San Giovanni Fori Imperiali. 4 anni di cantieri, a che punto siamo

Esattamente il 21 marzo 2013 Roma Metropolitane dava il via ai lavori della tratta San Giovanni – Fori Imperiali della Linea C. Con un ritardo di cinque anni sulla tabella di marcia aprivano i primi cantieri nel centro storico della Capitale.
A 4 anni di distanza, facciamo un bilancio sullo stato dell’arte.

La tratta in questione, nota anche come T3, è il segmento di linea compreso tra le corrispondenze con Linea A  (San Giovanni) e la Linea B (Colosseo). In mezzo la sola stazione di Amba Aradam/Ipponio e due pozzi inter-tratta: Via Sannio e Piazza Celimontana (in entrambe è possibile il collegamento tra le due vie di corsa per l’inversione di marcia dei treni). Per una lunghezza complessiva di 2,96 km e un investimento di 792 milioni di Euro, un km di linea costa circa 267 milioni.

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Le gallerie di linea

A singolo binario corrono a una profondità media di 30 metri, spingendosi fino a un massimo di 60 al di sotto del Celio.
Saranno realizzate con scavo meccanizzato tramite Tunnel boring machine (TBM) per gli amici “talpe meccaniche”. I macchinari sono oggi in fase di montaggio presso il cantiere di Via Sannio; La partenza verso il Colosseo è prevista per la seconda metà del 2017. Ricordiamo che, quando lo scavo raggiungerà la stazione di Amba Aradam/Ipponio, il campo base delle TBM verrà trasferito qui per svincolare il pozzo di Via Sannio e garantirne la disponibilità all’esercizio con circa 2 anni di anticipo rispetto alla restante tratta.
i 140 metri di gallerie che separano Via Sannio dalla stazione San Giovanni sono invece già in corso di realizzazione con la tecnica del microtunneling, che abbiamo spiegato in un recente articolo.

san giovanni fori imperiali smart

Le gallerie si spingeranno ben oltre la stazione di Fori Imperiali, per diverse centinaia di metri, portandosi ai piedi dell’Altare della Patria a un passo da Piazza Venezia. Le TBM verranno quindi smontate ed estratte a ritroso dalla stazione Fori Imperiali, mentre la testa fresante e lo scudo verranno abbandonati nel sottosuolo. E’ fondamentale tenere presente questo dato nel momento in cui si decidesse di arrivare a Piazza Venezia con le stesse talpe; Qualsiasi allungamento dei tempi di scavo dei macchinari si rifletterà in maniera proporzionale sulla data di apertura di tutta la tratta precedente.

Archeologia e monumenti

La tratta lambisce alcuni importanti monumenti che per l’occasione sono stati restaurati e consolidati così da garantirne la massima salvaguardia. Lo Studio di Interazione Linea-Monumentiappositamente predisposto, ha costituito uno strumento progettuale valido per scegliere quali monumenti “trattare” e che tipo di interventi di presidio mettere in atto. La tutela del patrimonio monumentale vale circa 28 milioni di Euro sulle Opere civili e impianti (vedi tabella precedente).t3 tutelaQuesti cantieri sono anche il banco di prova generale per il metodo di scavo archeologico sperimentato nella stazione di San Giovanni. Le indagini hanno finora consentito l’individuazione, tra l’altro, di una caserma imperiale del II secolo d.C. nell’area della stazione Amba Aradam/Ipponio che sarà oggetto di uno specifico progetto di allestimento all’interno della futura stazione. Si tratterà di una vera e propria stazione museo; Noi non possiamo che essere soddisfatti della soluzione individuata che, si sappia, è in fase di elaborazione anche a per la fermata Colosseo-Fori imperiali dove si sta cercando di rendere fruibili i ritrovamenti lungo il clivo di Acilio. Proprio ai Fori Imperiali la soprintendenza ha inoltre richiesto la reintroduzione del Centro Servizi stralciato dal progetto definitivo nel 2010.

Scadenze e costi in sospeso

D’altra parte questo continuo adattamento delle opere in corso imbocca una strada già nota, quella delle varianti, dei ritardi e dei relativi aumenti di costo e richieste di risarcimento.
Le ultime scoperte archeologiche sono tra i principali responsabili, ma non gli unici, del ritardo finora accumulato che ammonta alla bellezza di 18 mesi; La consegna dell’opera all’esercente Atac per il pre-esercizio slitta così dal settembre 2020 alla prima metà del 2022 per vedere la tratta aperta forse nell’autunno dello stesso anno. Le richieste del Contraente Generale, le cosiddette “riserve”, abbiamo avuto modo di capire che ammontano già a circa 300 milioni; Non è dato oltretutto sapere quanto costeranno le rivisitazioni in termini museali delle stazioni.

Frequenze ballerine

Altra incognita rilevante è quella del piano di esercizio approvato con il progetto esecutivo che prevede con l’apertura della tratta:

Fori Imperiali – Alessandrino       4 minuti

Alessandrino – Pantano            12 minuti

Lo stesso progetto esecutivo però eliminava anche 5 treni dal quadro economico per coprire degli incrementi di costo. Quindi già dal momento in cui fu messa in cantiere la tratta si sapeva che quelle frequenze non sarebbero state garantite.
E dopo 4 anni ancora nulla si è mosso per acquistare quei treni stralciati nel 2013. La loro reintroduzione comporta un incremento di costo di circa 50 milioni che qualcuno dovrà assolutamente garantire in tempi brevi.
La cosa sconcertante è che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (MIT) ha posto la questione di una frequenza minore a 3 minuti quando ancora non si è mosso per garantire quella approvata di 4 minuti. Il tutto è tanto più assurdo se si considera che una frequenza inferiore sarebbe possibile solo spendendo decine di milioni per apportare modifiche al piazzale di scambio di Piazza Celimontana. Vale veramente la pena sobbarcarsi questo onere (che sarebbe un ulteriore variante con tutte le conseguenze del caso) per guadagnare un 1 minuto? Ma soprattutto vale pena farlo in assenza di una decisione chiara sul prosieguo della linea che a lungo termine garantirebbe comunque i 3 minuti di frequenza?

Insomma alla fine dei conti siamo solo a metà strada, mancano ancora 4 anni di lavori se tutto va bene…. speriamo che non diventino 40. Tutto è ancora da vedere. I costi sicuramente aumenteranno e in maniera assolutamente non prevedibile. Le esigenze di MIT, comune e soprintendenza variano al variare delle stagioni con una intollerabile ripercussione sulla certezza di tempi e costi.