Si sblocca Amba Aradam, ecco come sarà la stazione museo
Natale porta buone notizie per la metro C. Dopo 7 mesi si sono finalmente sbloccati i cantieri della stazione di Amba Aradam-Ipponio, fermi a causa di un ritrovamento archeologico davvero straordinario. La soluzione individuata per questa fermata è spettacolare: Amba Aradam si trasformerà in una stazione museo, con una terrazza sotterranea sui castrum romani rinvenuti i mesi scorsi (vedi foto). Creando, tra l’altro, un precedente fantastico per le future fermate della tratta centrale.
La notizia arriva dall’assessore alla Mobilità, Linda Meleo. “Poco tempo fa– scrive sulla sua pagina Facebook- ho fatto un sopralluogo con la commissione capitolina Mobilità nel cantiere della stazione Amba Aradam della metro C. Al momento i lavori sono fermi perché si doveva trovare una soluzione per la gestione e la valorizzazione dei reperti archeologici venuti alla luce durante gli scavi. Non abbiamo voluto perdere altro tempo. Dopo grandi sforzi finalmente siamo riusciti a sbloccare la situazione ed i lavori potranno ripartire già dai prossimi giorni. Questo è uno dei rendering che mostra come la stazione potrebbe essere una volta terminata. Siamo al lavoro per accelerare i tempi e dare così il prima possibile ai romani la linea metro C, infrastruttura che ormai aspettano da troppo tempo”.
Noi non possiamo che essere soddisfatti della soluzione individuata, anche se 7 mesi di progettazione sono forse un po’ troppi. Ad ogni modo questa vicenda insegna che le metropolitane e l’archeologia possono procedere a braccetto, anzi che l’una rinforza l’altra: senza i cantieri per la linea C, infatti, non ci sarebbero stati questi fantastici ritrovamenti, che ora possono anche essere valorizzati. L’adeguamento a museo delle stazioni centrali, si sappia, è in corso anche a per la fermata Colosseo-Fori imperiali dove i ritrovamenti lungo il clivo di Acilio si potranno rendere fruibili in qualche modo. Insomma, la strada è quella giusta, anche in vista delle stazioni di Venezia e Chiesa Nuova. Come detto la stazione museo di Amba Aradam crea un precedente non indifferente, rispetto al quale si dovrà per forza di cose tenere conto in futuro. In altre parole sarà difficile giustificare, da parte della politica, che una stazione costruita vicino a resti archeologici è una cosa incocepibile a Roma.
Buongiorno carissimi,
ma dello scambio con RFI e Pigneto si sa nulla?
Grazie
Tutto fermo, anche la linea aerea con pali LS.
FUNIVIA TRAM METRO C
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_gennaio_19/patto-roma-meleo-si-funivia-quattro-nuove-linee-tranviarie-b500b73e-de42-11e6-93cd-d08bed2f6059.shtml
Sulla funivia no comment per decenza
Su completamento Metro C attendiamo a questo punto le analisi di Roma Metropolitane (ma non l’avevano liquidata?)
Sulle linee tram speriamo non finiscano come analoghi annunci fatti da precedenti amministrazioni
Speriamo siano primi passi: tra le linee tram prospettate, ad esempio:
– Tiburtina-Verano ha senso solo se prolungata verso il centro ( es piazza Indipendenza e piazza Cinquecento);
– Togliatti deve proseguire come metrotram verso Eur;
– Venezia-Fori-Cavour-Vittorio andrebbe di li estesa a San Giovanni e perché no Via Taranto-Piazza Ragusa-Tuscolana FS
Perché sulla funivia no comment? Perché bollare come minchiata forse l’unica ottima idea avuta da questa Giunta in fato di mobilità, peraltro a loro stessa ammissione, neanche farina del loro sacco? Se è problematico-costoso-lento scavare sotto Roma, allora cosa c’è di tanto sbagliato provare ad andare per aria? Certo non a piazza Navona, ma in periferia sì. Casalotti è una delle tante zone congestionate per colpa di un infelice sviluppo urbano, non massivo ma mal collegato da poche e strette strade con il centro della città; è un problema di cui soffre un po’ tutta la periferia occidentale, dalla Cassia fino alla Pisana passando per Boccea, Bravetta e Montespaccato. In tali situazioni è impensabile risolvere il problema con mezzi di superficie perché non ci sarebbe spazio per farli passare. Una metro costerebbe troppo, ci vorrebbero anni e i problemi per realizzarla già li conosciamo, al netto degli imprevisti; senza contare che i costi non sarebbero giustificati dal bacino d’utenza, se non si cade nel solito equivoco romano che, a causa della congestione delle strade, illude che le zone siano densamente popolate quando non lo sono affatto
E quindi che fai una funivia per la Cassia, una per Bravetta, una per Colli Portuensi e una per Casalotti??? Qual è il valore aggiunto? Casalotti, Colli Portuensi e Cassia non sono popolati??? Ma tu le conosci queste aree? Non sarebbe più opportuno, nel caso di Casalotti, un semplice (già previsto e ritenuto attendibile) prolungamento della MA da Battistini?
A parte la battuta di un simpatico mattacchione di qualche mese fa su Facebook, sempre a proposito di questa funivia ” e poi.. nei giorni di ” Forti Raffiche di Vento , sulla funivia ci sale Lei ??
c’ e’ da dire che sarebbe stato maggiormente auspicabile un Prolungamento della MA, essendo un’ area piu’ periferica e di certo non centrale o centro storica
Alex, non è una novità che non sia d’accordo con te. Ma qui siamo proprio agli antipodi.
Hai una metro che già sfiora il quartiere “congestionato e mal urbanizzato” di cui parli, hai un piano regolatore che già prevede il prolungamento di quella metropolitana e devi costruirla in quella che non solo è periferia per la Roma attuale ma era aperta campagna per la Roma classica e quindi è esattamente l’area dove scavare ti creerà meno problemi archeologici in assoluto. E tu cosa fai? Proponi di sostituire la metro con un mezzo più lento, meno capiente, ambientalmente più impattante e privo della minima pezza di appoggio progettuale che ti possa garantire la reale fattibilità di un mezzo di trasporto aereo che dovrebbe muoversi fra palazzine e strade che per tua stessa ammissione sono strette e posizionate a cazzo di cane?
Non è preclusione alla cabinovia la mia. Il mezzo è anche interessante. Ma se pensato per collegare Piazzale Clodio a Monte Mario e Balduina. Non per sostituire una metropolitana già programmata.
