Chi vuole uccidere il trenino giallo? Solo 5 treni in più per salvare la Roma-Giardinetti

La Roma-Giardinetti è stata il grande assente di questa campagna elettorale. Mentre le altre due concesse hanno visto fior di iniziative, culminate con il bando da parte di Zingaretti sull’acquisto di 38 nuovi treni per un investimento massimo complessivo di 344,3 milioni di euro, sulla ex Roma-Fiuggi si è sentito un silenzio assordante, tanto che solo un candidato al consiglio si è espresso direttamente sul tema. Inoltre, gli unici programmi dei candidati alla presidenza della Regione Lazio che citavano la linea erano concordi nel cederla al Comune di Roma, un passaggio di proprietà tutt’altro che semplice, tanto che per noi è molto più probabile che la linea chiuda completamente, piuttosto che passi al Comune di Roma. Non è un caso che infatti la cessione della Roma-Lido, che negli intenti del 2013 doveva essere regalata al comune di Roma, sia stata depennata dal programma di Zingaretti.

È evidente, inoltre, che sulla linea si stia verificando uno dei classici schemi che portano alla dismissione delle infrastrutture: prima si depotenzia la linea, come è stato per la chiusura della tratta Centocelle-Giardinetti che ha visto la controllata del Comune di Roma “ATAC” e la Regione Lazio perfettamente concordi, o la disattivazione dell’asservimento semaforico in alcuni incroci. Poi, a causa del depotenziamento, calano drasticamente di viaggiatori, e quindi inizia a ridursi in maniera ancora più radicale la manutenzione. Infine, quando ormai i pendolari sono scomparsi e gli interventi di manutenzione a guasto si accumulano, si giustifica la dismissione con “l’insostenibilità economica”, del tutto apparente, della linea. Per dare un’idea, oggi siamo nella situazione in cui le pensiline di Termini Laziali e Torre Maura risultano ancora pericolanti dal terremoto di Amatrice; il dispositivo di vigilanza (uomo morto) è stato installato solo su 4 dei 9 treni bloccati ancora efficienti; l’armamento di Termini Laziali ha raggiunto la fine vita tecnica, così come quello tra Ponte Casilino ed Alessi; l’ACEI di Giardinetti risulta fuori servizio; i rotabili più vecchi raggiungono più di 90 anni di età; i rotabili più nuovi hanno 18 anni e dulcis in fundo, la tratta Centocelle-Giardinetti sta subendo un rapido deperimento a causa della sospensione del servizio.
A poco sembrano servire le buone intenzioni inserite dall’amministrazione nel PUMS che, se idealmente vogliono potenziare la linea seguendo alcune delle idee che abbiamo proposto in questo precedente articolo (http://www.metroxroma.it/2017/03/un-futuro-la-roma-giardinetti/), nella realtà si scontrano con il mantenimento da parte del Comune di Roma delle linee autobus 50, 105 e 106, di fatto doppioni della linea (anche se il 106 è stato recentemente deviato), e con la sospensione delle tratta Centocelle-Giardinetti che è avvenuta proprio su proposta di ATAC, sotto il diretto controllo del consiglio comunale, e con il beneplacito del dipartimento trasporti e della regione.
In questo quadro impietoso, noi abbiamo deciso di lanciare una provocazione. Si avvii un bando per almeno 5 nuovi treni per la Roma-Giardinetti. Si dimostri che, differentemente da quanto sembra, la nascente nuova amministrazione regionale non voglia compiere un atto assurdo, in opposizione a qualunque principio della cura del ferro tanto conclamata da tutte le parti politiche in campagna elettorale, iniziando a mettere in atto tutte le azioni necessarie a rimettere a regime la linea.
Solo 5 treni, sul modello dei CAF di Cagliari, che hanno avuto un costo di 2,5 milioni di euro ciascuno. Un investimento iniziale di soli 12,5 milioni di euro, con l’opzione di acquisto di ulteriori convogli, sullo stesso modello delle altre concesse. Questo sarebbe il primo grande segnale di interesse nei confronti del destino dell’unica ferrovia urbana di Roma. Noi di MetroXRoma a questo punto ci chiediamo: chi vuole salvare la Roma-Giardinetti? O meglio, chi la vuole uccidere?