Linea C. San Giovanni pronta ma ostaggio di Soprintendenza e Vigili del Fuoco

La Linea C quando arriverà a San Giovanni? Oggi, ancora una volta, non c’è riposta a questa domanda. L’ultima stima risaliva a qualche mese fa, prima del blocco cantieri. E fissava la consegna a ottobre di quest’anno, con apertura plausibile entro la fine del 2016.
Questa la situazione aggiornata a Marzo 2016 dal sito Roma Metropolitane

La struttura è veramente a pochi passi dal traguardo perché sono ormai realizzate tutte le opere e installati la maggioranza degli impianti e delle finiture interne. Mancano i rivestimenti delle pareti, i controsoffitti e in ultimo le sistemazioni superficiali dell’area. Ma il programma dei lavori residui oggi è tutt’altro che definito.

“La stazione è realizzata per oltre il 97% del suo importo contrattuale – riferisce il Consorzio in una intervista ad ‘Edilizia e Territorio’ la scorsa settimana – il completamento potrebbe essere realizzato in tre-quattro mesi, invece, tra passaggi al Cipe e via libera a progetti e finanziamenti si rischia di dover attendere almeno la fine del 2017”.

La gran parte delle lavorazioni risulta sospesa per motivi connessi da un lato alle modifiche progettuali legate al recepimento delle prescrizioni della Soprintendenza riguardo l’allestimento artistico delle superfici e la parziale “musealizzazione” dei reperti rinvenuti; dall’altro all’adeguamento richiesto dai Vigili del Fuoco per il collegamento tra la stazione della Linea A e quella della Linea C, a cui si lega anche la definizione delle sistemazioni esterne. 

Nel primo caso la possibilità scellerata della soprintendenza di mettere bocca in qualsiasi momento e in qualunque modalità sulle opere in corso, richiede la necessità di un ulteriore variante dal costo stimato di 2-3 milioni di euro (con tutti gli iter progettuali ed autorizzativi che ne derivano).
Nel secondo caso l’altrettanto folle ideazione di mettere fuori norma tutte le metropolitane in esercizio, sia in realizzazione sia progettate (D.P.R. 151/2011) ha creato un corto circuito normativo imbarazzante. Di fatto i Vigili del Fuoco non sono disponibili, con decisione del tutto opinabile e unilaterale, a permettere il collegamento delle due stazioni in pendenza dell’approvazione di un progetto preliminare di messa a norma complessiva delle Linee metropolitane esistenti. Tale progetto è gestito da ATAC con tempistiche e iter approvativi totalmente indipendenti dalle esigenze della Linea C. Le ripercussioni temporali sono, per l’appunto, difficilmente definibili.

L’epopea della stazione San Giovanni è l’emblema del fallimento della formula contrattuale del Contraente Generale; un cantiere in balia degli eventi su cui si sono abbattute negli anni tutte le problematiche possibili, vittima di una burocrazia grassa e farraginosa, di un iter progettuale disattento e di una collaborazione istituzionale latitante.
In questo ammirabile cornice la colpa più grave è la mancanza totale di un indirizzo politico forte che guidi tutti i processi decisionali. Prevale così l’autarchia dei singoli dipartimenti/istituzioni che in mancanza di “governo” dell’opera si chiudono a riccio e pontificano esclusivamente in linea con i propri interessi.

Se la politica, anche e soprattutto statale, non riprende le redini dell’infrastruttura di mobilità urbana più importante d’Italia, la Linea C non può avere futuro e mancherà sempre anche la possibilità di risolvere in modo veloce e intelligente qualunque inconveniente burocratico e legislativo.