Linea C. Le stazioni dell’ansa barocca secondo MetroxRoma

In questi ultimi mesi è andata avanti l’indagine sul “metodo MetroxRoma”, il modello costruttivo proposto da noi in questo articolo, che potrebbe semplificare la realizzazione Tratta T2 (Venezia-Clodio/Mazzini) della Linea C e abbatterne i costi, portandola fuori dal fango in cui è attualmente impantanata. Tre sono i principi fondamentali che riassumo la nostra proposta:

  1. reintroduzione delle gallerie di grande diametro
  2. utilizzo (quasi) esclusivo di ascensori per il collegamento atrio-banchina.
  3. approfondimento del tracciato

In base a questi principi abbiamo deciso di sviluppare nel dettaglio uno schema progettuale per le stazioni del Centro Storico, avendo avuto anche la possibilità di discuterne con alcuni tecnici di Roma Metropolitane, Soprintendenza archeologica e Vigili del Fuoco.

 

RM_Piazza_Celimontana

Linea C – pozzo di piazza Celimontana

La geometria delle stazioni

Il modello considerato è quello della stazione-pozzo, ovverosia un volume di stazione a pianta circolare contenente sia le discenderie che i locali tecnici. I pozzi sarebbero del tutto simili a quello di Piazza Celimontana, con un diametro che può andare dai 20m ai 35m. La forma circolare è ottimale nella riduzione dei cedimenti laterali, poiché garantisce una migliore dispersione delle forze trasversali rispetto alle forme poligonali degli scatolari finora realizzati. Grazie alla reintroduzione delle gallerie di grande diametro (10,1 m), l’unico scavo tradizionale necessario è quello per i vani di collegamento tra il pozzo e le gallerie, vani di dimensioni estremamente ridotte. L’intera struttura delle banchine è invece inserita nelle gallerie maggiorate.

L’assunzione della geometria circolare/cilindrica permette anche di eliminare la necessità di strutture di sostegno interne provvisorie e onerose; questo garantisce peraltro di realizzare uno scavo archeologico “continuativo” e “completo” fino ai terreni vergini, ‘opzione di gran lunga preferita dalla soprintendenza.

Abbiamo immaginato il design della stazione dedicando gli spazi periferici della volumetria a rampe di scale fisse, elicoidali, che garantiscano i moduli di sfollamento necessari secondo la vigente normativa antincendio. Un progetto simile a questo da noi proposto è quello della stazione della Linea 1 di Napoli a servizio dell’Aeroporto di Capodichino, proposta in due versioni dagli studi Rogers Stirk Harbour ed Expedition. La prima versione utilizza le scale mobili come principale sistema di traslazione verticale, ed un’altra, più interessante per quel che ci riguarda, utilizza esclusivamente ascensori, e la potete ammirare in questo video

La stazione nella seconda versione presenta otto ascensori ad alta capacità ed altrettante scale fisse di emergenza, da notare la totale assenza di scale mobili e di qualsiasi solaio.
A ben vedere poi la possibilità di avere sistemi di traslazione molto contenuti planimetricamente, a sviluppo esclusivamente verticale, e l’assenza di elementi strutturali interni in posizioni prefissate, è un notevole vantaggio. L’organizzazione interna della volumetria di stazione diventa molto versatile in funzione di qualsiasi esigenza in corso d’opera, per esempio la necessità di spazi espositivi per i reperti rinvenuti durante lo scavo.

 

Il posizionamento delle stazioni
Il passo successivo è stato quello di identificare gli spazi nel Centro Storico che potessero ospitare degli ipotetici pozzi per le stazioni, che fossero per quanto possibile limitrofi a l’asse viario di Corso Vittorio Emanuele II, che garantisce la possibilità di poter concentrare i cedimenti massimi lungo linea sull’asse mediano della strada, così da contenere l’interessamento degli edifici. Ne è scaturita una mappa con superfici a volte limitate ma molto ravvicinate tra loro.spazi urbani ansa barocca MxRMantenendo una distanza fra le stazioni accettabile, non superiore agli 800m, il risultato è un modello a tre stazioni:

metodo MxR 3 stazioni

1. Stazione Venezia, con la geometria di un classico scatolare, dimensionata con lo scopo di accogliere le TBM da 6.5m di diametro provenienti dal Colosseo e permettere il montaggio delle TBM da 10.1m di diametro per la costruzione del tratto successivo di gallerie.

2. Stazione Navona, costruita in due pozzi di medio diametro posizionati in Piazza San Pantaleo e Piazza Sant’Andrea della Valle, connessi in profondità tramite le banchine in galleria. Questa stazione è perfettamente baricentrica all’ansa barocca e garantisce un’equa copertura.

3. Stazione San Pietro, anch’essa costruita in due pozzi, sulle sponde opposte del Tevere, in Piazza Pia e Piazza Pasquale Paoli, similmente a quanto già previsto nei progetti del 2003.

I pozzi di intertratta sarebbero ubicati a piazza della Chiesa Nuova e Piazza del Gesù.

Questa soluzione a tre stazioni, ma con doppia uscita agli opposti delle banchine, è l’unica soluzione che, secondo noi, permette di rinunciare al modello a 4 stazioni originariamente previsto (Venezia-Argentina-Chiesa Nuova-San Pietro) mantenendo un bacino d’accessibilità sostanzialmente sovrapponibile.