Metro C: le talpe rimarranno sotto i Fori
Il progetto esecutivo di Metro C non si tocca. Niente varianti, niente alterazioni del quadro economico, seppur minime: le talpe saranno lasciate sotto il Foro di Traiano. Buone intenzioni su project review e Roma Metropolitane. Generiche dichiarazioni su Roma-Giardinetti e i finanziamenti MIT per l’ammodernamento e nuovi treni delle Linee A e B.
A seguito della commissione Mobilità della scorsa settimana ed all’incontro con l’assessorato di due settimane fa, avvenuto insieme agli amici di Sferragliamenti dalla Casilina e OdisseaQuotidiana, si delinea un quadro definito: le talpe che scaveranno le gallerie rimarranno, come da progetto esecutivo, sotto il Foro di Traiano; probabilmente verrà solo abbassata la quota di attestamento.
È chiaro che una tale posizione non può che derivare dalla volontà politica di non dare adito al contraente generale di muovere ulteriori contestazioni e di non gettare carne al fuoco con una nuova variante. Sinceramente non la condividiamo perchè, tecnicamente, ha il risvolto di rimandare il problema alla tratta successiva, come troppo spesso è successo nella vicenda Metro C. L’eventuale paura della lente d’ingrandimento della Corte dei Conti, che pure ci potrebbe essere, non la riteniamo ragion sufficiente per non fare le cose in maniera razionale. È il paradosso di un paese in cui la burocrazia per evitare l’aumento dei costi ne impedisce anche la riduzione.
Anche perché, come abbiamo sempre detto, la questione delle talpe non genera un rischio dal punto di vista tecnico sulla prosecuzione, che è comunque fattibile al di fuori di ogni dubbio, ma potrebbe generare improvvide decisioni politiche per l’aumento dei costi che inevitabilmente si innesca sulla tratta successiva. Oggi quindi questo rischio politico è più che mai cogente nonostante la tiepida consolazione ratificata dall’assessorato: “Sono in corso le attività iniziali di previsione e siamo in attesa di risorse che ci consentiranno di fare una project review completa e di adeguare il progetto del 2003 anche in funzione delle attuali tecnologie e delle attuali esigenze dell’amministrazione. Intanto nel bilancio di Roma Capitale abbiamo stanziato circa 30 milioni di euro per il prossimo triennio per la project review”. A questo proposito, da un documento mostrato da Roma Metropolitane in commissione emergono alcune interessanti ipotesi costruttive della congiunzione tra tratta T2 e T3 che, pur con un inevitabile aumento dei costi rispetto all’ipotesi di portare le talpe a Venezia, potrebbero evitare lo scavo tradizionale tra Venezia ed il Foro di Traiano. Purtroppo però, pur essendo stato conformato dall’assessorato che “l’obiettivo è arrivare quanto prima ad un rinnovo del contratto”, la risoluzione del problema di Roma Metropolitane sembra lungi dall’arrivare a breve e ciò ha ricadute dirette sulla capacità di progettazione del Comune, con tutte le conseguenze del caso.
Gli altri temi su cui abbiamo ricevuto una formalizzazione sono stati i 425 milioni stanziati dal MIT:
“I 425 milioni di euro ottenuti dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti daranno nuova linfa alle due linee metro della nostra città con nuovi treni, binari, scambi e un ammodernamento delle stazioni. La bozza di convenzione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è all’esame degli uffici dell’amministrazione e il passo successivo è l’approvazione da parte della Giunta capitolina. Un risultato tangibile ottenuto grazie all’attività di progettazione promossa e messa in atto da quest’amministrazione. Stiamo parlando infatti di risorse che la città non otteneva da quasi 15 anni.“
E ancora sulla Roma Giardinetti:
“L’iter di trasferimento della ex ferrovia concessa Termini-Tor Vergata è tutt’altro che fermo. Stiamo seguendo l’iter passo dopo passo, per ottenere nel più breve tempo possibile il passaggio di proprietà e i finanziamenti necessari per la riqualificazione e il prolungamento del tracciato. Roma Capitale sta lavorando infatti anche per l’ammodernamento della tratta Roma-Giardinetti e valutando la realizzazione di prolungamenti verso Anagnina (Metro A) e Tor Vergata. Sono opere che porteranno nuovi collegamenti per chi deve raggiungere il Policlinico, l’università e le aree commerciali. Il progetto di fattibilità tecnico-economica è pronto e deve solo essere presentato al Mit.”
Per quanto riguarda altri temi fondamentali come Linea D, la Linea E, la Rebibbia-Casal Monastero e lo stato dell’arte sul Nodo Pigneto si è preferito rimandare a un prossimo incontro più specifico sulle metropolitane ed il ferro pesante che noi speriamo di ottenere entro Dicembre.
sante parole! è una tale frustrazione sapere che non potrò vedere che forse pochi ammodernamenti prima di andarmene definitivamente in un mondo migliore. Mi ricordo che esattamente il giorno del mio 24-esimo compleanno aprirono la metro A e mi sembrava che Roma potesse essere un’altra cosa, una città in movimento, più accogliente, moderna, che avrebbe potuto essere come Londra o Parigi. E invece ormai alla mia età sono ancora a cercare di capire se apriranno un altro paio di fermate della C, con Roma che ha solo tre linee di metro o meglio due e mezza. Va beh, bisogna farsene una ragione. Forse i miei nipoti vedranno la linea D.
Progetto del 2003…. ma in quale Paese ci vogliono quindici anni per…. non fare niente? In quindici anni a Dubai hanno costruito una moderna metropoli con tanto di Ski center laddove c’era il deserto, perdio! E noi? Quindici annoi persi in chiacchiere e carte bollate, per poi dover ricominciare tutto daccapo. Ma potemo vince la guerra, come dice sempre un collega mio?
E’ un problema italiano, più che romano: ricordo che ci hanno messo 40 anni per decidere di fare la superstrada Bolzano-Merano, di neanche 25 km! Per non parlare della Salerno-Reggio Calabria, della variante di Mestre e, in tema di ferrovie, della Genova-Nizza, con molte tratte, tutte italiane, ancora a binario unico!
Neanche pareggiarla!