Abbiamo vinto. Svolta M5S. Metro C in centro grazie a MetroXRoma
Traguardo storico per il comitato MxR dopo anni di battaglie e sensibilizzazione. I voti del PUMS non lasciano scampo. Raggi annuncia di volere la Linea C in centro storico e oltre; spazzati via anni di ambiguità del M5S sul proseguio dell’opera dopo Colosseo. All’unanimità le forze politiche presenti in Assemblea Capitolina sono finalmente favorevoli al completamento della Metro C fino a Farnesina. Ma siamo solo a una dichiarazione di intenti… ora pretendiamo i fatti, a partire dalla project review!
Venerdì, è stata una giornata decisamente importante. È stata annunciata la data ufficiale di apertura di San Giovanni, cioè sabato 12 maggio. Ma sopratutto, con il via libera politico alla tratta T2 si è raggiunta finalmente quella normalità che vede l’arco delle rappresentanze politiche e amministrative forti nel promuovere la dotazione infrastrutturale della città. Un allineamento che delinea nella realizzazione della Metro C una vittoria per la Capitale, anche con i problemi e gli errori, che pure ci sono stati, ma che non possono oscurare l’incredibile necessità di metropolitane nella nostra città.
Vogliamo cogliere questa storica occasione per tirare le somme di questi anni di attività del Comitato e definire gli obbiettivi del futuro. MetroXRoma nasce nel 2011, quando sul fronte linea C già traballavano le stazioni del centro storico e il futuro oltre Colosseo. Sul panorama mediatico campeggiavano i miti creati dagli pesudo-ambientalisti conservatori a dalle opposizioni NIMBY. Da lì è iniziato il nostro lavoro di ricerca, di informazione e di sensibilizzazione. Ci siamo accorti che al contrario i cittadini sentivano il bisogno di un sistema di trasporto di massa efficace, e che era necessario dar voce a chi vive la città. Ne nacque qualche tempo dopo il bellissimo flash mob di Chiesa Nuova che ha segnato per noi un punto di svolta. E che ci ha fatto conoscere alcuni compagni di viaggio e di battaglia come i ragazzi di Salviamo Chiesa Nuova MC e Salviamo la Metro C che ringraziamo oggi pubblicamente.
Era ormai chiaro che il problema delle metropolitane a Roma non era tecnico, come il pregiudizio comune voleva far credere, bensì molto politico. Da questo assunto è nato quello che oggi conosciamo come il “Metodo MetroXRoma”, che non è solo la proposta tecnologica che abbiamo presentato in passato, ma una vera e propria proposta di metodo: spingere in ogni modo gli attori partecipanti al tema delle infrastrutture a definire i problemi e le volontà, senza lasciare spazio alle ambiguità. Superare il pregiudizio per avere chiare le necessità di tutti e quindi poter definire progetti con tecnologie rispondenti alle caratteristiche richieste, facendo dialogare tutte le realtà di fronte ai bisogni dei cittadini.
È così che le soprintendenze hanno mostrato i loro interessi e dinieghi, e dalle posizioni difensive del passato oggi parlano addirittura di Metro C come di “uno strabiliante cantiere archeologico”, alla faccia di chi pensa che la metropolitane danneggino i beni culturali. Come anche le forze politiche più strenuamente contrarie, come lo stesso Movimento 5 Stelle che nel 2013 chiedeva di fermare l’opera a San Giovanni e che oggi invece dà la direzione politica di proseguire. Nessun voltagabbana, nessuna giravolta, ma la caduta di pregiudizi alimentati da un dibattito sterile e senza scopo, spesso ingenerato dalla ricerca di sensazionalismi, come quelli di alcune testate giornalistiche che hanno alimentato per anni, e talvolta non esitano ancora a farlo, vere e proprie superstizioni.
Ora, al netto della direzione politica e della necessità di proseguire la nostra attività di informazione, vengono le questioni amministrativamente più complesse. I problemi di cui abbiamo parlato in passato sono ancora presenti e pesano molto sul reale futuro della linea C; noi vigileremo come sempre e faremo in modo che questi, per ora, buoni propositi, diventino fatti e azioni concrete.
Non solo, da oggi si devono riaprire nuovi fronti. La Linea D, la metropolitanizzazione delle concesse, i prolungamenti delle linee esistenti, sono tutte infrastrutture di cui i cittadini hanno bisogno. Noi ci batteremo perché tornino centrali nel dibattito, perché ne abbiamo bisogno tutti noi. Ne ha bisogno Roma.
Salve a tutti, non mi é chiaro e non trovo riferimenti riguardo alla eventuale creazione di un fututo collegamento a San Giovanni tra la fermata della Metro A e quella della Metro C o se si dovrà per sempre raggiungere la superficie per cambiare linea. Qualcuno ha informazioni a riguardo?
