Linea C. San Giovanni pronta ma ostaggio di Soprintendenza e Vigili del Fuoco
La Linea C quando arriverà a San Giovanni? Oggi, ancora una volta, non c’è riposta a questa domanda. L’ultima stima risaliva a qualche mese fa, prima del blocco cantieri. E fissava la consegna a ottobre di quest’anno, con apertura plausibile entro la fine del 2016.
Questa la situazione aggiornata a Marzo 2016 dal sito Roma Metropolitane
- una delle 8 scale mobili installate
- piano atrio
- pavimentazione piano atrio
- box di stazione
- impianti tecnici
- piano corrispondenza Linea A
- locali tecnici
- chiusura asole tecniche
La struttura è veramente a pochi passi dal traguardo perché sono ormai realizzate tutte le opere e installati la maggioranza degli impianti e delle finiture interne. Mancano i rivestimenti delle pareti, i controsoffitti e in ultimo le sistemazioni superficiali dell’area. Ma il programma dei lavori residui oggi è tutt’altro che definito.
“La stazione è realizzata per oltre il 97% del suo importo contrattuale – riferisce il Consorzio in una intervista ad ‘Edilizia e Territorio’ la scorsa settimana – il completamento potrebbe essere realizzato in tre-quattro mesi, invece, tra passaggi al Cipe e via libera a progetti e finanziamenti si rischia di dover attendere almeno la fine del 2017”.
La gran parte delle lavorazioni risulta sospesa per motivi connessi da un lato alle modifiche progettuali legate al recepimento delle prescrizioni della Soprintendenza riguardo l’allestimento artistico delle superfici e la parziale “musealizzazione” dei reperti rinvenuti; dall’altro all’adeguamento richiesto dai Vigili del Fuoco per il collegamento tra la stazione della Linea A e quella della Linea C, a cui si lega anche la definizione delle sistemazioni esterne.
Nel primo caso la possibilità scellerata della soprintendenza di mettere bocca in qualsiasi momento e in qualunque modalità sulle opere in corso, richiede la necessità di un ulteriore variante dal costo stimato di 2-3 milioni di euro (con tutti gli iter progettuali ed autorizzativi che ne derivano).
Nel secondo caso l’altrettanto folle ideazione di mettere fuori norma tutte le metropolitane in esercizio, sia in realizzazione sia progettate (D.P.R. 151/2011) ha creato un corto circuito normativo imbarazzante. Di fatto i Vigili del Fuoco non sono disponibili, con decisione del tutto opinabile e unilaterale, a permettere il collegamento delle due stazioni in pendenza dell’approvazione di un progetto preliminare di messa a norma complessiva delle Linee metropolitane esistenti. Tale progetto è gestito da ATAC con tempistiche e iter approvativi totalmente indipendenti dalle esigenze della Linea C. Le ripercussioni temporali sono, per l’appunto, difficilmente definibili.
L’epopea della stazione San Giovanni è l’emblema del fallimento della formula contrattuale del Contraente Generale; un cantiere in balia degli eventi su cui si sono abbattute negli anni tutte le problematiche possibili, vittima di una burocrazia grassa e farraginosa, di un iter progettuale disattento e di una collaborazione istituzionale latitante.
In questo ammirabile cornice la colpa più grave è la mancanza totale di un indirizzo politico forte che guidi tutti i processi decisionali. Prevale così l’autarchia dei singoli dipartimenti/istituzioni che in mancanza di “governo” dell’opera si chiudono a riccio e pontificano esclusivamente in linea con i propri interessi.
Se la politica, anche e soprattutto statale, non riprende le redini dell’infrastruttura di mobilità urbana più importante d’Italia, la Linea C non può avere futuro e mancherà sempre anche la possibilità di risolvere in modo veloce e intelligente qualunque inconveniente burocratico e legislativo.
Buongiorno !! Un Cordiale saluto a tutti !! Per la serie ” Siamo messi bene !! Piove sempre sul bagnato su ” http://www.iltempo.it/roma-capitale/2016/04/23/metro-c-binari -incompatibili-le-ruote ” viene denunciato il fatto che, cosi’ dicono, le ruote dei treni delle Metro C non sono compatibili con i binari in vari punti. Così ci mettono la metà del tempo a consumarsi ” Vi prego !! ditemi che e’ una Boutade, uno Scherzo !! Ma è 1 incubo !! Non è possibile !!
Per Michele: purtroppo è la pura e semplice verità; al riguardo allego questo interessante servizio postato da “Il trenino della Roma Lido” che spiega quali potrebbero ragionevolmente essere le cause tecniche alla base del serio inconveniente registrato.
Giudico inoltre molto interessante la chiusura del servizio che sembra quasi invocare il ritorno alla sensibilità di un macchinista senziente alla guida rispetto a quella artificiale di un computer mal programmato o peggio; vuoi vedere che anche qualcun’altro comincia a rendersi conto dei costi e dei seri limiti imposti all’esercizio da una conduzione driveless per giunta alla romana ??
http://odisseaquotidiana.blogspot.it/2016/04/metrofordummies-cosa-sta-succedendo.html
Leggete l’intervista a Sale’ sul Corriere della Sera: “metro C a Farnesina per le Olimpiadi, con Chiesa Nuova, e per la D c’e’ la fila di investitori”
MAGARI !!
Mie impressioni:
Ancora un altro anno (se va bene) per San Giovanni. E’ mai possibile che non siano in grado ad aprile 2016 comunicare una data certa? Il sito riporta ancora quanto segue:
“In base all’attuale stato di avanzamento dei lavori è prevista la consegna al gestore della stazione San Giovanni a ottobre del 2016.”
Stucchevole il balletto su Chiesa Nuova. Infine l’idea del Commissario: corretta a mio avviso. Certo che a dirlo sia Salè….
Infine è palese che stia scattando il giochetto relativo ai candidati sindaci…
Quanto a San Giovanni, su Repubblica la notizia è riportata in modo diverso.
Comitato, avete notizie?
“Buone notizie invece per la stazione San Giovanni della linea metro C che sarà consegnata entro l’anno, al massimo i primissimi del nuovo anno. Salè ha precisato che “una volta consegnata la stazione, quello che potrebbe leggermente slittare è la connessione con la linea A”, su cui dovranno essere effettuate le verifiche anche da parte dei vigili del fuoco. “
In ogni caso , come gia’ da svariate mattine, se non addirittura mesi a questa parte si percepisce, vivendo il tutto, prendendola la A al mattino, come ieri mattina ore 8.40, ” il bacino d’ utenza della C da Grotte Celoni, Torre Angela, Alessandrino, ecc, ecc, arrivato a Lodi, e poi preso il 51 si è gia’ in gran parte riversato proprio a San Giovanni sulla A ” e lo si nota perché a distanza di 2 minuti tra 1 treno e l’ altro spesso con difficoltà si riesce a salire a bordo del treno successivo e talvolta quasi non si riescono a chiudere le porte ” e meno male che in passato si ” Rideva dei Film di Fantozzi , Geometra Filini e la Silvani !! Come sempre, non per essere ripetitivi , ” Sorvoliamo sullo stato di degrado della Stazione San Giovanni MA, da quando timbri ai tornelli , prendi le scale ed arrivi in banchina con il fatidico scroscio d’ acqua ( banchina direzione Battistini, talvolta anche Anagnina ) che arriva sul binario . Io mi domando e dico ma che ” considerazione dovranno avere di noi i Turisti , delle più svariate nazionalità , che ancora ci degnano della loro presenza ? Un cordiale saluto
Michele, a te che hai il polso della situazione alle stazioni della linea A nelle ore di punta mattutine, tra S. Giovanni e Termini, domando: ritieni, onestamente, possibile, in un ipotetico prossimo futuro, e stante le condizioni di carico attuali (quindi prima che con la C a Colosseo si possa godere di una ridistribuzione dei flussi nelle tre linee e sui 3 futuri nodi), pensare di poter trasformare la linea A in automatica, quindi con chiusura automatica delle porte alle banchine senza un controllo visivo in tempo reale? Per me sarebbe pura follia. Mi piacerebbe sentire la tua opinione
Salve Alex 69 ( anch’ Io sono nato nel 1969 l’ 8 Dicembre ) desidero risponderti esprimendo un parere, un ‘ opinione non da Tecnico o addetto ai Lavori ” sono laureato in giurisprudenza con biennio di pratica forense ( ahimè per vicissitudini varie della vita non sono diventato avvocato ) , ma da semplice cittadino. Quasi tutti i giorni prendo la Sotterranea a San Giovanni, faccio lo Übergang a Termini con la B, scendo a Castro Pretorio, negli ultimi 4 mesi la sera, dalle 19 in poi, mi e’ capitato di prendere il treno per Cesano a Tiburtina, sono sceso a Valle Aurelia, sono ” passato alla A, ho preso varie volte la C a Lodi, dalle 19.45 in poi ,quando ancora per pochi minuti c’ è la doppia frequenza Lodi Alessandrino 6 minuti e Lodi Pantano 12 minuti .Da utente posso dire che, per poter attenuare il problema del ” sovraffollamento della A ” di qui al 2022 quando speriamo la C arriverà ad aprire al pubblico e scambiare con la B ” ritengo che potrebbe essere auspicabile la tecnologia ” Driverless che ha il vantaggio che è sotto gli occhi di tutti , di vedere il treno ripartire quasi subito ,dopo massimo 2 minuti, anche se sono perfettamente consapevole del fatto che viene utilizzata solamente nei casi di metropolitane leggera come a Torino e a Brescia , mentre la nostra C e’ una metropolitana pesante. Non sono dunque in grado di rispondere alla domanda ” se la tecnologia Driverless potrebbe sopportare , nel lungo periodo un notevole carico, bacino d’ utenza da ore di Punta, ritengo tuttavia che, nel caso si decidesse di automatizzare la A ricorrendo a tale tecnologia bisognerebbe assolutamente e imprescindibilmente optare anche per “predisporre quanto prima un sistema di controllo visivo , di Video sorveglianza in tempo reale da abbinare e ” dulcis in fundo bisognerebbe anche ( Ma so già che qua a Roma non verrà mai preso seriamente in considerazione perché sarebbero innumerevoli le Proteste i Dissapori, i Turpiloqui vari ), ricorrere ad uno scaglionamento del bacino d’ utenza in ingresso accesso dai tornelli alla banchina, nel senso che ” bisognerebbe a Termini, per accedere ad entrambe le Linee, lungo la A da Arco di Travertino ad Ottaviano ( prendendo il treno da Cornelia direzione Anagnina nel pomeriggio si nota che, i Treni si riempiono in maniera impressionante da Cipro in poi , gia’ ad Ottaviano- Lepanto se sono partiti dopo 4 minuti c’ è il ” pre -delirio ) far accedere gli utenti alla banchina per circa 3-4 minuti, trascorsi i quali bisognerebbe far attendere ai tornelli gli utenti nel frattempo sopraggiunti per altrettanti 3-4 minuti, non di più,quindi stoppandoli per questi minuti di tempo sufficienti a consentire ai Treni di caricare gli utenti in attesa sulla banchine, svuotandole,ed evitando così il loro Sovraffollamento e predisponendole per il successivo arrivo di utenza . Temo tuttavia che qua a Roma nessuno mai prenderà in considerazione questo ” accesso a scaglioni degli utenti in banchina ” auspicabile nelle ore di punta ” in quanto la stragrande maggioranza della popolazione utilizza la metro per recarsi al lavoro o quant ‘altro dal momento che vive a Roma, quindi il mattino e la sera ha i minuti contati, è stressata e , condizionata dagli orari da rispettare, non ha lo stato d’ animo rilassato degno del turista che puo’ anche aspettare qualche minuto in piu’. Un Cordiale Saluto P.S. Vorrei infine rispondere anche a chi , negli ultimi tempi aveva affermato che le Metropolitane sono superate ” aveva Trinkato ?? che si erano fumato ? oltre alla futura Elisabeth Line a Londra ” non mi risulta che a Londra manchino le Linee della Metropolitana c’e ‘ anche video di You Tube ahimè in Tedesco ” ho capito circa il 40% di quello che dicevano,” Tunnelbohrungen Berlin-U- bahn Bau “là a Berlino e’ in atto il Verlängerung “la costruzione del prolungamento “della U55 che verrà unificata alla U5 dalla Porta di Brandeburgo all’ Alexander Platz dove, oltre alle TBM, sono dovuti ricorrere in alcuni tratti anche allo ” Stickstoff “Azoto che sottrae calore e congela e consolida i terreni ( come da noi per la costruzione delle Gallerie Linea C di sotto attraversamento della A ) ” , inoltre per un breve tratto di 400 metri è previsto il sotto attraversamento del Fiume Spree, come a fine anni 80 fecero con il Tunnel sotto la Manica,anche se qualcuno aveva ipotizzato di costruire un ponte
A mio parere la diatriba riguardante l’utilità o meno dell’adozione di un sistema di conduzione automatica dei convogli, nella fattispecie applicabile a una linea metroferroviaria caratterizzata da rilevanti volumi di traffico, è viziata da un errore di fondo: quello di ritenere il sistema driveless come la panacea di tutti quei rilevanti fenomeni di congestione e malfunzionamento sistemico che caratterizzano l’esercizio della metropolitana nella capitale italiana.
Proviamo a ribaltare i termini della questione; anziché invocare l’estensione del sistema driveless anche sulle restanti linee A e B della metropolitana nella speranza che con tale costosa applicazione si risolvano tutte quelle criticità che ne inficiano quotidianamente l’esercizio, chiediamoci invece:
– perché la quasi totalità delle aziende che gestiscono alcune fra le principali reti metroferroviarie mondiali, in particolare quelle a servizio delle grandi aree urbane, adottano solo in misura marginale la conduzione di guida automatica utilizzandola, nella migliore delle ipotesi, come mero strumento di ausilio al personale di macchina e alla dirigenza operativa o comunque a servizio di itinerari interessati da minori volumi di traffico;
– se linee driveless come quelle a servizio della capitale danese, le incompiute L9 e L10 di Barcelona, la 5 di Milano o quella di Brescia siamo effettivamente paragonabili, quanto a quadranti urbani di riferimento e a flussi di traffico asserviti, alle romane linee A e B; queste ultime nell’attualità costrette purtroppo a supplire al ruolo di unici vettori della mobilità a servizio di aree cittadine caratterizzate da rilevanti carenze infrastrutturali e da numeri certamente ben maggiori rispetto a quelli forniti dalle città sopra indicate;
– se alcuni esempi di applicazione del sistema driveless sovente citati in taluni interventi non siano viziati da una conoscenza superficiale della materia; come per esempio nel caso della linea 1 della metropolitana parigina che, volumi di traffico alla mano, di fatto evidenzia un ruolo complementare e di mero supporto operativo rispetto alla sovraccarica parallela linea A del RER; una linea, quest’ultima, per la quale nessuno si sognerebbe mai di proporre un sistema integralmente automatico di conduzione dei convogli;
– restando sempre in tema di linea A del RER perché, proprio in considerazione dei rilevantissimi volumi di traffico quotidianamente registrati, l’intera infrastruttura è costantemente interessata da un lavoro di manutenzione e efficientamento degli impianti frutto di una lungimirante pianificazione aziendale e di rilevanti investimenti economici, concretizzatisi negli anni con l’introduzione di innovativi sistemi di esercizio e di gestione del traffico e con la messa in servizio di flotte omogenee di nuova generazione caratterizzate da rilevanti prestazioni e da elevate capacità di incarrozzamento / deflusso dei passeggeri;
– se, facendo il debito paragone col RER parigino, le negative specificità riguardanti le linee romane non siano attribuibili a gravi carenze di natura tecnica quali un’impiantistica sottodimensionata rispetto ai volumi e alle prestazioni richieste da una moderna e trafficata linea di metropolitana o a vetture inadatte perché frutto di errate scelte progettuali o perché obsolete; organizzative perché legate alla malagestione delle risorse umane ivi impiegate e comunque alle scarse qualità professionali del management che per anni ne ha tenuto le redini;
– se inoltre anche lo scarso dimensionamento delle opere civili della metropolitana romana non contribuisca ad acuire le criticità e le disfunzioni con banchine di fermata poco capienti o discenderie inadeguate, come nel caso del nodo di Termini e di quello ancora lungi dall’essere completato di San Giovanni; al riguardo allego una foto della linea tre della metro di Baku, la capitale dell’Azerbaigian, che meglio di tanti discorsi sintetizza la pochezza progettuale delle fermate di una linea anche di recentissima realizzazione come la nostra metro C.
http://s018.radikal.ru/i523/1604/67/f98c2697c622.jpg
Io credo più al Comitato che a riportate dichiarazioni di Salé (che NON è un tecnico, ma un uomo di formazione giurisprudenziale); Comitato che, più di una volta su quest’area, ha chiaramente spiegato come sia praticamente impossibile che la C possa arrivare a Farnesina per le fantomatiche Olimpiadi, a meno che non si parli di quelle del 2040. Con o senza Chiesa Nuova
L’ho letta ma ho letto anche che serve con urgenza un miliardo per rimettere a posto le linee A e B lasciate andare in malora in questi anni.