Il fatto che sia previsto un prolungamento della MA non significa affatto che questo verrà realizzato entro le prossime tre generazioni. Sai benissimo che tra il dire e il fare c’è dimezzo il mare, e quando si tratta di Roma il mare è un vero e proprio Oceano. Sai anche benissimo che i problemi che si incontrano scavando nel sottosuolo romano non sono solo archeologici, ma idrogeologici, di stabilità degli edifici esistenti, e quant’altro: non sono stati archeologici, tanto per fare un esempio, i motivi che hanno indotto a cassare la stazione Nomentana della B1 a cantieri in opera. Sempre poi che sia vero che tra Boccea e Casalotti, scavando, non si troverebbe niente: mi domando chi o cosa ti dia questa certezza. Quel che dici sulla campagna romana è del tutto privo di fondamento, consentimi, culturale. La Roma imperiale si estendeva su una superficie talmente vasta che non è affatto improbabile ritrovarne testimonianze scavando in tutto il territorio comunale e anche oltre, come i fatti dimostrano continuamente. Roma ha conosciuto nella sua storia fasi ripetute di espansione e contrazione, e quella attuale di espansione non è che l’ultima in ordine di tempo e neanche la più importante in fatto di estensione. Quanto alnprogetto funivia per Casalotti: non affatto è vero che non esista uno studio di fattibilità; esiste eccome, è più vecchio dei cinquestelle e i cinquestelle proprio a quello studio si sono ispirati. Non vedo dunque perché non valutare nemmeno la possibilità di avere una s8luzione a minor costo oggi, invece che, forse, la metro dopodomani. Ad oggi non è che gli abitanti della zona hanno la metro sicuramente pronta per una data x: ad oggi non hanno NIENTE, solo un’ipotesi di prolungamento
L’area urbana della Roma imperiale era grossomodo concentrata nelle mura aureliane. Al di fuori vi erano sicuramente strade, ville, necropoli e quant’ altro ma con una concentrazione decisamente inferiore rispetto alla città vera e propria. Poi dopo il II secolo Roma è passata da quasi un milione e mezzo di abitanti fino alla quota abitativa più bassa dei 20 mila dell’alto medioevo, aumentando poi progressivamente ma lentamente fino all’era moderna. Roma ricomincia a crescere davvero durante il risorgimento e da quel momento non ha mai più smesso. Quindi le continue fasi di espansione e contrazione non esistono. Ha avuto un picco in età classica, poi un crollo lungo oltre un millennio e nell’era contemporanea un nuovo picco.
La certezza di non trovare nulla non esiste nella periferia romana ma non è più alta che in qualsiasi altra città europea. E non vi sono particolari controindicazioni per la realizzazione di una metro, se non di volontà politica.
Al contrario una funivia fra Casalotti e Boccea, di cui esiste solo una proposta di un comitato di quartiere e non un progetto vero e proprio, troverebbe parecchia edilizia in mezzo ai piedi.
Quelli che oggi non hanno niente, come giustamente ricordi, aspettano una metropolitana da anni.
Alex, credo che poi politicamente sia proprio sbagliato presentarsi a discutere il Patto per Roma con il Governo senza includere i progetti metro più realisticamente cantierabili e realizzabili in cinque-sei anni.
Tutto quello che si può realizzare sulle reti ferro esistenti a Roma (A, B, C, Roma Lido, Roma Nord, Roma Giardinetti e Fl) deve essere programmato e finanziato il prima possibile. Certo, con analisi costi benefici serie e documentate, specie per il completamento della C.
Se al tavolo con il Governo ti presenti con progetti al ribasso, otterrai ancor meno.
Questi dovevano redarre uno straccio di master plan degli interventi sul ferro in questi sei mesi, anziché uscirsene con questi progetti. Qua invece sugli assetti di Atac si continua a non voler affrontare la realtà di bilancio che compromette l’operatività, a chiudere a qualunque ipotesi di partnership strategica, e questa mancanza di realismo pregiudica la capacità di sviluppare una visione e una programmazione degli investimenti e assetti del tpl. Quindi sulle metro e il ferro non si mette ancora bocca, e invece se ne escono con la funivia. Anche le tramvie proposte sono progetti si importanti ma ancora parziali.
Alex sono anche io per le Metro se sostenibili… però sono contro le funivie per un semplice motivo: escludono fasce di popolazione come anziani, persone a ridotta mobilità, persone con problemi cardiocircolatori, età. Il trasporto pubblico moderno, specie se così fondamentale come in quell’area che oggi ne è priva, deve essere universale.
Le argomentazioni costi benefici finora addotte non considerano questi aspetti.
Per quella area, se i carichi del prolungamento della Metro sono bassi, allora si devono progettare soluzioni idonee capaci di risolvere la criticità. Non foglie di fico come la funivia.
Ad esempio, se da sola una possibile diramazione Torrevecchia/Casalotti della Metro non ha carichi, si pensi a tramvie di adduzione (come per esempio su viale Battistini fino a Gemelli, che potrebbe essere un ottimo prolungamento della eventuale TVA). abbinate magari ad altre soluzioni metrotram per l’area nord ovest nel complesso. Ad esempio, con la riapertura ed eventuale raddoppio della ferrovia a Valle Aurelia-Pineto-Gemelli, si potrebbe pensare di convertire il tratto Valle Aurelia-Balduina-Gemelli in metrotram da prolungare fino a Torrevecchia, Torresina, Palmarola, Selva Candida facendo di Gemelli una stazione di scambio. In tutta Europa si fanno riconversioni simili, non capisco perché qui non si possa…
Speriamo il Governo gli faccia un pernacchione soprattutto sulla sciocchezza funivia al posto del prolungamento della metro A.
Evidentemente la vaccata del Corridoio dell’Immobilità Laurentina al posto del prolungamento della metro B non ha insegnato nulla.
Qui tutti bravi sono a sostituire le metropolitane con le boutade più singolari, invece a Milano casualmente costruiscono solo metropolitane.
Che male abbiamo fatto per vivere a Roma?
Non mi parlate di stazioni di gran profondità … sono stato oggi a Cornelia ed è delirante! 5 minuti e passa per uscire-entrare… li credo che sia realizzata sotto un leggero colle e forse non si poteva fare altrimenti , ma altrove meglio stazioni più superficiali
prova a scendere a Libia 😉
Tutta la nuova Metro C (escluso quindi il percorso ferroviario) è uno “scendere in miniera”.
Tra l’altro nessuna chiara indicazione; le tabelle con gli orari (super-lenti) dei treni sono posti praticamente ed oscenamente prima della banchina, così che si vede gente che si scapicolla sulle scale (molte già cominciano ad essere im-mobili) per poi aspettare 10 e passa minuti!
Ciao Piero !!
Pur non essendo un tecnico ed addetto ai lavori,
a proposito delle Stazioni da realizzare , spesso di gran profondità, Cornelia, che citavi, ma vedi anche Repubblica, Barberini sulla A, Libia B1, Io sapevo che altrettanto problematico è il realizzare Fermate , sempre in Tunnel anche se di minor profondità e quindi ” sub-. superficie” , come nel caso di Circo Massimo e Colosseo sulla B, se ricordo bene con la tecnica del ” Cut and Cover ovvero scavando brevi trincee per i binari lungo le principali strade e poi ricoprendo subito le porzioni di gallerie ottenute; questi tunnel fatti passo-passo raggiungono una profondità massima di 5 metri rispetto alla sede stradale. Tale Tecnica di realizzazione è incompatibile con il sottosuolo della capitale per la tristemente famosa ed arci nota presenza di sub-strato archeologico, come inizi a scavare
Anziché inglesismi, chiamiamo le tecniche per come sono in realtà: questo è i Sistema Milano.