Lo scambio ovviamente già c’è. Oggi per cambiare tra linea A e linea C, e viceversa, non si deve raggiungere la superfie stradale ma, temporaneamente, il piano -1 (atrio), ripassando i tornelli con lo stesso biglietto. Appena la stazione San Giovanni linea A sarà adeguata alle normative antincendio saranno aperti i varchi dedicati al livello -3 (corrispondenza) che già esistono, garantendo uno scambio diretto senza dover risalire e uscire-rientrare dai tornelli.
Da
http://www.romafaschifo.com/2015/07/tram-treni-e-metro-roma-il-testo.html
dove è stato pubblicato un saggio di Walter Tocci sulla situazione dei trasporti romani in quel momento
leggere la parte che riguarda il metodo Roma e la collaborazione tra ingegneri e archeologi che è venuta meno negli anni, qual era il progetto originario della stazione dei Fori e perché è stato cambiato tutto.
Speriamo bene…
Avete notizie della stazione Pigneto di scambio con RFI?
Oggi sono passato davanti ho visto dei lavori ma non mi sembra ancora un grande cantiere………….
Mi fa piacere, ma attenzione a elogiare la Raggi. Questa tratta era stata avviata tempo prima. Per l’inaugurazione della tratta successiva (appena due stazioni) se ne riparlerà nel Duemila e ….ed è su questa che mi aspetto di vedere alla prova la Raggi. Per non parlare delle tratte successive dove sarà decisivo il lavoro preparatorio dell’attuale giunta.
Andrea dimentichi come e’ stato trattato Marino. Il comune di Roma e’ stato trovato con le casse vuote. Ma il problema è un po’ di tutta Italia. Non faccio parte di nessun partito. Ma i Romani hanno la memoria corta. Non dico di essere contento ma il fatto che Roma è piena di buche riguarda come hanno fatto le strade le ditte precedenti, oltretutto nessuno si chiede quante auto camion autobus transitano su una Via Tiburtina o via Salaria a Roma piuttosto che in un paese sperduto nel cimino. Con rispetto Oliviero
Viale della Primavera: davanti al Centro Commerciale, sulle striscie pedonali, è possibile apprezzare delle buche sull’asfalto fatto pochi mesi fa.
Da ex motociclista le strade erano appena decenti solo sotto Veltroni.
speriamo bene che si arrivi presto alla farnesina !!! forza metro per roma
Il tram 8 a stazione Trastevere ci è sempre passato … forse vi riferite al 3
Perdonami il 3
Scusate il merito non è vostro avete solo dato un consiglio come altri comitati, non dipende certo da nessuno se prima non c’erano i soldi per fare le cose al Comune di Roma, con tutti i soldi e i malaffari di Roma con i contatti con la mafia. Brava è Virginia Raggi che è stata infangata da tutti a portato il Tram 8 fino alla Stazione di Trastevere, a portato la Formula E all’ Eur, riparato le strade e tante altre cose. Con rispetto Buona Serata
Io ci andrei molto cauto. Molte vaccate le hanno fatte anche i M5S. Un conto sono gli annunci, un conto i fatti. Aspettiamo.
“….e tante altre cose…” Mi spiega quali sarebbero le tante altre cose. Quanto alle strade. RIPARATE? Proprio giorni fa una voragine mi ha squartato una ruota e, vado OT mia moglie, è stata derubata in pieno centro. E’ la prima volta in venti anni di nostra permanenza romana
Sulla MC quali sarebbero i meriti dalla Raggi? Avere ritardato di 8 mesi apertura di San Giovanni, senza scusarsi o quantomeno fornire motivazioni dei ritardi?
Un po di obiettività non guasterebbe!
P.S. La Raggi l’ho pure votata, anche se ne sono amaramente pentito.
Come avrebbe fatto la Raggi a ritardare di 8 mesi l’apertura di S. Giovanni? Sono proprio curioso di saperlo.
Per quanto riguarda le strade è da un anno che vedo rifare sul serio chilometri e chilometri di strade come non succedeva perlomeno dagli anni novanta, e questo è un fatto. E’ ovvio che se ci sono decine di migliaia di buche risultato di lustri di incuria non puoi avere la bacchetta magica.
E infine, in centro a Roma rubano da sempre, messa così sembra che con i 5S la criminalità sia aumentata per loro demerito.
Comunque i M5S hanno il grave demerito, tra gli altri, di essersi schierati dalla parte di ATAC per motivi di voti. Anche oggi in centro è stata sfiorata la strage, se ci scapperà il morto, visto che nessuno fa niente, come la mettiamo? Secondo me i libri contabili di ATAC dovrebbero essere in Tribunale già da un pezzo e molti sfaccendati e/o inetti mandati a coltivare margherite.
La Giunta oltre ad essersi schierata nettamente a favore dell’ATAC, difende a spada tratta anche TUTTI i dipendenti comunali.
Dovete ragionare e guardare i fatti prima di esprimere giudizi senza farvi fuorviare dalle vostre appartenenze.
