Metro C, Raggi frena ma la stazione Venezia si farà. Resta il dubbio sul contratto
La stazione piazza Venezia si farà, anche con i grillini al comando del Campidoglio. Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, pubblicamente non alimenta gli entusiasmi e continua a sposare la linea dell’intransigenza nei confronti di Metro C spa (e infatti resta sul tavolo la possibilità di rescindere il contratto). Ma il destino della stazione è deciso: Venezia sarà realizzata e “in discussione non è il se ma il come”. Come mai ne siamo così sicuri? Gli indizi sono tanti e sparsi un po’ ovunque, come le molliche di Pollicino, e cominciano con le parole di apertura dell’amministratore unico di RomaMetropolitane, Pasquale Cialdini, il tecnico messo a capo della società che progetta l’underground romano proprio dal M5s.
Partiamo, dunque, da quello che ha detto Cialdini ieri nel corso della visita alla nuova stazione di San Giovanni. “Stiamo valutando come proseguire dopo Colosseo, la valutazione non è su se proseguire dopo Colosseo ma come. Il minimo obiettivo è arrivare a piazza Venezia e il massimo è Ottaviano. Stiamo valutando la migliore scelta tecnico-economica insieme all’amministrazione. Per risparmiare Venezia deve essere passante e non capolinea ma questo è appunto in discussione. Dobbiamo poi capire se le talpe che partiranno a breve da via Sannio si fermeranno a Colosseo o potranno arrivare a Venezia. O se invece far partire le talpe da Ottaviano e arrivare a Venezia in direzione opposta a quella dove si sta per scavare, ovvero da San Giovanni a Colosseo”.
Le parole del numero Uno di RomaMetropolitane arrivano dopo quelle sparse nelle ultime settimane dall’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, e dal presidente della commissione Enrico Stefàno. Meleo, recentemente intervistata dall’agenzia stampa Dire aveva infatti affermato: “la tratta centrale della linea C? Di sicuro non possiamo fermarci al Colosseo” (vedi Video). Stefàno si era spinto ancora oltre arrivando a sostenere quella che è anche la nostra posizione e che altro non è che la posizione di più buon senso in circolazione, ovvero che “si deve arrivare a piazzale Clodio“. Ieri, poi, Meleo ha aggiunto che “sono in corso valutazioni sulle soluzioni tecniche per proseguire dopo Colosseo. Intanto bisogna capire se è meglio avere un tronchino dopo Colosseo o avere una stazione e un ‘camerone’ a Venezia“.
Insomma lontano dai riflettori i tecnici stanno studiando come realizzare Venezia e per questo la posizione della Raggi non si può leggere che in un modo. In discussione non è tanto la stazione Venezia, o anche oltre, ma il ruolo di chi ha costruito l’opera in questi anni, ovvero Metro C spa. Lo fa capire la stessa sindaca in un passaggio ieri. “La volontà politica di questa amministrazione è quella di garantire il miglior trasporto pubblico possibile e questo significa valutare la fattibilità di ogni tipo di progetto. In base a una relazione che contempla tutte le soluzioni si sceglie poi la via tecnica. Fermo restando che la volontà politica è quella di implementare il servizio- ha aggiunto Raggi- tutto quello che c’e stato prima di questa stazione, tutto il percorso storico di questo grande progetto non va cancellato e fa parte delle valutazioni che farà questa amministrazione. Perché è necessario capire quale è stato il passato per capire dove e e come vogliamo andare in futuro”. Parole che suonano come una conferma di quanto già si sa, ovvero che non è esclusa la rescissione contrattuale a Metro C spa.
D’altro canto vogliamo credere che Raggi si sia ormai convinta dell’irrinunciabilità della linea e della sua tratta centrale e che abbia abbandonato le posizioni ideologiche di alcune associazioni romane e del suo ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini, contrari all’esistenza stessa della linea C. E se addirittura a volere l’opera è il Soprintendente speciale per il Colosseo e l’area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, allora vuol dire che l’ultima foglia di fico sull’impatto della metropolitana in centro è ormai caduta. “Rivolgo un appello al sindaco– ha detto proprio Prosperetti ieri- Crediamo che se si vuole risolvere in modo sostenibile il traffico e insieme la valorizzazione dei monumenti dell’area centrale sia indispensabile arrivare a piazza Venezia. Il tema e il destino di via dei Fori imperiali non può essere realizzato senza che Roma abbia un sistema di trasporto adeguato“. Come a dire che oggi il primo sponsor della prosecuzione dei lavori è proprio quella Soprintendenza che in passato veniva indicata come ostacolo principale agli scavi in centro. Ormai la consapevolezza è che l’archeologia e i resti romani non rappresentano più un ostacolo ma anzi una risorsa per le future stazioni e che gli scavi per la linea C sono oggi l’unico modo, in tempo di risorse scarse, per effettuare grandi scavi nel sottosuolo e scoprire nuovi tesori come quelli esposti nella nuova stazione San Giovanni o ad Amba aradam, dove la nuova fermata avrà una terrazza sui resti degli antichi castrum di età adrianea con i suoi mosaici e affreschi gialli e rossi. Dunque quella per la tratta centrale della linea C è una battaglia culturale che stiamo vincendo, e di questo ne siamo felici.
