Flaminio: continua la sospensione del cantiere. A rischio la Metro F

“Prosegue la sospensione dei cantieri del nuovo capolinea”. Questo è quanto unitariamente dichiarato dall’Associazione Temporanea di Imprese (ATI) che si sta occupando della costruzione della nuova stazione Flaminio della Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo. La nuova stazione è indispensabile per distinguere i due livelli di servizio della linea ferroviaria, quello regionale e quello metropolitano, così da poter definitivamente procedere alla nascita della Metro F. Le banchine rialzate previste nel nuovo capolinea renderebbero il tratto urbano della linea anche coerente con le prescrizioni fondamentali delle norme UNI in merito alle metropolitane leggere. 

Flaminio smart allIn particolare, l’ATI intima la Regione Lazio al pagamento delle somme previste e non ricevute da parte del “pagatore” ATAC, delegato dalla Regione tramite una convenzione, che secondo i costruttori andrebbe stracciata. Tuttavia, la Regione Lazio ha ribadito in una nota che le somme oggetto del contendere, per un ammontare di circa 5 milioni e 400 mila euro, sono state già erogate ad ATAC, che quindi dovrebbe essere già in possesso di suddette somme. Ciò complica notevolmente la vicenda, poiché di fatto la Regione non può erogare nuovamente risorse già avanzate, ma deve essere ATAC a erogare queste cifre. Tuttavia, in una nota di oggi, ATAC ha comunicato di non aver ricevuto suddette somme dalla Regione e che, inevitabilmente, le risorse dovute sono state iscritte al concordato e saranno erogate secondo le modalità da esso previste. L’ATI sostiene invece che il corrispettivo previsto non possa essere iscritto nel concordato e ha diffidato la Regione dall’erogare, le somme pregresse ad ATAC, qualora non accaduto, pretendendo di riceverle direttamente. 

Questo situazione intricata, con ricostruzioni opposte e vincoli incrociati, rende di fatto impossibile proseguire i lavori nell’immediato, con il rischio che l’associazione di imprese possa infine procedere alla rescissione del contratto, lasciando un buco in mezzo a Villa Borghese. Ciò porrebbe una definitiva ipoteca al progetto della Metro F, almeno nel breve periodo. L’insufficienza dell’attuale capolinea, inoltre, inficia la possibilità per il gestore stesso di strutturare orari che siano rispondenti con le esigenze dei pendolari, generando un servizio spesso insufficiente, con il rischio che gli ulteriori investimenti sul resto della linea vengano vanificati.

Come ribadito dai costruttori, il cantiere ha visto spesso problemi burocratici anche a causa di un sistema amministrativo inutilmente complesso che oggi ha mostrato tutti i suoi difetti. In generale, si manifestano per l’ennesima volta i rischi di affidare ad un ente di diritto privato, in questo caso ATAC, l’erogazione delle risorse economiche di appalti pubblici. 

Qualora la situazione si dovesse sbloccare, il capolinea Flaminio richiederebbe ancora 2 anni di lavori, in particolare per le due gallerie monobinario ed i cameroni di interconnessione, con un’interruzione di circa 8 mesi dell’esercizio della linea. I lavori sarebbero dovuti terminare a settembre 2016 ma a novembre 2015 già erano stati accumulati 15 mesi di ritardi, dapprima per un ritardo di 3 mesi nell’apertura del cantiere e successivamente di 12 mesi, a seguito imputati al ritrovamento di una strada romana di età imperiale. Un ritardo che inaccettabile visto che il ritrovamento della strada non ha costituito alcuna “sorpresa”, visto che era già presente anche nella nota Forma Urbis Romae di Lanciani, e quindi era sicuramente gestibile e commiserabile seguendo i metodi del Prontuario Archeologico, assurdamente disatteso.

 

Schermata 2018-07-06 alle 12.00.44