Ricordatevi inoltre dell’ennesime dimissioni (Meloni) e chiedetevi il perché l’assessore se n’è andato.
Detto ciò al Comitato va sicuramente va dato merito, ma ora bisogna aspettare i fatti, non le parole o i selfie
Stefàno e la Meleo avevano annunciato apertura entro autuno 2017. Quindi, anche considerato il fatto che non hanno fornito alcuna giustificazione circa i ritardi, la responsabilità per quanto mi riguarda,è ESCLUSIVAMENTE di questa giunta.
Quanto alla criminalità è la prima volta in vent’anni. Sarà stata una combinazione, per carità, ma è un fatto.
Comunque, per tornare in argomento, altra piccola buona notizia:
GLI ORARI
Con l’apertura della tratta Lodi-San Giovanni la linea C segue gli stessi orari del resto della rete metro:
– tutti i giorni escluso il venerdì e il sabato prima e ultima corsa dai capolinea di San Giovanni e Pantano: 5.30-23.30
– venerdì e sabato: prima e ultima corsa dai capolinea di San Giovanni e Pantano: 5.30.1.30
http://www.atac.roma.it/page.asp?r=16622&p=159
Già mi espressi su questo argomento ma lo voglio ribadire: a mio avviso, fintanto che il capolinea sarà s.Giovanni (ma anche quando sarà Fori Imperiali), sarebbe cosa buona e giusta far partire l’ultima corsa da s.Giovanni verso Pantano almeno un quarto d’ora dopo (vale a dire alle 23,45 nei gg “normali” e alle 1,45 il venerdì ed il sabato notte), solo da s.Giovanni verso Pantano, e non viceversa.
Dico questo perché se prendessi l’ultima metro della A o o della B, da qualsiasi stazione, non potrei mai fare in tempo a prendere l’ultima partenza da s.Giovanni, lasciando così gli orari.
No, S.Giovanni, come dimostrabile da Metroxroma che ha copiato la pagina, era pronta da novembre 2015, quando Romametropolitane dichiarò la disponibilità a consegnarla al Comune, avvertendo nel contempo che la frequenza sarebbe passata da 12 a 14 min.
Immagino la sua sia una provocazione, visto che dal 2015, si sono susseguiti, una serie di articoli del Comitato sul cantiere di San Giovanni. Io stesso che abito a poche centinaia di metri dal cantiere, posso garantirle che nel 2016, il cantiere stesso era in piena attività.
Buongiorno
non so se la Raggi è tanto brava per aver aperto UNA stazione di Metro 1 anno dopo averla inaugurata, cmq gli altri meriti elencati mi sembrano azzardati (tipo “riparato le strade”..)
In ogni caso da 2 giorni purtroppo la linea C è interrotta x guasti tecnici, non mi sembra un buon viatico
Saluti
Un consiglio? E chi l’avrebbe proposto il progetto al PUMS? Topolino?
Su questo blog si parla di idee concrete e ci sono persone intelligenti che leggono, è inutile cercare di fare i soliti “revisionisti”.
PS: strade riparate? ma per favore
Riguardo la metro C Virginia Raggi ha impiegato circa due anni per arrivare a sostenere una necessità evidente per la mobilità romana, rallentata come era dall’atteggiamento disfattista di buona parte del suo partito, o movimento politico che dir si voglia. Relativamente al tram 8, è stato semplicemente riattivato un servizio che già esisteva prima e che per ragioni non del tutto chiare era stato sospeso. Un merito, certamente, ma niente di che. La Formula E è stato un evento interessante, ma non dimentichiamoci del “no” alle Olimpiadi e della cattiva gestione del progetto dello Stadio della Roma, che ora si ritrova con una dotazione di servizi per i cittadini decisamente inferiore rispetto al programmato. Le strade riparate, con tutto il rispetto, le vede solo Lei. Malgrado la notizia positiva della metro C alla signora Raggi per ora assegno una netta insufficienza. Al comitato Metro x Roma, invece, a questo punto mi sembra giusto dare un bel 9, e giusto perché il 10 si dà solo in condotta. Bravi così!
Riportateo il tram 3 alla stazione Trastevere semmai. Per il resto …lasciamo perdere.
Forse vivi a Genova, ove domenica scorsa non ho trovato né una buca, né una cartaccia per terra.
Qui a Roma fanno rattoppi da 20 m., con costi unitari assurdi.
Sono uno di quelli che ha votato sul Pums la vs. proposta e sono intervenuto spesso, nei commenti del Pums, anche di altre proposte per sfatare il mito che a Roma le metro non si possono fare e in centro c’è già la A e la B ed altre amenità. Ero con uno di voi alla Commissione Mobilità sulle metropolitane. Vi esprimo il mio pensiero in 2 punti. La Raggi, dimostrerà di essere a favore della prosecuzione della metro C, oltre Fori Imperiali, veramente, se compirà a stretto giro due atti:
1. Risolvere il problema che voi avete chiamato ottimamente “Talpe alla cieca”, ovviamente con MIT e Regione Lazio;
2. Avvio della revisione progettuale della tratta T2, intendo quella vera e propria.
Solo allora sarò un po’ più tranquillo.
