Linea C: Roma sulle orme di Napoli. Arriva la prima stazione dell’arte.

“Non sarà un luogo asettico, ma culturalmente stimolante per gli utenti” Questo il principio ispiratore del progetto preliminare qualitativo della stazione San Giovanni della Linea C, curato dai professori Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci dell’università ‘La Sapienza’, e presentato venerdì scorso a un tavolo congiunto tra Roma Metropolitane, Metro C, Dipartimento Mobilità e la Soprintendenza speciale capitolina.

Si è aperta la strada per una stazione museo? Non proprio.. la via che si seguirà somiglia molto più a quella delle stazioni dell’arte della Linea 1 napoletana. Infatti come aveva già spiegato alcuni mesi fa Rossella Rea, curatrice degli scavi, il progetto dovrà tenere conto delle esigenze tecniche della stazione e delle poche opportunità espositive che si possono ricavare dagli spazi adibiti al transito dei passeggeri:

“Per cui si è pensato di giocare molto sulle luci e sui colori alle pareti in modo che il passeggero, sia che salga, sia che scenda, può compiere un viaggio attraverso il tempo, segnando con un colore diverso ogni epoca storica che si sta attraversando. All’interno di queste fasi colorate, inseriremo dei reperti relativi a quella fase che dovranno essere inseriti nelle pareti in modo da non ostacolare il transito”

Lo ricordiamo, all’interno della stazione San Giovanni, gli scavi archeologici si sono spinti fino a 20 metri di profondità permettendo di esplorare luoghi ed epoche storiche che mai sarebbero stati indagati senza l’opportunità della metro C. La scoperta più importante e nota è sicuramente l’ultima: la più grande azienda agricola di età imperiale a ridosso delle mura cittadine con un bacino idrico dalle dimensioni gigantesche. I reperti si estendono per tutta la superficie della stazione ed evidentemente vanno ben oltre il suo perimetro:

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Ricostruzione della Soprintendenza per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma

E’ chiaro come sia da un lato impossibile riposizionare la totalità dei reperti e dall’altro quanto sia sterile la mera musealizzazione di bellurie archeologiche scelte nella gigantesca mole di ritrovamenti. E’ quindi sicuramente valido e condivisibile un progetto dalla forte impronta estetico-artistica che a partire da quei pochi elementi strutturali posizionabili, con il forte ausilio di luci, colori, superfici informative, ricostruzioni, animazioni, valorizzi e renda leggibile il ricco patrimonio venuto alla luce.

Ovviamente non può che essere felice e dimostrare sostegno all’iniziativa la Società Metro C per la quale si profila una nuova variante.

Noi speriamo soltanto, che la così tardiva presentazione del progetto di allestimento, non rappresenti un ulteriore ritardo sul termine di consegna dell’opera.