contigue appare a priori come il più realizzabile dei tre, ma occorrono approfondimenti progettuali specifici rispetto alle considerazioni di massima sovraesposte, sopratutto in merito alla collocazione dello scatolare/pozzo della futura Linea D.

In questo senso, la strada di un approccio prestazionale e ingegneristico all’antincendio (necessario ad una eventuale stazione unica) è un’ipotesi da non scartare a priori, che potrebbe risultare particolarmente utile anche per la futura Tratta T2.