Una ragnatela di sottoservizi blocca Pigneto FS. lavori a luglio 2017

I lavori per la stazione Pigneto sulla FL1 e 3 dovevano concludersi entro il 2017 come stabilo nella convenzione firmata tra RFI e Cmune alla fine del 2012
Evidentemente non sono neanche ancora iniziati. Dall’aggiudicazione dell’appalto che risale a Ottobre 2015 la data di inizio lavori è già slittata diverse volte da Giugno 2016 è stata posticipata a novembre 2016, quindi a febbraio 2017, ed ora, ci ha assicurato l’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio Roma V Paola Perfetti, “se tutto andrà secondo quanto previsto i lavori di RFI dovrebbero cominciare a giugno/luglio”

I lavori tardano a partire “…in quanto si è reso necessario far intervenire” tutte “le ditte di sotto-servizi onde evitare interventi scoordinati e l’apertura ripetuta del manto stradale. Alcuni interventi di Italgas e ACEA sono già iniziati da dicembre/gennaio. Volontà del Municipio è fare presto, ma soprattutto bene, limitando al massimo gli inevitabili disagi per i cittadini e contenendo i costi, senza sprechi di risorse pubbliche.”

Sarebbe interessante capire rispetto a quale scadenza sia riferito il fare presto del Municipio perchè ormai siamo prossimi ai 12 mesi di ritardo complessivo. I disagi per i cittadini sono a questo punto già massimi visto che era auspicabile l’apertura della stazione almeno in tempo per l’inaugurazione del servizio San Giovanni – Pantano della Linea C. Così il nodo di scambio Pigneto avrebbe offerto un ottima e valida alternativa su ferro per distribuire i flussi lungo le altre direttrici tamponando il riversarsi di passeggeri sulla Linea A. E non si può neanche negare che qualsiasi slittamento in corso d’opera, ovvero a gara già aggiudicata, è passibile di richieste di risarcimento da parte delle imprese così che il contenimento dei costi ci fa un po’ sorridere.

Comunque ora abbiamo un’altra data: luglio 2017. Vedremo se non sarà l’ennesima falsa partenza. 

Purtroppo per noi quello della stazione Pigneto è un esempio tipico della problematica strutturale che ha Roma a causa della deficienza di strutture come le SSP (Strutture Sotterranee Polifunzionali), gallerie multi servizi, polifore e quant’altro, strutture già previste in una delibera del Consiglio Comunale del 2002 le cui prescrizioni sono state evidentemente, spesso, disattese. I sotto-servizi sono gettati alla bell’e meglio nella terra viva sotto il manto stradale, aumentando la complessità ed i costi di manutenzione ordinaria o straordinaria, o rendendo ostiche, come in questo caso, delle modifiche strutturali. In relazione a questo diverse città italiane si sono dotate del PUGSS, il Piano Urbano Generale dei Servizi nel Sottosuolo, con risultati più o meno positivi.

Tuttavia questa è una criticità superabile, ad esempio la cantierizzazione della Metro C è stata anticipata da delle rilevazioni dei sottoservizi tramite georadar (presumibilmente questo è accaduto anche per la stazione Pigneto della metropolitana quindi è possibile che vi siano già delle mappature pur parziali dei sottoservizi) e questi anni di ritardo ci sembrano veramente troppi per una problematica del genere, a meno che, ed anche questo è possibile, vi siano delle problematiche ulteriori di cui almeno per ora non siamo a conoscenza.