Caudo: “Prolungamento della Metro B1 da Jonio a Bufalotta, senza se e senza ma”
La campagna elettorale per le elezioni municipali accende gli animi sul futuro delle metro. A meno 2 settimane dal voto, che si terrà domenica 10 giugno, il prolungamento della Metro B1 da Jonio a Bufalotta torna al centro del dibattito.
Solleva la questione il candidato del centrosinistra alla presidenza del III Municipio Giovanni Caudo, ex assessore all’urbanistica nella giunta Marino, che contesta la volontà manifestata dalla giunta comunale di sostituire al prolungamento della Metro B1 un sistema a fune, sul modello del minimetrò di Perugia. Tiene il punto, invece, il Movimento 5 Stelle del III Municipio che opta per il sistema alternativo sostenendo che “chi vuole portare la Metro B1 a Bufalotta senza fare un piano dei costi racconta qualche stupidaggine”. Un paradosso tutto romano quello che vede le forze politiche, spesso, sfidarsi al ribasso sulle opere pubbliche, invece di collaborare unitariamente per ottenere maggiori finanziamenti.
In particolare, il professor Caudo ribadisce la netta distinzione tra le due infrastrutture, sopratutto in termini di capacità di carico, andando a contestare l’ambiguità dell’assessore Linda Meleo che invece ha sempre parlato del prolungamento a fune come di un vero e proprio “prolungamento della Metro B1”. Lo stesso Movimento 5 Stelle del III Municipio sembra non avere ben chiara quale sia l’ipotesi di progetto in essere, visto che pubblicamente ha parlato di una “metro leggera di superficie di 2-3 stazioni”, quando invece tra le invarianti del PUMS il progetto figura come un sistema ettometrico a fune di 7 stazioni. Comunque sia, ambiguità del genere non sono nuove a Roma. Come non è nuova neanche l’idea di sostituire il prolungamento della Metro B1 “Jonio-Bufalotta” con un servizio “alternativo” o “innovativo” a fune. Non capiremo mai cosa abbia di innovativo un sistema profondamente statico e limitante che si inserirebbe, al contrario, in un territorio che si prevede subirà profonde trasformazioni ed espansioni future.
Il sindaco Gianni Alemanno già aveva proposto nel 2009, all’interno del Piano Strategico della Mobilità Sostenibile, un “sistema di adduzione alla metro B1 Bufalotta-Jonio-Ojetti. […] Un intervento funzionale a dare efficacia alla nuova tratta metropolitana B1, attraverso un sistema in sede propria (da valutare se con tecnologia tradizionale di superficie o innovativa di tipo leggero sotterraneo) che connette l’attestamento terminale della metropolitana ai due popolosi quartieri di Bufalotta e Talenti. Costituisce una anticipazione del prolungamento della linea B1 fino a Bufalotta e del tratto terminale della linea metro D, ma soprattutto garantisce realizzabilità nel breve termine.” Proprio la stessa retorica che oggi ha portato a ritirare fuori il progetto dal cilindro, per fortuna monco del tratto sostitutivo della linea D. Peraltro, nell’impossibilità di giustificare la sostituzione di un’infrastruttura prevista dal Piano Regolatore Generale, si parla quasi sempre degli impianti a fune come di una “anticipazione”, come se una volta ultimate questi si potessero smontare e rimontare, cosa già di per sé di dubbia realizzabilità, ma sopratutto come se le infrastrutture non si costruissero con indici di ritorno non inferiori ai 40 anni, di norma 50. Infatti come ribadì già Roma Metropolitane nel 2012, un tempo inferiore potrebbe in ogni caso comportare la “perdita dei benefici economici dell’investimento”.
