Linea B a Casal Monastero. La nostra previsione: niente cantieri e si finirà in tribunale
Il prolungamento della Metro B da Rebibbia a Casal Monastero rimane al palo, vittima dell’immobilismo decisionale. A più di cinque anni dalla firma della concessione, i cantieri non sono ancora un orizzonte prossimo. E pensare che a Giugno 2017 i lavori sarebbero dovuti finire, secondo il cronoprogramma ufficiale del 2011.
L’assessore Meleo ha ribadito più volte l’interesse per questo progetto, ma nulla di concreto è stato ancora fatto per garantirne la realizzazione.
Vale la pena ricordare qual’è lo stato dell’arte del prolungamento che vorrebbe portare la Linea B al raccordo anulare, nei pressi di Casal Monastero, passando per il popoloso quartiere di San Basilio.
Si tratta di una formula tutta romana di Project financing che ha scontato fin da subito l’incertezza su cui era fondata. Su un costo complessivo di 508 milioni, infatti, i soldi pubblici disponibili sono appena 167 milioni. I restanti dovevano essere garantiti da fondi privati. 207 milioni dalla valorizzazione immobiliare di aree edificabili o perlopiù rese appositamente tali per un totale di 567.536 metri cubi; 133 milioni tramite un contributo corrisposto da Roma Capitale nei 2 anni di gestione dell’infrastruttura.
La disponibilità di quattro aree proposte per la valorizzazione è venuta meno per una serie di vincoli su cui inizialmente si è voluto soprassedere; si tratta di Monti Tiburtini, S.M. del Soccorso, Rebibbia e Torraccia. Rimangono valide solamente quelle aree (ex SDO Pietralata, Tiburtino e Casal Monastero) le cui volumetrie e/o destinazioni d’uso sono in sintonia con il PRG senza necessità di apposite varianti urbanistiche.
P.P. Tiburtino 26 milioni
Monti Tiburtini 10,5 milioni
S. Maria del Soccorso 16 milioni
Rebibbia 22,5 milioni
Torraccia 28 milioni
Casal Monastero 37 milioni
SDO Pietralata 67 milioni
Mancano all’appello 77 milioni. Ma soprattutto è venuto meno il pilastro portante dei termini di gara: le valorizzazioni urbanistiche.
Qualsiasi soluzione ipotizzabile implica la revisione del piano economico-finanziaro con cui le imprese si sono aggiudicate l’appalto. Cosa da un lato passibile di richieste risarcitorie e dall’altro per nulla scontata nella sua condivisione da parte dei privati.
La giunta Marino tentò diverse soluzioni.
- L’aumento del contributo in conto impianti a carico del Comune con un incremento del numero delle rate da corrispondere
- L’ipotesi di realizzare un primo lotto funzionale fino a San Basilio con i soldi cash disponibili e rimandare a una fase successiva un secondo lotto privo di finanziamento
- La copertura totale con finanziamento appositamente richiesto al Ministero.
Il costruttore ha sempre risposto picche, non rendondosi disponibile a rivedere la proposta finanziaria. Anzi, di tutta risposta è stata paventata una richiesta di risarcimento danni da 100 milioni per inadempienza contrattuale.
A malincuore non possiamo che riconoscere una posizione di vantaggio delle imprese nei confronti di una colpa chiara dell’amministrazione nel garantire le modalità di finanziamento dell’opera. Oltretutto cambiare i termini contrattuali e le regole a base di gara provoca un esposizione rilevante nei confronti del secondo classificato. Oltre al danno anche la beffa con il rischio di impelagarsi in intrecci giudiziari di indeterminabile lunghezza.
A questo punto è il caso che l’amministrazione targata M5S prenda in seria considerazione la possibilità che a Salini & Co. non convenga più realizzare l’opera alle attuali condizioni.
A ben vedere sul piatto rimarrebbero circa 260.000 metri cubi, la maggior parte destinabili esclusivamente a direzionale, social housing e nodo di scambio: evidentemente investimenti poco appetibili.
A noi sembra chiaro che le imprese non abbiano alcun interesse a vedere colmato il gap finanziario, ma, forti dello stravolgimento delle condizioni contrattuali, se ne tirerebbero fuori volentieri con i saluti della casa (i 100 milioni).
A questo punto ci chiediamo: quanto costerebbe recedere dal contratto in danno? Non è forse il caso di valutare questa ipotesi che potrebbe essere più economica in termini di tempo e soldi?
Sia chiaro, noi la risposta ancora non ce l’abbiamo, ma è un appello che lanciamo a chi non ha mai nascosto di essere interessato a questo prolungamento.
Non perdiamo altro tempo! Raggi e Meleo è ora di sbrogliare la matassa e prendere una decisione!
