PUMS: ecco la nuova rete delle metropolitane

Finalmente, con l’adozione da parte della giunta, è stato pubblicato il secondo volume del PUMS, che contiene sostanziali modifiche alla rete di metropolitane prevista dal Piano Regolatore Generale.

Ricordiamo che il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile si divide in tre scenari:

  1. Scenario di riferimento, che raccoglie gli interventi in esecuzione o di prossima esecuzione;
  2. Scenario di piano, che raccoglie gli interventi di breve e medio termine;
  3. Scenario tendenziale, che raccoglie gli interventi di lungo termine.

Scenario di Riferimento

Nello scenario di riferimento, ovverosia nello scenario che raccoglie gli interventi già finanziati od in esecuzione, come ad esempio la Linea C al Colosseo, non vi sono modifiche sostanziali.

Unica nota dolente è l’inevitabile rimozione dallo scenario del prolungamento della Linea B “Rebibbia-Casal Monastero” a conferma che purtroppo la situazione non è attualmente recuperabile.

Positivamente, già nello scenario più immediato, trova spazio l’integrazione nella rete metropolitana delle ferrovie ex concesse, cioé Roma Lido e Roma Nord. In particolare:

  1. “Ferrovia Roma Lido: linea urbana isolata dal resto della rete ferroviaria con caratteristiche tecniche e di segnalamento da linea metropolitana. Nel piano la linea è rinominata come “E” e identificata dal colore azzurro.
  2. Servizio urbano della ferrovia Roma Nord: svolto nella tratta a doppio binario tra il capolinea di piazzale Flaminio e Montebello. Nel piano la linea è rinominata come “F” e identificata dal colore viola. Il servizio extraurbano sulla tratta Montebello- Civita Castellana – Viterbo è identificato come FL9.”

Siamo soddisfatti che le nostre proposte di integrazione comunicativa, quindi funzionale e perciò trasportisticamente rilevante, siano state fatte proprie dall’Amministrazione già nello scenario di riferimento. 

Scenario di Piano

Occorre fare una premessa: se lo “scenario di piano” ha questo nome non è un caso. È il cuore del PUMS, in quanto definisce le priorità dell’Amministrazione ed è chiaramente il più importante dei tre.

Si trasferisce nello scenario di piano il prolungamento della linea B a Casal Monastero. Al suo fianco, troviamo anche il completamento della Linea C a Clodio/Mazzini. A nostro parere la Linea C sarebbe da includere nello scenario di Piano almeno fino a Farnesina, accentuando la necessità di costruire insieme le tratte T1 e T2 della linea.

Inoltre:

“Come azione integrata di sviluppo della rete metropolitana si prevede di aumentare l’accessibilità alla rete metropolitana con sistemi di tipo intermedio, ove le analisi trasportistiche hanno mostrano una domanda tale da non giustificare la realizzazione di interventi più onerosi (domanda generata inferiore ai 50.000 passeggeri/giorno feriale).

  1. Battistini MA – Casalotti
  2. Jonio MB1 – Bufalotta
  3. EUR Magliana – Magliana Nuova – Villa Bonelli FS
  4. Piazzale Clodio – Monte Mario – Ponte della Musica integrata con una connessione a via delle Medaglie d’Oro”

Sono questi i quattro impianti funiviari presenti nello scenario di Piano e quindi priorità di breve-medio termine per l’Amministrazione. Questi ultimi purtroppo portano con sé la da un lato la scomparsa del prolungamento della Linea A a Casalotti e dall’altro la scomparsa del prolungamento della Linea B1 a Bufalotta.

Torna anche l’idea della metro leggera Anagnina-Torre Angela, tuttavia non è chiaro perché se ne parli come di un “impianto a fune”. (Considerato anche che nell’incontro del 1 febbraio si era parlato di tutt’altro).

 

Scenario Tendenziale

Il più interessante sulle metropolitane non può che essere lo scenario tendenziale, anche se ovviamente, purtroppo (o per fortuna), è quello maggiormente soggetto nel tempo a modifiche.

Si definisce tendenziale proprio perché dovrebbe esprimere il sistema ideale da seguire, cioè quello cui gli interventi devono tendere.

Metro A

“Prolungamento nord della linea A verso Primavalle con eventuale attestamento alla stazione Monte Mario FL3

Diramazione da Cinecittà all’aeroporto di Ciampino con tracciato in affiancamento alla linea ferroviaria Roma-Ciampino. Realizzazione di un sistema ettometrico per la connessione della nuova stazione terminale con l’aerostazione”

Scompare anche nel lungo termine il prolungamento della Linea A a Casalotti. In sua sostituzione, la linea A potrebbe raggiungere la stazione di Monte Mario FS, passando per le aree densamente popolate di Primavalle e Torrevecchia. Quest’ipotesi si rifà allo storico ma sempre attuale documento “Lineamenti di un Progetto di Rete Metropolitana” del 1986, elaborato da Intermetro, ed era stata presentata da noi ai tecnici nell’incontro tenutosi l’1 Febbraio.

Nella nostra ipotesi, tuttavia, si considerava anche una possibile diramazione della metropolitana A in direzione Fogaccia/Casalotti, che intercetterebbe lo svincolo del GRA di recente costruzione “Maglianella/Montespaccato”, adatto ad ospitare un notevole parcheggio di scambio. La funivia rimarebbe così un sistema specifico per la mobilità di Casalotti che non pregiudicherebbe lo sviluppo della metropolitana fino al GRA e nelle aree di maggiore densità di Torrevecchia e Primavalle. Di questa ipotesi tratteremo più approfonditamente in uno specifico articolo.

Nei programmi anche una diramazione della linea arancione a Ciampino, con una fermata “Aeroporto” ed una fermata in città.

