Frequenze linea C, a che punto siamo?

A quanto ha potuto apprendere MetroxRoma, le procedure di omologazione della Linea C necessarie a migliorare le frequenze sono in via di conclusione. Se non ci dovessero essere ulteriori ritardi, l’omologazione dovrebbe arrivare entro Aprile. L’Amministrazione, in maniera in questo caso lungimirante, ha deciso di avviare una procedura che almeno dal punto di vista amministrativo permetterà direttamente i futuribili 3 minuti di intertempo. L’esercizio teorizzato invece è a 9 minuti, a causa dei limiti strutturali della linea, ancora incompleta, e del limitato parco rotabile.

IL POZZO DI VIA SANNIO, I TRENI E LE FREQUENZE

Il pozzo 3.3, o pozzo di via Sannio, si trova alle spalle della stazione San Giovanni. Al suo interno, da progetto, è collocata una croce di scambio che permetterà alla C, con un numero adeguato di treni, di viaggiare fino a 4 minuti di intertempo. La consegna del pozzo è prevista per il 31 dicembre 2020. Fino ad allora i treni saranno costretti, come oggi, a tornare a marcia banalizzata fino allo scambio tra Teano e Malatesta, impedendo frequenze inferiori ai 9 minuti. Gli utenti della Linea C avranno notato però che ultimamente le frequenze sono peggiorate e risultano incostanti. A quanto ci risulta, ciò è dovuto ad alcuni problemi al materiale rotabile, problemi che nel dettaglio, però, non sono stati resi noti.

CHE FINE FA LA LINEA A? 

Noi non siamo sicurissimi che il miglioramento delle frequenze della Linea C sia qualcosa di auspicabile a cuor leggero. I recenti contingentamenti mostra quanto il nodo di San Giovanni sia fragile. Chi crede che la riduzione degli intertempi comporterebbe problemi minori, poiché i passeggero si distribuirebbero su più convogli, secondo noi si sbaglia, poiché le migliorate frequenze renderebbero la linea più attrattiva, aumentando il numero di passeggeri e quindi il traffico su San Giovanni, impattando su una Linea A già satura. È legittimo pensare, infatti, che se oggi i treni sono pieni, con la linea a 9 minuti saranno altrettanto pieni. 

Non solo, il tratto San Giovanni-Malatesta sarà per sempre un tratto critico, addirittura con la linea C completa, figuriamoci oggi. Basti pensare che con la C Grottarossa-Pantano, pur con un treno ogni 3 minuti, a San Giovanni in ora di punta, secondo lo studio trasportistico di ATAC del 2007 i treni arriveranno pieni per il 97,9%. Appare evidente che la domanda potenziale della linea è enorme e oggi solo una minima parte di questa viene intercettata. A tal proposito siamo quasi presi dalla tentazione di voler proprio vedere il collasso del nodo, tanto per rispondere con l’evidenza dei fatti a coloro che ci raccontavano che la linea C era un inutile spreco di risorse. “Che ci vanno a fare da Centocelle a Roma”, dicevano. 

È pur vero però che il nodo, alla lunga, si bilancerà. La saturazione della A ed il contestuale aumento dei tempi di trasbordo tra C ed A potrebbe da un lato rendere competitivi in ora di punta alcuni mezzi che, sulla carta, ora non lo sono, come il 51, il 3 od il 77 e dall’altro limiterebbe in parte l’aumento dell’utenza.

Indubbiamente sarà necessaria una gestione del nodo ancora migliore rispetto a quella che oggi, in maniera non banale, sta facendo ATAC, eventualmente anche con personale in banchina o con indicazione dinamiche delle partenze dei bus e dei tempi di percorrenza, che aiutino gli utenti a distribuirsi.