Tanto per farci rosicare ancora di più, come sempre, Roma esce perdente dal confronto con Milano. Ieri ho letto un articolo dove era scritto che in 2 anni, da questo al 2019, la M1 sarà prolungata fino a Monza, per favorire i cittadini milanesi e facilitare gli spostamenti dei pendolari. Noi poracci romani invece ci dobbiamo accontentare delle continue balle che ci vengono dette, le solite false promesse mai mantenute: dai prolungamenti della MA, della MB, della MB1, alla trasformazione della Roma-Lido in ME, alla futura MD, per la quale il presidente di Roma Metropolitane, Omodeo Sale’ disse: “Dopo la Metro C arriveranno anche le linee D ed E. Non è vero che le metropolitane a Roma non si possono fare, bastano progettualità, collaborazione e volontà politica. Così la Capitale potrà avere un giorno non solo la linea C completa, ma anche la D e, perché no, la linea E. Il procedimento per la realizzazione della Metro D è tutt’altro che morto. Se c’è la volontà politica l’opera si realizza eccome. In particolare in questo momento, rispetto ad alcuni anni fa, c’è una fila di investitori stranieri pronti a intervenire in quota parte attraverso lo strumento del project financing”.
Infatti si è visto che sviluppo sta avendo il Tpl romano, che solo per fare poche centinaia di metri tra Lodi e San Giovanni, ci metteranno più di 2 anni (da giugno 2015 a ottobre 2017, forse).
A questo punto non rimane che il trasferimento della Capitale d’Italia da Roma a Milano, così non se ne parla più!
http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2017/01/10/news/se-roma-sprofonda-spostiamo-la-capitale-a-milano-1.293140
Ma magari fosse!!!
Uno spostamento della capitale significherebbe per Roma perdere 1 milioni di abitanti in breve tempo, e già questo farebbe stare molto meglio chi resta. Per Milano ci sarebbe invece un sovraffolamento di 1 milione di abitanti, con rischio di collasso, nonostante le belle infrastrutture. A chi gioverebbe?
Una ipotesi del genere, sciagurata ma purtroppo non inverosimile, oltre al tramonto definitivo di Roma ed alla sua marginalizzazione significherebbe lasciare l’intero centro-sud nel totale abbandono (se non subito, nel medio-lungo periodo) determinando, di fatto, la crisi irreversibile dell’Italia come entità politica ed economica.
Quello che sconcerta è che nessuna delle tre forze politiche in campo, ciascuna per le sue ragioni, dia segni di avvedersi di tale scenario.
Capisco che chi dice che “spostare la capitale conviene” ha dalla sua esempi riusciti (ma, mi pare, in pochi casi si tratta di esempi in cui la capitale politica viene spostata verso quella economica, correggetemi se sbaglio), ma un paese che ragioni in termini di Sistema-Nazione (e non di campanili …) dovrebbe porsi il problema che questo è un Paese già fortemente squilibrato, e l’ultima cosa che puoi fare se l’hai a cuore è spostare la capitale proprio a Milano!!
Aggiungiamo pure che dieci.quindici anni fa Roma aveva ancora una realtà economica ed industriale che dava qualche pensiero ai potentati del Nord, ora depuperata e distrutta, su cui certe testate del Nord (Corriere su tutti) infieriscono maramaldescamente.
Ciò dovrebbe far riflettere … sarebbe questo il sistema-Italia?? Gli ambienti milanesi, se queste sono le premesse, non promettono bene per il resto del Paese, visto che una Capitale deve rappresentare tutti, non solo sè stessi.
Salve, stavo guardando il nuovo sito di MetroC S.p.A dove nella Home è riportata una bellissima mappa colorata della linea: in verde la parte in costruzione (fino a Fori Imperiali), in grigio la stazione Venezia (progetti consegnati (?) ) e in rosso gli sviluppi futuri con le fermate Chiesa Nuova e Risorgimento.
http://metrocspa.it/
Però un dubbio mi assale: ma non avevano rifiutato i soldi della stazione Venezia per poter chiudere il contratto con Metro C S.p.A. entro il 31 Dicembre 2016 ?
A parte il fatto che rifiutare i soldi per Venezia non serviva (secondo me) per chiudere il contratto, non ho sentito nessun proclama di chiusura da parte del M5S (forse stanno ancora brindando per l’implementazione del 51 Express).
Il fatto che il costruttore rilanci il sito mi fa pensare che il contratto non sia stato chiuso.
Avete notizie ?
Ciao Giuseppe P !
Per quel che mi sembra di ricordare la possibilità di rescindere il Contratto col Consorzio Metro C, per quanto concerne le tratte e le stazioni non ancora in costruzione ,si applica a tutte tranne che a Venezia, dove si deve arrivare, in quanto gia’ parzialmente finanziata ed anche perché’ a Dicembre 2014 venne consegnato il nuovo Progetto definitivo per Venezia come “stazione di transito “, ex definitiva o capolinea come da precedente Progetto .
Ricordi bene per quanto riguarda Venezia almeno per quanto riportato su questo sito.
“le parti concordano che in caso di mancato finanziamento anche di parte della residua Tratta T2 da Venezia (esclusa) a Clodio / Mazzini entro il 31 dicembre 2016 ciascuna di esse potrà esercitare il diritto di recesso di cui all’art. 1.6.3 del CSA per la parte di Opera non finanziata,senza che nessuna delle Parti possa nulla pretendere dall’altra in ragione dell’esercizio del diritto di recesso“.
Però mi ricordavo che qualcuno aveva affermato che il M5S aveva rifiutato il finanziamenti per Venezia per potere rescindere il contratto.
Sicuramente la Raggi e la Meleo hanno assicurato che la C arriverà ai Fori e mai si sono espressi sulla Stazione a piazza Venezia (a quanto mi risulta).
Comunque volevo capire entro quanto si può esercitare il diritto di recesso unilaterale !?
Ciao, non so se ci avete fatto caso, ma qui ci appigliamo a tutto, ormai: sul sito METROCSPA, nella mappa il tratto di S. Giovanni “in via di completamento”, di colore arancione, arriva fino a metà del pezzo fino a Ipponio. Cosa potrebbe significare, che con l’apertura di S. Giovanni verrà contestualmente aperto anche il pozzo di manovra sotto via Sannio che permetterebbe di eliminare la attuale “marcia illegale”? Ne sapete qualcosa?
so che non c’entra nulla in merito a questo post ma vorrei chiedere al comitato se ci sono notizie sulla nuova stazione vigna clara. Ho visto qualche giorno fa operai a lavoro.
