T2, ormai non si può più tornare indietro: 30 mln per riprogettare la Venezia-Clodio

Trenta milioni valgono più di mille promesse. Sulla base di questa certezza siamo convinti che la tratta T2 della linea C, quella che allungherà il tragitto da Venezia a Clodio, si farà. Di cosa stiamo parlando? Della buona notizia contenuta nel bilancio comunale in discussione in questi giorni all’Assemblea Capitolina. Già perché dopo il plebiscitario risultato del Pums a favore della prosecuzione della linea C in centro, e di questo non smetteremo mai di ringraziarvi, il Campidoglio ha stanziato ben 30 milioni di Euro per la project review della tratta Venezia-Clodio della linea C.

Facciamo chiarezza. Per la precisione il Comune ha previsto poco più di 5,9 milioni sul 2019, 13,6 milioni sul 2020 e 10,3 sul 2021 per un totale di 30 milioni a valere sul fondo Mit. Con queste risorse la tratta sarà riprogettata quasi da zero: dalla nuova metodologia costruttiva (dove c’é in ballo anche il nostro Metodo MXR), al migliore posizionamento della stazione capolinea Clodio (che determinerà il tracciato della tratta T1 verso Farnesina), anche rispetto all’ipotesi di un sistema ettometrico funiviario che colleghi piazza delle Medaglie d’Oro a piazzale Clodio, cui si è accennato recentemente in commissione mobilità. Infine, si effettueranno ulteriori analisi nelle aree interessate dall’ipotesi di fattibilità realizzata da Roma Metropolitane. Questo è uno dei motivi per cui servono tutti questi soldi: per capire la futura collocazione dei vani delle fermate partirà una nuova campagna di saggi archeologici e geotecnici più approfonditi rispetto ai dati editi già in possesso di Roma Metropolitane. Molti di questi finanziamenti servono, inoltre, ad eseguire parti della progettazione che Roma Metropolitane non può svolgere internamente e che necessitano di specialisti esterni. Si pensa, tra le varie ipotesi di stazione baricentrica al Centro Storico, o di adeguare l’attuale progetto di Chiesa Nuova, o di una fermata tra piazza della Cancelleria ed il parcheggio della stessa lungo corso Vittorio Emanuele II, oppure di una fermata con uscite in piazza San Pantaleo e piazza sant’Andrea della Valle (la nostra proposta è questa), formalmente chiamata “Navona”, vista la vicinanza con la nota piazza.

Attualmente la linea C è finanziata fino alla tratta T3, che comprende due stazioni, Amba Aradam e Colosseo-Fori imperiali (inaugurazione teoricamente prevista nel 2022, a breve si inizierà lo scavo vero e proprio della “scatola” della stazione Colosseo). La tratta T2 originariamente, e formalmente ancora oggi, prevedeva le fermate Venezia-Chiesa Nuova-San Pietro-Ottaviano e Clodio.

Il Campidoglio, con i 30 milioni inseriti nel bilancio, ha di fatto messo una fiche pesantissima sulla linea C. L’amministrazione pentastellata, e chiunque venga poi, dopo una spesa di questo tipo, necessaria solo a finanziare la riprogettazione della tratta, non potrà più tornare indietro. Sarebbe un gigantesco spreco di denaro pubblico. Così, dopo tanti anni di incertezza sulla tratta T2, questa sembra un’ottima notizia. Anche se il taglio del nastro arriverà con un ritardo gigantesco su quanto proposto nel 2006 (secondo il primo ottimistico cronoprogramma l’apertura di Clodio sarebbe dovuta avvenire alla fine del 2015).

Non è chiaro sapere se per la project review arriveranno ancora altri fondi e se Roma Metropolitane sarà ancora in piedi quando quelli già previsti saranno erogati. Resta da capire anche come verranno erogati visto che da ottobre 2013, sono passati ben 5 anni, ancora non si è raggiunto un accordo con la ragioneria su come finanziare le attività dell’azienda, i cui lavoratori domani sciopereranno nuovamente di fronte al Campidoglio. L’assessore comunale alla Mobilità, Linda Meleo, ha parlato comunque nei giorni scorsi di una richiesta al parlamento di 45 milioni, da recuperare su un fondo di 155 milioni in passato assegnati parzialmente alla stazione Venezia e ancora non utilizzati. Vedremo se arriveranno e se ci sarà una struttura in grado di spenderli. Intanto i 30 milioni nel bilancio serviranno a compiere tutti gli studi di cui abbiamo parlato sopra per un periodo di 2 anni, al termine del quale sarà presentato il nuovo progetto preliminare.

La restante parte dei 155 milioni, se il Parlamento approverà questa mozione a firma M5s, serviranno per rafforzare ancora di più le misure per l’adeguamento delle stazioni delle linee A e B alle norme antincendio. Usiamo il termine rafforzare perché questi interventi sono già finanziati da una supertranche di 425 milioni messi sul tavolo dal precedente governo. A inizio gennaio arrivano i primi 40 milioni di euro per finanziare le attività previste: non solo per l’antincendio ma anche, sempre per le linee A e B,  per l’adeguamento dell’alimentazione elettrica, i nuovi impianti idrici, le nuove banchine di galleria, 14 nuovi treni, (2 treni per la Linea A e 12 treni per la Linea B), il rinnovo completo dell’armamento nella tratta Anagnina-Ottaviano e il rinnovo del sistema di controllo del traffico, comprensivo di nuovo impianto per informazioni al pubblico.