Cosa vieta di procedere intanto da Ottaviano verso Farnesina e Cassia ?
Qualcosa si muove? Fosse la volta buona…
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2016/04/15/appalti-codice-semplificato-stop-gare-massimo-ribasso_410ee51d-b6ee-4a92-bb3c-3d6f1afc2c24.html
Certo, tenuto conto che il codice degli appalti si applica ad opere che si deliberano. Qui manca ancora la volontà dei politici di fare le linee di metropolitana ! Siamo ancora nella totale incertezza sui progetti, mentre la città naufraga.
PERFETTO!!! Adesso voglio vedere i fatti
Ritengo che l’iniziativa di Carlo (ce ne fossero di ragazzi così volenterosi e appasionati) meriti un minimo di visibilità e il giusto supporto, indipendentemente dalle opinioni personali su quello che sarà il futuro di questa linea.
http://tramromagiardinetti.blogspot.it/search?updated-max=2016-04-11T22:42:00-07:00&max-results=3
Grazie per i complimenti Luigi!
http://www.madvero.it/aneddoti/garadicanottaggio.asp
è l’esatta fotografia dell’Italia, che aggiunta alla confusione sui dati, che ognuno cita pro domo sua (vedi il % sulle energie rinnovabili, dato enorme se paragonato ad una nicchia, misero se sul totale; l’idrolettrico poi è sparito?), alla SCIATTERIA ed al menefreghismo (MC con porte di sicurezza atte a FAR ENTRARE a sbafo!!! col vigilante che fa spallucce).
Per i “ninby” bisognerebbe metterli con le spalle al muro, come ho sentito finalmente fare da un giornalista: no alle antenne, fammi vedere il telefonino e giù…. martellate, al telefonino, ovviamente; no al petrolio, hai l’auto….confiscata! no discariche: vietato produrre rifiuti, baghette incartate col giornale, appena letto, da usare poi come una volta (“morbida” carta igienica, anziché la busta, molto più ruvida, della pasta….
Ci sarebbe da ridire, se non fosse la mesta realtà
L’apertura della Stazione San Giovanni della MC/T3 paga il prezzo della mancata progettazione nei modi e nei tempi previsti dalla legge.
Come già confermato in vari post, la Stazione S.Giovanni era “pronta” già nel 1980; in 36 anni non sono riusciti a progettare e rispettare le leggi???
Ricordiamo dell’aforisma del breve, medio e lungo periodo; già nel medio molti di noi non ci saranno più, a chi interessa il lungo?
Infatti tutti i guai sono nati anche perchè si è appaltato il progetto preliminare. Ora per la tratta Colosseo, Venezia, Chiesa Nuova, … fino a Farnesina si rediga prima il progetto definitivo e poi si indica la gara su quello. E sarebbe anche il caso di sbrigarsi.
ATAC nuoce gravemente alla salute …
http://www.iltempo.it/cronache/2014/03/27/polveri-killer-nella-metropolitana-ecco-il-veleno-che-respirano-i-romani-1.1234050
Causa “LAVORI URGENTI MANTO STRADALE CAUSA DISSESTO PRESSO SEDE FERROVIARIA VIA CASILINA/BERARDI” e dopo il DERAGLIAMENTO di ieri la linea è CHIUSA.
Peccato che pochissimi mesi fa ci sono stati lavori (con chiusura totale della linea). Siamo alle solite follie
Ditemi che è uno scherzo o una montatura giornalistica.. La Raggi avrebbe affermato :”Atac è un fiore all’occhiello di Roma”.
http://www.romatoday.it/politica/elezioni/comunali-roma-2016/atac-privatizzazione-raggi-giachetti.html
Ed una completamente fuori dalla realta’ dei fatti e che fa simili affermazioni (comunque in linea con tutte quelle degli esponenti del partito dei buffoni M5S) come la Raggi dovrebbe diventare sindaco di Roma ? Vi immaginate cosa sarebbero i gia’ tanto disastrati trasporti romani sotto una gestione Raggi-Casaleggio ? Del M5S c’ e’ solamente da avere paura.
Casaleggio vestito di nero,con gli occhiali scuri, un pó di plutonio in tasca il ghigno torvo ( e tutta la scenografia horror che volete accompagnare al M5S) sarebbe…. un sindaco eccezionale rispetto ai puliti ed equibrati sindaci succedutesi a bacchettare sul bilancio di Roma.
Mi raccomando, spariamo a zero sulla Raggio, agitanndo gli spauracchi horror, cosí tornano …i buoni che ci garrantiscono il posto per i nostri figli e parenti ed amici.
Affermato? Come, dove, quando? Ma figuriamoci! È iniziata la campagna diffamatoria contro il M5S
Può darsi. Non mi risulta però che ci sia stata smentita. Siamo davvero messi male
Che senso ha smentire il virgolettato su un titolo su un giornale locale che non ha neanche il minimo riscontro ne’articolo sottostante e che, giustamente e per fortuna, non ha avuto la minima eco nemmeno su scala locale?
Alex, ho accertato che la notizia nasce dall’ANSA, quindi la smentita sarebbe obbligatoria.
http://www.ansa.it/lazio/notizie/2016/04/09/raggi-atac-resti-pubblica_0c04453d-b433-43c6-82ef-879663bacb4f.html
Definire “atac fiore all’occhiello” è come dire che la mafia fa solidarietà e beneficienza.
Sono davvero basita
@alex69 http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2016/04/09/roma-raggi-atac-resti-pubblica_60e121f9-c34c-463d-83ce-c67902f8cff1.html (Se ANSA per te e’ una testata locale di poca credibilita’….fatti personalmente qualche altra ricerca su Google; inoltre se vuoi saperlo prima di accedere al link o fare qualche research,tali affermazioni che dimostrano tutta la caratura politico-intellettuale del personaggio in questione la Raggi le ha fatte a margine di una iniziativa organizzata da Roma Ciclabile lo scorso 9 aprile, e non credo che per simili banalita’ perfettamente in linea con quelle quotidianamente proferite dagli esponenti del partito dei nani da circo M5S ci fosse bisogno di qualche edizione straordinaria dei TG nazionali. Poi sostenere “e’ cominciata la campagna diffamatoria contro il M5S”, il partito-setta che fa della denigrazione e dell’insulto contro i propri avversari, politici e non solo, il suo grido di battaglia, e’ roba che solo un seguace di un movimento il cui rappresentante popolare impone ai propri militanti di ingoiare grilli essiccatti benedetti come ostie da Lui, Sua Eccellenza pluriomicida Giuseppe Piero Grillo, puo’ avere la sfrontatezza di strombazzare pubblicamente.
Casaleggio vestito di nero,con gli occhiali scuri, un pó di plutonio in tasca il ghigno torvo ( e tutta la scenografia horror che volete accompagnare al M5S) sarebbe…. un sindaco eccezionale rispetto ai puliti ed equibrati sindaci succedutesi a bacchettare sul bilancio di Roma.
Mi raccomando, spariamo a zero sulla Raggio, agitanndo gli spauracchi horror, cosí tornano …i buoni che ci garrantiscono il posto per i nostri figli e parenti ed amici.
MIX, per quanto io sia dubbiosa verso i 5 Stelle, credo che lo stesso astio dovrebbe essere rivolto verso chi ha portato questa città e questo paese in una situazione prossima alla guerra civile, ove i delinquenti sono tutelati e i cittadini onesti vengono massacrati.
http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/atac_autista_bus_minacciato_coltello-1665164.html
Questo ne è un esempio, l’ennesimo!
“I carabinieri della stazione di Roma Tor Vergata hanno arrestato un uomo di nazionalità tunisina di 28 anni, con precedenti, per minaccia aggravata, violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale.
L’uomo, alle prime luci dell’alba di ieri, dopo essere salito a bordo di un autobus di linea lungo la Casilina avrebbe minacciato con un coltello l’autista del mezzo pubblico intimandogli di effettuare una deviazione sul percorso stabilito in modo da consentirgli di raggiungere la meta da lui indicata, nel più breve tempo possibile.”
per il bene di Roma spero che non vinca il M5S , i pentastellati in tutti i comuni italiani in cui sono al potere hanno dimostrato solo una cosa: di essere dei dilettanti allo sbaraglio.
Inoltre io sono romanista come l’altro 70% dei romani e il candidato m5s già ha detto che non farebbe costruire il nuovo stadio della AS Roma a Tor di Valle . Perchè ?? Bè semplice perchè è della lazio , però si giustifica con il fatto che ci sarebbe speculazione edilizia. Si ci sarebbe tanta speculazione edilizia che Mr Pallotta sarebbe disposto anche a costruire una NUOVA FERMATA DELLA LINEA B per portare i romani al nuovo stadio !!!!!!!!
Al di là delle considerazioni calcistiche sule quali non intendo assolutamente entrare, devo con rammarico rammentarti che da nessuno fra i diversi candidati (tanti, troppi) potremo aspettarci nulla di buono per la nostra città, né dal punto di vista della progettazione, né, tanto meno, da quello dell’onestà, che resterà una chimera se non si agirà con l’accetta recidendo ogni legame con le lobby e i potentati che da almeno mezzo secolo hanno messo le mani sulla città. E siccome non possiamo tenerci il Commissario a vita, purtroppo, tra tanta pochezza meglio scegliere chi almeno vanta di rappresentare una rottura col passato.
Se ATAC è il fiore all’occhiello di Roma, io sono Richard Gere.
Per me ATAC ed AMA vanno messe in liquidazione o quantomeno va fatta un’operazione analoga a quella di Alitalia.
Ricordo sempre che con i soldi che perdiamo ogni anno con questi carrozzoni potrebbero essere investiti in nuove infrastrutture su ferro.
Sto trascorrendo una breve trasferta a Milano. L’ultima volta che c’ero stato era nel gennaio dell’anno scorso. Da allora, cioè in poco più di un anno, hanno realizzato 10 nuove fermate sulla MM5 da Garibaldi s S. Siro Stadio, una fermata sul passante ferroviario a Forlanini che sarà il futuro scambio con la MM4 verso Linate, ed è in costruzione la tratta semiperiferica della MM4 mentre la più periferica è già in preesercizio. Sul fronte infrastrutturale stradale e autostradale, è stata completata la TEEM a tre corsie più corsia d’emergenza per tutto il suo percorso, che ho potuto godere venendo dall’A1 per andare verso Cernusco senza dover arrivare sulla EST di Milano. Poche scuse: Bossi e Berlusconi sono stati destituiti da anni oramai
Aggiungo: i treni del metrò, anche quelli non più nuovissimi come quello su cui sto viaggiando, sono decorosi e del tutto privi di graffiti sia all’esterno che all’interno, regolari e puntuali. E il merito non è dei perfidi Bossi e Berlusconi
Alex vai a leggerti i forum dei pendolari milanesi e lombardi o delle edizioni locali dei giornali. È tutto un lamentarsi di disservizi specie Trenord e M2 spesso in ritardo. Qual è la verità? Non credo assolutamente che li siano svizzeri cosi come noi qui le pecore nere. Oggi ho preso metro C per la prima volta e…servizio ineccepibile neanche un graffio e servizio pulizie eccezionale addirittura la cera stavano passando sui pavimenti. La puntualità dei treni spaccavano il secondo e non esagero. Infine ho goduto nel percorrere la nuova via prenestina bis fino al raccordo non sarà la “teem” (ma francamente non gliela invidio) però lentamente qualcosa si muove. Ammettilo. D’accordo con te che li le amministrazioni locali sono di gran lunga più efficienti della nostra ma il problema vero è che Roma non può essere governata al pari delle altre città italiane con un blando consiglio comunale bensì come Londra o Berlino. Questa è la vera rivoluzione per la Capitale ma il nostro Renzie è tutto concentrato su Milano e Firenze e non si accorge che fuori da palazzo Chigi si estende la città più grande ed estesa d’Italia e che meriterebbe più attenzioni e quindi investimenti seri. Fatto questo ahi voglia a ragionare su metro strade e ferrovie e perché no posare la prima pietra.
D’accordo sugli ultimi due periodi del tuo intervento. Però non possiamo nasconderci dietro il fatto che il modello Milano andrebbe, una volta per tutte, preso, con umiltà e mettendo da parte beceri campanilismi, come un punto di riferimento per quanto riguarda l’Amministrazione e la progettazione. D’accordo anche che Milano non è la Svizzera e che molti pendolari si lamentano; io però ho sentito turisti a Roma che, dall’accento, tradivano evidenti origini lombarde, affermare che non si sarebbero più lamentati dei trasporti di casa loro, dopo aver sperimentato l’efficienza dei serfizi della Capitale d’Italia
Vivo a Milano e conosco abbastanza bene Roma “trasportisticamente” venendoci spesso per lavoro. La verità come sempre sta nel mezzo. La M4 non ha nessun tratto in pre-esercizio. Doveva essere pronta per Expo, ma l’inizio dei lavori è stato rimandato più e più volte e ora si parla del 2022. La M5 ha seri problemi di usura tra Isola e Garibaldi a causa di un errore di progettazione che ha dell’assurdo: inizialmente i rami est e ovest erano stati concepiti come due linee separate che terminavano a Garibaldi ai lati opposti della stazione FS. Solo in un secondo tempo si è pensato di riunirle in un’unica linea, ma la curvatura del raccordo —progettato in tutta fretta a cose fatte— è troppo ridotta e i treni usurano troppo ruote e binari quando lo percorrono…
Premesso quindi che neanche Milano è Zurigo, non c’è dubbio che i trasporti pubblici a Milano siano eccellenti se paragonati a Roma (ma anche a Genova o a Bologna, per dire: non ne farei un derby nord-sud. Anche Napoli ha trasporti migliori di Roma, almeno a livello metro/suburbana).
Vero che i pendolari si lamentano di Trenord, ma rispetto alle corse saltate una sì e una no della Roma-Lido la Suburbana di Milano è un paradiso (senza contare che, a differenza delle FL romane, ha orari frequenti e cadenzati, e linee chiaramente identificate che attaversano il centro in un tunnel, insomma è una vera S-Bahn) . Per la linea M2 non so a quali possibili ritardi si riferisca il lettore Elvetics visto che ha una frequenza di 3-4 minuti (in ora di punta anche meno).
Secondo me le principali differenze sono due: 1) la rete metro milanese è stata progettata tutta insieme COME UN SISTEMA (se vai a vedere le cartine degli anni 50, le differenze con le linee poi effettivamente realizzate sono minime), quindi è molto razionale e copre praticamente tutti i principali attrattori della città, mentre a Roma si è proceduto un po’ a tentoni senza una visione d’insieme; 2) A Milano si è sempre mantenuta una vasta e capillare rete tranviaria, con lunghi tratti in corsia riservata, che svolge un servizio ottimo sulle linee di forza.
Aggiungerei che Milano ha un vantaggio oggettivo rispetto a Roma. Si tratta di due città morfologicamente molto diverse, tanto Roma è estensiva e policentrica, quanto Milano è compatta e con un centro unico, ben delimitato e relativamente piccolo. E’ chiaro che servire una città così è molto più semplice.
Concordo con Elvetics: tutte le capitali in Europa sono gestite con una struttura amministrativa a livello regionale, non provinciale o comunale. Roma dovrebbe essere autonoma, un “District of Columbia” italiano. L’autonomia di Roma Capitale è ancora troppo poco. Senza contare che Roma ha anche l’unicità del Vaticano: non solo si fa carico del ruolo di capitale italiana, ma si fa anche carico del Vaticano, che è uno stato sovrano ma per tutti gli aspetti pratici si appoggia alla città di Roma (e non mi risulta che paghi nessun contributo per i servizi che usa, anzi, siamo noi che paghiamo loro).