… e intanto settembre diventa ottobre…
http://roma.fanpage.it/metro-c-meleo-stazione-san-giovanni-attiva-per-ottobre-inaugurato-murales-in-metro/
Meno male che l’AssesSORA (siamai si offenda) abbia specificato l’anno… Mi chiedo e’ mai possibile che non siano in grado di ufficializzare una data? A proposito di date e ritardi, che fine han fatto i lavori al Pigneto. Possibile che nessuno ne parli men che meno chi in primis dovrebbe occuparsene? Comitato ne sapete qualcosa? Possibile che non si riesca a creare un gruppo di pressione verso le istituzioni?
http://www.romafaschifo.com/2017/01/elementi-esterni-dei-condizionatori-uno.html
Perfettamente d’accordo con quanto scritto sul post, soprattutto su questo: “Perché le Soprintendenze prontissime a fermare tramvie e metropolitane che potrebbero salvare la vita alla città e impegnatissime a decidere il colore di una serranda o di una finestra, qui non parlano?”
Buon anno a tutti.
A proposito di “metro e archeologia” ho trovato una notizia un pò off topic ma interessante:
http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2016/12/15/roma-riapre-metro-mussolini_j8Q5Z9acA8O4JWCSb3RSQI.html
Qualcuno ne sapeva qualcosa??
uno schiaffo morale a chi insiste nel sostenere che “a Roma le metro non si possono fare”. E una conferma che a Roma un sistema dirigista perpetrato nel tempo avrebbe portato molti più frutti della tanto decantata democrazia
Capito, ci vuole il dittatore per avere la metro.
Purtroppo è così. Non solo la Metro però. Basti fare un piccolo confronto:
ciò che è stato fatto nel ventennio fascista e ciò che è stato fatto negli ultimi 20 anni in termini di opere pubbliche e non solo.
Il confronto – ripeto, purtroppo – è devastante.
Per gianlux: non conoscevo l’iniziativa che spero si ripeta.
Beh certo, Roma con la dittatura era la prima città al mondo per Metro, mentre Parigi e Londra impallidivano al confronto… Poi il baffone copiò la cosa e si misero a fare metro anche a Mosca, anche finendole.
I semplicismi sono sempre rischiosi specie se si parla di opere pubbliche e dittature, perché dietro l’angolo c’è sempre un altro dittatore della parte avversa che ha realizzato di più. Ogni dittatore costruisce qualcosa, il problema è il prezzo pagato dalla popolazione.
Penso che l’ultima grande stagione urbanistica romana ma anche nazionale risalga al ventennio e anzi, mi piace un sacco l’architettura di quegli anni.
Ma va riconosciuto che era come il passaggio di un elefante in una cristalleria. Quando costruivano buttavano via tutto quello che trovavano e si è persa un sacco di ricchezza archeologica. Certo si può obiettare che nel dopoguerra ugualmente hanno buttato via tanto costruendo porcherie, a partire dai palazzoni delle borgate, e quindi il ventennio esce meglio del cinquantennio repubblicano. Però un po’ di misura ci sarebbe voluta anche con la mentalità del tempo.
Oggi sono cambiate le sensibilità, per fortuna dico io, e nessuno a parte qualche frequentatore di questo e altri blog penserebbe che per costruire una metro si deve spazzare via tutto perché tanto Roma è piena di rovine e una in meno peraltro sempre rimasta sottoterra, non cambia niente. Inutile dire che trovo posizioni del genere assolutamente inaccettabili. Il problema è che la metro C insegna che ancora nel 2016 non si è in grado di progettare stazioni della metro in maniera moderna tale da evitare al massimo l’intralcio dello strato archeologico. Perché mi sembra assurdo che debba leggere notizie di stop ai lavori per ritrovamenti inaspettati, quando si scavano crateri di centinaia di metri quadri e anche un bambino sa che nel centro di Roma e in buona parte della prima periferia dove scavi trovi sempre qualcosa. Il giorno che lo strato archeologico verrà bucato solo per ascensori e scale mobili invce di infilarci atri grandi come aeroporti, e le banchine e tutti i locali saranno sotto, credo che mi verrà un colpo dalla gioia.
Ma quale devastante: dopo la guerra a livello nazionale la rete ferroviaria è stata rifatta 2 volte, prima con numerosi raddoppi della rete esistente, e dopo il 2000 con la TAV, sono state fatte le autostrade e un’infinità di superstrade a 4 corsie, ospedali, scuole, università, fiere, mercati generali, quartieri residenziali, palazzi dello sport, metropolitane anche se meno del necessario, e chissà cos’altro. Anche a me piace l’architettura di Piacentini, e coi mezzi dell’epoca hanno fatto cose di notevole importanza. Dopo c’è stato tanto malaffare e tanta speculazione che ha portato a brutture varie, ma la modernità è arrivata anche in Italia, non c’è dubbio. Per esempio rispetto alla Spagna siamo indietro con le Metro ma i surclassiamo con le autostrade e i treni ad alta velocità.
Peccato che durante il ventennio abbiano realizzato anche delle orribili borgate, lontane dal centro abitato dell’epoca, prive di servizi e sistemi di aggregazione sociale, una vera vergogna per la città…
Anche a me non dispiace l’architettura neoclassica dell’Eur o del Foro italico (decisamente meno però quella di Via della Conciliazione, della Stazione Ostiense, di Piazza Augusto Imperatore, etc.), ma in generale preferisco di gran lunga l’architettura modernista di fine ‘800/inizio ‘900.
In ogni caso è da irresponsabili dire che solo durante il ventennio l’Italia ha avuto modernità e grandi opere
Emanuele, in due parole: metodo Roma.
A dire il vero si è fatto molto di più dal 1870 fino all’inizio del ventennio, urbanisticamente, a Roma. Poi il duce ha dirottato lo sforzo costruttivo verso quel gigantismo imperialista, sia urbanistico che bellico, che di fatto ha devastato le finanze e ha messo fine a tutto, a Roma e in Italia.
Senza il duce OGGI avremmo molto di più. E’ l’esatto opposto di quello che scrivete qui.
Certo se infili la guerra insieme all’urbanistica…
Mussolini andò al potere quando l’economia italiana aveva ancora enormi debiti della I guerra mondiale, stabilizzò l’economia ma venne la crisi del ’29, a quel punto avviò una massiccia campagna di lavori pubblici (tra cui l’edilizia cittadina), come tra l’altro fecero gli americani. Ma c’era deflazione e questo impediva una vera ripartenza dell’economia.
E poi ci fu la guerra che alla fine fece sballare tutto.
Guerra a cui aderì perché stava alla canna del gas economicamente. Le campagne imperialiste di Mussolini passarono alla storia come “poracciate”. Inoltre il suo sistema politico, oltre che violento (ma questo si sa… si sa no?), fu anche estremamente corrotto e clientelare. Praticamente il prototipo della odierna politica dell’immobilismo. Roma urbanisticamente è rinata col Risorgimento e per un cinquantennio si è sviluppata in lungo e in largo, come una moderna capitale europea del periodo. Poi la prima guerra mondiale e poi la megalomania senza senso di Mussolini, fra cui annoverare le tante borgate periferiche nate senza un piano regolatore.
