PUMS, il piano che ancora non c’è

Il piano è ben lungi dall’essere approvato. Quanto reso pubblico la scorsa settimana, ora come ora, sono solamente disegni o poco più. Valutazione trasportistica e ambientale vanno ancora completamente affrontate. All’amministrazione tutto questo sembra non interessare. La priorità sono le discutibili invarianti calate dall’alto e per lo più prive di qualsiasi validazione. Punteremo con forza sulle successive fasi per far rispettare la volontà dei cittadini.

Tutto questo non ci sorprende, perché non è la prima volta che si parla di infrastrutture senza alcuna valutazione in questo PUMS. È già accaduto con l’avvio stesso delle procedure e la pubblicazione della nota delibera delle invarianti. Secondo la Giunta queste cosiddette “invarianti” sono “opere che non esauriscono il quadro degli interventi che verranno definiti nel Pums ma costituiscono un complesso di priorità di breve e medio periodo che l’Amministrazione Comunale considera acquisite nella definizione del nuovo modello di mobilità della città di Roma“.  Tra queste invarianti, per intendersi, si collocano anche la funicolare Jonio-Bufalotta (minimetrò), in sostituzione della Metro B1, e la Cabinovia Casalotti-Battistini, in sostituzione della linea A. In base a cosa queste opere siano da considerarsi acquisite a priori non ci è dato sapere. In pratica, gli amministratori hanno imposto ai tecnici comunali una serie di opere. Le hanno pertanto sottratte alla valutazione attraverso gli strumenti partecipativi e tecnici del piano, considerati invece dalla giunta, almeno finora, un mera integrazione da applicarsi solo alle opere ulteriori emerse nel corso redazione.

D’altro canto, le strutture tecniche si sono prestate deliberatamente a questo gioco perverso. Non avendo avuto modo di valutare in maniera approfondita i vari interventi, oltretutto, non si sono concentrati sulle opere realmente prioritarie, ma su quelle ritenute più semplici da progettare e cantierizzare. Sono state così partorite una sorta di “invarianti delle invarianti”, cioè un elenco di 5 opere (Tranvia Cavour, Tranvia Togliatti, Tranvia Tiburtina, Funivia Casalotti-Battistini, Funivia Magliana e Prolungamento Giardinetti), da portare al Ministero entro quest’anno per accedere ai fondi dedicati alle città che stanno redigendo i PUMS.

invarianti MIT 2018

Non è dato sapere, e non è scritto in nessun documento, perché la tranvia Cavour sia prioritaria rispetto anche alla Termini-Vaticano-Aurelio (o anche soltanto a un suo lotto), oppure perché la Funivia Casalotti-Battistini sia prioritaria alla Funivia Clodio-Monte Mario-Gladiatori.

Tuttavia, non tutto è perduto. Durante le fasi che seguiranno, noi ci batteremo affinché la redazione definitiva del piano non solo segua i giusti criteri di scientificità ma rispetti anche la volontà espressa dai cittadini di superare alcune delle scellerate “invarianti” presentate, ampliando invece la rete metropolitana.

Il piano redatto si articola in due scenari. Il primo, definito scenario di piano, elenca le opere da realizzarsi nel breve-medio termine nell’arco temporale di 5-10 anni. Il secondo, definito scenario tendenziale, definisce per l’appunto il complesso della pianificazione di lungo termine verso cui “tende” il piano. Al momento queste tavole non sono state presentate ma noi abbiamo avuto modo di vederle nel corso della commissione mobilità che si è svolta ai Fori Imperiali lo scorso 23 novembre.

SCENARIO DI PIANO.  L’unica opera di rilievo riguardante le metro inserita nello scenario di piano è la Linea C fino a Clodio.  Si parla invece di un generico “potenziamento” delle rispettive “linee regionali”. Come abbiamo spiegato più e più volte, i generici “potenziamenti” valgono poco o nulla. Occorre che l’amministrazione abbia coraggio e inizi a parlare di Lido e Nord come di Metro E e Metro F. La metropolitanizzazione delle concesse sarebbe un intervento più che sufficiente a dare dignità ad uno scenario di breve periodo.

Tra le novità interessanti sono stata aggiunte la funivia Clodio-Monte Mario-Gladiatori ed il completamento del tratto di anello ferroviario fino alla stazione Tor di Quinto.

Purtroppo però, l’amministrazione si è ostinatamente rifiutata di retrocedere sulle invarianti, pubblicamente sconfessate dalla fase partecipativa. La Funivia Casalotti-Battistini ed il Minimetrò Jonio-Bufalotta campeggiano indisturbati.

SCENARIO TENDENZIALE. Questo scenario mostrerebbe, purtroppo, tutta l’ipocrisia della fase participativa avvenuta finora, in quanto rimane completamente prono alle impostazioni antimetropolitane che emergono dalle linea guida. Infatti, il piano prevede, come già prescritto “tutte le opere ritenute fattibili ed utili alla collettività, nell’ottica di mantenere al minimo l’impianto della rete metropolitana a quattro linee, già previsto dagli strumenti di pianificazione vigenti”. Non viene inserito il prolungamento della Linea C a Grottarossa, che pure esiste nel PRG; viene invece inserita una Linea D, peraltro indegnamente tratteggiata, con un ventaglio di varianti di tracciato mai approvate da nessuno. Quello che, a detta dei tecnici, dovrebbe essere una mera raccolta dei contenuti degli strumenti di pianificazione precedenti sembra invece una narrazione tutta soggettiva.

Ci teniamo a ripetere ancora che si tratta di una fase assolutamente preliminare della stesura del piano che dovrebbe arrivare ad adozione definitiva entra agosto del prossimo anno. Ci riserviamo di dare un giudizio più accurato una volta che verranno resi pubblici i primi dati tecnici e di visione così come le tavole dei vari scenari. Nei primi mesi del 2019 si svolgerà una nuova e più approfondita fase di ascolto e confronto. Sarà quindi potenzialmente possibile raddrizzare il tiro almeno sulle grossolane ipocrisie e le ingiustificate prese di posizione che snaturano l’idea stessa di un Piano della Mobilità.

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