Anche la Metro A a Repubblica e tra Flaminio e il ponte, in fatto di curvatura ridotta non scherza. Secondo me la soluzione migliore sarebbe quella di fare treni da 8 vagoni di 9 metri ciascuno e 3 porte per lato, anziché come è adesso di 6 vagoni da 12 metri ciascuno e 4 porte per lato: l’agilità di manovra del convoglio ne guadagnerebbe notevolmente per la minore distanza interasse delle ruote e la capacità rimarrebbe identica perché la lunghezza totale del treno sarebbe sempre di 72 metri.
Claudio K. Solo un appunto al tuo intervento, che trovo nel complesso condivisibile: “la llinea M2 […] ha una frequenza di 3-4 minuti (in ora di punta anche meno).” Ti garantisco, da ex-utente abituale di quella linea (lavoravo a Cassina de’ Pecchi e ho vissuto 10 anni a Gorgonzola e 1 a Cernusco) che, in orari di morbida, il sabato pomeriggio e la domenica, l’attesa tra una corsa e l’altra sul ramo Gessate che era quello di mio interesse poteva anche avvicinarsi a mezz’ora, visto che, sempre in orari di morbida, la frequenza scendeva fino a un treno ogni 7 minuti, di cui due limitati a C. Gobba, uno diretto a Cologno Nord e uno appunto a Gessate, e se era appena passato quello per Gessate apriti cielo…
Giusto. Non ci avevo pensato perché raramente mi spingo oltre Cascina Gobba. Comunque, per quanto meno frequenti che in città, quelli sono gli orari, non sono “ritardi”. Che sono dovuti a limiti di progettazione della linea: negli anni 60, quando fu progettata, attraversava tutte zone allora periferiche e nessuno aveva previsto l’enorme sviluppo che poi ha avuto (oggi trasporta quasi gli stessi passeggeri della M1). Tra l’altro l’ATM ha appena annunciato che investirà nei prossimi anni 100 mln€ di risorse proprie (l’ATM è in attivo) per un completo rinnovo tecnologico
della linea e per l’acquisto di nuovi treni, proprio per aumentare la frequenza.
Claudio K. “l’ATM è in attivo” ecco cosa intendo per modello milanese da prendere come esempio virtuoso. Invece di lamentarci su quanti soldi vengono dati a Milano (esponendoci così a giustificabilissime repliche di stampo veteroleghista), dovremmo chiederci perché l’ATAC sia sull’orlo del fallimento ma non riesca a garantire nemmeno io pagamento del biglietto ai passeggeri, e il Comune di Roma, con un buco di bilancio di miliardi di euro, non riesca a recuperare da anni centinaia di milioni di crediti vantati nei confronti di chi occupa le case popolari avendone titolo (senza contare gli abusivi)
Apre oggi una nuova fermata sulla FL2 Ponte di Nona che va a servire un quartiere di più di 60 mila abitanti oltre al grande centro commerciale di Roma est tra l’altro collegato da apposito casello su una A24 riammodernata a dovere. Decisamente una bella giornata e non solo perché sembra giugno.
Bella Stazione consegnata per una volta prima del tempo (non conto i ritardi causati da Anas etc…) con un ampio parcheggio già presente e che trova finalmente uno scopo (prima non aveva alcun senso).
Adesso però bisogna raddoppiare la frequenza della FL2 ( un treno ogni 15 minuti come FL1 e FL3) e completare il raddoppio fino a Guidonia.
Però come per la C non basta se non si migliora l’infrastruura di scambio : la metro B.
Mi chiedo se con le 5 nuove SSE della Roma-Lido siano risolti i problemi di mancanza di corrente dell B che condivideva delle SSE con la Lido.
Aggiungo: prolungare il capolinea dagli assurdi binari EST della Stazione Tiburtina (ci vorrebbe un mezzo di trasporto solo per arrivarci, partendo dal piazzale della metropolitana) a Roma smistamento, con instaradamento sulla LM, e fermate a RM Nmentana LM e *VAL D’ALA*!
Altra cosa che non ho potuto fare a meno di notare, poi giuro di tacere: orologi nelle stazioni tutti perfettamente sincronizzati. Dopotutto, nell’era dei time server non è così difficile. Eppure, persino in questo noi riusciamo a renderci ridicoli, mostrando un’ora diversa su ogni oroligio digitale nella stessa stazione
Con questa ultima annotazione sugli orologi penso tu abbia colto uno dei problemi attuali della città, la sciatteria. E’ un dato che riguarda Roma nel suo complesso, basti pensare ai teli inceronati che si vedono davanti ai bar e ristoranti, io mi chiedo se è mai possibile che gli stessi proprietari di quei bar e ristoranti non vedano quanto sia brutta quell’usanza.
Per tornare all’annoso discorso su Milano è meglio di Roma abbiamo detto diverse volte che è grazie all’EXPO che Milano è riuscita ad avere una linea e mezzo di metro in più, adesso con 1,3 milioni di trasporti al giorno sono per davvero davanti a Roma che anche considerando la Lido a 900mila non ci arriva
Sciatteria: non potrei essere più d’accordo sul termine che ha usato. Dalle piccole cose alle meno piccole, la sciatteria traspira in ogni luogo e in ogni contesto cittadino. Il fatto che non si faccia nulla per eliminarla o almeno limitarla, è indice di quanta poca gente tra i nostri amministratori ma anche tra i semplici cittadini abbiano almeno la percezione di quanto l’abbondare di questa sciatteria ci esponga a reazioni che spaziano dallo sbeffeggiarci al disprezzarci. Eppure basterebbe già come inizio la percezione del fenomeno – certo, unita a una minima, indispensabile esperienza vissuta a diverse latitudini, tale da poter stimolare nella propria coscienza un confronto – per potersi adoperare a limitare l’esposizione di tata sciatteria agli occhi del Mondo intero. E per tante, piccole cose, basterebbe veramente poco. Che altro dire…. tristezza infinita
E’ brutto doverlo ammettere, ma in questi ultimissimi anni i romani (e non solo) sono stati presi da una depressione spirituale, autolesionista, disfattista, secondo cui tutto quello che si fa in questa città è sbagliato, fa schifo e quindi si è contro a qualsiasi iniziativa di sviluppo.
Oggi sembra che moltissimi romani “godano” a giocare al ribasso, a denigrare la propria città, a non difenderla dalle critiche ma anzi a rincarare la dose, enfatizzando qualsiasi carenza o disservizio (che peraltro purtroppo esistono eccome…).
Qualsiasi iniziativa di ammodernamento infrastrutturale e di rilancio della nostra Capitale viene automaticamente osteggiata, bollata come inutile spreco di risorse, come danno irreparabile per le magnifiche bellezze monumentali e paesaggistiche, come semplice occasione per tangentari, e così via.
Dalla Linea C al Nuovo stadio della Roma, dall’ampliamento di Fiumicino alla candidatura per le Olimpiadi 2024, dalla chiusura dell’anello ferroviario alla Roma Lido e Nord, dalla Città dello Sport di TorVergata al Corridoio Tirrenico (Civitavecchia-Tor de Cenci-Latina), dai grattacieli all’EUR Castellaccio-Tor di Valle allo SDO di Tiburtina, è tutto un coro di NO.
E’ vero che i NO A TUTTO esistono anche da molte altre parti, specialmente in Italia, ma qui a Roma sembra che oggi trovino un particolare (e a mio avviso stupido ed autolesionista) consenso da parte della popolazione. Non per niente questa città rischia di essere governata da una sindaca grillina, che la ingesserà e immobilizzerà ancor di più per almeno 5 anni, facendole perdere tutte le possibili opportunità di una minima ripresa.
A Milano e in Lombardia, viceversa, questo brodo di cultura non ha attecchito, almeno in questi termini, e la maggioranza della popolazione continua ad essere favorevole (e spesso pure entusiasta) quando si presentano nuove opere o iniziative, dalle Metropolitane alla Brebemi, dall’EXPO alla Pedemontana, fino ai giganteschi investimenti su Malpensa pur nell’evidente mancanza di prospettiva per farlo diventare un HUB (che infatti non diventerà mai..).
E non si dica che a Roma tutti rubano e nel nord Italia no, perché si ruba dappertutto. Basti pensare che Tangentopoli è nata proprio a Milano e tuttora colà sono in corso moltissime inchieste (sanità lombarda, ecc.), per non parlare del MOSE di Venezia e così via. Soltanto che in questi casi l’opinione pubblica, pur condannando le malversazioni, non si oppone alle Grandi Opere, anzi le pretende.
In altre parole, per un milanese è peggio un amministratore onestissimo, ma che non faccia niente e condanni la città al declino, di uno ladro ma efficientissimo che ammoderni la città e la agganci al treno delle metropoli di avanguardia. Per un romano, no: egli in questo momento si bea nel fare l’indignato senza pretendere alcun progetto di sviluppo o, peggio ancora, si lascia suggestionare dalle false vestali della “decrescita felice”.
Insomma, i milanesi sono ancora positivisti, i romani (purtroppo) no.
E pensare che in questa città , fino ad un decennio fa, il clima era completamente opposto, c’era iniziativa, fervore, si pianificavano un sacco di progetti (che poi magari non si concludevano in tempo o addirittura mai), ma intanto qualcosa si faceva. Basti pensare al revamping del GRA a tre corsie, alla Nuova stazione Tiburtina, al MAXXI, al Passaggio nord ovest, al CAR di Guidonia, alla Nuova Fiera di Roma, al Porto turistico di Ostia, allo sviluppo di molte centralità (Tor Vergata, Bufalotta, ecc), al Nuovo Centro Congressi dell’EUR, ad alcuni ponti sul Tevere, ad alcuni prolungamenti delle Linee A e B e appunto all’avvio dei cantieri della Linea B1 e della Linea C. L’elenco potrebbe continuare ancora per molto, ci saranno stati sprechi e ruberie, ma intanto qualcosa si è fatto e la cittadinanza ne sta usufruendo e ne usufruirà ancor di più se molte opere si completeranno e si implementeranno.
Qualcuno ora dirà che “MANCANO I SOLDI”, ma è altrettanto vero che lo Stato non può abbandonare la propria Capitale in questo stato, negandole un budget di almeno 2 – 3 Miliardi di Euro annui per gli investimenti in grado di adeguare le proprie infrastrutturali INDISPENSABILI per qualsiasi moderna capitale. Senza contare che, come ho già scritto in un’altra occasione, dal rilancio infrastrutturale ne conseguirebbe un aumento di almeno il 5 % del PIL dell’area metropolitana romana, ovvero di circa 7 – 8 Miliardi di Euro all’anno, il che ripagherebbe ampiamente l’investimento a vantaggio di tutta la collettività italiana.
Purtroppo è tutta una questione di volontà politica e di voglia da parte dei romani di rivendicare ciò, esattamente come (giustamente) fanno i milanesi.
Romani, SVEGLATEVIIII !!!!!
Sai che ti dico? Che accetterei grandi progetti con i giusti finanziamenti statali solo se tolti dalle mani delle amministrazioni locali. Il governo finanzia? E allora nomini chi deve pianificare, appaltare, controllare. Ma prima di tutto venga cambiata la normativa attuale eliminando le gare al ribasso e le varianti in corso d’opera. In questo modo si farebbe piazza pulita delle ditte che nel torbido ci sguazzano, specialmente se chi deve controllare dorme o peggio.
Emanuele,dove si firma il tuo commento? 🙂
@alex69 Un bel po’ di anni fa, quando a Roma la metro A arrivava ancora solo fino ad Ottaviano e a Milano vi erano ancora solo 3 linee ed il capolinea nord della gialla era ancora limitato a Sondrio, ebbi una discussione con una mia conoscente, milanese di adozione ma da anni trapiantata a Roma, circa le differenze tra le due città; tra i vari argomenti discussi ci soffermammo sui trasporti e naturalmente sulla questione della metropolitana, da sempre fiore all’occhiello di Milano; emblematica fu una sua considerazione della situazione deficitaria dell’estensione della rete romana, veramente ridicola allora come oggi: “A Roma non è tanto una questione di archeologia o mancanza di fondi ad impedire di realizzare la metropolitana, piuttosto una causa di mancanza di volontà, sia politica che culturale dei romani”. Se in una città come Roma, tralasciando la vicenda Metro C cui è meglio non parlare, si mandano a monte tutti i progetti di sviluppo della rete come i prolungamenti della A a Torrevecchia, della B a Casal Monastero, della B1 a Bufalotta, senza citare la linea D, posta nell’ armadietto dei sogni, e a Milano al contrario si continuano ad aprire stazioni e a cantierizzare linee, e’ evidente come tra gli abitanti della due citta’ vi siano mentalita’ (ed anche civilta’) , purtroppo per i romani, stratosfericamente diverse.
E’ opportuno rammentare che Milano e tutto il Lombardo Veneto sono stati per anni ottimamente governati dagli austriaci, a differenza della capitale da sempre malgovernata dal Vaticano … è l’impostazione mentale di stampo nord europeo a fare la differenza.
Concordo al 100% con Arnaldo. .ci si rende conto delle differenze abissali con tutte le altre capitali europee semplicemente visitandole..io non vedo/leggo nessuno straccio di pianificazione a lungo raggio di una città che si definisce Capitale. Si bada solo all’emergenza cercando di tamponare il possibile..in questo senso non si può pretendere che Roma sia definita capitale e non è un fatto di finanziamenti ma di come si sono gestiti/gestiscono i fondi! a questa città servirebbe una gestione commissariale non italiana e con ampi poteri per mettere a tacere le classiche proteste della gente ignorante fomentata dalle lobby..che tristezza!!
Partecipate alla discussione sui trasporti neo forum 5stelle dedicato a Roma: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/roma/2015/12/liberta-di-spostarsi-mobilita-e-manutenzione-strade.html
È importante far sentire la nostra opinione, perché c’è ancora chi insiste di fermare la C a san Giovanni come un disco rotto
Alex, veramente tu eri tra quelli che volevano fermare tout court la MC o, eventualmente, insistevi per dirottarla a Flaminio (da Venezia), adesso hai cambiato opinione? Comunque, a sentire la Raggi durante il suo ‘giro’ sulla MC, sembra avere le idee molto confuse in merito al trasporto pubblico e alla MC e continua ad interloquire con i vari ‘vediamo’, ‘poi si vede’…
Credo che Alex si riferisca a questo ultimo intervento della Giannone che riporto nel virgolettato nella sua parte centrale:
“…Possiamo fare ancora molto e siamo in tempo per fermare il più grande “scempio” al Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, fermando la Metro C/T3 a San Giovanni e, se ci saranno le condizioni economiche di fattibilità, farla proseguire verso Farnesina con una Variante di Progetto, dopo la V.I.A…”
Mi chiedo, tra le tante cose:
La Stazione Colosseo ubicata tra Colosseo e Domus Aurea (famose le foto degli operai che scavano a mano) fu realizzata tra fine anni 30 e anni 50 e quasi un secolo dopo, con le moderne tecnologie, non siamo in grado di fare altrettanto?
Allora Einaudi e chi la progettò attentarono al Patrimonio Unesco?
E poi, ripeto, questi Architetti o Archeologi, perché non si indignano e gridano allo scandalo per lo stato in cui versano tesori che in qualsiasi altra parte del mondo attirerebbero turisti a flotte?
Esatto Giusy. Considerazioni del tutto ridicole qurlle di.personaggi cone questa Giannone o come quel Tamburrino che, purtroppo, hanno tanto credito in casa cinquestelle e alimentano la disinformazipne tra il popolo bue
Certo che siamo in grado, basta spazzare via tutto come fecero 70 anni fa.
Ma 70 anni fa c’erano anche le gare di tiro a uccelli vivi, il delitto d’onore e il matrimonio riparatore, il divieto di divorzio e tante altre cose che non farebbero piacere oggi.
In quanto allo stato in cui versano tesori che ecc. ecc. vatti a leggere il bilancio del MiBACT (nel 2013 era lo 0,2% del PIL, un terzo di quello che spende la Francia che rispetto a noi ha ben poco) e capirai perché mancano i soldi per un sacco di roba.