Per la cronaca. Meleo ieri ha anche chiarito che “l’obiettivo è ora quello di aprire la stazione Fori Imperiali/Colosseo entro il 2021 e di accelerare su Amba Aradam”. Fino ad oggi lo slittamento al 2022 era una certezza. Speriamo si riesca a recuperare un anno.
ECCO COME SARA’ LA STAZIONE DI VENEZIA. SEGUONO DUE NOSTRE INFOGRAFICHE SULLE IPOTESI PROGETTUALI: VENEZIA CAPOLINEA (IL PROGETTO PIU’ COSTOSO) E VENEZIA STAZIONE PASSANTE.
Purtroppo finchè il M5S sarà al governo di questa città non sarà mai possibile portare avanti qualsiasi piano di sviluppo urbano, compresa la Metro C.
Questi nove mesi di (mal) governo cittadino hanno purtroppo e plasticamente dimostrato l’entità del nihilismo ideologico e dell’avversione insita nei grillini a qualsiasi ipotesi di sviluppo di questa città. Dal NO alle Olimpiadi, allo stop della ristrutturazione Torri Ligini, dal boicottaggio della Fiera di Roma al sabotaggio del Progetto Tor di Valle – Stadio della Roma, e si potrebbe continuare con molti altri esempi.
Quello che noi possiamo concretamente fare, in questa specie di “quaresima” inflitta alla Città, è solo cercare di limitare i danni, pungolare questa amministrazione affinché faccia il meno male possibile e, soprattutto, sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di attuare viceversa l’implementazione delle infrastrutture indispensabili per una moderna Capitale, nonché pungolare le varie rappresentanze del mondo produttivo (Unione Industriali Romani, Ordini Professionali, Sindacati, ecc.) affinché si tengano pronte ad una ipotesi di ripresa, senza far scappare gli investitori futuri.
Con l’auspicio che questa amministrazione duri il meno a lungo possibile, e con l’impegno per creare un consenso tra la gente che getti le basi di un rilancio che dovrà prima o poi avvenire. E sperando che poi non si ripetano più gli sprechi e le ruberie che hanno caratterizzato le precedenti amministrazioni e che hanno indotto i romani al gravissimo errore di mandar su i pentastellati, i quali nella meno peggiore delle ipotesi sono degli inetti oscurantisti e nella peggiore sono i servi di una finanziaria di Milano che ha tutto l’interesse di far regredire Roma
Ma nell’immediato, con questa amministrazione, non si può fare più di quanto sopra indicato. Sono comunque anni persi, in cui ahimè la Città nella migliore delle ipotesi resterà “ferma” e perderà terreno rispetto alle altre moderne metropoli. Ciò che si deve assolutamente evitare è che l’attuale amministrazione distrugga del tutto quanto si è realizzato (male o bene che sia) in precedenza e crei i presupposti per rendere impossibile la ripresa delle opere e delle iniziative di sviluppo anche negli anni futuri, quando non sarà più al governo di questa città
Visto che sei ing mi dai un parere sulla roba che si vede nelle foto dell’articolo?
Ti pare una sistemazione adeguata per piazza Venezia?
D accordo Ma qui a Roma la gente sembra dormire affascinati malgrado le evidenze veramente nefande dal.movimento del Grullo
Sembrerebbe trattarsi di una copertura vetrata (a campata unica) dell’area archeologica rinvenuta durante gli scavi per realizzare la stazione. L’estradosso di tale copertura dovrebbe essere pedonalizzato, consentendo ai passanti (e a coloro diretti verso le discenderie della stazione) di poter ammirare i reperti “camminandoci sopra”.
Per quanto riguarda il quesito se tale sistemazione sia adeguata, ritengo che non si tratti di una cattiva opzione. Naturalmente parlo secondo il mio gusto personale, e naturalmente altri la potranno pensare diversamente.
L’importante, comunque, è che l’allestimento “museale” della stazione non ritardi troppo i tempi di completamento dell’opera e, soprattutto, che la linea non si interrompa ma prosegua verso la prevista destinazione Clodio-Mazzini.
certo che se ne leggono di stronzate in rete eh…
Tutto ciò è deprimente. In un paese serio nelle condizioni archegologiche di Roma dopo aver steso un progetto di massima si dovrebbe procedere allo studio sistematico delle aree in cui sono previste le stazioni, da realizzarsi col metodo Roma, e solo dopo aver risolto i problemi sapendo per certo dove saranno scavate le discenderie si dovrebbe procedere allo scavo del tunnel. Farebbe risparmiare anni di tempo e non so quanti soldi.
