Linee C e D a rischio: al via lo smantellamento di Roma Metropolitane
Secondo quanto reso noto dall’agenzia Dire, con il piano industriale da poco approvato la Giunta Raggi inizia lo smantellamento della struttura tecnica che si occupa delle Metropolitane. Infatti, è prevista una riduzione dell’organico di circa il 30%, ovvero il licenziamento di 45 dipendenti sui 158 totali. Un’assurdità se pensiamo a quanto già oggi Roma Metropolitane sia del tutto sottodimensionata.
Ciò che amareggia ancora di più, però, sono i motivi che portano a questi presunti “esuberi”. Infatti, il Piano industriale giustifica la necessità di un riassetto dell’organico a causa del disequilibrio economico verificatosi, secondo quanto esplicitato dalla stessa società, in ragione del mancato avvio della costruzione della tratta T2 della Linea C, della Linea D e del prolungamento della Linea B a Casal Monastero.
Quindi Roma Metropolitane è in dissesto solamente perché questi progetti si sono arenati, anche e sopratutto per cause esterne alle attività aziendali. Inutile dire che la cosa più logica, a questo punto, sarebbe dare maggiori risorse e organico all’azienda di progettazione affinché le opere possano andare avanti e affinché l’azienda possa attivare ulteriori procedimenti. Al contrario, invece, il Comune manda a casa le persone che si dovrebbero occupare dei progetti.
Noi non siamo contrari ad una riforma amministrativa della struttura che di progettazione, tantomeno siamo contrari all’eventuale unificazione di Roma Servizi per la Mobilità e Roma Metropolitane, ma segare di quasi un terzo la società che oggi si occupa delle metropolitane è del tutto irragionevole. Anche perché in questo senso, con quei licenziamenti si mette nero su bianco che i progetti, di fatto, non verranno portati avanti.
A tal proposito riportiamo il video dell’audizione del 15 dicembre 2017 dell’allora amministratore unico di Roma Metropolitane Pasquale Cialdini.
L’ingegner Cialdini, nei primi 30 minuti di commissione, illustra la situazione aziendale al dicembre 2017. In particolare mostra come nel tempo il numero dei dipendenti dell’azienda sia progressivamente sceso.
È qui che intervengono con delle giuste considerazioni i Consiglieri Stefàno e Calabrese, spiegando come per la Commissione Mobilità la riduzione del personale non fosse per nulla una cosa positiva. Anzi, il consigliere Calabrese intervenne considerando addirittura “spaventoso” il grafico che mostrava la discesa progressiva dell’organico aziendale. “Se voglio fare la Linea D non è un buon segnale se passo da 180 a 160 dipendenti”, aggiunse Stefàno.
È esattamente questo il punto. Se voglio fare la linea D non licenzio quasi 1/3 di Roma Metropolitane.
Ci auguriamo che la Commissione Mobilità intervenga con tutti gli strumenti possibili per portare avanti la necessità insopprimibile di una struttura tecnica adeguata, anche nelle dimensioni, alla volontà di dotare Roma di una rete infrastrutturale efficiente. Un tema che la Giunta Capitolina, evidentemente, non ha chiaro.
Non è obbligatorio avere una società di progettazione in-house per farsi la metro fatta in casa… soprattutto se la società nei decenni ha dimostrato di non essere esattamente un fulmine di guerra. Ci sono decine di città nel mondo che hanno una rete più estesa di quella di Roma, e non hanno la società di progettazione propria. Si fa il bando internazionale e si fa vincere, possibilmente, la società di engineering che fa il progetto migliore.
Il problema di Roma non è avere o meno la società di engineering interna, è la VOLONTA’ POLITICA di fare le metropolitane e la CAPACITA’ DI PIANIFICAZIONE…
Spiace fare sempre il solito a esempio, ma… a Milano, se confrontate la rete di oggi con lo schema previsto negli anni 50, vedrete che è più o meno lo stesso. Hanno fatto un piano a lungo termine e lo hanno portato avanti con sostanziale coerenza. Avevano appena finito di inaugurare la linea 5 e già ne progettavano le estensioni. Poi ci si lamenta che Milano prende i finanziamenti e Roma no… per quali progetti approvati e decisi li dovrebbe prendere?? “Si fa, non si fa, boh, forse, la facciamo svoltare di qua… no aspetta, di là…”
E’ vero che a Milano la società ce l’hanno, e se la tengono stretta… ma Metropolitana Milanese si è evoluta da decenni da società in-house che progettava le metro cittadine a società di engineering a tutto campo che va in giro a fare progetti in Italia e nel mondo… e per il Comune di Milano è una gallina dalle uova d’oro grazie ai dividendi…
Si, però le società di engineering vanno anche controllate. Mi sta più che bene l’idea di affidare all’esterno la progettazione, però se l’amministrazione cittadina non ha un minimo di struttura tecnica “in-house” in grado di valutare cosa gli stanno proponendo non va bene. Non metto in dubbio la serietà di gran parte delle società di ingegneria che fanno questo lavoro, però è normale che in un rapporto committente/esecutore del progetto il primo controlli e parzialmente indirizzi il secondo.
scusate, dobbiamo fare qualcosa…non dobbiamo rassegnarci a vivere in questo modo, con ore in macchina in coda…che fare?
pensano di risolvere il problema della mobilità con le piste ciclabili…
Non credo sia minimamente colpa del Sindaco di Roma, bensì del suo capo che ha a cuore solo Milano e Genova di noi …..
Sono anni che ho la netta sensazione di una politica assolutamente Milano-centrica, lassù se ne vedono gli effetti, ma ora si sta un po’ esagerando.
Mai, dico mai una buona notizia. Mai
Incredibile. Avevo la netta sensazione che ormai aspettassero solamente la fine mandato invece ecco qua un nuovo ed enorme danno. Mi prendo la mia parte di colpe, visto che purtroppo questa scioccata l’ho votata pure io. Questi sono fuori di testa.
Aridatece Marino!!!
complimenti a chi ha votato la Raggi, la decrescita felice