Emanuele, tanti anni fa c’erano pure le mezze stagioni. 🙂
Battute a parte, tra lo spazzar via tutto e il temere che la metro C attenti alla stabilità del Colosseo ce ne corre, suvvia 😉
Mah, ti dirò: visti i continui problemi e le “ingenuità” progettuali (S. Giovanni dove si voleva passare sopra la linea attuale) in questi anni di calvario non mi fido più di quello che dicono. Il Colosseo è in una zona gelogicamente delicata, già provato da decenni di vibrazioni di auto e anche della metro B. Nel 2011 hanno scoperto che era inclinato di decine di centimetri e dovevano controllare cosa era successo al basamento di calcestruzzo su cui poggia ma non so che dati ne hanno ricavato.
Siccome qui mi si dice sempre che le stazioni vanno scavate dall’alto per motivi statici, per evitare problemi ai comuni palazzi accanto a cui si scava, tutta questa sicurezza che una megatalpa in profondità, che causa certamente più vibrazioni di quanto facevano qualche centinaio di operai col piccone appena sotto la strada, non faccia danni a un monumento decisamente fragile mi piace poco.
Alessandro, non ho affatto cambiato opinione, infatti mai ho scritto che la C si sarebbe dovuta fermare a S. Giovanni
Salve Alex !! ho appena letto su tuo suggerimento l’ intervento della Giannone sul Forum di Beppe Grillo sul ” Fermiamo la Linea C a San Giovanni !! a Rischio la stabilità del Colosseo ?? Oh Mio Dio !! mi sento male !! ma non è possibile !! Ma parlano seriamente ?? Ancora con queste fandonie, baggianate ?? Come giustamente anche Giusy afferma ” ma se non successe niente ” in illo tempore “, ovvero diversi decenni fa quando con tecniche più antiquate, superate, rispetto a quelle attuali costruirono la Stazione Colosseo , come possono ancora pensare e credere a cose simili ??
A pensarci, una cosa corretta, l’ha affermata: facessero davvero una V.I.A….di fuga….
nel senso: se ne andassero via…e per sempre.
Un conto è criticare l’opera, il tracciato, le alternative, stimarne i flussi, valutarne costi opportunità, etc,etc, un conto è fare TERRORISMO e POPULISMO.
Non sono una esperte del settore, ma appellarsi nel 2016 dopo Cristo a cedimenti strutturali, mi sembra fuori luogo per non dire altro..
Ribadisco: se tanto tengono ai tesori di Roma, perché certi Architetti e Archeologi (con il massimo rispetto delle tante professionalità presenti) non si scandalizzano sullo stato di incuria e abbandono che caratterizzano intere aree archeologiche, oppure perché ancora, perché non utilizzano i media per chiedere l’incremento dei fondi destinati alla cultura e al turismo. Condivido l’altro intervento che accennava la questione.
L’Italia è, come valore assoluto agli ultimi posti per la spesa destinata alla cultura e al turismo, quello che dovrebbe essere il nostro vero petrolio….
Insomma…non c’è bisogno delle TRIVELLE per estrarre il nostro vero Petrolio…
Pensate come diventera’ il TPL a Roma in balia di una giunta M5S, con gente alla Sgarbi come Paola Giannone che daranno l’anima pur di bloccare la Metro C a San Giovanni ed ogni piano di sviluppo futuro delle metropolitane a Roma, mentre, come evidenziato in precedenza, a Milano si continuano ad aprire stazioni e costruire nuove linee come la M4….Bravi cittadini romani, affidatevi alla diva Raggi, torniamo sempre piu’ indietro mentre il mondo avanza.
Mix, nei cnquestelle non c’è solo Giannone, la stessa Raggi almeno ha dichiarato di voler far arrivare la metro C a Colosseo “poi si vedrà”. Io credo che sia molto più utile anziché continuare a parlar male dei cinquestelle, scrivere sui loro forum (almeno loro danno degli spazi a noi comuni mortali per esrpimere le nostre opinioni; glii altri partiti cosa fanno????), quindi invece di lamentarci, e masturbarci fra di noi, cominciamo a farci sentire numerosi sul loro forum
Michele, Giusy e altri, fate sentire la vostra voce, con la stessa grinta con cui argomentate le vostre convinzioni qui sul forum. E’ importante che anche molta gente che frequenta i forum dei cinquestelle, e che magari li voterebbe e probabilmente li voterà per motivi non strettamente “trasportistici”, possa sentire altre campane oltre a quelle, martellanti, di questa Giannone e di quel cantastorie di Tamburrino. Con le nostre conscenze, potremmo dibattere con costoro smontando le loro tesi una a una. Io il mio contributo l’ho dato, ora tocca a voialtri. Qui, al di là delle nostre legittime diverse opinioni su molte questioni, credo che almeno non si debba convincere nessuno che il Colosseo non crollerà se si farà la metro C, quindi andiamo a farci sentire dove è pià utile che sia ascoltata la nostra voce
Salve Alex !! ho lasciato un mio commento ! speriamo bene ! ero ispirato ( si fa per dire !! ) da quanto mi accingevo a scrivere in risposta al Siamo ancora in tempo per fermare la Linea C a San Giovanni ( della Giannone ) che ad un certo punto , nel far presente quando , in che periodo, iniziarono i lavori per la fermata Colosseo della Linea B mi è sfuggita una citazione ” era il 1939, l’ epoca degli uomini in camicia nera , insieme ai colleghi Tedeschi entrambi con gli Stivaloni . Speriamo bene ! adesso mi daranno del pazzo, del nostalgico del Nazista ” era solo un breve ricordo del periodo storico in cui tali lavori erano in atto, all’ epoca .
Grazie comunque per il tuo intervento, agli altri: intervenite numerosi!
Prepariamoci ad altri mesi di chiusure anticipate della Metro A e B. Mi chiedo, gli altri anni, ove per mesi la linea A (e non solo) ha chiuso alle 21.00(!), cosa han fatto. Han giocato a briscola? E poi, lavorare di notte no eh?
Tralascio valutazioni sull’assenza di “risorse necessarie per gli investimenti”.
http://www.atac.roma.it/page.asp?r=15855&p=160
“I lavori in metro. Le infrastrutture della metropolitana soffrono di un deficit manutentivo che si è cumulato nell’arco di numerosi anni, duranti i quali non è stato possibile disporre delle risorse necessarie per gli investimenti. La nuova amministrazione è riuscita a reperire fondi sufficienti a iniziare a colmare questo gap e già dalla prossima estate, per limitare al massimo i disagi per la cittadinanza, inizieranno i lavori straordinari sulle metro A,B e B1, che prevedono fra le altre cose la sostituzione dei binari, delle massicciate ferroviarie e della linea elettrica. L’azienda inoltre sta predisponendo un piano per migliorare le linee e i treni delle ferrovie concesse, a cominciare dalla Roma-Lido sulla quale, dal mese di marzo, la dotazione si rotabili si è stabilmente rafforzata arrivando una disponibilità di 13 mezzi rispetto ai limiti di 6 raggiunti ad inizio anno.”
Sono sempre più convinto che Roma non funzionerà mai se lasciata in mano al sindaco o commissario di turno. Si, ci potrà essere il personaggio giusto ogni tanto, anche tra i dittatori in millenni di storia ce ne sono stati in gamba, ma sono eccezioni.
Per me Roma date le sue particolarità (capitale, sede delle istituzioni, Vaticano, centro archeologico ecc) deve essere governata non più da un sindaco ma da un consiglio, formato per metà da eletti dai romani e per metà di nomina governativa, che si occupi di tutte le materie strategiche: bilancio, trasporti, sicurezza, sviluppo ecc. Se anche gli eletti lo fossero per i soliti intrallazzi alla romana i governativi, scelti tra esperti delle materie sopraddette e non politici di professione, sarebbero più immuni a malaffare e interessi particolari. Almeno si spera. In ogni caso, stabilendo per esempio in numero di 8 i membri del consiglio, a differenza di oggi quando basta teoricamente corrompere un sindaco per ottenere favori dovrebbero essere corrotte 5 persone, molto più difficile e costoso.
Inoltre un consiglio potrebbe governare meglio la macchina burocratica comunale e si saprebbe con certezza chi ha deciso cosa invece di perdersi tra uffici, assessori e funzionari ogni volta che si scopre qualche porcheria.
Al di sotto del consiglio eliminerei assessori e minisindaci e affiderei i compiti esecutivi ad agenzie pubbliche sul modello londinese (Transport for London, Metrpolitan Police ecc).
Che ve ne pare?
Aumentare il numero di “galli a cantare” non credo risolverebbe molto. Anzi, temo allungherebbe ancora di più i tempi decisionali e creerebbe ancora più attriti fra correnti politiche avverse, risultando in ancora maggiore immobilismo.
La strada da seguire è opposta: aumentare i poteri e l’ autonomia del sindaco di Roma. Che dovrebbe essere qualcosa a metà fra un amministratore e un ministro della Repubblica, tanto da potersi confrontare per legge direttamente con il presidente del consiglio (e non affidare la collaborazione fra le due figure istituzionali alla simpatia reciproca o alla convenienza politica).
E di rimando anche i presidenti dei Municipi dovrebbero avere maggior autonomia decisionale ed economica (pur lavorando di concerto con il sindaco).
Gli “intrallazzi” e il malaffare invece li combatti solo con i controlli della magistratura e le indagini di polizia.
Le leggi in materia ci sono. Toccherebbe solo eleggere politici e amministratori che non si mettano di traverso. Per questo, prima di tutto e di qualsiasi considerazione politica, la priorità per noi cittadini dovrebbe essere di votare chi (sulla carta e nelle intenzioni) ci garantisce maggiore onestà. Sono stanco di turarmi il naso.
La mia proposta serve invece per togliere il potere dalle mani del singolo sindco, che infatti non ci sarebbe più. Non credo di dover fare la cronaca di cosa hanno combinato i sindaci di Roma negli ultimi decenni, possiamo immaginare se avessero avuto poteri da dittatore come avrebbero conciato la città. Cioè, a me un sindaco che magari è pure onesto e non intrallazzato con chicchessia che la mattina si sveglia e decide di fare questo o quello perché gli piace così, senza essere minimamente esperto dell’argomento fa rizzare i capelli. E purtroppo a Roma sarà sempre difficile avere un sindaco libero da vincoli con il suo partito o peggio, magari ostaggio della macchina burocratica se per caso prendesse decisioni contrarie all’interesse di qualcuno.
Il consiglio invece avrebbe la parte eletta e quindi soggetta a pressioni ma anche una parte nominata tra esperti delle principali materie che servono a Roma.
E’ questo il fulcro del discorso.
In quanto a certi minisindaci francamente stenderei un velo.
Sono d’accordo con quello che ti ha risposto Andrea. Quello dei troppi galli a cantare è proprio una delle principali fonti di tutti i mali italiani e penso che la tua idea non farebbe che peggiorare le cose. Semmai, è proprio la depauperazione di poteri al Sindaco che ha permesso il proliferare di poteri che sono i veri padroni della città, e usano il politico di turno per continuare a fare il buono e il cattivo tempo. La soluzione è proprio l’opposto di quel che auspichi, e cioè una vera leadership del Sindaco. In tutto il mondo il Capo è colui al quale si obedisce senza se e sena ma, ma allo stesso tempo è anche colui che si prende tutti i meriti e tute le colpe, che viene premiato se le cose vanno bene e punito fino alla pena della rimozione se vanno male: l’esatto opposto di quel che accade in Italia. Una piramide si regge se il vertice sta in alto; se la capovolgi cade. Diverso è il discorso che una città come Roma ha bisogno di una squadra e non di un sol uomo che poco può fare, ma questa squadra deve, per essere efficace, avere una leadership forte.
Leggiti questa storiella, che considero frutto della mente di un genio che ha capito tutto dell’Italia: http://www.madvero.it/aneddoti/garadicanottaggio.asp
Chissà perché leggendo la storiella pensavo ad Atac.
Comunque a parte le battute oggi abbiamo una situazione tale per cui un qualsiasi sindaco di Roma se non fa quello che vuole il partito di riferimento finisce esautorato, se cerca di cambiare situazioni incancrenite rischia di ritrovarsi contro assessori e dipendenti comunali, se poi per idee sue decide di stravolgere la città senza avere competenze sull’argomento basta che i soliti noti ci guadagnino e ha mano libera. Puoi anche votare contro dopo che ha dimostrato di essere una frana ma l’esperienza insegna che 5 anni di malgoverno si pagano salati per decenni.
Se al posto di sindaco, assessori e minisindaci con tutto il codazzo che si portano dietro ci fosse il consiglio di 8 elementi che ho descritto a cui rispondono società pubbliche sul modello londinese pensi che sarebbe peggio? Secondo me si farebbe chiarezza in maniera definitiva su chi decide cosa e su chi è responsabile di cosa. Inoltre le 4 persone nominate dal governo servirebbero per portare quell’esperienza in fase decisionale che quasi sempre finora è mancata.
Insomma sarebbe un modo per limitare i danni che in questo paese si hanno sempre quando ci sono di mezzo i politici.
Emanuele, andrebbe bene solo se TUTTI gli 8 “saggi” o come li vogliamo chiamare rispondessero tutti ad UNA SOLA persona, con pieni poteri di sostituirli nel caso facciano male. Altrimenti sarebbe il tipico caso italiano di tanti galli che cantano, per essere nessuno responsabile
Finiamo sempre lì. Chi garantisce in un sistema marcio come questo che l’uomo forte a capo dei “saggi” non li ruoterebbe a suo piacere se gli procurassero difficoltà? Invece dividendoli tra eletti e nominati dal Governo (questi non sarebbero politici di professione) si riducono i rischi.
Poi è chiaro ogni sistema alla fine dipende dagli uomini. Se i nominati li dovesse scegliere Renzi magari ci metterebbe 4 toscani. Giusto qualche giorno fa leggevo sul Fatto che finora ha insediato più di 40 toscani in poltrone di tutti i tipi.
La risposta alla tua domanda è: i cittadini! NOI siamo i “capi” del Capo, cioè il Sindaco nell’oggetto del nostro contendere. E’ a NOI che lui deve rispondere. Ed è qui che sta l forza della democrazia. Il Presidente degli Stati Uniti, cioè l’uomo più potente del Mondo, a chi risponde? Al popolo americano! NOI dobbiamo essere vigili e premiare o punire, con le elezioni, chi fa bene o male. Invece tutto funziona al rovescio in Italia: è il popolo delega, nella fattispecie ai partiti, la funzione di controllo. Il risultato è quello che dici, ma la cura non è quella che proponi tu
Eh, noi siamo i capi. Finora che capi siamo stati per avere i sindaci che sono passati? Si dice che continuare a sperare non costa niente, io affermo che costa eccome visto come hanno ridotto la città le speranze passate.
Cito: “a me un sindaco che magari è pure onesto e non intrallazzato con chicchessia che la mattina si sveglia e decide di fare questo o quello perché gli piace così, senza essere minimamente esperto dell’argomento fa rizzare i capelli”
Ma infatti il Sindaco, come ogni buon Capo, NON DEVE essere esperto di tutto. AL CONTRARIO! Il capo NON DEVE SAPER FARE ASSOLUTAMENTE NIENTE. Un buona Capo DELEGA. Cioè è esperto non di materie specifiche, ma di UOMINI: sa scegliere quelli giusti da mettere nei posti giusti, e delega loro la direzione dei vari settori di competenza. I suoi uomini, a loro volta, sapranno delegare ad altri uomini capaci i vari compiti, e così via, in una struttura a piramide, dove ciascuno è responsabile della sua area di comptenza e deve rendere conto al suo Capo dei risultati raggiunti in base agli obiettivi fissati. Così funziona, guarda caso, in tutte le Aziende private. Così NON funziona invece in quasi tutte le strutture pubbliche, dove la piramide è rovesciata (vedi tanto per rimanere in temz, l’ATAC, che ha più Dirigenti che impigato!!!!!!). E’ l’esempio dell’equipaggio di canottaggio italiano, con sette che comandano e uno che rema.
Alex la teoria è bella la pratica è quella che vediamo tutti i giorni. Fai la lista dei sindaci degli ultimi 20 anni e vedrai che 1 su 1000 ce la fa, come diceva Morandi, con fatica e a piccoli passi. Mentre ne basta 1 su 1000 per fare danni a grandi passi lasciandoci con le pezze al culo fino alla prossima generazione.