Invece finora si è andati avanti alla cieca e adesso ci si mette pure la soprintendenza per approfittare degli scavi per mandare avanti qualche ricerca. Voi li applaudite senza rendervi conto che così si accumuleranno altri anni di ritardi.
Anche piazza Venezia, se la realizzazione finale sarà quella, cosa offre di architettonicamente rilevante? Mi pare che fosse stato bandito un concorso uno o due anni fa per sistemare quel punto, è questo il risultato? Una specie di pavimento vetrato? Anche lì, non sarebbe stato opportuno scavare la stazione sotto il Vittoriano, che è sorto dove c’era una collina e quindi sicuramente non dovrebbe avere niente di importante ormai?
La stazione sotto il Vittoriano è un vezzo mediatico che circola senza fondamento. Non si capisce in che modo si possa costruire una stazione sotto un monumento di quella portata. Tutto ciò è nato dall’erronea interpretazione di uno dei primi progetti della Linea D che prevedeva le uscite della stazione Venezia (stazione della D però non della C) utilizzando alcuni corridoi interni nel basamento del Vittoriano. Un USCITA però… non una STAZIONE intera che è letteralmente fantaingegneria.
Non mi baso su voci che circolano ma su un’idea mia. Nel mondo si costruiscono stazioni sotto altre stazioni, sotto grattacieli, sotto qualsiasi cosa. Perché sarebbe fantaingegneria una stazione sotto il Vittoriano che a quanto mi risulta poggia su una collina che poi continua a sud fino al Campidoglio?
Perché sarebbe stato un problema irrisolvibile scavare sotto la collina e fare le uscite dai due lati, a via dei Fori e via del teatro di Marcello, dove tra l’altro c’è una serie di capolinea dei bus, senza andare a infognarsi in mezzo ai resti sotto la piazza?
Ritengo anch’io che un’intera stazione metro sotto il Vittoriano sia davvero “fantaingegneria”.
Oltretutto la base del Vittoriano, specie quella dal lato di via Petroselli, presenta notevoli fessurazioni, probabilmente dovute appunto all’instabilità di un declivio che fu letteralmente sventrato per la costruzione del monumento, con le relative opere di contenimento evidentemente insufficienti per garantire un’adeguata e duratura stabilità (si consideri anche l’epoca e le tecnologie con cui furono realizzate).
Tenendo conto anche di ciò, la creazione di uno scatolare di stazione al di sotto del monumento rappresenterebbe veramente una sfida ingegneristica che potrebbe anche essere vinta, ma a costi e rischi elevatissimi e per i quali non se ne ravvede davvero la necessità. Si impieghino viceversa tali risorse ed energie per la realizzazione della Stazione di Chiesa Nuova, quella si davvero indispensabile !
Ti allego questo link.
Giusto per conoscenza.
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_27/uscita-stazione-metro-potrebbe-essere-vittoriano-1516d566-6542-11e5-b742-179fcf242c96.shtml
Sognatori, purtroppo sento parlare di Cassia quando nemmeno si sa se arrivano a Venezia. I 5 stelle intanto si pavoneggiano per questa stazione ma non hanno neanche invitato chi ci ha messo i soldi sul serio, ovvero il governo (Del Rio)
Meno male all’open day ho finalmente avuto notizie dell’effettiva data di fine lavori, di cosa faranno nei mesi che precedono l’apertura della stazione San Giovanni C e cosa faranno per quella della A. Mi sembrava strano tutti quei mesi di prove tecniche e collaudi. Comunque bella stazione non vedo l’ora di utilizzarla.
E cosa ti hanno detto nello specifico Paolo?
Buona Sera a tutti !!
Anch’ Io stamani 1 Aprile 2017 ore 10.40 ero tra i tanti concittadini che hanno potuto ammirare questa nuova superlativa Stazione Museo San Giovanni MC .
Che dire ?? almeno questi 10 anni di cantieri a qualcosa saranno serviti.
Certo nell’ immediato futuro sarebbero auspicabili anche un restauro completo della Stazione San Giovanni MA che definire ” squallida, sporca e fatiscente e’ riduttivo ” Un Relitto !! Un Cesso !! insieme ad un filtraggio ( soprattutto nelle ore di punta ) e scaglionamento del bacino di utenza che dalla C si riverserà sulla superaffollata MA.