Personalmente ne ho parlato tempo fa con Cialdini.
Continuate così!
Dimenticavo: visto che si parla di ascensori ecco un articolo interessante sulle ultime tecnologie disponibili
http://www.elevatorimagazine.com/le-stazioni-del-metro-del-futuro/
“alla faccia di chi pensa che la metropolitane danneggino i beni culturali.”
Capisco i festeggiamenti e tutto ma non mi cadete in queste dichiarazioni da bar. Se scavi per costruire una stazione i beni culturali li danneggi per forza perché dovrai toglierli per fare spazio alla stazione facendo venire meno la posizione originaria nel tessuto storico. Ma anche senza scavare sotto, già dimenticato cosa è successo al belvedere Cederna? Che poi la sovrintendenza festeggi il fatto che si possono fare scavi archeologici è solamente una limitazione del danno dal momento che in questo paese gli scavi andrebbero fatti a prescindere dalle opere pubbliche, ma come sappiamo i finanziamenti ai beni culturali sono patetici, e quindi per loro può andare bene anche questo.
Detto ciò, siccome sono anni che vado spiegando come il metodo da elefanti nella cristalleria adottato finora è solo dannoso e comporta ritardi che non vi devo ricordare (S. Giovanni apre il 12 ma quanti anni di ritardo ha accumulato?), se in questi due anni di revisione del progetto capiranno finalmente che scavare stazioni nel centro storico di Roma è completamente diverso dal farlo in qualsiasi altra città del mondo (a meno di non tornare indietro di 60 anni quando si buttava via tutto quello che si incontrava) forse riusciremo a portare avanti i lavori in tempi decenti,
Ma per fare questo occorre che PRIMA (PRIMA, PRIMA Dio Santo, PRIMA) di pensare a qualsiasi altra cosa vadano fatti scavi archeologici veri nei punti dove si pensa di costruire le stazioni. Avrebbero avuto 15 anni per farlo ma finora gli interventi degli archeologi sono stati solo conseguenti agli scavi e si è buttato un sacco di tempo. Ci si limitava a qualche carotaggio così, tanto per, e si sono viste le conseguenze. Quando con veri scavi si può stabilire dove e come possono essere costruite le stazioni allora si decide dove far passare la talpa. Del resto lo scavo dei tunnel è la parte più veloce, sono le stazioni ad allungare i tempi. Partire sapendo che le stazioni non avranno imprevisti è l’unico modo per rispettare i tempi.
E naturalmente di atrii megagalattici sotto la strada neanche a parlarne. Gli atri vanno fatti sotto lo strato archeologico. Si deve ripartire dal metodo Roma e risolvere tutti i problemi tecnologici come fanno nel resto del mondo. A Mosca hanno scavato parti delle nuove stazioni coi picconi per evitare le vibrazioni dei macchinari. A Londra in qualche stazione del Crossrail hanno scavato le discenderie per le scale mobili da sotto e non da sopra. Tutto si può fare se si hanno le capacità tecnologiche.
Fatelo presente a chi di dovere.
Ciao Emanuele l’ altro ed altri colettori
Nel condividere quanto affermi a proposito del costruire anche le future stazioni al di sotto dello strato archeologico volevo chiedere perché mi e’ venuto un dubbio ” ricordo male oppure a Piazza Venezia alcuni anni fa , tra il 2007 ed il 2013 ?? vennero effettuati degli scavi archeologici nel centro della Piazza davanti l’ altare della patria proprio per aver un’ idea sul dove localizzare, realizzare le discenderie, gli accessi alla futura stazione ? Tra l’ altro venne poi , nel 2014 presentato nuovo progetto per stazione Venezia ” Passante ” e non capolinea
Caro Emanuele mi dispiace che tu la veda come una dichiarazione da bar; scavare una stazione non è sinonimo di distruzione, anzi per come viene affrontato è un processo estremamente costruttivo dove si studia, si analizza e soprattutto si sceglie. E la scelta consapevole di cosa debba essere ricollocato e come con l’obiettivo di restituire situazioni archeologicamente comprensibili, è forse l’espressione più alta in termini di tutela.
Quello che tu vedi come distruzione noi la vediamo come valorizzazione.
Tra l’altro il belvedere Cederna verrà ricostruito tale e quale con gli stessi materiali che sono stati accuratamente rimossi. Anche qui non vedo nessuna distruzione.
Detto questo siamo assolutamente d’accordo con te che vadano minimizzati il più possibile gli scavi a cielo aperto ma sicuramente non possono essere eliminati. In quest’ottica purtroppo un indagine archeologica preventiva del tutto esaustiva come la intendi tu non potrà mai esistere. Gli strati archeologici sono troppo spessi ed estesi perchè un “saggio preliminare” possa definirsi determinante per le scelte progettuali.