E’ perché la pratica non è l’applicazione della teoria. Nella pratica chi è al vertice conta come il due di coppe e MAI, ma dico MAI risponde in prima persona. Il Sindaco deve rispondere ai suoi cittadini, non dare le colpe ad assessori e subalterni vari se le cose non funzionano. Lui è responsabile dell’operato dei suoi uomini, e lui e solo lui dovrebbe risponderne davanti alla sua cittadinanza. Invece accade sempre il contrario. Sindaci che non hanno le palle di metterci la loro faccia e, come i bambini dell’asilo, danno la colpa agli altri dicendo “non sono stato io”
Emanuele, il motivo per cui un sindaco ha il potere di fare danni (di cui pentircene per anni) e non ha il potere di fare bene è proprio nella sua mancanza di poteri. Perchè se per fare i danni è sufficiente che accontenti lobby e potentati interessati solo ai loro orticelli (costruttori, imprenditori, politici corrotti, etc), trovando la strada in discesa su ogni iniziativa, per fare bene devi essere in grado di essere più forte di quelle stesse lobby e potentati, avere il potere di decidere anche contro a chi detiene il potere economico e politico, incurante del loro ostruzionismo.
Purtroppo il problema di fondo è uno: gli interessi dei tanti, dei cittadini, non collimano quasi mai con gli interessi dei pochi, dei furbi, dei ladri, di chi ha soldi e potere da esercitare.
L’ amministratore onesto viene isolato ed esautorato. L’ amministratore truffaldino trova terreno fertile.
Alex ha ragione quando scrive che siamo noi a dover controllare l’ operato di chi eleggiamo. Ma per farlo abbiamo solo il voto.
Sarebbe bello poter fare una verifica di mezzo mandato, magari con la possibilità di mandare a casa un sindaco inefficiente con una maggioranza di 2/3 di elettori per esempio. Sarebbe stimolato a fare bene durante tutto il suo mandato.
Ma per questo o per aumentare i poteri del sindaco di Roma servirebbe una modifica costituzionale, che dubito arriverà mai.
Quindi non ci resta che votare l’ onesto di turno, purtroppo anche prescidendo dalla completa aderenza dei suoi programmi con la nostra visione delle cose.
Un consiglio per metà svincolato dal territorio e quindi anche al malaffare che indirizza le votazioni secondo me è più forte di un sindaco e più resistente alle infiltrazioni, oltre a essere perlomeno nella metà nominata potenzialmente più preparato e competente. Inoltre mi sembra vi concentriate solo sul vertice ma io propongo anche di eliminare assessori e minisindaci e affidare l’esecuzione delle direttive a società sul modello della Transport for London e altre agenzie londinesi.
Tu, Emanuele, ti sei innamorato di una tua idea sicuramente suggestiva. Un consiglio dei saggi.
Ma non ci sono garanzie o motivi razionali per credere che qualcosa del genere dovrebbe funzionare. Persino quando si parla di centinaia di persone, come in Parlamento, non si riescono a garantire pluralismo e contraddittorio. Perchè pure per così tante persone è più facile accordarsi sui propri interessi che sugli interessi dei cittadini. Senza contare che quasi tutti rispondono ai dictat dei loro capigruppo, che rispondo a loro volta alle direttive di partito, che ancora una volta rispondo ad interessi lobbistici.
8 persone (perchè proprio 8 poi, in base a cosa?) perchè dovrebbero garantire l’ efficienza di cui parli? Perchè ritieni che elettori esterni alla città dovrebbero conoscere a sufficienza le criticità locali di una realtà che non gli appartiene? Perchè ritieni che un governo dovrebbe voler garantire gli interessi di una città specifica, per quanto capitale, se finora non l’ ha fatto? Troppi forse! Troppi punti interrogativi! E soprattutto… nessun paletto o regola che garantisca maggior trasparenza.
Ripeto, ti sei innamorato di un’ idea suggestiva, che nella tua testa funziona, ma che come qualsiasi innamoramento è qualcosa di irrazionale. Se ti fermi a rifletterci un secondo lo capirai da te.
Non è che mi sono innamorato, ho solo ripensato a generazioni di sindaci eletti dal popolo e mi sono chiesto cosa fare per limitare i danni della situazione romana, che tra l’altro è unica in Italia per i motivi già detti. Dipendesse da me farei alla cinese, immagino sappiate che fine fanno i corrotti arrestati. Ma dal momento che siamo democratici e il popolo è sovrano, e però ha eletto la gente che sappiamo, come fare? Un consiglio di 8 (numero non troppo piccolo e non troppo grande) metà eletto (che non vuol dire romano, Marino e Alemanno non erano di Roma) e metà nominato, che non vuol dire necessariamente non romano. Mettetevi nei panni degli inquisiti di questi mesi e chiedetevi se per loro sarebbe più facile o difficile corrompere un sistema che non ha più un uomo solo al comando circondato da assessori che spesso stanno lì per premiare le correnti dei partiti, la macchina burocratica che sappiamo e municipi vari ma un consiglio per metà immune dall’obbligo di soddisfare gruppi di pressione locali in quanto non eletto e le agenzie, la cui organizzazione (numero di manager ecc.) è fissata per legge e non varia a seconda dell’interesse del sindaco.
Secondo me sarebbe una situazione più lineare, più facilmente controllabile e difficilmente infiltrabile. Non dico che si risolverebbe tutto, al contrario. Però si limiterebbero i danni.
Ma naturalmente se ci fossero proposte più interessanti non avrei problemi a prenderle in considerazione. Tutto meno il sistema attuale.
Non credo che la stazione sia ostaggio di Vigili del Fuoco o Sovrintendenza, che sono enti che hanno competenza nelle materie interessate. Semmai, faccio il caso della Sovrintendenza, si sta tentando di porre rimedio a carenze della progettazione. Qui il fatto grave è che sia stato messo a gara un progetto neanche preliminare. Che i rilievi archeologici approfonditi, necessari per valutare le soluzioni tecniche, lo stesso tracciato (vedasi la questione di Argentina) ed i relativi costi, siano stati fatti dopo l’assegnazione al Contraente Generale, responsabile della progettazione esecutiva e della direzione lavori, in conflitto di interessi.
Siamo fortunatamente uno stato di diritto, in cui esistono leggi a tutela dell’utenza e del patrimonio. E non me la prenderei con la Soprintendenza, se si sta cercando di valorizzare una risorsa come il patrimonio archeologico anche se ciò comporterà aggravi di tempo e costi (peraltro irrisori rispetto a quelli ad oggi accumulati per ragioni ben oltre il limite della legalità). Anzi la ringrazierei, perché l’amministrazione dimostra di avere più lungimiranza della cattiva politica che ha prodotto le criticità del cantiere Metro C, ricordo sotto indagine dalla Corte dei Conti.
Ricordo il burocrate che alla presentazione nella sede del PD aiutato da un assistente (per l’incapacità di usare un mouse) spiegava che pazienza se si perdeva tempo a finire la Stazione tanto si è già perso tempo…
Io invece non voglio aspettare per lo stesso motivo: perché si è già perso troppo tempo.
C’è un progetto esecutivo che non prevede una stazione archeologica a San Giovanni e adesso, con anni di ritardo, qualcuno decide che tocca distruggere strutture appena costruite e perdere altro tempo?
Ma scherziamo?
È che facciamo lasciamo la Stazione A in quello stato ?
La sovraintendenza si dovrebbe scandalizzare dello stato della stazione Colosseo “splendido” fatiscente cancello d’ingresso del nostro centro storico o intervenire sul progetto della stazione Fori Imperiali adesso che è ancora in tempo o preferisce che sia quasi completa per muovere delle rimostranze?
Mi scusi Piero, perché la Soprintendenza non si scandalizza per il quotidiano mercatino del rubato di decine e decine di persone nell’area archeologica di Porta Maggiore. Ma lo sapete che la Soprintendenza (solo per altri fini) ha bloccato mercatini natalizi perché le gradature di colore di casette in legno non erano “consone”, oppure l’altezza era superiore di pochi centimetri rispetto al loro gradimento? D’amante dell’archeologia: ma “chissenefrega” della stazione archeologica a San Giovanni. Con tutte le aree abbandonate e non valorizzate che abbiamo, blocchiamo un opera per esporre pochi reperti?
Ma di cosa parliamo? Salvo, che il progetto esecutivo non prevedesse già il tutto. Ma non mi sembra sia così
Fortunatamente, infatti, hanno cominciato a interessarsi alla stazione Colosseo proprio adesso così che eventuali rivisitazioni del progetto esecutivo non inficeranno in maniera rilevante sulle tempistiche. Sarebbe interessante a questo punto,approfittando dell’occasione, capire se non sia possibile, tramite una redistribuzione intelligente ed efficace dei volumi tecnici di stazione, trovare spazio per il “centro servizi” follemente eliminato nel 2010.
Nella stazione San Giovanni per fortuna non sarà necessario demolire o smontare alcunché… si tratta solo di un allestimento artistico delle superfici di stazione: sostanzialmente un storia raccontata con scritte, immagini e ricostruzioni virtuali con l’ausilio di sistemi di proiezione e giochi di luce.
Per inciso, il burocrate impacciato era Prosperetti in persona, il capo dei capi della soprintendenza 😀
Ma allora se si tratta di cambiare in meglio i rivestimenti di stazione con proiettori in stile stazione Municipio della L1 di Napoli allora non sarà poi cosi tanta l’attesa. Finalmente una notizia lieta Comitato così come la cura Rettighieri per ATAC con il miglioramento già tangibile della metro per Ostia e il ritorno del tram 3 a Trastevere entro un mese e mezzo!!!
Premesso che Rettighieri mi sembra uno in gamba e mi sta simpatico gli devo tirare le orecchie perché anche lui soffre di una brutta malattia , “l’annuncite”.
Nell’ultimo anni non si contano gli annunci del tram 3 che finalmente arriva a trastevere ma ad oggi non è ancora arrivato.
Il tram 3 è stato bloccato per anni perché alla “Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio” non piaceva la fermata davanti a porta portese dove loro anno la loro sede (!!!).
Poi con quali tram che sono quasi tutti rotti !? per questo la linea 1 “annunciata” da Marino non è mai partita.
Non piaceva a loro una fermata davanti alla loro sede e non si fa la fermata ? Ma che siamo nel quarto mondo (con tutto il rispetto) !
E poi, certo deturpare con una fermata quell’immondezzaio di porta portese….
Ma a quando la tratta unica con aumento frequenza eliminando questa stupidaggine della doppia frequenza?
Ma vi siete resi conto che nel corso dell’ultima settimana la metro C si è pericolosamente adeguata ai fatiscenti standard della A e della B con un rilevante aumento dei disservizi e delle turbolenze all’esercizio, segno evidente che il giocattolo si sta usurando in maniera esponenziale complice l’assenza di una seria manutenzione e il menefreghismo del personale, come nel caso dei convogli abbandonati fuori del recinto del deposito Graniti alla mercé dei writers ??
Altro che eliminazione delle corse limitate; se non provvedono immediatamente alla risoluzione delle criticità che stanno gravemente minando la regolarità d’esercizio ritornando almeno al rispetto del cadenzamento a 6 e 12 minuti, una metro come la C non può continuare a marciare in driveless per l’incolumità dei passeggeri trasportati.
Quando il dg Rettighieri nell’odierna conferenza stampa parla di implementare il personale di macchina con cinquanta nuovi ingressi non è che pensa di ripristinare il macchinista alla guida dei convogli della C ??
http://odisseaquotidiana.blogspot.it/2016/03/malatesta-scapoccia-cosa-succede-alla.html
Salve Arnaldo, leggo spesso i suoi interventi peraltro condividendoli.
Condivido nei fatti anche questo post (circa l’allarme manutentivo). Non comprendo però perché il tema di questa doppia frequenza non sia conciliabile con altro. Peraltro avevo reinserito tale tematoca perché, almeno ieri, i ritardi (non motivati) si sono verificati appunto “solo” nella tratta Lodi Alessandrino.
Forse Lei non è un utente quotidiano della Metro C, perché altrimenti non sminuirebbe tale aspetto.
Questa doppia frequenza è già folle da un punto di vista logico, ancora più folletenuto conto dei numeri e del vissuto quotidiano. Le faccio presente che anche nelle ore di punta i treni da/per Alessandrino partono VUOTI, letteralmente VUOTI: Inoltre, spesso la sera la gente che prende con capolinea ad Alessandrino aspetto poi l’altro treno per Pantano. Guardi che il rapporto è imbarazzante. Si parla di un rapporto 1 a 20 1 a 30 se non di più.
D’altronde non poteva essere altrimenti, si parla intanto di 8 stazioni (lodi alessandrino) vs 13 della restante tratta. Gli utenti delle 8 stazioni essendo più centrali hanno altri collegamenti verso Termini ed il Centro, gli altri utenti, soprattutto dopo la sciagurata riduzione ulteriore del trenino, non hanno alternative.
Quindi, mi scusi, questo è un altro scandalo che si aggiunge agli altri. D’altronde mi trovi una metro al mondo con frequenza di 12 minuti nelle tratte più periferiche.
P.S. Oggi comunque sembra tutto tornato nella normalità
La cosa migliore che ha la metro C e non avere il macchinista e non credo che sarà mai inserito (per fortuna).
Arriva a Lodi e riparte subito dopo pochi secondi senza sprechi di tempo.
Per mesi c’è chi ha ipotizzato catastrofi da fine del mondo per mancanza del macchinista e niente è successo, invece con il macchinista scontri sia sulla A che sulla B.
Spero che al più presto questo sia implementato sulla A (urgentemente) e poi sulla B (meno urgente) in modo da eliminare i tempi morti dei capolinea/cambio turni e le corse saltate o mai implementata per la mancanza cronica di macchinisti (ecco perché ne vuole inserire altri 50) o per ferie, malattie etc.
I pochi KM di metro di Roma devono essere sfruttati al massimo e la linea A deve avere un treno ogni 1-2 minuti raddoppiando cosi la portata attuale.
Il sistema automatico è il futuro ed è l’unica scelta che ci può salvare dalla nostra mancanza cronica di “ferro”.
Rassegnatevi ed abbiate fiducia.
P.S. molti problemi della C nascono proprio dal perdurare di una situazione di regime a binario banalizzato: in questi mesi gli scambi sono stati sollecitati più di quanto lo saranno probabilmente per i prossimi 20 anni quando il regime “regolare” sarà implementato.
Giuseppe, il sistema driveless funziona solo laddove i carichi lo permettono. Non per niente, in tutto il mondo solo le metropolitane leggere finora erano state realizzate con questo sistema. La nostra è la prima metropolitana pesante driveless al mondo. Mi aspetto di vedere, quando la stazione san Giovanni verrà aperta e, conseguentemente, i treni arriveranno nelle ore di punta a trasportare il massimo carico di passeggeri tollerabile, quanto reggerà questo sistema. Prevedo, allora sì, incidenti e disastri. E sono pronto a scommettere che queste stesse previsioni le abbiano già fatte gli esperti neli Uffici tecnici del Comune e dell’Agenzia per la Mobilità, ragion per cui, come scritto anche da altri, si stanno cercando tutti i pretesti per rimandare l’apertura di San Giovanni a quando la linea sarà almeno arrivata a Fori Imperiali
Per Giusy: il mio intervento non è in difesa della doppia frequenza in ambito urbano e delle relative corse limitate; una discutibile procedura di esercizio purtroppo imposta all’esercente dai ritardi e dai vizi progettuali dell’opera; vuol essere invece una denuncia sul progressivo degrado dell’infrastruttura complici l’assenza di un serio programma manutentivo, le negligenze da parte del personale, la scarsa qualità delle opere civili e dell’attrezzaggio, l’uso di un sistema driveless scarsamente testato.
Invito nuovamente a riflettere sui precisi vincoli imposti dall’USTIF riguardo l’esercizio di una metropolitana a guida automatica; normative stringenti imposte a tutela del trasportato che mal si conciliano con l’attuale gestione ATAC; qualora in sede di verifiche e prove funzionali alle infrastrutture e al materiale rotabile venissero ravvisate manchevolezze tali da inficiare la sicurezza l’USTIF può infatti revocare il nullaosta all’esercizio.
Perché non dovrebbe reggere con gli alti carichi? È un sistema di guida e non di trasmissione quindi non dipende da dimensioni o carichi.
Viene usato nelle metro leggere perché permette di aumentare la frequenza e quindi la portata di una metro risparmiando nella costruzione e nella manutenzione.
Senza il sistema automatico una metro con treni da 300-400 persone non avrebbe alcun senso e sarebbe troppo costosa.
Se funziona in una metro leggera funziona anche in una pesante.
Il driveless adesso è sovradimensionato per la C ma sarà un ottima palestra per trasformare A e B.