Io lo so che è in atto (e non da oggi) un’operazione di restaurazione nostalgica riassumibile con “ah… quando c’era lui”.
Ma è una stronzata. Forse un’altra cinquantina di anni di damnatio memoriae così che dopo Mussolini muoiano anche un po’ di nostalgie non sarebbe male.
Guerra a cui aderì perché convinto che Hitler stava vincendo e che se non si sbrigava sarebbe rimasto fuori dai vantaggi della vittoria. Atteggiamento conseguenza delle sanzioni che venero imposte dopo l’Etiopia da paesi che avevano colonie in metà del mondo, gli stessi che guarda caso ancora oggi ci mettono i bastoni fra le ruote appena possono.
La corruzione c’è sempre stata in Italia e a Roma. Il primo grande scandalo nazionale dell’Italia unita è stata la Banca Romana alla fine dell’ottocento.
Le speculazioni immobiliari ci sono sempre state, basta vedere la storia della Società generale immobiliare (nata a Torino, neanche a Roma).
Le borgate hanno cominciato a sorgere durante e dopo la prima guerra mondiale e il primo esempio di quartiere raso al suolo per monumenti megalomani è stato per il Vittoriano sempre alla fine dell’ottocento.
Mussolini non ha inventato niente, ha portato avanti un programma urbanistico che non ha più avuto eguali dopo la guerra, quando si è fatto di tutto per sminuirlo in nome dell’antifascismo e della Repubblica, che in quanto a corruzione purtroppo per noi non ha nulla da invidiare a Mussolini e urbanisticamente e architettonicamente avrebbe molto da imparare.
E siccome si stava parlando di urbanistica ed edilizia a Roma questo argomento ho trattato, le simpatie o le antipatie per Mussolini non mi interessano.
Sperando di non dover leggere più di gente che vorrebbe buttare giù l’obelisco del foro italico.
Emanuele, le borgate le ha inventate Mussolini alla metà degli anni ’20. Gli sventramenti di alcune (o molte) parti del centro storico hanno coinvolto tutte le città europee e italiane, già prima del Vittoriano, basti pensare a Firenze, non appena divenne Capitale d’Italia. Infine, nessuno ha obbligato Mussolini a schierarsi, durante la guerra, dalla parte di Hitler, e a impegnarsi in campagne militari improvvisate e senza i necessari strumenti in grado di fronteggiare il nemico (spesso sottovalutato).
Qui nessuno mette in discussione alcune grandi opere realizzate durante il ventennio fascista, ma è ridicolo sostenere che l’Italia abbia conosciuto sviluppo, grandi infrastrutture e prosperità, o abbia contato a livello internazionale solo in quel periodo, senza sottolineare anche i numerosi aspetti negativi del ventennio, includendo ad esempio le borgate, visto che eravamo in tema urbanistico…
No, è il termine borgata semmai che è nato durante il ventennio. Nel 1920 a seguito di immigrazione dalle campagne c’erano già più di 50.000 persone che vivevano nelle estreme periferie dividendosi tra palazzine popolari, costruzioni abusive e vere e proprie baracche.
Gli sventramenti ovviamente ci sono da sempre nelle città ma visto che il paragone era tra la Roma post unitaria e quella fascista ho portato l’esempio più clamoroso. Si parla sempre della spina di borgo e mai del quartiere medievale sotto il Campidiglio, egualmente spazzato via.
Per il resto la storia va studiata tutta. Mussolini si schierò fino in fondo con Hitler credendo che la guerra sarebbe terminata presto dopo la caduta della Francia perché era rimasto isolato da Francia e Inghilterra con le sanzioni, diversamente non si sarebbe messo contro quei paesi. Ma a parte che nel fascismo c’erano molti ammiratori dell’Inghilterra, che l’Italia fece affari con gli inglesi per buona parte del ventennio e che a Churchill Mussolini piaceva, di quello che ha combinato in politica estera non mi interessa come ho detto. Si parlava di opere pubbliche a Roma e ho fatto un elenco delle realizzazioni dell’epoca.
Ma se è per questo a me piace più il Colosseo quadrato del Vittoriano. Ma non è dei grandi monumenti cebrativi che stavo parlando. Parlavo di opere civili ben più fondamentali, come ad esempio un piano regolatore, un nuovo acquedotto (il Peschiera), un’edilizia abitativa di pregio architettonico, come tutta quella ottocentesca, stazioni come Termini e tutta l’area contingente, ferrovie, servizio di trasporto pubblico, etc.
Mussolini ha realizzato opere altisonanti ma che ricordano più quelle dell’ URSS o dell’attuale Nord Corea che quelle di una moderna capitale, funzionali al cittadino. Qualcosa di buono é rimasto, come Eur, ma resta il fatto che l’ urbanistica del ventennio arriva alla fine di un ciclo virtuoso e gode di una fama che non le spetterebbe, essendo di gran lunga la meno importante di quelle decadi. Preferisco ricordare un Nathan piuttosto che un Mussolini, se dobbiamo parlare di urbanistica.
E ti ricordo in epoca recente gli anni 60 ci hanno almeno regalato uno storico PRG. Insomma il ventennio tutto fa tranne che brillare. Per me anzi ha interrotto un percorso virtuoso che doveva rendere Roma una città di stampo europeo. Oggi senza Mussolini forse non avremmo questo complesso di interiorità nei confronti di Londra e Parigi.
Meglio due, a scadenza e rieleggibili, ma solo una volta…..
Spero stiate scherzando tutti quanti, va bene che sono d’accordo anch’io che in Italia la Democrazia ha fallito e non intendo certo la DC, ma lo sanno tutti che quella fu solo una opera inutile fatta fare solo per tenere al lavoro (quindi buoni) le masse operaie.
Io piuttosto vorrei limitarmi ad un commento tecnico … Il progetto, da quanto ho capito, avrebbe seguito un percorso Porta Maggiore-Stazione Tuscolana-Centocelle a forma di L. Di progetti se ne sono fatti tanti: la particolarità qui è che esistono 1.100 metri di galleria effettivamente scavata, a partire dal Parco di Centocelle verso ovest se ho capito bene!
Tralasciando ogni considerazione sulla fattibilità, osservo che una diramazione della A da Ponte Lungo alla C di Parco di Centocelle una qualche utilità potrebbe averla.
Io (ribadisco purtroppo) non scherzo affatto. Vado OT ma ricordo che anche INPS e Inail (poi devastate dal…regime ..democratico) le dobbiamo al ventennio fascista. Per non parlare di altre grandi opere come Cinecitta’. Poi la sciagurata e indefinibile decisione di affiancare Hitler ha portato al disastro.Scusate l’OT.