Oggi è ormai assodato un approccio apparentemente controproducente ma che è in realtà la soluzione migliore in un contesto unico come quello romano… ovvero si sceglie prima il luogo dove si fa la stazione e poi si procede allo scavo integrale archeologico perchè un attività di questo tipo è possibile solo se si fanno le opere di contenimento necessarie a costruire una stazione. Questo modus operandi, concretizzato nel prontuario archeologico utilizzato a Roma e Napoli è in grado di fornire tempi, costi e logistiche certe allo scavo archeologico. E per di più è una impostazione più volte riconosciuta e avallata dal principale organo di vigilanza sui contratti pubblici, l’Anac (a titolo d’esempio di vedano le delibere 186/2018 e 912/2016).
Per evitare ritardi enormi ci vogliono, invece, alcune accortezze progettuali e procedimentali che permettano una pronta risposta alle esigenze di tutela che emergono a valle dello scavo archeologico (vedi problematica relativa alla variante necessaria ad Amba Aradam) considerando comunque che l’imprevisto, proprio perchè tale, non sarà mai in alcun modo eliminabile a priori: di questo bisogna averne consapevolezza.
Conoscete la Pompei romana? Ecco, mettiamo che qualcuno avesse deciso di costruire una stazione a Pompei. Scavi archeologici avrebbero portato alle rovine del tempo dell’eruzione. Poi però quelle rovine sarebbero state rimosse perché la stazione deve scendere sotto lo strato archeologico facendo venire meno la continuità archeologica, storica e urbanistica del luogo. Adesso pensate se qualcuno proponesse davvero una cosa del genere: nel migliore dei casi verrebbe preso per pazzo.
Questo è quanto succede ogni giorno a Roma quando si scava. Roma è una Pompei con gli steroidi ma dal momento che è ricoperta dalla città moderna non ci si fa caso al di fuori degli ambienti archeologici.
Quando scavi un campo da calcio a S. Giovanni e lo fai scendere sotto lo strato archeologico spazzi via tutto quello che trovi.
La differenza tra uno scavo archeologico voluto per studiare una situazione e uno obbligato per fare spazio a un enorme volume sotterraneo da riempire di atri e scale mobili col contentino di vasi e statue in mostra è questa. Nel primo caso conservi la storia in tutto e per tutto, e quando decidi di passare oltre andando in profondità lo fai con cognizione di causa ipotizzando che i vantaggi saranno maggiori degli svantaggi. Nel secondo caso devi scendere comunque e sai già che quanto scopri, a meno che non sia così clamorosamente importante da doverlo mantenere sul posto con varianti che costano un sacco di soldi e di anni, andrà come minimo smontato e spostato, quando non perso per sempre.
Il prontuario archeologico, che nominate da anni, non ha impedito i ritardi colossali che sappiamo e le scoperte fatte passare per clamorose quando già si sapeva cosa ci poteva essere sotto (vedi Amba Aradan).
E’ ovvio che se scavi un cratere come a S. Giovanni ci vogliono strutture di contenimento (che a loro volta danneggiano i reperti presenti). Ma se parti scavando piccole porzioni dove presumi di fare i pozzi (piccolo a loro volta, non le decine di metri che proponete anche voi) non servono strutture fisse enormi per garantire la sicurezza. Se dopo qualche metro non trovi niente di così importante da dover ripensare la stazione a quel punto ti allargherai quanto basta per scendere oltre e così via. In questo modo senza stravolgere intere piazze o strade della Roma moderna con il montaggio di cantieri potrai decidere se costruire lì o no.
Queste cose non richiedono fondi enormi e opere colossali ma tempo, e abbiamo già buttato 15 anni quando si sarebbe potuto stabilire tutto se questi piccoli scavi fossero stati portati avanti in parallelo ai lavori della tratta esterna della linea C.
Il belvedere è stato smontato per far posto al deposito dei materiali della Metro, qualcosa di assurdo. E i giardini di villa Rivaldi che fine hanno fatto?
Una delle prime cose che noi archeologi impariamo è che lo scavo non è reversivo.
Ogni nostra azione non potrà mai essere cancellata. Il termine che usiamo è demolizione, mai distruzione. Perché demolendo studiamo e documentiamo la stratigrafia in maniera da comprendere gli antichi contesti. Per una città pluristratificata (più di Pompei) ci si imbatte sempre di fronte ad ogni genere di situazione. Purtroppo non possiamo prevedere, anche se utilizziamo metodi meno invasivi.
I carotaggi ad esempio.
Io ho lavorato a S. Giovanni per gran parte del tempo dello scavo archeologico.
La cosa più incredibile che è stata trovata è la grande vasca. I carotaggi sono arrivati fino ed oltre quel livello. Ma sapevamo di andare incontro a quella incredibile struttura? Assolutamente no.