Citate sempre Andrea Spinosa ma non se si parla di C che vi è visceralmente antipatica tanto da auguragli il peggio.
La D era pensata sempre come una linea automatizzata con treni da 800 persone (come quasi tutte le linee “pesanti” presenti in Europa che non superano le 800 persone per treno).
Già a Parigi la linea 1 (16,6 km contro i 18,4 della A) è stata automatizzata e con treni da 800 persone (contro i 1200 della A) ne trasporta 560.000 al giorno (contro i 450.000 della A che è una linea già a limite se si usa la guida manuale): quindi potremmo quasi raddoppiare la portata, altro che linea C che deve scaricare la A.
Per migliorare a Milano è stata semiautomatizzata la linea principale ed il macchinista è poco più di un passeggero.
Il massimo però si può avere solo automatizzando e rendendosi indipendenti dai macchinisti (ma non dall’uomo che controlla tutto dalla centrale).
Il fatto è che voi non usate la C ma ne parlate solo contro altrimenti questi dubbi non li asvreste avuti.
Giuseppe: perché con carichi elevati il sistema driverless non è sicuro? Prova a prendere la A o la B a Termini alle 8 del mattino e avrai la risposta. Senza la presenza umana è impensabile, a quelle condizioni, un sistema automatico di chiusura porte. Chi pensa che abhia torto evidentemente non ha MAI preso la metro a Roma alle 8 del mattino. Milano, che citi, non è nemmeno lontanamente paragonabile al delirio romano
Io la A e la B alle 8 di mattina l’ho presa ma non ogni giorno e poche volte a Termini.
Però continuo a non capire che contributo da il macchinista visto che la chiusura porte è automatica e gestita con dei sistemi di sicurezza…
Il contributo “umano” sarebbe più utile sui binari (tipo i giapponesi per esempio …).
Ci sono poi le doppie porte per gestire meglio oltre che ad impedire che qualcuno cada (o si butti) sui binari : sai quanti blocchi e vite ci saremmo risparmiati …
Comunque se il treno passa più spesso il treno sarà meno pieno e cosi risolvi il problema a monte: se raddoppio la portata non mi aspetto sulla A di avere il doppio delle persone ma di avere un buon aumento (20-40%) ma sopratutto mi aspetto di migliorare le condizioni di viaggio dei cittadini romani.
Giuseppe: alle 8 del mattino il macchinista a Termini è costretto ad aprire e richiudere le porte anche più volte prima di ri7scire a ripartire, cosa, questa, che ha spesso causato in passato il blocco dei treni per il sistema di sicurezza, poi oculatamente bypassato per prevenire il delirio di un treno comlpetamente scaricato a Termini perché impossibilitatoba ripartire. Spesso ricorrono anche all’ausilio della voce di dissuasione che via altoparlanti, inascoltata, invita a lasciar partire il treno. Questa è la quotidianeità, e neanche raddoppiando la frequenza, ammesso che questo sia possibile solo rendendo la linea automatica (ne dubito fortissimamente) si risolverebbe, perché l’afflusso di passeggeri alle banchine sarebbe sempre ben superiore di quanto le vetture possano drenare. I pusher poi lasciamoli al Giappone, te oi immagini gli Italiani disposti a farsi mettere letteralmente le mani addosso? Suvvia
Ma la Sovrintendenza si sveglia solo ora che la stazione è quasi completata?
Io continuo a non vederci chiaro. E’ evidente che non si vuole fare aprire S.Giovanni per evitare il de profundis della linea A.
Condivido in pieno !! Del resto che altro ci saremmo potuti aspettare visto che ( non per ripetere quanto già e ‘ stato più volte anche in questo Articolo- Post detto e ridetto circa il fatto che , cito Alessandro ” Chi ha autorizzato la costruzione di quest’opera partendo dalla tratta periferica, merita, meriterebbe 10 anni di lavori forzati ” , con la scusa del deposito a Graniti ) i lavori per la tratta T3 , scandalosamente senza Venezia che da progetto originario era parte integrante della tratta T3, insieme all’ iniziale intenzione di realizzare anche un Museo dei Fori Imperiali nel tratto di ” Übergang ” in tedesco, di ” Passaggio ” dalla futura stazione MC alla vecchia stazione MB ( l’ avevo già detto in precedenti interventi ma mi piace ricordarlo ), quindi solamente da San Giovanni a Colosseo ( successivamente ribattezzata Fori Imperiali ) iniziarono in data 15 Aprile 2013, quasi 6 anni dopo quelli da San Giovanni ad Alessandrino Aprile 2007 ??
Un commento, il suo, che pur partendo da principi condivisibili – proteggere il patrimonio archeologico, correggere gli errori di progettazione, stato di diritto, leggi, etc… – perde poi il contatto con la realtà e con le esigenze reali e concrete dei cittadini, per i quali l’aggravio di costi e – soprattutto – di tempi è tutt’altro che IRRISORIO. Chieda a chiunque a Roma vive, lavora, usa i trasporti pubblici e non ha altre alternative. Sono certo che troverà pochi, pochissimi sensibili all’urgenza della musealizzazione della stazione di San Giovanni. Vorremmo tutti essere tanto fortunati da abitare in centro, lavorare magari a due passi da casa e avere il tempo di appassionarsi all’archeologia. Purtroppo temo siamo in molti ad avere bisogno come il pane di un sistema di metropolitane che funzioni e che ci porti, ogni giorno, dalle nostre case in periferia fino ai luoghi di lavoro e viceversa. Con tutto il rispetto per l’archeologia e lo straordinario patrimonio artistico della nostra città.
Piero non si tratta di mettere in dubbio la competenza degli enti, ma questo modo dispotico di imporre la propria materia. Non invochiamo di relegare all’angolo al soprintendenza ne tantomeno eludere le norme di sicurezza ma semplicemente auspichiamo che qualcuno intervenga a coordinare queste situazioni in modo intelligente.
Probabilmente, anzi quasi sicuramente, bloccare i lavori a tempo indeterminato o negare il collegamento tra le due stazioni non sono le uniche possibilità per ottemperare alle necessità dei due enti.
Ciò mi pare condivisibile.
La stazione museo-centro servizi andrebbe di corsa anche ripristinata nella eventuale fermata Colosseo.
E, ripeto, ben vengano sei mesi in più di lavori per una stazione San Giovanni che ridia un minimo di dignità ad un’opera come la metro C che è ad oggi un monumento all’impresentabile. Si fanno stazioni modello a Napoli o in Grecia, è stato un errore madornale non prevederne a Roma.
Credo che la cosa gravissima sia, se non ho capito male, che non si da il nulla osta al collegamento con la metro A fin quando non viene messa a norma la restante rete metropolitana. Cioè non si autorizza ciò che è a norma fino a quando ciò che già è autorizzato e funzioniante non viene messo a norma. Mi sembra il punto più basso mai toccato dalla storia della democrazia.
A me le stazioni della Linea C piacciono perché sono funzionali.
Aver ricoperto le superfici con del vetro (dove è facile pulire e cancellare qualsiasi scritta ) lo trovo molto intelligente.
Mi sarebbe piaciuta una stazione più artistica !? SI !!! ma non ce lo possiamo permettere qui a Roma con le persone incivili che riempiono le nostre strade.
Primo giorno di lavoro dopo le brevi vacanze pasquali e trovo sia all’andata che al ritorno solo treni per Pantano con una frequenza di 11-12 minuti.
Dei treni per Alessandrino nessuna traccia.
Sono stato sfortunato io oppure anche voi avete trovato la stessa situazione?
Mi sono perso qualche cosa ?
Confermo è da ieri sera. Ieri mattina però c’è stato un doppio guasto.
La frequenza ieri era di 12. Oggi di 11. In entrambi i casi a frequenza unica. Qualcuno ha info in più?
Anche oggi un treno ogni 12 minuti e a Gardenie prima delle 8 delle persone non sono riuscite ad entrare sul treno.
Spero che sia una situazione temporanea e non un nuovo assetto definitivo.
Io vorrei fare un discorso più ampio riallacciandomi ai recenti fatti di cronaca internazionali. A me non sembra che l’Italia abbia un problema suo specifico, è proprio l’Occidente ad avere iniziato una specie di declino che assomiglia molto, guarda la coincidenza, a quello dell’Impero Romano. Continui attacchi terroristici e crisi economica non hanno prodotto nessun cambiamento rilevante, popoli esterni al confine dell’Impero Occidentale possono iniziare ad entrarci senza che nessuno li fermi, questo è paro paro a quello che avvenne a partire dal III sec. d.C. Secondo me il problema è nel manico e non è un problema specifico italiano. Per dirla in altre parole per avere un Piano Generale di Trasporti che inizi una rivoluzione trasportistica vera occorre prima una mezza rivoluzione a livello generale che investa la struttura socio-politica internazionale in cui ci troviamo
Sostanzialmente condivisibile, con qualche eccezione.
Oggi si tratta di un’autoinvasione programmata con la Marina Militare italiana trasformata in taxi.
Nelle ultime ore sono state importate altre 4.000 risorse che vedremo presto bivaccare nelle nostre città.
Con le decine di miliardi di euro spesi per mantenere i centri di accoglienza (le cooperative ringraziano) avremmo costruito chissà quante metro oppure avremmo investito nel nostro “petrolio”. A proposito di petrolio, quello vero, chissà perché questi “migranti” non vanno in paesi ricchissimi, come l’Arabia Saudita, con stessa cultura, lingua e religione.
Comunque considerazioni assolutamente condivisible. Scusate l’OT
Onestamente, da utente e grande fan del trasporto pubblico locale, spero che S.Giovanni apra non prima della stazione Colosseo o, meglio, della stazione Ottaviano, se mai si farà… Già adesso la linea A è al collasso, non vedo come possa funzionare l’unico scambio a San Giovanni con la C. Chi ha autorizzato la costruzione di quest’opera partendo dalla tratta periferica, merita 10 anni di lavori forzati.
Ne abbiamo già discusso e sarei totalmente d’accordo con te, ma a me fu risposto, in maniera a mio avviso totalmente pretestuosa, che bisognava per forza iniziare dalla periferia perché non c’era altro sito al di fuori di Graniti dove realizzare il deposito
Non avrebbero potuto realizzare il deposito a Clodio Mazzini, iniziando i lavori da Ottaviano a San Giovanni e successivamente da San Giovanni ad Alessandrino ? da ultimo avrebbe avuto un senso adeguare a metropolitana la tratta Giardinetti Pantano Vabbè le solite cose all’ italiana . Andrebbe sottolineato anche il degrado spaventoso della Stazione San Giovanni MA da quando scendi le scale, lo stato pietoso dei muri, fino a quando arrivi in banchina, da quasi 3 anni?? sventrata e con spesso lo scroscio d’ acqua che arriva quasi fino al binario ( banchina direzione Battistini ). Ma possibile che nessuno prenda provvedimenti ?? San Giovanni MA dovrebbe chiudere e dovrebbe essere ristrutturata come anni fa fecero con Manzoni
Michele e Alessandro, sfondate un portone aperto! Io non mi convincerò mai che non esistesse alternativa al deposito d Graniti, nemmeno temporanea. Secondo me era più *facile* smantellare la ferrovia e far mangiare il Consorzio e tutti gli altri inetrlocutori (leggi Politici a amici di mafiacapitale) iniziando dalla tratta più periferica
Io l’ho sempre detto .. lo’ho chiamato “così sò boni tutti”
Io avrei fatto capolinea a Centocelle, definitivo. E riqualificazione della Roma-Pantano per il tratto non coperto.
Anche tu sfondi un portale aperto 🙂
Però, mi si rispose, c’era sempre il problema del deposito… a me sembra, ribadisco, una scusa assolutamente pretestuosa. Vorrei che mi si rispondesse come fanno nel resto del mondo dove continuano a costruire metropolitane, in aree urbanizzate in modo anche ben più intensivo di Roma (Parigi, Madrir, la stessa Milano) e dove non mi risulta che partano dallo srpofondo, eppure dovrebbero incontrare ben maggiori difficoltà a trovare siti acconci all’uopo per realizzare i depositi
Esatto ! I lavori andavano eseguiti partendo da San Giovanni (o meglio Venezia) verso l’esterno e da Ottaviano verso l’esterno. Come si fa con la B1. E come spero si faccia in futuro
E nel frattempo mentre ATAC affonda ATM compra …
http://www.ilgiorno.it/milano/atm-leonardo-treni-1.2018773
http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/09/01/news/capitale-corrotta-nazione-infetta-l-inchiesta-scandalo-di-manlio-cancogni-sull-espresso-1.227113
In relazione alle ben note vicende della linea C della metropolitana romana ripropongo il celeberrimo articolo di Manlio Cancogni dal titolo “Capitale corrotta, nazione infetta” pubblicato dal settimanale L’Espresso l’11 dicembre 1955 nel quale il giornalista denunciava l’inarrestabile dilagare della speculazione edilizia e della corruzione politico amministrativa nella capitale … argomenti che a distanza di oltre sessant’anni sono purtroppo ancora di estrema attualità tali da meritare di diritto le prime pagine dei quotidiani … una degenerazione del corpo sociale cittadino manifestatasi con maggior virulenza proprio in epoche recenti per effetto degli acclarati intrecci fra mafie capitali, politica ed esponenti dell’establishment …
Dovrebbe inoltre indurre a serie riflessioni il particolare che all’epoca quell’indagine giornalistica fu avviata a seguito di un evento di natura trasportistica, quel famoso spostamento degli impianti tranviari di Piazzale Medaglie d’Oro percorsi dalla linea 27 destinato altrimenti a passare sotto silenzio in un epoca di palese ostracismo nei confronti dei veicoli su rotaia; se non fosse che l’intera operazione era stata effettuata abusivamente dalla Società Generale Immobiliare per consentire la realizzazione di un immobile uso civile abitazione nell’area della piazza posta all’incrocio con Via Trionfale.
Quando leggo che il Comitato invoca un intervento del governo nazionale per tentare di salvare le sorti, a mio parere sempre più compromesse, della linea C, mi sorge spontaneo chiedermi chi nel nostro paese nutra ancora fiducia nell’attuale classe politica indipendentemente dal colore o dal partito di appartenenza; e lungi da me voler fare del qualunquismo da bar sport … semplicemente quei politici con la P maiuscola invocati dal Comitato, i soli potrebbero indurci a sperare in un futuro almeno dignitoso, sono tutti scomparsi per mere ragioni anagrafiche.
I loro eredi somiglianti a ossequiosi cortigiani agli ordini di frau Merkel e di quella pletora di corrotti e incapaci euroburocrati che hanno stravolto e svilito quell’idea di Europa tenacemente propugnata decenni orsono dai padri fondatori …
Riguardo il post di Ing. lo condivido quasi in toto tranne quando parla di un apparente ostruzionismo verso la metro C … ma siamo proprio sicuri che si tratti di ostruzionismo o non sia invece un sistema ben rodato, legalizzato e tutelato in sede giuridica di compartecipazione alla grande abbuffata dei finanziamenti godendone i lauti frutti a suon di milionarie varianti in corso d’opera ??? tanto loro la metro non la prenderanno mai …
È stata tangentopoli ad affondare definitivamente questo paese.basti pensare che allora si processava il CAF mentre oggi processeremmo la boschi la carfagna razzi o scilipoti. Quanto a Roma, piaccia o non piaccia, ha ragione Cantone. La corruzione c’è dappertutto, ma a Roma ha trovato terreno ancora più fertile. Se anche parte dei cittadini non si fosse dimostrata corrotta o corruttibile non saremmo mai arrivati a questo stato di degrado e di ladrocinio diffuso e stratificato. Duole dirlo, ma è così.
Mi spiace ma non mi trova d’accordo, Lei stessa si contraddice, infatti Tangentopoli scoppiò in Lombardia mica a Roma. Purtroppo la verità è che l’Italia è tutta uguale, abbiamo inculcata dentro di noi la filosofia del frega-frega e non capiamo che alla fine dei giochi ci brucia a tutti. Questa è la verità. A Roma c’è una convergenza solamente perché centro nevralgico e governativo Nazionale e, non dimentichiamolo assolutamente, Vaticano.