Metro B

“Prolungamento della linea B1 verso viale Ojetti anche con realizzazione della linea D: in questo caso la nuova linea si attesterebbe al nodo di Jonio”

Salta il prolungamento della Metro B1 a Jonio, che potrebbe invece prendere il posto della D, deviando verso Ojetti. Questa soluzione, in realtà, era emersa come ipotesi dell’Agenzia della Mobilità anche nel dibattito che ha avuto luogo il 1 Febbraio. Già allora si era convenuto che il capolinea Jonio non è assolutamente adeguato a svolgere la funzione di “capolinea”. Da qui, l’inevitabile necessità di un prolungamento della B1, da tutti confermata.

Tuttavia, l’ipotesi di sostituire la D con un prolungamento della B ci sembra un compromesso al ribasso rispetto allo scenario proposto dal Piano Regolatore. A nostro parere si dovrebbe invece ragionare similmente a quanto si è ragionato sul prolungamento della Linea A. La copertura della direttrice di Prima Porta con un “sistema intermedio” può essere l’occasione, anche in questo caso, di recuperare le ipotesi di Intermetro, portando la Metropolitana B sull’asse Val Melaina – Serpentara – Fidene, lasciando invece invariato il percorso della Linea D.

Nessuna modifica, invece, riguarda il prolungamento della B a Casal Monastero.

Metro C

“Completamento della linea C da Clodio/Mazzini alla stazione Tor di Quinto dell’anello ferroviario con valutazione della diramazione Farnesina – Cassia – Grottarossa FL3 o eventuale sostituzione con tecnologia intermedia dato il basso rapporto costi-benefici di una linea metropolitana tradizionale”

Lasciamo un velo pietoso sull’«eventuale sostituzione con tecnologia intermedia dato il basso rapporto costi-benefici di una linea metropolitana tradizionale». Quale tecnologia intermedia? Quale analisi costi/benefici? Su quale progetto? Dove? Come? Quando? Non ci è dato sapere.

Per il resto, è positivo il fatto che si sia ripresa l’ipotesi di raggiungere la stazione FS di La Giustiniana (i più attenti si saranno accorti che nel testo del PUMS il nome della stazione è sbagliato).

Metro D

“Come da PRG, nello scenario Tendenziale è confermata la realizzazione della quarta linea della rete con 3 alternative principali da valutarsi alla ripresa dell’iter progettuale attualmente sospeso.

Invarianti sono il terminale di Montesacro e quello di Grottaperfetta con una eventuale diramazione Trastevere Corviale:

  1. Alternativa 1 – passaggio per il Pincio e Piazza Venezia;
  2. Alternativa 2 – passaggio per il Pincio e l’Ansa barocca;
  3. Alternativa 3 – passaggio per il quartiere Salario, Castel Sant’Angelo e il Gianicolo.

Si valuterà anche lo scenario di non realizzazione della tratta centrale della quarta linea, con sostituzione delle sezioni più periferiche con prolungamenti o diramazioni delle linee esistenti: prolungamento della linea B1 da Jonio ad Ojetti e diramazione C2 Corviale e C3 Trastevere – Grottaperfetta della linea C dall’Ansa barocca.”

Il piano rinuncia a scegliere sulla tratta centrale, demandandola alla futura progettazione della linea, senza neanche definire una preferenza tra i tracciati e definendo come “invarianti” esclusivamente il raggiungimento di Montesacro e Grottaperfetta, oltre eventualmente Corviale. Poi, dopo aver sostenuto che la linea sarà nel PUMS, si annuncia che si valuterà (Dove? Come? Quando?) l’ipotesi di non farla proprio la Metro D, sostituendola con improbabili ed onerosissime diramazioni della Metro C a Corviale o a Grottaperfetta.

Noi siamo dell’idea che il PUMS debba esprimere una chiara ed esplicita preferenza per la Linea D con un tracciato che attraversi il cuore del Centro Storico, perché non possono essere i singoli progetti a governare la pianificazione, ma deve essere la pianificazione a governare i progetti.

Metro E

“Realizzazione del prolungamento E1 della linea E, da Acilia Sud a Fiumicino Aeroporto passando per la Fiera di Roma”

Come per la Linea A, anche per la Metro E si apre la prospettiva di un collegamento con l’Aeroporto, attraverso una diramazione già presente nel PRG. Una prospettiva interessante e fondamentale per i collegamenti con il primo scalo italiano, la cui importanza è stata da noi ribadita in occasione dell’incontro del 1 Febbraio ma che preferiremmo fosse portata avanti assieme all’unificazione di Metro E e Metro B secondo questo schema: 

Metro F

“Realizzazione della nuova stazione Valle Giulia/Don Minzoni, sulla linea F, tra Flaminio e piazza Euclide.”

Nulla da eccepire.

Dove? Come? Quando?

Rimaniamo sempre più sorpresi di quanto questo PUMS riesca ad essere ancora oltremodo più generico del Piano Regolatore Generale, pur essendone teoricamente uno strumento applicativo e quindi, sempre teoricamente, di maggiore dettaglio. 

Temi centrali ed assolutamente cogenti nella pianificazione vengono rimandati a data da destinarsi e, di fatto, non pianificati. Viene da chiedersi a cosa serva un Piano Tendenziale che invece di definire una tendenza ideale diventa un elenco sconclusionato di ipotesi parimenti possibili, senza definire alcuna preferenza o giudizio. 

In generale, il Piano sembra oggi ancora troppo lontano da una versione definitiva e limata nei dettagli. Interi passaggi rimangono poco chiari, con sinottici di rete e tavole che spesso prendono in considerazione solo alcune delle ipotesi scritte nei testi.

Chiediamo, a questo punto, che la politica si assuma immediatamente la responsabilità di superare queste ambiguità che minano le future prospettive del Piano.