Trovo assurdo che, con la carenza di sufficienti e seri interventi ampliativi delle metropolitane a Roma, e a gara già aggiudicata, chi di dovere non intervenga immediatamente, come ipotizzato su:
http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/03/12/news/carte_e_calcestruzzo_nella_polvere_viaggio_nei_cantieri_dimenticati
_di_roma-160360222/?refresh_ce
Tirare una riga e ricominciare in modo sensato? Sì, ma non compromettendo, come sempre, l’interesse dei cittadini e degli utenti. Casal Monastero è fondamentale e strategica come porta d’ingresso nord-est della Capitale (scusate ma non ne vedo di più importanti di accesso alla metro), il Governo ne tenga conto oltre a riempire di attenzioni la solita Milano 🙁
Posso dire che pur essendo convinto della necessità di prolungare la Metro B non sono affatto convinto del capolinea nell’area a nord di Casal Monastero? Da li mi sembra impossibile proseguire in futuro.
Fermandosi nell’area a sud invece si potrebbe agevolmente proseguire sulla Tiburtina, più popolosa e piena di aziende.
Il progetto degli anni ’90 prevedeva di arrivare a Settecamini.
quando non si saranno finiranno le metropolitana perchè sono i soldi pubblici cantieri quando sono finiti i lavori cantieri; Quando apriranno i cantieri pubblici perchè è così sapere ci vuole molto tempo di più di dieci da molto ti chedo perdono questi commenti che devono sapere faranno i commenti i cittadini i europei
quali sonono commento
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Google translate?
Sono pienamente d’accordo con Stefano. Questa linea B,ramo Tiburtina, purtroppo di Tiburtina ha solo il nome. Male nn sarebbe prevedere tre fermate equidistanti prima del GRA e due fermate dopo fino all’altezza di Via Zoe Fontana, Quest’asse e’ ricco di attivita’ aziendal, le costruzioni civili sono poste alle spalle raggiungibili con Bus che convergano sulle suddette fermate.
Perché il bacino di utenza sulla nomentana/palombarese è di serie b?
Mai detto questo. Mi sembra solo che l’asse sulla Tiburtina sia più densamente abitato e ricco di industrie. Questo darebbe un senso ulteriore alla costruzione di una metropolitana senza concentrare tutti a Casal Monastero.
Se dipendeva da me la diramazione non l’avrei fatta a Bologna ma appunto a Casal Monastero. Avrebbe dato meno problemi.
E prima che qualcuno chiede se i cittadini di Montesacro sono cittadini di serie B, dico di no. Quella che è l’attuale B1 l’avrei vista meglio come linea di metropolitana a se stante che scambiava a Bologna con la B per in direzione Verano-Porta Maggiore-Re di Roma-Zama-Appia Antica-Colombo-Garbatella-Fermi-Meucci-Portuense-Colli Portuensi-Casetta Mattei-Pisana
Ok, per una volta tanto mi sono permesso di fare un po’ di fantametropolitana. 🙂
Attento che qualcuno qui ti scriverà che a Colli Portuensi-Casetta Mattei-Pisana la metropolitana non è assolutamente giustificata, va bene solo l’autobus…Non è fantametropolitana ma realismo trasportistico, con importanti interscambi a Verano e Porta Maggiore (linee tranviarie), Re di Roma (MA, in parte MC), Garbatella (MB), Zama e Portuense (FL) se dovessero in futuro realizzare le omonime stazioni ferroviarie, e la possibilità, per turisti e cittadini romani, di raggiungere la significativa area naturale e archeologica dell’Appia antica senza utilizzare il mezzo privato o, peggio, l’autobus
Anche io avevo proposto una linea in parte simile a quella del mio omonimo, con doppio scambio, Lodi – MC e Re Di Roma MA, che insieme a San Giovanni creerebbe un triangolo di stazioni da 2 linee molto utile intermini di efficienza trasportistica.
Ma che pretendiamo da una sindaca maleducata che, oltre a non invitare Stato e Regione all’Open Day di S.Giovanni, visto che mettono il 90% dei soldi, fa “il vento” ai ristoranti.
E’ chiaro che l’M5S con le loro strampalerie ed i loro sgarbi si mettono tutti contro.
Se non sbaglio si perderebbe anche il contributo della Regione.
Comunque è incredibile che il contratto non preveda una flessibilità nella proposta finanziaria fermo restando il totale dell’opera.
A voler pensare male chi ha firmato questo accordo non ha pensato al bene comune o era un totale sprovveduto.
Pazzesco: non riusciamo a partire nemmeno con le gare aggiudicate. Una soluzione va comunque trovata e, soprattutto, i lavori vanno iniziati 🙁