Al sud si fanno i furtarelli, le mafiette, le mazzette etc. mentre al Nord la corruzione ed il malaffare affondano mani ed unghie nella grande economia nazionale ed internazionale, tanto è vero che ormai si dice ci sia più mafia in Lombardia che in Sicilia. Certo noi Romani siamo bravi a metterci del nostro nel degrado, ma quello è il minimo, basterebbe che ogni padre il cui figlio ha imbrattato i treni (od i muri) con lo spray pagasse i danni prima e spezzasse la schiena del figlio dopo, entro breve non ci sarebbero più tag a Roma.
Definire “Tangentopoli” un “affaire” milanese mi sembra riduttivo. Intendevo dire che a Tangentopoli non c’è stato un seguito, e l’unica vera conseguenza è che Tangentopoli ha comportato lo spostamento del potere dal “front office” al “back…back office”. Mi ripeto, anni fa si processavano i Craxi, gli Andreotti, i Forlani. Oggi chi processeremmo? I Razzi, i Scilipoti, i Renzi, la Carfagna, la Boschi e compagnia varia?
Aggiungo che conseguenze nefaste di Tangentopoli, sono state le (false) privatizzazioni ad oggi avvenute che di fatto hanno aumentato a dismisure le spirali corruttive. Di fatto un modo per eludere controlli e spesso per impedire, con il giochetto delle società scatola, le accuse più gravi in materia.
E’ vero quello che sostiene, la storia ha dimostrato che il problema è il potere “vedere, ad esempio, i tanti scandali in lombardia o altre regioni del nord”.
Però è innegabile, come lei stesso sostiene, che la mancanza di senso civico di oggi qui a Roma è preoccupante, così come il grado di corruzione che invade tutto e tutti. Sembra davvero un virus. Da qui appunto la mia indiretta citazione sugli anticorpi.
Tornando in argomento, mi ripeto anche qui, “San Giovanni” è emblematico di tutto ciò.
Resta il fatto che si sta cercando in tutti i modi di far aprire S.Giovanni il più tardi possibile. Secondo me perchè sanno che la A scoppierà. Si doveva infatti costruire prima la parte centrale.
Secondo me S.Giovanni aprirà insieme a Colosseo nel 2022.
Questo perchè sono degli inetti e cialtroni, degni rappresentanti di un paese di m…..
Per evitare di cadere in chiacchiere da bar e in benaltrismo sarebbe il caso che ” la possibilità scellerata della soprintendenza di mettere bocca in qualsiasi momento e in qualunque modalità sulle opere in corso, richiede la necessità di un ulteriore variante dal costo stimato di 2-3 milioni di Euro con tutti gli iter progettuali ed autorizzativi che ne derivano.” venisse chiarita.
E cioè quali sono le norme che regolano la cosa, eventualmente quali norme non sono state rispettate dal costruttore, chi e perché ha fatto la richiesta di musealizzazione ora e non prima.
E ancora, chi dovrebbe controllare se le cose sono fatte bene, se l’architettura delle stazioni è adeguata a una capitale del 2016 e non sia sciatta o peggio.
Quando hanno progettato la stazione non lo sapevano forse che la sotto ci poteva essere di tutto? Se scavi uno scatolone di migliaia di metri quadri nel centro di Roma non lo sai che avrai matematicamente ritardi e che quello che trovi può e deve essere valorizzato?
E infine noto purtroppo anche qui una tendenza molto italica quando ci sono problemi nelle cose a cui si tiene (in questo caso le metropolitane), e cioè il desiderio dell’uomo forte che decide tutto lui. L’ultima cosa di cui ha bisogno il paese è che il destino del suo petrolio (le risorse archeologiche) venga deciso dal premier di turno passando sopra tutto e tutti. Neanche Erdogan in Turchia ha potuto farlo, quando durante gli scavi della metro trovarono il porto di Teodosio con 34 navi romane con conseguente ritardo di anni. Fosse stato per lui avrebbe spazzato via tutto. Purtroppo un atteggiamento simile lo percepisco anche in qualche intervento qui sul blog.
Quello che si dice essere il “nostro petrolio”, ossia le risorse archeologiche (e a questo punto aggiungerei anche quelle paesaggistiche, culturali, enogastronomiche, ecc.), sarebbe tale se contemporaneamente il Paese, e in primis la sua Capitale, fosse sviluppato, ben tenuto e adeguatamente infrastrutturato come in qualsiasi nazione progredita. Solo così saremmo in grado di attirare il grande turismo internazionale, sia quello d’elite che quello di massa, con ovvie ricadute economiche a nostro favore e, quindi, facendo fruttare davvero il “nostro petrolio”.
Viceversa, dando soddisfazione a tutte le istanze volte a tutelare qualsiasi pretesto, ci troviamo con un paese bloccato, che resta indietro, che si fa superare (anche dal punto di vista del turismo) da nazioni (come Francia, Spagna, USA e fra un po’ anche la Turchia) dotate di beni culturali nettamente inferiori ai nostri, ma con infrastrutture di gran lunga migliori.
Tanto per fare un esempio, il Museo del Louvre e il British Museum hanno più visitatori dei nostri Musei Vaticani o degli Uffizi soltanto perché sono ubicati a Parigi e a Londra, capitali con decine di linee di metropolitana, con aeroporti intercontinentali connessi a tutto il mondo, con infrastrutture di ogni tipo e di avanguardia, che funzionano davvero. Se il Louvre e il British Museum (con le medesime opere d’arte) si trovassero nel Burundi avrebbero gli stessi visitatori ? E se si trovassero in Italia, con le città intasate, con poche e malandate linee di metropolitana (imbrattate dai grafittari), con gli aeroporti che funzionano così e così (per non dire male), con le ferrovie arretrate, ecc. ecc. quante presenze raggiungerebbero ?
Perché chi ha a cuore i tesori archeologici e monumentali del nostro Paese non si preoccupa veramente di come essi sono tenuti (da Pompei alla Reggia di Caserta, dal Foro Romano ai vari Centri Storici), perché non si scandalizza quando i grafittari insudiciano le città d’arte, mentre si straccia le vesti quando si trova qualcosa sotto terra (anche di scarsa rilevanza) fino al punto di ostacolare la costruzione di infrastrutture fondamentali ?
Vorrei far notare che le risorse destinate ai beni culturali in Italia sono una frazione di quelle che paesi con molti meno beni di noi hanno a disposizione. Si parla sempre di sovrintendenza che non fa questo e non fa quello però mette i bastoni tra le ruote. A parte il fatto che se mette i bastoni tra le ruote è perché le leggi lo consentono, e quasi sempre quando leggo queste parole non ho mai la spiegazione del perché viene bloccato un cantiere o messi dei paletti all’arredo urbano ecc., ma sempre lamentele da bar sport contro i cattivi che impediscono lo sviluppo del paese, è evidente che se i fondi sono limitati l’enorme patrimonio che abbiamo degrada.
Roma è una città unica al mondo per densità di reperti archeologici e andrebbe trattata in modo unico. Fosse in Francia o in Inghilterra stai sicuro che ci spenderebbero cifre enormi per valorizzarla. Mi viene in mente il bimillenario augusteo che è passato sostanzialmente inosservato quando in altri paesi sarebbe stato un evento epocale, mentre il suo mausoleo abbandonato da decenni perché non ci sono fondi per i restaturi finiva pure allagato.
Parli dei principali musei inglese e francese. Beh, intanto sono musei che racchiudono la stragrande maggioranza dei beni culturali di quei paesi, così come Londra e Parigi sono città che hanno tutto rispetto al resto del paese, mentre da noi ci sono tante città importanti e tanti musei importanti, anche per questo sono più visitati dei musei Vaticani. Ma il contorno che attira i turisti non è dato solo dalle metropolitane ma anche dal fatto che in quelle città non ci sono scene da terzo mondo come nel centro di Roma, immondizia ovunque, ladri ovunque, bancarelle ovunque, truffe ovunque ecc. ecc.
Parlare di decine di linee di metro nel centro di Roma significa ignorare tutto questo, specialmente se si continua a perseverare nel costruire stazioni che spazzano via decine di migliaia di metri cubi di terreno pieno di ogni cosa (e la scarsa rilevanza o meno non è certo determinabile da noi. Diresti tu a un medico quale sintomo di una malattia è poco importante?) con inevitabili ritardi e spese, che però quando si verificano fanno sempre gridare allo scandalo come se non fossero prevedibili.
Non escludo che anche nelle sovrintendenze ci siano incompentenza o malaffare ma quando si accusa qualcuno invece di finire a immaginare complotti dovrebbero essere detti nomi e raccontati fatti.
Caro Ing(egnere suppongo) Lei ha detto una grossa, grossissima, verità, ovvero il fatto che se la Politica Italiana capisse una volta per tutte che rendere (di nuovo) appetibile il nostro amato Paese non farebbe altro che far decollare l’economia, si risolverebbero in relativamente poco tempo parecchi problemi nostrani, è vero che quando ci dicono che “non ci sono soldi” è una grossa falsità ma è altrettanto vero che da almeno 2 decenni si sta facendo di tutto per mandare capitali (leciti ed illeciti) fuori dal Paese senza farne giungere pressoché nessuno. Viviamo nel luogo più storico/archeologico del mondo? Può darsi, allora che si fa? Se lo chiediamo ad un bambino conosce la risposta, evidentemente i nostri amministratori in generale invece no. Come in TUTTE LE COSE “la verità sta nel mezzo” ovvero non si può ne abbandonare i reperti archeologici di cui il sottosuolo Romano pullula, ne abbandonare la crescita, necessaria, della Città. Le soprintendenze a volte sbagliano ed a volte sono necessarie (ma questo discorso è valido per tutti, Municipi, Urbanisti, Architetti ed anche Ingegneri), il punto è che vista la mole di materiale presente in loco, bisognerebbe alzare un po’ l’asticella delle priorità e lasciar perdere “un qualsiasi coccetto” per dare risalto solo a strutture grandi, complete ed effettivamente importanti in termini storici. Troppo spesso si bloccano opere più o meno grandi, più o meno importanti, per reperti che magari a parte l’età non hanno valore alcuno e questo non fa altro che rallentare lo sviluppo della Città. Tutto questo ovviamente solo per parlare dei lavori in argomento perché il discorso è validissimo anche per tutto il resto. Se con una bacchetta magica potessimo far sparire tutto il degrado che c’è purtroppo ultimamente a Roma, bancarelle, nomadi, sporcizia, delinquenti vari etc. etc. e la città ritornasse a risplendere pioverebbero soldi da ogni dove, con il turismo ma anche con le multinazionali. Da non sottovalutare anche la proprietà di grossi marchi Italiani finiti in mani estere e che quindi mandano fuori i propri fondi (per non parlare della Fiat ovviamente). Mi rendo conto che di pari passo dovrebbe cambiare anche la mentalità dei Romani perché il degrado lo si fa anche buttando la cicca per terra invece che in un posacenere. Insomma di cose da dire ce ne sarebbero tante ma se tutti quanti comprendessimo, ognuno nel suo piccolo ed al proprio posto, che tenere in ordine la nostra Città significherebbe vantaggi enormi per tutti ci sarebbe solo che da guadagnarci ed a quel punto ci sarebbe spazio per opere, lavori, manutenzioni, pulizie ed a ruota ogni tassello di tutto questo ne porterebbe altri. Esistono molti modi per farlo. Chi comincia?
Per carità, condivido in gran parte quanto afferma Massimo e, seppur meno, anche alcune affermazioni di Emanuele. Forse sarò stato un po’ troppo “tranchant”, tuttavia le questioni di base permangono.
Roma è sicuramente una città storica, una città d’arte, probabilmente la più importante del mondo sotto questo aspetto. Tuttavia è anche, e deve essere, una grande Capitale. Non per niente viene chiamata la “Città Eterna”, il che significa l’onore ma anche l’onere di coniugare l’immenso fascino del passato con tutte le attrattive e le infrastrutture di una città moderna. Città eterna significa che deve essere sempre attuale e all’avanguardia, cioè una “smart city” o “Alpha city” come dicono gli anglosassoni. Altrimenti sarebbe solo una grande città del Passato, da visitare come qualsiasi sito archeologico, come l’Antica Babilonia (città addirittura morta) od altre metropoli storiche che attualmente sono retrocesse al rango di città (o cittadine) qualunque, secondarie, con pochi abitanti e con un’economia limitata. Vogliamo questo ?
A mio avviso, la scelta migliore per coniugare le due realtà (città Museo e grande Capitale) sarebbe stata quella di trasferire tutte le funzioni produttive e direttive (ivi compresi i ministeri) al di fuori del centro storico, destinando quest’ultimo esclusivamente alla sua vocazione turistico – culturale. La mancata realizzazione dello SDO (parlo di quello originariamente concepito più di 50 anni orsono) e dell’Asse Attrezzato, a tale proposito è stata una grande occasione mancata.
Naturalmente ciò non è più possibile ai nostri giorni, e l’attuale PRG concepisce una città policentrica, con alcune centralità di eccellenza dislocate a macchia di leopardo nell’immensa periferia romana, che devono interagire tra loro e con un centro storico dove tuttora risiedono (e continueranno a risiedere) innumerevoli direzionalità. Purtroppo i Grandi Papaveri non vogliono allontanarsi dal centro storico (al massimo qualcuno si è trasferito all’EUR), ed il fallimento di qualche blando tentativo di loro delocalizzazione è emblematico: basti pensare al mancato decollo di Pietralata, che fra l’altro sarebbe una delle poche centralità ben infrastrutturate (e a tale proposito plaudo alla scelta di BNL di trasferire colà la nuova bellissima Sede, augurandomi che ciò rappresenti l’apripista per altre scelte analoghe).
In una metropoli così combinata, con un centro storico dove tuttora lavorano molte centinaia di migliaia di persone (e spesso di rango elevato) e che deve interagire con varie centralità dislocate un po’ dappertutto in un’area metropolitana immensa (tra le più grandi d’Europa) diventa FONDAMENTALE DISPORRE DI UN POTENTE SISTEMA DI TPL, in grado di muovere rapidamente e in tutta sicurezza, ogni giorno, oltre un milione di lavoratori, a cui aggiungansi le molte migliaia di turisti e visitatori vari.
Riassumendo, a mio avviso la prima emergenza di questa città è la rapida (?!?) implementazione dei trasporti pubblici, dalle FL (che dovrebbero essere potenziate con nuovi treni, migliori e più diffusi nodi di scambio e la chiusura dell’Anello ferroviario) alle Linee Metropolitane (terminare la C fino almeno a Farnesina, costruire la D, portare a standard di metro la RomaLido e la RomaNord, con tutti i relativi nodi di scambio) fino naturalmente ai tram e ai vari corridoi di mobilità (od anche metro leggere) per capillarizzare il servizio.
A questo “must” si deve subordinare tutto il resto, compreso qualche piccolo (o grande) sacrificio dal punto di vista paesaggistico o archeologico. Naturalmente non dico di radere al suolo la Città storica (ci mancherebbe), ma accettare qualche crepa in più (che poi si ripara…) in qualche vecchio palazzo, ovvero la perdita di qualche reperto (che comunque giace da duemila anni nel sottosuolo e che finora nessuno si è mai dato la briga di fare emergere dall’oblio).
Concludo facendo una semplice analisi economica, anche se in tempo di vacche magre e di spending review essa può sembrare fuori luogo. L’area romana contribuisce (approssimando per difetto) al 10 % del PIL nazionale, ovvero per circa 150 Miliardi di Euro annui. Se la città fosse dotata di un valido TPL, il suo PIL si incrementerebbe COME MINIMO di un buon 5 % cioè almeno 7 – 8 Miliardi in più all’anno (e anche qui sto approssimando per difetto). Possibile che non si riescano a stanziare almeno 2 o 3 Milardi all’anno per investire nelle opere indispensabili a conseguire tale risultato ?
Ecco perché ci vuole lo Stato: il Comune, o Roma Capitale che dir si voglia, coi debiti e i conti che si ritrova, per non parlare della sua classe politica, può fare poco….
Ha ragione il Comitato, ci vuole lo Stato e la Grande Politica per smuovere una situazione incancrenita, e naturalmente senza evocare alcun Uomo forte né rimpiangere il Capoccione, il quale fece comunque per questa Città (in poco più di un decennio e con le tecnologie di allora) molto di più di quanto si è fatto in questi ultimi cinquant’anni di immobilismo….
