Accordo RFI – Comune. Facciamo il punto.

Dal nodo di scambio Pigneto al completamento del piano urbanistico della stazione Tiburtina, dalla chiusura dell’anello ferroviario nord alla riqualificazione delle aree limitrofe alle stazioni di Trastevere e Quattro Venti, fino alla implementazione dei nodi di scambio di Tuscolana e Ostiense. Sono solo alcuni degli interventi e investimenti programmati nel verbale d’intesa sottoscritto da Campidoglio, Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e FS Sistemi Urbani (FSSU). Molte buone idee, diverse incognite e alcune criticità. Il punto di MxR sul nuovo accordo per la rete ferroviaria della Capitale.

Lo scorso 24 Luglio è stato sottoscritto il Verbale di intesa tra Campidoglio RFI e FSSU. Un aggiornamento del primo documento firmato nel 2014, rappresenta lo strumento attuativo di un Programma di Assetto che ha compiuto quasi 20 anni. Non solo opere di trasporto per la città, quindi, ma un ulteriore impulso al percorso di collaborazione già avviato tra Roma Capitale e FSSU per la rigenerazione urbana di ampie porzioni di città ubicate in prossimità dei principali nodi di interscambio modale.

Cosa ci piace

Nodo Pigneto
Interessante l’indirizzo di fattibilità di una ulteriore fermata sul fascio di binari Indipendente tra Casilina e Tiburtina; obiettivo coerente con l’ipotesi futura di servizi FL4/FL6 verso Tiburtina. Condivisibile la nuova articolazione dei finanziamenti disponibili e delle fasi che valorizza prioritariamente l’aspetto trasportistico. Individuati 44 milioni per avviare entro il 2019 il completamento della Fase 1 e la Fase 2. Nel primo caso l’accordo prevede la copertura trasversale completa del vallo con predisposizione per la stazione sulla Indipendente. Nel secondo caso verrà realizzata la fermata sulla direttrice per Termini delle FL4/FL6. La Fase 3 invece, rimasta senza finanziamento, comprende la realizzazione della stazione sulla Indipendente, il tombamento completo del vallo e la riqualificazione delle aree del Mandrione.

Piano di assetto della stazione Tuscolana
Potrà finalmente prendere forma la rigenerazione urbana delle aree ferroviarie intorno alla stazione. Assente nei precedenti strumenti programmatori, questo nuovo piano di assetto contiene enormi potenzialità di riqualificazione e il rilancio di un ampia zona del quadrante Appio-Tuscolano. Si tratta, per ora, di poco più che un idea ma che vale la pena seguire attentamente negli sviluppi futuri.

Nodi di scambio Tuscolana-Linea A e Ostiense-Linea B-Lido
Grande passo avanti! E’ forse la prima volta che viene messa nero su bianco, in un documento di condivisione, la necessità di integrare i sistemi su ferro esistenti, gravati da una atavica e vergognosa carenza intermodale.  Speriamo che sia veramente la volta buona anche se i tempi sono difficilemente definibili. Si tratta di avviare i progetti di fattibilità tecnico-economica e inquadrarli nei più ampi piani di assetto delle rispettive stazioni.

Stazione Zama
Anche qui siamo a una mera dichiarazione di intenti ma è una grande vittoria per i cittadini che da anni si battono per questa fermata, fino ad oggi praticamente ignorata. Speriamo che in breve tempo parta il progetto che potrà definire gli aspetti del progetto. Interessante in tal senso l’opportunità urbanistica che si può generare dal rilancio delle aree dismesse della vicina caserma nonchè dalla possibilità di creare una nuova porta al parco dell’Appia Antica.

Un’altra cosa che ci piace, o meglio ci potrebbe piacere, è la creazione di un tavolo tecnico che dovrebbe lavorare a tempo pieno producendo dei report trimestrali sull’avanzamento delle attività. Ci auguriamo che sia veramente una cabina di regia, più che un mero monitoraggio, per realizzare le opere nel più breve tempo possibile.

Cosa non ci piace

Nuove stazioni Massimina, Statuario e Selinunte
Non siamo contrari alle stazioni, sia chiaro. Sono elementi fondamentali per aree della città a forte generazione di spostamenti oggi isolate dal sisitema di trasporto su ferro. Siamo invece perplessi dall’adeguatezza del tipo di esercizio che le servirà e sullo strumento attuativo in cui sono state inserite. E’ stata proprio RFI a sottolineare, nel recente accordo quadro sottoscritto con la Regione, che le suddette fermate “…non sono previste nel piano commerciale RFI, pertanto le eventuali risorse dovranno essere individuate dalla Regione […] fermo restando la necessità di dover mantenere garantito il cadenzamento e la stabilità dei servizi veloci”. In assenza di un esercizio di livello suburbano, questi ‘hotspot’ rischiano di deteriorare fortemente il confort e la competitività di linee dalla forte connotazione regionale dei flussi.

Chiusura dell’anello ferroviario nord
Anche in questo caso non ci sembra opportuno il livello di analisi e di condivisione che viene fatto. Tanto che in nessuno strumento pianificatore quest’opera ha mai trovato una ragionevole giustificazione di essere in termini di servizio. Quindi a nostro avviso sarebbe bene valutare la priorità e la necessità di un opera da almeno 550 milioni di Euro; valore, per avere un metro di paragone, quasi pari a tutte le restanti opere programmate sul nodo di Roma dal 2000 a oggi.

Cosa manca

A nostro parere quello che manca è la Regione. Questo tipo di protocolli vedono principalmente la condivisione di un interesse urbanistico delle aree ferroviarie interessate. Mentre, a livello Regionale, RFI condivide principalmente la pianificazione del servizio. Si delinea un grande buco pianificatorio e amministrativo che deriva dalla mancata convergenza delle tre realtà a un livello intermedio. Quello che nella gerarchia ferroviaria si chiamerebbe servizio suburbano. Le infrastrutture non vanno fatte solo per una sorta di inerzia storica ma vanno soprattutto usate. Non è possibile immaginare una infrastruttura se prima non si immagina il ruolo che gli si vuole dare. E questo purtroppo, in particolare per le strutture ex-novo (anello e nuove fermate suburbane) non può prescindere da un approfondito confronto sul tipo di servizio che si vuole effettuare sul nodo di Roma e che gerarchia dei servizi ferroviari si vuole pianificare. E a tal proposito, appunto, non si canta messa senza la Regione.