Ferrovie concesse: nessuna decisione è ancora presa

Sulle ex concesse tanto rumore per nulla. Il nodo del contendere questa volta è un preavviso per l’aggiudicazione del servizio, che ha scatenato una baraonda di accuse e annunci. Tuttavia, la pubblicazione dell’avviso non implica la messa a gara, né pregiudica la cessione delle linee al Comune e tantomeno apre la strada al parternariato di RATP. È infatti solo un atto dovuto, che non impegna la Regione in alcun modo ma anzi le conferisce piena libertà decisionale. Ma, quando si parla di ferrovie concesse, come al solito la sovrapposizione degli interessi di Regione e Comune accende gli animi e alle volte ci viene il dubbio che anche gli atti più elementari siano solo l’occasione per una pura speculazione politica.  

Ma cosa è successo realmente? 

La questione è molto semplice, il regolamento CE n.1370/2007 obbliga “ciascuna autorità competente” a prendere “i provvedimenti necessari affinché, almeno un anno prima dell’inizio della procedura di gara o un anno prima dell’aggiudicazione diretta del contratto”, nel nostro caso il contratto delle ferrovie concesse, “siano pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea” almeno il nome dell’autorità facente funzione di controllo, il tipo di aggiudicazione ed i servizi interessati. Questo che cosa significa? Che indipendentemente dalla scelta di andare a gara o meno, la Regione è obbligata a pubblicare un avviso che illustri i punti di cui sopra. La Regione ha quindi annunciato di aver approvato una delibera che sancisce la pubblicazione dell’avviso. 

Il nodo della discordia è il punto relativo al tipo di aggiudicazione che, a quanto risulta dal comunicato stampa del 5 giugno, è quello di una “procedura di evidenza pubblica”, cioè la gara, facendo sì che tutti i giornali iniziassero a titolare “la Regione mette a gara le concesse”. Tuttavia, il regolamento europeo prevede la possibilità di modifica della procedura in qualsiasi momento, questo significa che fino alla pubblicazione del bando di gara nulla di tutto questo è certo o costituisce una decisione immodificabile, visto sopratutto che la “rettifica non pregiudica la data di avvio dell’aggiudicazione diretta o del bando di gara”, garantendo alla Regione in ogni caso il rispetto dei tempi. Fonti interne all’assessorato ci confermano infatti che una decisione definitiva sulle modalità di affidamento delle ferrovie ex-concesse ancora non è stata presa. 

La Regione aveva annunciato da più di un anno che avrebbe proceduto a pubblicare l’avviso, fin da quando nell’aprile del 2017 integrò il contratto di servizio con ATAC attraverso la delibera 221/2017, nata in autotutela rispetto alle osservazioni dell’Antitrust e dell’AGCM, concernenti anche il rispetto dei criteri dell’avviso della precedente delibera per l’affidamento. In narrativa si ribadiva che entro il 2019 si sarebbe definita la procedura di affidamento, mantenendo in ipotesi tanto la “predisposizione della procedura di gara per la concessione”, quanto la “possibilità dell’affidamento diretto del contratto di servizio”. Per questo, non è vero che la notizia di questo avviso sia giunta come un fulmine a ciel sereno come si è raccontato in questi giorni, ma anzi era proprio nella relazione della delibera di adozione del contratto di servizio con ATAC. Un obbligo normativo, quello dell’avviso, che ricordiamo permette di procedere comunque con l’affidamento diretto qualora ATAC superi felicemente il concordato, ma che permette alla Regione anche di effettuare un affidamento diretto ad una sua partecipata, che può essere la stessa COTRAL o il gestore nazionale FS, come già si era tentato.

Per informazioni più dettagliate, comunque sia, attendiamo la pubblicazione della delibera in oggetto, che avverrà martedì 12 e la cui narrativa potrà discernere anche i dubbi più complessi. Ci incuriosisce inoltre che larga parte del dibattito si basi su due documenti, la delibera e l’avviso, che non sono ancora stati resi pubblici. 

L’unico vincolo per la Regione, invece, è la proposta di project financing inoltrata da RATP. Infatti, il “parternariato pubblico-privato” citato dal comunicato del 5 giugno altro non è che la proposta che ormai da anni si trascina nei corridoi della Pisana. La procedura avviata con RATP, infatti, non ha ancora trovato una conclusione definitiva, complicando notevolmente il problema della definizione del perimetro del servizio, tema che si pone anche relativamente alla cessione della Termini Laziali-Giardinetti. Tuttavia, anche in questo caso, la Regione può in qualsiasi momento definire il perimetro dei servizi interessati. Purtroppo però, la proposta di RATP grava sulla destinazione dei fondi FSC 2014-2020, i famosi 180 milioni, chiaramente fermi fino a quando non sarà presa una decisione sul Project Financing. 

Appare evidente, quindi, che una discussione approfondita tra Comune e Regione sulle gestione delle ferrovie ex-concesse sia sempre più necessaria, evitando esternazioni emotive e comunicati esagitati e senza scopo che contribuiscono solo ad irrigidire i rapporti tra le amministrazioni a danno dei cittadini. È altrettanto evidente, tuttavia, che la consultazione referendaria sulla messa a gara del trasporto pubblico locale di Roma Capitale renda il tema dei contratti di servizio molto sensibile. 

Noi, comunque, ci auguriamo che in una situazione amministrativamente delicata come quella della scelta del gestore del servizio si riesca ad agire con la dovuta risolutezza.