Ma dal 2009 ad oggi, sopratutto, pesa l’esperienza dei corridoi filoviari che hanno dimostrato non solo come la retorica della “maggiore accessibilità e maggiore facilità di realizzazione ad un costo ridotto” non trovi evidenza reale ma anzi si scontri di fatto con pessimi rapporti tra ricavi e costi operativi che ad un minore investimento iniziale contrappongo sul lungo periodo una perdita costante per l’amministrazione nel bilancio ordinario. Non solo, l’esperienza dei corridoi ha mostrato addirittura tempi di costruzione superiori alle metropolitane, vista la difficoltà di intervenire sulla superficie in una realtà geometricamente complessa come quella romana. Si pensi che i lavori per il filobus Laurentina-Tor Pagnotta, nato in sostituzione del prolungamento della Metro B Laurentina-Trigoria, sono iniziati ben 9 anni fa (24 settembre del 2009) ed hanno avuto tempi di costruzione parametricamente superiori alla Metro C. Parliamo di una velocità di costruzione di 1,4km l’anno (se il corridoio dovesse essere completato nei tempi previsti, cosa che dubitiamo) contro gli 1,7km l’anno della C a San Giovanni. Ha dell’incredibile, poi, la coincidenza per cui quel corridoio filoviario avesse tempi di costruzione stimati in 27 mesi, esattamente come riportato per il Minimetrò nel documento delle opere invarianti, e se tanto ci da tanto… ci chiediamo come si possa pensare di concludere in poco più di due anni un’opera imponente come il Minimetrò che è tutt’altro che un sistema poco invasivo.
Si pensi che per i 4km di Perugia sono occorsi 5 anni di lavori, dopo una lunga fase di progettazione che ha inizio nel 1998. Difficile credere che i 3,2 km di Roma richiederebbero molto meno tempo. Sia chiaro, nulla vogliamo togliere al sistema perugino che nella sua città, pur con qualche problema di economia di esercizio, viste le pendenze topografiche ed i raggi di curvatura imposti, si presentò e si presenterebbe ancora come la soluzione più efficace tra i diversi vettori di trasporto. Caratteristiche peculiari, quelle perugine, che però non sono proprie del tracciato romano. Non sarebbe forse più opportuno, quindi, proseguire semplicemente con il prolungamento in metropolitana della B1 visti i tempi comparabili, la progettazione in stato avanzato ed il migliore rapporto tra ricavi e costi operativi? I cittadini romani pensano di sì e lo hanno dimostrato nel PUMS, ritenendo il prolungamento della metropolitana la sesta istanza progettuale più importante tra le 2666 proposte pubblicate.
La giunta Raggi ha positivamente recepito le istanze dei cittadini, modificando le proprie posizioni storicamente critiche nei confronti delle metropolitane, ma ancora oggi non è stato esplicitato se la giunta sia disposta a rinunciare ad alcune invarianti che i cittadini hanno sonoramente bocciato. Riprendere in mano il progetto di prolungamento della B1, sanandolo delle improvvide modifiche di tracciato alemanniane che conducevano all’ennesimo project financing di dubbia utilità pubblica, costituirebbe un importante atto politico. Sfuggire alle difficoltà riproponendo la trita e ritrita retorica del mezzo “alternativo” e “innovativo”, che spesso a posteriori si rivela più complesso da portare avanti della metropolitana, sarebbe un profondo atto di debolezza.
E’ stata lanciata parallelamente una petizione su change.org: https://www.change.org/p/comune-di-roma-no-al-people-mover-si-al-prolungamento-metro-b1-fino-bufalotta
Anche se credo poco all’efficacia di questi strumenti, voglio per una volta bermi la storia dei cinquestelle sensibili alle istanze che vengono dalla “rrete” e per questo ci ho messo la mia firma
Nella speranza che le 1.000 firme, che la Petizione vuole al momento raggiungere , possano portare ,di qui ad un paio d’ anni massimo , al risultato tanto sperato , visto e considerato che si tratterebbe di realizzare un nuovo tratto di metropolitana in un’ area, quadrante ” periferico ” , di certo non al centro storico.
Ho firmato anch’io la petizione e l’ho condivisa su facebook nel gruppo Tram e Tranvieri di Roma, nella mia bacheca e l’ho mandata come messaggio privato a un giovane militante dell’opposizione.