Le voglio fare solo una domanda, se è vero che “L’area romana contribuisce (approssimando per difetto) al 10 % del PIL nazionale, ovvero per circa 150 Miliardi di Euro annui” cosa che alla Lega Lombarda non è mai andata giù infatti per vent’anni non hanno fatto altro che “Togliere soldi a Roma” (Salvini docet) e se è altrettanto vero (lo è eccome) che “Se la città fosse dotata di un valido TPL (ma non solo, ndr), il suo PIL si incrementerebbe COME MINIMO di un buon 5 % cioè almeno 7 – 8 Miliardi in più all’anno”, come si può anche solo pensare che, alla luce di quanto detto sulla presenza della Lega Nord al Governo, nonché alla luce di quanto avvenuto nel caso del defenestramento del Sindaco Marino da parte dello stesso Capo di Governo in carica, lo Stato possa, o debba (dovrebbe eccome) preoccuparsi delle sorti di quella che comunque è ancora la sua Capitale?
PS: per come la vedo io l’unica speranza in tal senso è il Federalismo tanto blaterato da Bossi che forse è stata l’unica cosa giusta che abbia mai detto, anche se inconsapevolmente! Che i soldi che Roma produce rimangano a Roma, poi si che si potrà far rinascere la città.
Massimo, ma sei proprio fissato con questo complesso d’inferiorità nei confronti di Milano e con questa ossessione per la Lega (che non è più nemmeno federalista) e per Bossi (che è oramai poco più che un pensionato di lusso) 😉
Senti Alex il complesso di inferiorità semmai ce lo avrai tu visti i tuoi ridondanti commenti. Però alla mia domanda chissà perché non trovo mai risposta. Mi viene da pensare mooolto male
Condivido in gran parte l’analisi fatta dal Comitato, e in particolare l’appello allo Stato e alla Politica (rispettivamente con la S e con la P maiuscola) affinché di prendano direttamente cura di questa importantissima infrastruttura.
A vedere le fotografie, d’altra parte, sembra evidente che la stazione non sia ancora pronta, e la certificazione di un SAL al 97 % mi convince poco, così come la tempistica di 3-4 mesi per il completamento (sarei più orientato a stimare un SAL al 90 % e a 9-10 mesi di lavoro assiduo per il completamento).
Per quanto riguarda le altre cruciali questioni (Vigili del Fuoco, Soprintendenza, ecc.) purtroppo si deve constatare che a Roma (unico caso al mondo) sono presenti vari e spesso influenti centri di potere che avversano la costruzione delle metropolitane e, più in generale, di tutte le fondamentali infrastrutture, quasi ci fosse la volontà di non farla diventare una moderna capitale.
Chi “rema contro” ? A parte i soliti noti (ninby, Giannone, Tamborrino, grillini, ecc) che credo contino poco, probabilmente ci sono dietro ben altri, e con importanti interessi che non riesco nemmeno a comprendere e ad individuare. Ma ci sono sicuramente. E molto al di là delle probabili ruberie del Consorzio.
La stazione di San Giovanni è un caso emblematico di “sabotaggio all’italiana”, ovvero del più sistematico ostruzionismo verso quest’opera senza (e qui viene il bello, anzi il brutto) commettere atti illegali (come è invece avvenuto per esempio in Val di Susa), ma nel più rigoroso rispetto delle norme di legge e, anzi, creando leggi “ad hoc” (come forse anche il D.P.R. 151/2011) per intralciare l’opera.
La Soprintendenza ha preteso, per qualche reperto trovato nel sottosuolo, nientemeno di modificare integralmente il progetto e l’altimetria del percorso, obbligando al sottoattraversamento della linea A anziché “passarci sopra”, come era già previsto in sede progettuale e già predisposto fino dal tempo della costruzione della linea A. Le conseguenze sono state: almeno 2 – 3 anni di ritardo nei lavori e almeno 500 milioni Euro di costi in più, perché non si è trattato solo di rifare integralmente la stazione di San Giovanni e di costruire le gallerie della linea C (in manuale, con enormi problemi tecnici) al di sotto della A, ma anche di realizzare altre indispensabili ed ingenti opere complementari, dall’estrazione delle TBM a monte della stazione alla realizzazione del Pozzo di Via Sannio a valle di essa, appunto per far ricalare le TBM e proseguire verso Colosseo,
E proprio a proposito del Pozzo di via Sannio, si rimarcano tutti gli ostruzionismi e le lotte dei vari comitati, per salvare quattro alberi in corrispondenza del cantiere del Pozzo, che peraltro saranno successivamente ripiantumati . Per carità, tutti abbiamo a cuore il verde e il benessere degli alberi, però è singolare che ci sia stata tutta questa levata di scudi per i Giardini di via Sannio da parte dei vari ambientalisti, i quali invece nulla fanno né protestano per il notevole degrado (anche naturalistico) in cui versano ben più importanti Parchi romani, a cominciare da Villa Ada. E anche adesso, che sono finalmente ripresi i lavori, lo scavo in ribasso del Pozzo procede a rilento perché eseguito con modalità “archeologiche”, lo stesso dicasi per la stazione Ipponio. Perché si hanno più a cuore i reperti trovati in questi scavi, rispetto alle rovine del Foro Romano (quotidianamente razziato dai vari turisti senza che nessuno muova un dito) o ai tesori di Pompei ?
Faccio notare quanto tutti i vincoli archeologici, architettonici e paesaggistici diventino, guarda caso, maggiormente stringenti proprio in corrispondenza dei punti nevralgici dell’opera, cioè dove si devono realizzare gli interventi di snodo fondamentali per completare questa benedetta linea C ed integrarla nella rete del TPL romano. Nei punti meno cruciali per il completamento dell’opera, invece, nessun ambientalista o pseudoarcheologo si straccia le vesti. Perché ?
Credo che chiunque abbia un minimo di conoscenze tecniche ed abbia seguito il travagliato iter di questa grande infrastruttura potrà benissimo rendersene conto.
Ritornando a quanto detto all’inizio, ritengo che l’ostruzionismo verso quest’opera non provenga solo dai soliti nimby o fondamentalisti dell’ambiente e dell’archeologia, ma ci sia dietro ben altro. Un famosissimo, ed anche abbastanza controverso, Politico italiano (e romano) della Prima repubblica (scomparso in tarda età qualche anno fa) affermava che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca !
Potrebbe fornirmi la fonte riguardo all’iniziale idea progettuale di non scavare al di sotto della linea A, ma al di sopra di questa? Mille grazie
La tratta T4 della linea C era stata concepita ad una quota altimetrica ben più elevata (cioè più prossima alla superficie) per “passare” al di sopra della Linea A. Tra l’altro, la stazione di San Giovanni era già stata predisposta in tal senso già ai tempi in cui fu costruita la stessa Linea A.
Viceversa, durante i lavori preparatori alla realizzazione della tratta T4 furono trovati dei reperti archeologici (sembra anche di una certa importanza) e la Soprintendenza IMPOSE l’onerosissima variante di far passare la linea C al di sotto della A.
Può sembrare una cosa normale, ma in realtà questo cambio ha radicalmente inciso sul decorso dell’opera, sia in termini economici che temporali. Praticamente, è come se si fossero costruite due distinte linee , una prima di San Giovanni (già compiuta e operativa) e l’altra dopo San Giovanni (ancora in fase iniziale), da mettere in collegamento l’una con l’altra (e con la preesistente Linea A) con un procedimento tecnicamente molto complesso ed oneroso, che ha generato un cantiere infinito.
A tale proposito, anche la Corte dei Conti ha evidenziato e stigmatizzato la gravità di questa scelta.
Resta il dubbio se tale decisione sia stata condivisa anche dal Consorzio, per approfittarne economicamente (e non voglio aggiungere altro…..) o sia una semplice impuntatura della Soprintendenza, ovvero se ci sia dietro un disegno occulto di forze ed interessi superiori (quali, non so) per boicottare quest’opera che viceversa è di essenziale importanza per il progresso della Capitale e per la qualità della vita dei suoi cittadini e dei milioni di turisti che la visitano. Ritengo l’ultima ipotesi come la più veritiera.
Cioè siccome è stata fatta una scelta progettuale sbagliata visto il luogo la colpa è della sovrintendenza che ha fatto scavare più in basso la galleria.
Ing. condividiamo l’analisi ma manca il fulcro della questione. Non si può ancora pensare che la colpa sia della Soprintendenza punto e basta, come l’origine di tutti i mali. Addossare precipuamente la colpa di tutto all’archeologia è “il connotato emozionale dell’incapacità di creare i necessari meccanismi decisionali (…) non esiste una questione archeologica. Esiste una questione progettuale”.
Sono le parole del commissario straordinario Roberto Cecchi nel 2010 e sono quanto mai vere.
Proprio la mancanza di un meccanismo decisionale, la latitanza di una pura volontà politica, il totale disinteresse alla condivisone vera del processo progettuale e autorizzativo poi genera quelle che tutti percepiamo come IMPOSIZIONE di questo come di quell’altro organo/istituzione.
Il discorso è semplice e l’esempio tangibile ce l’abbiamo proprio a Roma relativamente alla Linea C fino al 2000. Fino a quel momento c’era un vero e proprio tavolo di condivisione in cui le “capocce” dei vari dipartimenti e istituzioni si confrontavano e discutevano. L’obiettivo comune era FARE la Linea C e tutte le pretese individuali venivano prese in considerazione ma indirizzate compiutamente verso un obbiettivo comune e finale che era appunto realizzare la terza linea della capitale. Dopo questi tavoli partivano gli iter progettuali e autorizzativi con la consapevolezza della condivisione e benestare di tutti. A partire dal 2000 questo modo di fare è completamente saltato e la storia recente la conosciamo tutti, a partire dall’appalto a Contraente Generale di un progetto PRELIMINARE, che oggi possiamo definire tranquillamente criminale. La mancanza di un governo dell’opera e la serie interminabile di errori che si sono succeduti hanno portato tutti gli attori in gioco a chiudersi in se stessi e difendere con i denti i propri specifici interessi tecnici. Ovviamente questo atteggiamento è la via più facile e oltretutto “tutelata” legislativamente ma è purtroppo l’unica via possibile in assenza di un interlocutore forte che detta la linea.
Questo buco si è tentato maldestramente di colmarlo con il ricorso opinabile all’istituto straordinario del commissariamento (2008 – 2010). Purtroppo però era ormai troppo tardi perché i progetti erano approvati, l’appalto era fatto e molte delle opere già in corso. In quell’occasione si ricreò “il tavolo” ma all’ombra di una delega politica volta a chiudere il prima possibile con la Linea C a costo di saltare a piedi pari il centro storico. E questo è quello che ne è scaturito a dimostrare che la filosofia del tavolo effettivamente ha funzionato anche questa volta ma su presupposti purtroppo scellerati e del tutto opposti a quelli iniziali.
Vero, l’obiettivo comune deve tornare ad essere quello di FARE. Analizzare tutte le opzioni possibili purchè orientate al FARE. Mi sembra semplicemente pazzesco non collegare le due stazioni metro A e C a San Giovanni. E mi sembra pazzesco impiegare il tempo fino a tutto il 2017 ! Ma scherziamo ? Si lavori giorno e notte, come in tutte le parti del mondo per i progetti strategici. Se i singoli dipartimenti mettono i bastoni tra le ruote – come si sostiene – allora si denunci il responsabile del procedimento per danno erariale e/o responsabilità amministrativa o anche danno all’immagine dell’ente, procedendo eventualmente in sede civile.
PS : se mancano 2 o 3 milioni li si ricavi dalla totale morosità degli inquilini delle case comunali in centro o dai fiumi di soldi buttati in spese clientelari. I soldi non mancano, vengono dilapidati. E’ cosa diversa.
Ing. Buongiorno ! Nel ringraziarla , insieme a tutti gli altri, per avermi ” rinfrescato la memoria a proposito delle ormai tristemente Note vicende riguardanti il lungo e travagliato Iter di realizzazione della Terza Linea della Sotterranea Romana e nel rendermi perfettamente conto che criticare l’ operato scellerato, non solamente in questa vicenda ma in generale , degli altri è facilissimo mentre è ardua impresa fornire valide e sagge soluzioni ai problemi che di volta in volta si presentano vorrei chieder le/ vi ” per quale motivo qua a Roma, talvolta anche in altre parti dello Stivale ” ci dobbiamo sempre ?, ” sempre ” magari sempre no, diciamo spesso far riconoscere ?? So benissimo che tutti possono sbagliare ( errare humanum est, perseverare autem diabolicum ” ) anche all’ estero ,come nel caso, per fare 1 esempio a Berlino della costruzione del nuovo Aeroporto Berlin Brandenburg International i cui lavori iniziati nel 2007 sarebbero dovuti terminare nel 2013. I lavori sono stati fatti male, errori di progettazione ,rimandata almeno 3 volte la data di inaugurazione, rifatto impianto antincendio, ecc, nel settembre 2015 il terminal principale è stato evacuato e i lavori interrotti dopo la constatazione del concreto rischio di crollo del tetto, caricato dal peso eccessivo dei ventilatori, pesanti il doppio di quelli previsti dal progetto iniziale, mentre il costo preventivato era inizialmente di €2.2 miliardi di euro, il costo finale potrebbe raggiungere gli 8 miliardi di euro. Questa vicenda , da loro diventata 1 ” scandalo nazionale ” è un caso eclatante ed isolato , non come la vicenda Metro C da noi o la tanto, da anni sospirata fine dei lavori sulla Salerno- Reggio Calabria. Perché non riusciamo ad essere più seri ?? mi ricordo, circa 20 anni fa di aver sentito mio zio dire ” da non esperto in materia”, ma avendolo semplicemente sentito dire da ” Addetti ai Lavori, come si suol dire, che a Roma, dalla superficie fino ad una profondità nel sottosuolo di circa 20-25 metri ” è, se non tutto un reperto archeologico, quasi ! dai 25 metri di profondità in poi no, infatti, così mi diceva ” il problema a Roma non è costruire i Tunnel , realizzare le gallerie della metropolitana, ma bensì costruire le stazioni che dalla superficie ti devono condurre in banchina. Ricordo benissimo che, dal 2002 in poi, per un certo arco di tempo, vennero svolte attività varie di carattere preventivo i carotaggi, i sondaggi geognostici a Piazza Venezia, Largo di Torre Argentina, e non solo là, proprio perché ci si vantava di sapere che ” l’ opera da realizzare era lunga, dura e problematica , trovandosi qua a Roma, e si voleva avere una prima idea del tipo di sub strato archeologico col quale ci si sarebbe dovuti interfacciare, avere a che fare , in fase di esecuzione lavori, proprio perché veniva a gran voce ripetuto che ” questa volta l’ archeologia non sarebbe dovuta essere un ostacolo, un impedimento alla realizzazione dell’ opera . Alla luce di tutte queste considerazioni ” come mai a nessuno venne in mente fin dall’ inizio, quindi in fase ancora progettuale di ” prevedere, per la tratta T4 da Malatesta a San Giovanni e per la T3 da San Giovanni a Colosseo e Venezia subito un sotto attraversamento della Linea A, ci saremmo risparmiati tutte le conseguenze che poi ci sono state dopo, con la Variante in corso d’ opera imposta dalla Sovrintendenza .
Grazie mille. Ma mi servirebbe proprio leggere quanto esposto da lei in maniera così accurata riguardo al progetto preliminare della quota altimetrica della tratta T4. Se potesse indicarmi dove procurarmi quei dati le sarei veramente molto grato.
Cordialmente.
Probabilmente la scelta, nel progetto preliminare della T4, di passare sopra la linea A fu condizionata dal fatto che la già esistente stazione di San Giovanni era stata configurata in tal senso. Quest’ultima, a sua volta, fu progettata e costruita ai tempi della Linea A (cioè quasi quarant’anni orsono), quando le tecnologie dell’epoca (ed anche la minor sensibilità archeologica) non facevano pensare di realizzare un percorso così “sotteraneo”.
La relazione della Corte dei Conti ha fatto al proposito una accurata e rigorosa disamina, forse fin troppo severa nei confronti del Consorzio e di come si sono gestite le varie fasi dell’appalto integrato, ma probabilmente abbastanza corretta
Oserei dire che “San Giovanni” (stazione metro) sia diventato l’emblema del fallimento del paese e non solo della formula del contraente generale!
Tutto bloccato, tutto in stallo, tutto burocratizzato, mancanza di “leadership”, scaricabarile e tanto, tanto altro.
Siamo alla follia, una stazione praticamente pronta, ma bisogna aspettare, se va bene altri due anni. In altri paesi (ed anche altre città italiane) in due anni si costruiscono intere linee di TPL.
#liberiamosangiovanni.