Tornando in argomento a NY hanno inaugurato un breve tratto di Metro progettata guardacaso proprio negli anni venti
Beh restando nel campo delle costruzioni e a Roma, solo con le principali abbiamo
l’autostrada Roma-Ostia (Mussolini nel 1925 annunciò che la Roma del nuovo impero si sarebbe ingrandita e avrebbe raggiunto il mare)
Il Foro Italico (che da solo è l’equivalente di quanto bastava per un’Olimpiade) su progetto generale di Enrico del Debbio.
i ponti Matteotti, Flaminio, Mezzocamino, Duca D’Aosta, Principe Amedeo, Testaccio e il viadotto della Magliana
la città universitaria della Sapienza su progetto generale di Piacentini che affidò i lavori delle varie facoltà a giovani architetti come Michelucci (geologia), Giò Ponti (matematica), Pagano (fisica), Capponi (botanica) mentre lui pensò al Rettorato
i palazzi delle poste di via Marmorata (Adalberto Libera), piazza Bologna (Mario Ridolfi), via Taranto (Giuseppe Samonà)
via della Conciliazione (Piacentini e Spaccarelli)
via dei Fori imperiali
rifatta la stazione Ostiense
rifatta la stazione Termini su progetto di Mazzoni (ma lavori finiti dopo la guerra con progetto modificato con l’attuale atrio)
l’Eur su progetto coordinato da Piacentini, con il “colosseo quadrato” (Guerrini-Lapadula-Romano), il palazzo dei Congressi (Libera) e altro. Era previsto il completamento per l’esposizione universale del 1942 che saltò per la guerra e sarebbe stato collegato al centro con la metro B in costruzione tra Termini e appunto Eur
la Farnesina, che doveva essere la sede del partito nazionale fascista, su progetto di Del Debbio e Foschini, altra opera terminata dopo la guerra
Scusate la divagazione ma quel tipo di architettura mi piace tantissimo
Non volevo divagare troppo, ma lei ha descritto perfettamente il tutto peraltro limitandosi alla realtà romana.
Premesso che per quanto riguarda le strade, lo scopo principale delle strade larghissime volute da Mussolini era per il passaggio veloce delle truppe, rispondo ad Angelo ed Emanuele dicendo che pur essendo fondamentalmente di sinistra ed assolutamente più vicino alle teorie Marxiste-Leniniste, piuttosto che a quelle totalitariste Mussoliniane-Hitleriane, e ricordando che comunque Mussolini nasceva socialista ed inventò anche i sindacati (che magari allora erano diversi dallo schifo di adesso), mi sento abbastanza aperto da dire che se Mussolini non avesse fatto l’enorme sbaglio di farsi attrarre dal Potere e di allearsi con “la parte sbagliata” della Storia, probabilmente oggi sarebbe ricordato come un Eroe Nazionale, questo però non vuol dire che nel Ventennio sia stato fatto tanto e dopo No, anche perché bisogna vedere COME siano state fatte le cose sotto Dittatura. Detto questo e chiudendo il Fuori Tema (scusate ma proprio non sopporto l’uso di termini in inglese per forza ed in ogni dove!), tornando alla galleria di Centocelle è risaputo che non aveva nessuno scopo ufficiale, ora si può anche ragionare se sia o meno recuperabile ma non credo che la struttura della stessa sia a norma ne che sia adeguata alle metropolitane moderne.
La penetrazione urbana in argomento, in particolare la tratta compresa fra Porta Maggiore, Roma Casilina e Parco di Centocelle, era stata prevista dall’Ing. Perrone nell’ambito del suo piano regolatore delle ferrovie metropolitane e foranee pubblicato nel 1941. I cantieri furono effettivamente avviati nel corso del secondo conflitto mondiale per poi subire un fermo prolungato in considerazione delle ben note vicende belliche; nei primissimi anni del secondo dopoguerra si assiste a una stentata ripresa delle opere nell’ambito dei cantieri a regia, aperti nel tentativo di lenire la rilevante disoccupazione nella capitale. Successivamente nella seconda metà degli anni ’50, nell’ambito degli studi propedeutici alla realizzazione della linea A della metropolitana, fu progettata una diramazione corrente fra Via delle Cave e Via Casilina a servizio di quell’importante collettrice di traffico che avrebbe largamente sfruttato quelle specifiche opere destinate altrimenti a rimanere inutilizzate; per completezza di informazione l’adeguamento di quei tunnel non avrebbe comportato particolari difficoltà dato che le opere civili furono progettate e realizzate per poter ospitare anche impianti a scartamento ordinario.
http://www.metroricerche.it/blog/wp-content/uploads/2015/02/roma_corografia_old_1955_2.jpg
Ad una prima lettura della mappa del Piano Regolatore sembra chiaro si trattasse di una ferrovia metropolitana di raccordo. Non molto diversamente, oggi una tratta del genere potrebbe essere ugualmente utile a collegare la A e la C. Non proprio da buttar via. Ciò a riprova del fatto che, qui, il problema Roma non è tanto quello di bypassare la Soprintendenza evitando nuovi scavi, magari fosse solo quello: non c’è progettualità nè soldi per strutture annesse, materiale rotabile, manutenzione, etc. etc. …
Grazie gianlux, per aver sintetizzato quello che era proprio il senso del mio intervento. Qurlla che “a Roma le meto non si pdsono fare” è una colossale balla, databin pasto al popolo bue per nascondere un vuoto progettuale che nasce da un livello infinitamente basso della classe politica italiana e in special modo romana. Il problema è politivo, non archeologico: come dimostra proprio questo thread, non solo è possibile risolvere le problematiche archeologiche, ma anzi gli scavi per le metro pssono essere l’occasione per scoprire tesori nascosti che, altrimenti, sarebberorimasti appunto nascosti
Peccato che sorge spontanea la domanda: “Un’infrastruttura metropolitana, che non è stata pianificata e progettata, come per legge, a seguito di “veri” scavi archeologici preventivi, che ne avrebbero indirizzato diversamente il percorso in tutta la Tratta T3 e, pure, nella T2, è legittimata alla distruzione del Patrimonio Storico e Artistico della Nazione, protetto dall’art. 9 della Costituzione”? O, per caso, un “project review”, ora più che mai doveroso, restituirebbe credibilità e operativa fattibilità alla Metro C, l’infrastruttura più cara d’Europa?… Il rendering, occhio e croce 30 m. x 7 m., postato dalla Dott.ssa Meleo sulla Sua pagina fb, la dice lunga sull’intervento di tutela e valorizzazione del sito della Caserma della prima metà del II sec. d.C. verso il “Campus Martialis” (Piazza San Giovanni), inglobato, (vogliamo dire “strozzato?) tra il c.a. della Stazione della Metro C… Dei restanti 70 metri su 100 metri e dei 39 ambienti si sono perse le tracce in circa due anni di scavi, che avevano resistito per circa 2.000 anni?… “Una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi anni a Roma, “scoperta per caso” (nota bene: non per gli scavi archeologici preventivi, come previsto dalla legge!) a – 9 metri di profondità dal p. c., piano di campagna.