Si sarebbe dovuto sapere anni prima grazie allla metro A. Ancora nessuno ha sottolineato il fatto che la stessa vasca è stata sicuramente coinvolta dagli scavi di quegli anni. Se la cosa fosse stata documentata credo che si sarebbe deciso un altro luogo per questa stazione. Ma queste sono considerazioni a posteriori.
Dal momento che hai partecipati agli scavi di S. Giovanni puoi dirci qualche particolare?
Per esempio: davvero i progettisti pensavano che scavare quel cratere in quel punto non avrebbe comportato problemi archeologici o ti sei fatto un’idea diversa?
Perché la sovrintendenza non sapeva della vasca dato che nel 1980 la metro A è passata in quel punto? Più in generale cosa pensi della sovrintendenza romana? Ti pare adeguata alla situazione? (se non vuoi rispondere per non comprometterti non c’è problema 😉 )
Cosa ne pensi del tanto sbandierato prontuario archeologico applicato alla metro C?
Che differenza ci sarebbe stata negli scavi a S. Giovanni rispetto a come sono avvenuti se non ci fosse stato l’obbligo di fare posto all’enorme volume della stazione?
Scusa se sono tante domande ma non capitano tutti i giorni addetti ai lavori in questo campo.
Perdonami ma per quanto tu voglia scavare piccole porzioni queste devono comunque esaurire lo spessore archeologico per essere determinanti nel valutare la fattibilità di una stazione; Esaurirlo vuol dire arrivare sempre sotto la falda spesso spingendosi a più di 10 metri sottoterra (a san giovanni si è arrivati a circa 20 metri!) e tutto questo non può essere fatto con opere provvisorie, ma solo con opere definitive e impattanti come paratie in cemento armato. Ti rendi conto che sarebbe una duplicazione di costi impressionante allargare progressivamente scavi del genere o addirittura abbandonare un luogo per esplorarne un altro?
Inoltre il modello costruttivo a cui mi sembra che tu faccia riferimento, con piccoli scavi a cielo aperto, con predilezione degli spazi sotterranei, è molto simile al “modello Roma” che abbiamo già spiegato per quale motivo non sia perseguibile nello scenario romano. Solo per farti un esempio scavare atri e discenderie sotterranee comporta la realizzazione di ampi spessori di iniezioni cementizie al contorno dello scavo distruttive per qualsivoglia presenza archeologica. Inoltre il consolidamento estensivo dei palazzi storici necessaria, comporterebbe il massivo utilizzo delle stesse iniezioni con carattere distruttivo.
Il belvedere comunque e’ stato smontato per far spazio a parte dello scatolare di stazione non per un deposito di materiali; cerchiamo magari di evitare la diffusione di notizie errate e tendenziose.
Non ci siamo capiti. Io scavo, dove deve esserci un pozzo, una piccola porzione di terreno rispetto al metodo tradizionale stile stadio S. Giovanni. Scendo di qualche metro, niente di clamoroso, roba simile si fa tutti i giorni per vari motivi. Trovo le rovine di qualcosa di importante? Stop agli scavi. lì non si può bucare. Non si scende oltre, a meno che non lo si voglia fare per motivi puramente archeologici ma dal momento che i beni culturali piangono miseria alla fine si ricoprirà tutto in attesa di tempi migliori.
Non trovo niente di importante? Allargo di qualche metro lo scavo e scendo più giù e così via. Non esistono solo le paratie in cemento armato, ci sono anche paratie metalliche provvisorie utilizzate nei cantieri di tutto il mondo. In ogni caso considerando la porzione di terreno che va sbancata, pochi metri di diametro, rispetto a quanto si faceva oggi, i costi, i tempi e l’impatto sulla città sono ridotti al minimo.
Poi se una volta per tutte mi voleste spiegare come e dove intendete fare pozzi colossali (perché anche quelli che proponete voi sono fuori da ogni logica considerando la zona di Roma interessata) per esempio a Largo Argentina mi togliereste una bella curiosità.
Di non perseguibile nello scenario romano c’è il modello S. Giovanni per pura mancanza di spazio e concentrazione di reperti. Spiegatemi un po’ perché in tutto il mondo civile le metro le costruiscono inventandosi le tecnologie quando servono per motivi particolari e solo qui a Roma si continua con i metodi di 50 anni fa. Allora facciamo direttamente come Mussolini, che ci vuole, è molto più rapido e costa meno.
A me risultava che il belvedere è stato smontato per un cantiere logistico (materiali e sistemazioni per gli operai) come denunciato nel 2013 quando sono i niziati i lavori di sbancamento. E ripeto la domanda: che fine ha fatto parte del giardino cinquecentesco di villa Rivaldi?