In conclusione un sincero augurio
” Fosse che fosse la Volta buona che l’ Assessora Linda Meleo e la Raggi finalmente si convincano del tutto sull’ opportunità del Prolungamento MC post Colosseo- Fori per arrivare , tramite la nuova fermata Venezia alla tanto auspicata ” interazione , allo scambio , alla sinergia tra MC e Tram n.8 ( per Trastevere ).
Speriamo, come si suol dire che ” Il Vento stia cambiando “
Parlando con il RUP e i tecnici la sensazione è che si stia seriamente discutendo sull’effettivo completamento della linea fino a Clodio-Mazzini. Tale opera, lo abbiamo detto in tutte le salse, è indispensabile per Roma. A quel punto sarebbe chiaro che i lavori inizierebbero dalla periferia, estraendo l’attuale attrezzatura di scavo completata Fori Imperiali.
Io a quel punto comincerei direttamente da Farnesina…
Estrarre la talpa a Clodio prima della fine del loro mandato è il probabile fine ultimo di questa improvvisa accelerazione dei lavori da parte dell’amministrazione pentastellata romana. Infatti, anche su questo blog, da chi se ne intende viene indicata come la prima stazione della linea in cui sarebbe possibile effettuare tale operazione. Con buona pace dei cittadini in quel della Cassia perchè se la talpa esce ho forti dubbi che rientrerà né a Clodio né a Farnesina né altrove.
Improvvisa accelerazione? Per San Giovanni non hanno mosso un dito per accorciare i tempi di apertura, hanno riferito a tutti noi cittadini i tempi dettati da MC spa. Nella conferenza stampa del 31 marzo scorso non ho sentito nulla che facesse presagire ad un accelerazione dei lavori. Colosseo aperta nel 2021? MC spa dice fine 2022 ed è l’unico periodo plausibile.
Come dovrebbero fare per accelerare i tempi di apertura, sentiamo.
Emanuele (l’altro) Lei è un tecnico? Stanno accelerando io non me ne sono accorto me lo dimostri sono disponibile a cambiare idea!
Veramente non ho detto che hanno accelerato ma ho chiesto come dovrebbero fare per accelerare. Anche perché non mi pare negli anni sia mai stato accelerato qualcosa in questa metropolitana.
Estrarre la talpa a Clodio prima della fine del mandato mi sembra davvero irrealistico … A sto punto magari …
Siamo seri le talpe partono da via Sannio a metà del 2018, come fanno ad arrivare a Clodio nel 2021, quando per dopo il Colosseo non è deciso nulla e soprattutto a livello tecnico non ci sono i tempi. Per quanto riguarda Venezia, quando sentirò la Raggi e la Meleo dire che si farà, ci crederò.
Mi riferivo al fatto che siamo passati dal “forse” e “vediamo” a “arrriviamo a Clodio”. Certo la Raggi non può scontentare del tutto il suo partito quindi politicamente gli converrebbe probabilmente fermare i lavori alla prima occasione tecnicamente fattibile. Certamente se voi mi dite così (e mi fido) non ci sono i tempi materiali ma le carte anticipano spesso tragedie inenarrabili.
Solo a me sembra grottesco celebrare delle dichiarazioni di intenti assai vaghe, quando non contraddittorie, in cui fondamentalmente si dice che forse proveranno a rispettare il piano regolatore? In cui si dice che dovranno ancora riflettere dove non c’e’ nulla su cui riflettere? Dove si ignorano anni di ritardo e ci si accinge a causarne altri?
Pure a me.
E ti dirò di più. Per valorizzare bene i soldi spesi occorrerebbe arrivare a Farnesina ed un domani nella paralizzata Cassia. Il nodo fondamentale e’ intanto servire tutto il centro storico. Si potrebbero poi fermare i pullman turstici a Farnesina e con la C andare a S.Pietro al centro e nell’area archeologica.
Per fare un bellissimo lavoro bisognerebbe arrivare ad un parcheggio di interscambio sul GRA (si diceva all’Ospedale Sant’Andrea) con annesso capolinea metro C. Allora si che migliaia di macchine eviterebbero di riversarsi dentro la città.
Lo stesso sarebbe valso per la A con un’ulteriore fermata oltre Anagnina, la B per fortuna prevedono di portarla a Casal Monastero.
Forse un pò alla volta ci si arriverà su tutte le linee, ma indubbiamente servirebbero una grande quantità di denaro che di certo al momento il Comune non dispone.
Probabilmente non vorranno ripetere il caos che c’è stato per la questione Tor di Valle, dove il M5S si è letteralmente spaccato in due.
Ovvero, non possono platealmente dire “andiamo avanti fino ad Ottaviano” finché non avranno la possibilità di controllare bene quella parte di movimento che salterebbe in piedi, strillacchiando e berciando contro la metro C.
Pensa che squallore!