La caserma, il Castrum, faceva parte di un vero e proprio acquartieramento militare, che gravitava verso il “Campus Martialis” che corrispondeva all`attuale piazza San Giovanni in Laterano. – See more at: http://www.rainews.it/…/Roma-scoperta-caserma-romana-in…
Ai lati di un corridoio, lungo oltre 100 metri, sono venuti alla luce 39 ambienti, dei quali 25 ampi 16 metri quadri e identificabili come alloggiamenti dei militari. Alcuni dei quali conservano i pavimenti a mosaico con disegno geometrico e sulle pareti intonaci semplicemente affrescati.”…
http://www.rainews.it/…/Roma-scoperta-caserma-romana-in…Considerato che gli scavi archeologici, preventivi, prevedono che, se entro 60 giorni dall’inizio dello scavo si sono rinvenuti reperti archeologici, i lavori debbano essere sospesi perchè in quella zona è vietato lo “ius aedificandi”… o, per caso, mi sono distratta e, adesso, per legge, si può costruire in un sito archeologico e non vige più la legge, in base alla quale si deve rimanere distanti da un sito archeologico per areali di 500 metri?…
Non mi sembra chiarita una questione sollevata: sarà un Museo vero e proprio, quindi a pagamento, come scritto da qualcuno?
faranno un referendum per deciderlo .. : – )
Certo: il prezzo del biglietto metro per l’accesso alla metro…
E dico “Brava” all’Assessore Meleo !
Se effettivamente l’approccio di questa Giunta dovesse cambiare e diventare positivo nei confronti delle metropolitane e, più in generale, verso tutti i progetti di sviluppo urbano, allora io sarei ben felice di ricredermi e di dare il plauso !
Naturalmente una rondine non fa primavera, e peraltro non si devono dimenticare tutti i NO che la Giunta Raggi ha dato a questa Città in questo tristissimo semestre …
Se non separano con una vetrata l’atrio dai reperti questi si riempiranno di rifiuti in due giorni
Condivido in pieno !!
Idem
Il progetto esposto da Linda Meleo è promettente.
Secondo me sarebbe buona cosa chiudere i 2/3i dell’area archeologica alla visibilità dei transitanti futuri nella stazione museo e renderlo un regolare museo a pagamento. Ci sono tanti posti che davvero offrono poco e niente, e quel poco e niente lo fanno pagare a peso d’oro come se ti stessero vendendo la cosa più fantastica del mondo.
p.s. – ma la fermata ‘Venezia’ è fermata passante o di coda?
Come già proposto altrove, sottolineo l’importanza di darsi una doppia chance circa la diramazione della linea C in C1 destinazione periferia ovest, senza precludersi, appena saranno disponibili fondi, la tratta originaria che punta a RM nord.
Attendiamo aggiornamenti.
Cordialità ed Auguri di Buone Feste.
MK
[mkwellnesscorner@overblog.com]
Si parla tanto di valorizzazione e non si sa nemmeno cosa sia. Rendere un sito a pagamento NON é la soluzione. La Valorizzazione del patrimonio archeologico é un altra cosa, questa é l’ennesima musualizzazione, una in piu per questa città che ha ormai più musei che turisti. Le soluzioni sono altre, che oltretutto potrebbero restituire queste aree ai cittadini anziché diventare un ennesimo recinto sacro…
L’eventuale diramazione non la farei a Venezia a a San Pietro, verso Gregorio VII e Pisana.
L’eventuale diramazione non la farei a Venezia ma a San Pietro, verso Gregorio VII e Pisana.
E’ molto bella e suggestiva la foto della stazione Amba Aradam della Metro C. Mi piacerebbe solo vedere quanto durerà nello stato in cui la vediamo adesso, visto come molto spesso vengono tenuti (o meglio, maltenuti) i reperti archeologici a Roma. Mi ricordo, per esempio, che a volte passavo alla stazione Repubblica della Metro A e rimanevo colpito da come era ridotto un piccolo reperto archeologico coperto da un vetro e situato in una nicchia lungo uno dei corridoi di accesso alla stazione: abbandonato e degradato, tra la polvere e i biglietti usati e gettati dentro la nicchia da alcuni passeggeri incivili, a fargli compagnia. Per concludere, ben venga la stazione museo, sperando però che dopo aver “speso” ben 7 mesi per la gestione e la valorizzazione dei reperti archeologici rinvenuti, il tutto non faccia la solita fine dell’abbandono e del degrado, come purtroppo è consuetudine a Roma.
vado fuori tema solo per segnalare che ieri ho sentito Berdini dalla Gruber affermare che secondo lui il governo italiano dovrebbe dare a Roma 1 miliardo e mezzo a fondo perduto solo per le opere di manutenzione straordinaria delle linee a e b. incalzato dalla Gruber e dagli altri giornalisti che giustamente gli facevano serbare che Roma ha un piano di rientro dalle norme debito contratto, egli affermava candidamente di essere intenzionato a rispedire il piano di rientro al mittente e anzi battere cassa per altri 4 miliardi e mezzo. bene direte voi finalmente un assessore che difende gli interessi della capitale. Già, peccato però che appena prima avesse per l’ennesima volta ribadito la sua ferma intenzione a non realizzare le tre torri a Tor di Valle sputando di fatto su i soldi dei privati donati alla città di Roma in opere di urbanizzazione. insomma senza smentire la sua pregiudiziale ideologica ha ribadito il concetto che i privati non devono assolutamente cacciare i soldi ma deve farlo “o stato”. chissà come è andata finora e come mai il Comune di Roma ha contratto questi debiti….
Andrebbe anche detto che però Roma vanterebbe anche degli enormi crediti dallo Stato, di cui nessuno oggi parla, ma in altri tempi erano argomenti quotidiani. Da 70 anni, ogni manifestazione, ogni visita di Stato, ogni evento in Vaticano, gravano finanziariamente sulla città invece che sulla nazione, e mai nessuno ci ha risarciti per questi oneri non dovuti, che probabilmente superano di gran lunga il debito contratto. Nelle adorate Londra, Parigi e Madrid, la Capitale ha sempre avuto finanziamenti a parte per fronteggiare questi eventi, e anche finanziamenti a parte per realizzare le galassie di metropolitane di cui sono dotate.