Emanuele ci siamo capiti benissimo. Questa tematica la conosciamo molto approfonditamente. Quello che ti voglio dire è che questa progressione per gradi a partire da scavi circoscritti, come dici tu, si scontra con un problema fondamentale: sotto falda freatica si può scavare solo con sistemi di contenimento dei terreni e delle acque di un certo impatto, non sicuramente con le paratie in metallo. In particolare per permettere scavi in sicurezza e lunghi è necessario garantire la completa impermeabilità dello scavo. A Roma per conformazione idrogeologica questo è possibile solo intestando paratie in cemento armato nelle argille plioceniche (primo strato realmente impermeabile che si trova tra i 40 e i 60 metri di profondità). Lo strato archeologico arriva sempre a svariati metri sotto la falda quindi, raggiunti mediamente i 7 metri di profondità, si deve necessariamente passare ai suddetti tipi di paratie “pesanti” indipendentemente dall’estensione planimetrica dello scavo.
E’ chiaro quindi che non è possibile stabilire la totale fattibilità di una stazione se non esaurendo lo spessore archeologico e quindi facendo opere civili di un certo impatto. E allora se trovi qualcosa di importante solo quando arrivi a 15 metri di profondità, per fare un esempio, che fai butti tutto quello che hai fatto (parliamo di diversi milioni di euro anche per scavi contenuti) per spostarti da un altra parte? Spero di essere stato abbastanza chiaro perchè oltre un certo limite scrivere di queste cose diventa veramente complicato 🙂
Ti consiglio, se ti interessa approfondire la tematica nello specifico, due testi molto interessanti:
1.ARCHEOLOGIA E INFRASTRUTTURE. Il tracciato fondamentale della linea C della metropolitana di Roma: prime indagini archeologiche.
2.Cantieristica archeologica e opere pubbliche : la linea C della metropolitana di Roma
Riguardo la demolizione del Belvedere Cederna ti confermo che è per motivi progettuali relativi all’ingombro della stazione in pianta. Puoi vederlo in questa grafica . la problematica del cantiere logistico si riferiva all’impianto dello stesso nei giardini di Villa Rivaldi. In fase esecutiva si è poi concordato di utilizzare la zona lastricata del belvedere Cederna, come è infatti visibile oggi, senza occupare aree verdi.
Il giardino di Villa Rivaldi non ha subito nessun danno sostanziale come è spiegato nella relazione vegetazionale allegata al progetto esecutivo. La parte demolita è minima e riguarda una porzione che era in grave stato di abbandono. Le alberature abbattute (circa un ventina) versavano comunque in uno stato fitosanitario mediocre e saranno rimpiazzate a fine cantiere da più di 30 alberature (querce e cipressi) con un notevole innalzamento del livello vegetazionale quantitativo e qualitativo
Buongiorno a Tutti
Nell’ augurarmi che questa ” Svolta della Giunta Pentastellata a Favore del Prolungamento- Completamento della MC dal Colosseo a Farnesina non sia solo ed esclusivamente il frutto di una ” Strategia dal carattere Politico Elettorale ” quindi volta soltanto a strappare consensi e a cercare di voler recuperare consenso ma che nasca dall’ aver compreso l’ importanza fondamentale del completamento dell’ opera , per non render vano quanto fino ad ora speso e realizzato vorrei chiedervi
Quanto tempo pensate che ci potrà volere perché si possa finalmente arrivare ad un nuovo approfondito , rivisitato Progetto Tecnico esecutivo della T2 Che secondo me ( torno a ripetere ) senza fermata Argentina
dovrebbe includere nuovamente la recuperata fermata ” Risorgimento ” , visto che in passato quando venne costruita la MA venne deciso di realizzare fermata Repubblica vicinissima a Termini e lo stesso venne fatto con la MB con Eur Fermi ed Eur Palasport distanti 200 metri l’ una dall’ altra ??
Si parla di due anni di revisione progettuale. a quel punto, se viene politicamente dato il via libera, servirà probabilmente una gara (se come sembra vogliono cambiare contratto). Quindi lavori non prima di 3 anni o 3 anni e mezzo
Ok !
Grazie per la risposta !!
Vedo che il trascorrere del tempo torna a dar sempre ragione a quanto scrissi, affermai, tempo fa ovverosia che, come storicamente già successo con la MB dall’ inaugurazione del Febbraio 1955 al Prolungamento Termini Rebibbia dell’ 8.12.1990 ,e con la MA Dall’ inizio lavori nel 1964 all’ inaugurazione del 16 Febbraio 1990 e 20 anni dopo a Gennaio 2000 l’ apertura al pubblico servizio del Prolungamento fino a Battistini ” per ogni Linea della metropolitana che viene realizzata qua a Roma ci vogliono in media 35 anni perché venga completata. la MC Di Roma una Seconda Salerno- Reggio Calabria
Per precisione, l’autostrada Salerno- Reggio Calabria venne aperta all’esercizio tra Salerno e Lagonegro nel 1967, l’anno successivo raggiunse Cosenza e nel 1969 arrivò a Gioia Tauro; nel 1974 l’autostrada raggiunse Reggio Calabria. I lavori che si sono protratti nel tempo erano quelli relativi alla ristrutturazione complessiva dell’autostrada partiti nel 2001, e non di costruzione della stessa (che venne realizzata in soli 10 anni, se pur non in modo ottimale).
