Raggi è sindaco e il neo assessore all’Urbanistica Paolo Berdini già prova a fermare la linea C

I peggiori incubi legati all’elezione di Virginia Raggi come sindaco di Roma si stanno già concretizzando. Alcuni tra i nemici storici della linea C stanno per occupare i posti chiave dell’amministrazione capitolina, e tra loro c’è il neo assessore in pectore all’Urbanistica, Paolo Berdini, da sempre contrario alla terza metropolitana romana. Più estremista della Raggi, e diretta emanazione di gruppetti pseudo intellettuali e pseudo ambientalisti che popolano il centro convinti di salvare il mondo dal traffico sulle loro biciclette, salvo poi salire sulle loro auto per fare gli spostamenti più importanti, Berdini oggi ha rilanciato la sua anacronistica ricetta: “arriviamo a San Giovanni, poi vediamo”. In pratica posizionandosi su posizioni ancora più reazionarie di quelle del neo sindaco che almeno ha accettato l’idea di confermare l’arrivo della terza linea al Colosseo. Per fortuna l’ignoranza di Berdini su questo tema rappresenta la miglior garanzia che le sue parole resteranno aria fritta di passaggio sui tetti del Celio. Ma vediamo meglio cosa ha detto il neo assessore.

Oggi Berdini, dalle pagine del Corriere della Sera, se ne esce così: Arriviamo a San Giovanni. Poi dico: si può fare una metro che attraversa il centro senza fare una fermata? Visti anche i ritrovamenti archeologici si può studiare uno sviluppo verso altri quadranti“.

Come detto il neo assessore all’Urbanistica non deve aver studiato molto le carte del progetto se dichiara simili leggerezze. Sappiamo tutti che i cantieri fino al Colosseo sono stati già aperti e fermare i lavori non si può, a meno che non si voglia accettare di lasciare la città con crateri giganteschi per anni, visto che i cantieri sono in stato già avanzato, e soprattutto pagare penali salatissime con possibili ulteriori cause in tribunale, il tutto per centinaia di milioni complessivi. In pratica portando il Comune in default. Le parole di Berdini fanno pensare all’improvvisazione al potere. Alla pancia che ragione al posto della testa. E ne siamo terrorizzati, perché così si mette a rischio il futuro di Roma. Fortinatamente, però, fermare la linea C a San Giovanni è pura utopia, e Berdini dimostra la sua totale mancanza di concretezza quando se ne esce con simili posizioni. Facendo un primo danno grave all’immagine della nuova amministrazione quando non è nemmeno entrata fisicamente in Campidoglio.

Altro discorso, purtroppo, è quello legato al proseguio dell’opera dopo il Colosseo. Con simili personaggi nei gangli della nuova giunta (anche se non sappiamo ancora chi sarà il nuovo assessore ai Trasporti) il futuro della linea così come lo conosciamo è probabilmente segnato. Al massimo si potrà arrivare a Venezia. Ma probabilmente lo sviluppo della linea C morirà per almeno 5 anni alla costruenda stazione Colosseo. Ci auguriamo che la squadra di Raggi si accontenti di stracciare per sempre il contratto con Metro C spa (Caltagirone e soci) per poi aprire davvero una riflessione non ideologica su come proseguire l’opera, senza abbandonare a priori il tracciato della T2 così come lo conosciamo e magari con una nuova gara trasparente ed internazionale. Ma di questo parleremo meglio nel prossimo post in cui ci rivolgeremo direttamente a Virginia Raggi con una lettera aperta. Quest’uomo, però, va fermato: con le sue posizioni contro la linea C, e contro lo stadio della Roma, rischia di esporre il Campidoglio a penali da centinaia di milioni complessive. Sarebbe la bancarotta del Comune di Roma.