Anch’ Io desidero schierarmi tra i Sostenitori, senza la benché’ minima ombra di dubbio, del Prolungamento MB1 Da Jonio a Bufalotta al posto del People-mover simil minimtero’ di Perugia ( Alternativa quest’ ultima che oserei definire Assurda, da Evitare nella maniera più assoluta , Improponibile ) . Non essendo purtroppo né un tecnico, né un ingegnere lascio ad altre persone più esperte ed addette ai lavori la parte riguardante la Progettazione ma al 100 % Pro Prolungamento METRO visto che ” I Cantieri, i Lavori , per quanto lunghi possano essere e per quanti disagi possano creare prima o poi passano, come nel caso recentissimo di Via la Spezia e poi Largo Brindisi, la Metro Resta
Da sempre sostengo che la metro b1 debba arrivare a bufalotta o meglio ancora alla stazione fidene (fr1) seguendo il percorso che meglio si addice, per servire quel quadrante molto popoloso. No a soluzioni a fune. È opportuno valutare anche un nuovo capolinea oltre laurentina per servire zone completamente scoperte o da eur Magliana, deviare per agricoltura tintoretto, roma 70…come era previsto nel tratto a sud della metro d…
Vorrei fare un’altra osservazione. Il caso B1 a Bufalotta fa intravedere come la soluzione per una città “rotonda” come Roma, è certamente quello di realizzare un anello metro al quale agganciare delle diramazioni che vadano a prendere tutti i quartieri periferici, per capirci come una ragnatela. Al centro ci arriverebbe un sistema di linee che io chiamo “minimo”, cioè 5 linee di cui due e mezzo già fatte e le altre due che sarebbero la D ed eventualmente la E prolungata fino a Flaminio. una volta fatto l’anello metropolitano e la rete minima si potrebbe pensare a fare delle linee dall’anello ai quartieri periferici che sarebbero in media di 10-12km.
Questa penso sia la soluzione ottimale, da realizzare quando il petrolio andrà a 300$ 😀
Volesse il cielo! Ho più o meno lo stesso pensiero. L’unica differenza è che preferirei tutte diramazioni delle medesime linee a raggiera. La D (più verso ovest a Sud), la E fino al Flaminio e l’anello sarebbero già quasi sufficienti per la situazione attuale e per ipotizzare uno sviluppo territoriale futuro!
Ma infatti il prolungamento della metro B oltre Laurentina si dovrà fare comunque, per cui i Corridoi dell’Immobilità sono l’ennesima boutade: lenti, invasivi, inefficenti e con rottura del carico.
Soldi buttati. A questo punto si progetti il prolungamento della metro B oltre Laurentina con stazioni sotto le zone più popolate.
“Un paradosso tutto romano quello che vede le forze politiche, spesso, sfidarsi al ribasso sulle opere pubbliche, invece di collaborare unitariamente per ottenere maggiori finanziamenti”
Quanto è vero.
Tornasse Marino, insieme a Caudo, altro che ‘sti pecorari!
Come si fa a non capire che bisogna pensare i servizi per essere validi da subito fino ai successivi 30/40 anni?!?
La metro costa troppo? ECCERTO! Poi però dopo pochi anni OOOPS! La gondoletta volante non è più sufficiente! MACHEPALLE!!!
Esatto. Dobbiamo immaginare il futuro della città al 2040. Disegnare, insieme a tutte le forze in campo, comprese le università, le associazioni di cittadini, le aziende impegnate nel TPL, quella che dovrà essere la città del futuro. Solo così potremmo valutare l’operato delle diverse giunte: ossia per quanto siano state in grado di portare avanti il comune progetto e non per quanto abbiamo smontato quello precedente.
Intanto Raggi sta già battendo cassa con il neoministro Di Maio affinché venga concessa a Roma una maggiore autinomia che snellisca le procedure per ottenere finanziamenti e avviare le opere. Una sorta di città-Stato, come le maggiori Capitali del Mondo. Hai visto mai che proprio i 5stelle riusciranno dove tutti i predecessori hanno fatto solo chiacchiere?
Quali fermate prevederebbe il prolungamento della B1? Per farle bisognerebbe spostare nuovamente il mercato di Valmelaina?
Non credo. La prima è a Vigne nuove, poi Mosca e capolinea nei pressi del centro commerciale Porta di Roma.
Questo era il disegno di Alemanno, preferisco il primo progetto che prevedeva il percorso in zone già densamente edificate, come via Monte Cervialto – piazza Vimercati – Bufalotta
L’importante é che ci sia una fermata in corrispondenza del GRA con ampio parcheggio di scambio come ad Anagnina.
La proposta del Comitato al PUMS la appoggio in pieno (e infatti l’ho votata): https://www.pumsroma.it/partecipa/proposte-cittadini/metro-b1-prolungamento-jonio-bufalotta/ tracciato verde