Hai ragione!
Che almeno riescano a partire coi lavori prima dell’apertura di MC Colosseo.
Considerato che la stazione FS di Vigna Clara non verrà mai riaperta e che, pure dopo un’eventuale inaugurazione, non soddisferebbe comunque le esigenze di mobilità di tutta la Cassia, penso sia inevitabile che la line C si spinga oltre Farnesina, fino a Grotta Rossa.
Dalle ultime dichiarazioni di SStefno la cartina è superata. Ha detto chiaro e tondo che l’ansa della mtro C per sservire l’Auditorium non si farà e da Ottaviano si tira dritti verso Farnesina … certo una fermata a Clodio anche per me sarebbe indispensabile
Per carità, se la giunta pentastellata abbandona – almeno a parole – le posizioni di scetticismo, quasi di fastidio precedentemente avute su ogni ipotesi, anche accennata, della prosecuzione oltre Colosseo, ci troviamo di fronte ad una buona notizia. Se, come giustamente viene detto, la scelta non è tecnica ma politica, ritengo che i motivi non risiedano in una folgorazione sull’eccezionale importanza della metropolitana da parte di chi fino a ieri – forse anche oggi – pensava che le biciclette da radicalchic della decrescita felice e le funivie da sciatori della domenica fossero la soluzione dei gigantesci problemi di una metropoli tra le più caotiche. No di certo: svolte neo-governiste tra i Di Maio e le Lombardo filozingarettiane, paura di perdere consensi con i no ostinati e “a prescindere” e, più concretamente, paura che i romani esasperati non ne possano più di questa dilagante immobilità e inefficienza.
Comunque, ripeto, meglio così.
Anche se, vedendo come si concentrano solo sulla, pur fondamentale, questione dell’ansa barocca senza minimamente far caso alla stazione SanPietro (Castel S. Angelo: si fa? non si fa? cancellata??) e all’Auditorium (cancellata? sostituita con cosa?? dove procederebbe il tracciato, resterebbe oltretevere??), mi resta la sensazione che non sappiano bene di cosa stanno parlando…
Riguardo alla prosecuzione oltre Clodio vorrei linkare questo articolo:
https://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/roma_apre_la_stazione_metro_c_san_giovanni_raggi_l_inaugurazione_il_12_maggio-3707761.html
Anche io tempo fa scrissi qui che conviene mantenere la linea oltre Tevere piuttosto che fare 2 sotto-attraversamenti del fiume, peraltro previsti prima dell’esistenza del Ponte della Musica e del progetto del tram che vi passerà sopra.
La C avrebbe una stazione a Ponte della Musica per scambiare col tram, serve il teatro olimpico e, le piscine e il complesso tennistico del Foro Italico e la parte ovest del quartiere Flaminio.
I costi e la complessità dell’opera si riducono notevolmente e i tempi di percorrenza per raggiungere le future stazioni della Cassia si accorciano.
L’auditorium sarà comunque servito da 2 linee tranviarie, e non è poco; per gli eventi più importanti potrebbero anche attivare una navetta tranviaria Metro A Flaminio – Auditorium – Metro C Ponte della Musica, dato che ovviamente le due linee tranviarie, la 2 e quella nuova, si intersecheranno proprio in corrispondenza dell’Auditorium.
Con impegno costante, pazienza e buona volontà, se non subito, prima o poi i buoni frutti sì materializzano.
Spesso le polemiche sterili lasciano il tempo che trovano ed ostacolano il concretizzarsi degli obiettivi.
Concentrarsi seriamente e serenamente con positività e certamente arriveremo lontano.
Una domanda tecnica:
Ma il materiale di scavo che fine fa?
Si potrebbe usare per fare un’isola sul mare?
tecnicamente possono essere ri-utilizzate solo le terre provenienti dallo scavo delle stazioni e pozzi perchè classificate come “sottoprodotti”. Le terre provenienti dallo scavo delle gallerie con TBM sono classificate come rifiuti e quindi vanno conferite a discarica.
Spero che la eventuale e futura linea C arrivi a Piazzale Clodio in prossimità della Procura. Anche la giustizia ha bisogno di collegamenti metropolitani.
Per me ci sarà da festeggiare soltanto il giorno in cui vedrò i cantieri verso Farnesina, anche se la Metro C per essere veramente rivoluzionaria dovrebbe arrivare sulla Cassia
Per me dovrebbe avere il capolinea al S’Andrea, però dai, facciamo un passo alla volta, tanto per Farnesina non si parla mica di domani o dopodomani.
Perfettamente d’ accordo !!
In altre città ed in altri paesi ” in 35 anni ” di Linee della metropolitana ne realizzano ” complete ” ed aprono al pubblico servizio 3 , non 1 come qua a Roma. La MC Fino a Farnesina la vedranno le nuove generazioni, quell i/ e nat i/ e dal 2000 in poi