Questo è altro argomento e scatenerebbe un dibattito infinito e senza via d’uscita, vecchio dai tempi dell’Unità d’Italia e mai giunto a sintesi, tra chi, come te, per dirla in sintesi, rivendica per il ruolo di Capitale il giusto contributo economico da parte dello Stato centrale, e chi, per contro, fa osservare che la Capitale, come poche altre municipalità, abbia sin dai tempi dell’Unità fagocitato enormi risorse sparite in una voragine senza fondo nella macchina burocratico-parassitaria improduttiva della PA e dell’Universo sindacal-parassitario delle municipalizzate. Sono tesi entrambe valide, ciascuna delle quali vede solo una parte de tutto, quella a proprio sostegno, e per questo il metterle in competizione non ha mai portato né porterà mai a nulla. Non intendevo riaccendere questa polemica anche perché appunto, il parlarne non ha mai portato a nulla. Volevo solo sottolineare la pregiudiziale ideologica alla base del ragionamento di Berdini, che da un lato rifiuta a prescindere qualunque partecipazione privata e dall’altro incoraggia la spesa pubblica. E’ lo stesso ragionamento che fa per dire no al ponte sul Tevere che dovrebbe collegare l’autostrada per Fiumicino a Tor di Valle (costruito con soldi dei privati) con la scusa assurda che tanto si farà quello dei Congressi (costruito con soldi pubblici). Servono entrambi e uno non sostituirà mai l’altro, ma tant’é… La stessa pregiudiziale ideologica che bolla come speculativo il progetto di riqualificazione degli ex mercati generali a Ostiense. Immagino anche che a Berdini non sia piaciuta la sistemazione a galleria commerciale dei sotterranei della stazione Termini realizzata agli inizi degli anni 90, e sia invece un nostalgico del tetro e squallidissimo pisciatoio che erano prima, come noi meno giovani ben ricordiamo
Non mi sembrasno personaggi all’altezza del ruolo che hanno o gli hanno dato.
Dichiarazioni del tipo che la A e B presto chiuderanno, in altri tempi sarebbero state bollate come terroristiche.
Se il Ministero coi suoi bracci operativi decidesse in tal senso, non vedo perché non dovrebbero essere chiuse la quasi totalità delle scuole, degli Uffici pubblici, di tante Procure che accumulo enormi quantità di carte (infiammabili) nei luoghi più disparati.
Insomma chiudiamo l’Italia ed emigriamo tutti, lasciando agli scrocconi in continuo arrivo a cavarsela da soli…..
Ma di cosa parla questo signore.
grattacieli per uffici invendibili.
In tutta Roma i costruttori chiedono varianti da terziario a residenziale.
Quindi Berdini rifiuta non solo una operazione in deroga alla legge, ma una operazione dai connotati oscuri anche dal punto di vista finanziario
Sbaglio o la frase finale cela l’intenzione di rimettere in discussione la realizzazione di Argentina? Era stato un vostro cavallo di battaglia nonché oggetto di un post, poi non ne avete più parlato. Potreste chiarire finalmente qual è la vostra posizione in merito?
L’immagine è suggestiva.
Mi auguro però che la stazione sia disponibile prima possibile perché quello che serve ai romani è un trasporto pubblico disponibile e funzionante, poi una bella stazione.
Mi chiedo però quanto costerà questa variante !? e quanto impiegherà la Magistratura e il giornalista Rizzi a “bollarla” come l’ennesimo spreco della metro C ?
Ritornando al “referendum sulla metro C” mi dispiace segnalare questo articolo da un sito che seguo sempre con molto interesse.
http://odisseaquotidiana.blogspot.it/2016/12/metro-c-pronti-al-referendum.html#more
Non concordo ovviamente con l’articolo ma la cosa grave è che anche chi si occupa dell’argomento ha opinione diverse sul trasporto pubblico a volte condizionate dai propri interessi.
Per questo la soluzione del Referendum non può funzionare e chi è stato eletto deve governare questa città senza trovare altre scorciatoie per non decidere cosi da non dover sbagliare.
Idiozia pura! della serie facciamo un bel buco nel centro di Roma tanto il centro è solo per turisti eradical chic. come vogliono portarle le persone al centro se non vogliono farci arrivare alla metro col teletrasporto? certo che no: co e maghine! quelle sì che centro storico le sopporta mica gli scavi per la metro … ma per favore!!! è scandaloso che queste assurde idee trovino spazio nella rrrete, e quel che è peggio è che il popolo bue a queste stronzate ci crede. purtroppo la democrazia è una gran brutta cosa?.. ah, Platone!
P.S.
Solo una Domanda , traendo spunto dal presente annuncio per Amba Aradam Ipponio ” si è piu’ saputo niente a proposito della futura fermata ” Venezia ” visto e considerato che in data 15 Dicembre 2014 venne consegnato il nuovo Progetto definitivo per Venezia come stazione passante , non più definitiva, e che, se ben ricordo, era già stata in gran parte finanziata ??
L’impostazione di Venezia come passante, secondo gli indirizzi di Roma Metropolitane, avrebbe senso solo se considerata come primo lotto della più ampia tratta Ottaviano-Fari Imperiali. Tutto l’iter della stazione dipende quindi intimamente dalle decisioni che si prendono in relazione a tutta la T2 che ad oggi sono ovviamente bloccate in mancanza di chiare posizioni e decisioni in merito al destino del contratto in essere.
Peraltro non basterebbero comunque neanche i soldi messi a disposizione dallo stato (155 milioni) che coprono solo in parte la relativa competenza del 70%.
insomma la decisione sull’eventuale rescissione o meno del contratto è indispensabile per sbloccare qualsiasi ulteriore decisione in merito alla tratta Venezia-Fori Imperiali.
Buongiorno a tutti !!
Finalmente una Buona Notizia !!
Come di recente annunciato per la Mitica A3 Salerno-Reggio Calabria che diventerà A2 – Autostrada del Mediterraneo ”
Abbiamo lavorato in questi mesi – ha spiegato il Presidente di Anas Gianni Vittorio Armani – per trasformare l’A3 da simbolo negativo di eterna incompiuta d’Italia a esempio positivo di una grande autostrada moderna ed efficiente che sia anche una porta di accesso alla straordinaria scelta di mete turistiche offerte dalle aree che attraversa. Ecco perché si chiamerà Autostrada del Mediterraneo, una autostrada – itinerario che attraversa il cuore meridionale del Bel Paese divenendo essa stessa meta e luogo di sosta. Così , in egual maniera un augurio che anche per la MC possa col tempo arrivare il tanto sospirato miracolo dell’ arrivo del Tracciato di Linea post Colosseo fino ad Ottaviano con le fermate Venezia, Chiesa Nuova, San Pietro ed anche Risorgimento , anche quest’ ultima importantissima.
E’ semplicemente assurdo pensare che per la realizzazione di un’opera che comporta una spesa nell’ordine dei miliardi di euro di denaro pubblico, l’archeologia sia un problema. Nel senso che, venire a sapere SOLAMENTE durante gli scavi dell’esistenza di tali strutture e manufatti sepolti, è davvero inconcepibile.
“le indagini in sito si pagano sempre, prima o poi”
“Noi” abbiamo deciso di pagarle poi, per giunta ad un prezzo enormemente maggiorato, sia in termini economici che in termini di beneficio non erogato per la comunità.
Vedo solamente due possibilità: o una incompetenza e superficialità di fondo, o una malizia, che si manifesta nella volontà di voler prolungare nel tempo i lavori. Non so quale delle due cose sia meglio.
Bellissimi sti muri! Adesso si che la qualita del trasporto urbano romano e della cultura a roma sono migliorati!
sarebbe stupenda, ancora di più se accompagnata dall’inizio dei cantieri per la tratta fino a Coldio/Mazzini.