Salviamo le concesse. Accordo tra Stato, Regione e Comune

Venti anni: tanto è passato dalla cessione delle ferrovie concesse alla Regione. Manca ancora una visione complessiva. Troppi propositi senza nessuna azione concreta. Il comune avanza delle proposte, sposando molte delle nostre idee, ma si scontra con la titolarità di gestione, programmazione e proprietà. Oggi avanza il rischio di una improvvida gestione statale nelle mani di RFI. Serve una svolta decisiva, al di là delle tante parole. L’unica soluzione, a nostro giudizio, è un Accordo di Programma tra Stato, Regione e Comune.

La peculiarità delle concesse romane

Per estensione territoriale, caratteristiche tecniche e tipologia di servizio le concesse nostrane hanno indubbiamente un aspetto difforme dalle altre ferrovie regionali italiane.

La Roma-Giardinetti e la Roma-Lido corrono interamente all’interno del Comune di Roma. La prima, addirittura, quasi completamente all’interno del GRA. Il servizio che svolgono ha un taglio prettamente urbano. Il “trenino giallo” è assimilabile a un servizio metro-tranviario (tipo Stadtbahn tedesche); il “trenino per ostia” ad una vera e propria metropolitana.
La Roma-Viterbo è l’unica vera ferrovia regionale ma nel suo tratto urbano (Flaminio-Montebello) le caratteristiche e il servizio assumono un aspetto metropolitano.

Il corto circuito politico e amministrativo

E’ chiaramente il Comune di Roma a detenere la maggiore relazione di competenza, utilizzo e programmazione. La gestione del servizio è però in capo alla Regione che, comunque, ricorre all’azienda comunale Atac. Da La Pisana lamentano la mancanza di una cessione formale dei beni che dipende esclusivamente dalla loro stessa inerzia. Trionfa così una mancanza di visione complessiva e di organizzazione. L’irrigidimento dei rapporti istituzionali lascia strada a posizioni emotive o elettorali, senza alcuna possibilità di avviare una concertazione seria. In quasi 20 anni la Regione è stata in grado di usare poco più della metà dei finanziamenti disponibili. Oggi che il comune avrebbe delle serie proposte per usarli trova il muro dell’accordo tra Stato e Regione (2002) che lo taglia fuori.

Lo Stato, dal canto suo, lascia adito a continue ambiguità. Dal 2017 con il decreto legge n. 50 le ferrovie regionali tornano formidabilmente ad avere un interesse nazionale. Così che si possa spingere il conivolgimento di RFI negli interventi di adeguamento fino addirittura alla gestione delle infrastrutture con ritorno dei beni in seno allo Stato (a breve faremo un Focus su questo argomento).
Un minestrone tutto italiano che fonderebbe il cervello di qualsiasi amministratore. Capite bene come tutto questo, benchè comprensibile a livello nazionale, stia strettissimo alla realtà romana. Peccato che la Regione non abbia neanche sollevato la questione e il comune non abbia voce in capitolo.

La svolta: Accordo di Programma

Bisogna fare chiarezza. Le ferrovie in questione non sono di interesse regionale nè tantomeno nazionale. L’unico interesse è quello del comune che deve finalmente essere messo in posizione di forza e priorità sugli altri due enti.
L’unico strumento efficace in questo caso, secondo noi, è un Accordo di Programma tra Stato, Regione e Comune.
Questo atto è disciplinato normativamente (art. 34 d.lgs 267/2000) ed ha rilevanza giuridica; permette in maniera formale di coordinare risorse e ruoli per la realizzazione di una o più opere o programmi. A nulla servirebbero convenzioni, verbali d’intesa o lettere d’intenti a cui spesso si è sentito fare riferimento. La materia è complessa e merita la giusta attenzione.

I punti salienti del provvedimento dovranno essere:

  • Trasferimento al comune di gestione e programmazione del servizio di Roma-Lido, Roma-Giardinetti e Roma-Montebello.
  • Incentivo alla cessione definitiva dei relativi beni alla Regione e quindi al Comune.
  • Ricognizione delle risorse ancora disponibili orientandole sulle recenti proposte dall’amministrazione comunale.
  • Ridefinizione normativa del ruolo delle infrastrutture e relativa competenza in materia di sicurezza.

Una visione d’insieme

Solo immaginando un modello di esercizio che rispecchi le reali esigenze della città si possono programmare gli interventi necessari. Solo scandendo le responsabilità degli enti competenti si garantisce il buon fine di tali programmi. Per fare tutto questo ci vuole una visione d’insieme e una minima volontà amministrativa.

Il comune, dobbiamo riconoscerlo, oggi più che mai ha mostrato un’ apertura in questo senso, sposando anche molti dei nostri suggerimenti. Da diversi mesi è disponibile un progetto definitivo per la riapertura della tratta Centocelle-Giardinetti con 2 nuove fermate, la messa in sicurezza e ripristino delle esistenti, ma soprattutto una nuova veste grafica contraddistinta dalla lettera G in linea con quanto auspicato in questo nostro articolo. Non manca anche uno studio per l’attestamento a Termini e il prolungamento a Tor Vergata.
La commissione capitolina mobilità ha recentemente preso atto della fattibilità dell’instradamento della Roma-Lido sulla Linea B, assumendo la necessità di uno studio di fattibilità e sposando l’idea di Metro E.
Un po’ più in sordina è passata invece la proposta sulla Linea F che, comunque, rimane secondo noi la soluzione più logica ed efficiente.

Spingeremo al massimo per questa visione e per questo accordo plurilaterale nelle sedi opportune. La partita delle concesse è sicuramente la più rilevante nel breve-medio termine per la mobilità cittadina.