Temporale estivo sulla Linea C. San Giovanni slitta al 2018 e ritardo di un anno per Colosseo?
Inizia Settembre e riapriamo bottega. La volontà di aprire con una bella notizia era veramente forte ma rovistando tra i vari siti istituzionali quanto è saltato fuori ha sovrastato qualsiasi buon proposito.
Mentre ce ne stavamo tutti spensierati sotto l’ ombrellone, Roma Metropolitane aggiornava le pagine del suo sito web relative alla Linea C. Nella sezione “tratta Lodi – Fori Imperiali” – reperibile a questo indirizzo – oggi ci sono delle affermazioni, che se confermate, pesano come pietre sull’orizzonte realizzativo della stazione San Giovanni e dell’intera tratta T3 (San Giovanni – Fori Imperiali).
Facciamo il punto sulla situazione delle aperture all’esercizio per come ce le hanno poste fino a oggi:
San Giovanni entro metà 2016
Colosseo primi mesi del 2021
Qui una delle ultime dichiarazioni ufficiale al riguardo.
ma da queste parole di Roma Metropolitane sembra tutto beatamente saltato!
“La stazione San Giovanni sarà aperta quando sarà disponibile anche il tronchino di manovra in corrispondenza di Via Sannio…”
E’ palese che il pozzo di Via Sannio, parte integrante della T3 i cui lavori sono partiti a Marzo 2013, ha tempi di realizzazione assolutamente non sovrapponibili a quelli residui per San Giovanni. Infatti fermiamoci un attimo su questo dettaglio: quando dovrebbe aprire il pozzo di Via Sannio? Il cronoprogramma esecutivo parlava di aprile 2018 al netto di eventuali ritardi (tenete bene a mente questo ultimo punto).
Quindi se la logica non è un opinione: o il pozzo di Via Sannio, grazie a mirabili artifici tecnici, aprirà a metà 2016 o San Giovanni aprirà – tenetevi forte – nella seconda metà del 2018. La prima ipotesi è pura fantascienza sia perché non esistono mirabili artifici in grado di renderlo possibile ma soprattutto perché sussiste il fatto che le talpe cominceranno a scavare proprio dal pozzo di Via Sannio alla fine del 2016.
Roma Metropolitane stessa giustifica la scelta con la volontà di “…non penalizzare la frequenza della tratta già in esercizio”. Questo fatto però non è certo un problema dell’ultimo minuto: e’ noto che in mancanza di un tronchino di manovra in prossimità della stazione di testa i treni si trovano a percorrere una tratta più o meno lunga a binario unico, quella in gergo è detta “marcia banalizzata”, fino al tronchino più vicino che oggi è, e rimarrebbe, quello nel pozzo di Via Portici (a un centinaio di metri da Piazza Malatesta). Le conseguenze di questo erano peraltro state chiaramente messe nero su bianco ben 2 anni fa con l’Atto Attuativo.
L’apertura di San Giovanni da sola provocherebbe un slittamento dalla frequenza minima (San Giovanni – Alessandrino) da 6 minuti attuali a 7 con relativa ripercussione sulla tratta a frequenza più bassa (Alessandrino – Pantano) che passerebbe da 12 a 14 minuti. Situazione, per quanto comprensibilmente gravosa sull’utenza, comunque transitoria fino all’apertura del pozzo di Via Sannio.
Sarebbe davvero più conveniente tenere chiusa per circa 2 anni – probabilmente anche di più – una stazione conclusa e pronta ad essere utilizzata?
Nell’ottica del meno peggio, perché purtroppo solo di questo stiamo parlando, sarebbe davvero meno peggio rimanere allo stato attuate con un ramo monco rispetto ad avere il prima possibile il collegamento diretto con la Linea A seppur con frequenze più basse?
E’ degno di nota anche il fatto che oggi i treni totali acquistati (13) non basterebbero a garantire frequenze degnamente più elevate neanche con il tronchino di Via Sannio perché ne mancherebbero all’appello quattro che non sarebbero colmati neanche dai due in più forniti con la tratta T3. Prendere una decisione del genere, ora, senza almeno garantire l’acquisto degli ulteriori treni ci lascia un po’ perplessi. Non vorremmo trovarci nella grottesca situazione di aprire San Giovanni con 2 ulteriori anni di ritardo, 7 in totale, e non avere comunque i treni a disposizione per garantire un incremento delle frequenze!
Speriamo quindi che arrivino presto chiarimenti in merito.
“Alla fine del 2016 saranno avviate le operazioni di scavo delle gallerie con TBM.”
Questa frase apparentemente innocua nasconde la dichiarazione esclusiva e ufficiale di ritardo di circa 1 anno sulle operazioni di scavo della tratta San Giovanni – Fori Imperiali.
Fino ad oggi si è sempre parlato di gennaio 2016.
A questo punto una domanda ci sorge spontanea: questo slittamento avrà qualche conseguenza sul cronoprogramma complessivo? in poche parole, ci state dicendo che la T3 aprirà con un anno di ritardo, nel 2022?
Non ci stupisce di per se un eventuale ritardo, che era quasi scontato visto l’elevato rischio archeologico di alcune aree attraversate. La cosa oltretutto è stata tutt’altro che velatamente paventata negli ultimi notiziari di cantiere in cui si legge esplicitamente che nel pozzo di Via Sannio: “… lo scavo avviene con evidente lentezza a causa dei recenti e cospicui ritrovamenti di interesse archeologico”
Quindi nuovi e neanche tanto contenuti ritardi dovuti all’archeologia…. e questo con tutte le esperienze pregresse; Con i Prontuari Archeologici che stabiliscono, preventivamente, per ogni strato individuato con i carotaggi, i mezzi, le metodologie e le risorse necessarie per l’esecuzione dello scavo. Nonostante gli onerosi e impegnativi precedenti e relative soluzioni adottate sembra che non ci sia tanta differenza dal cominciare a scavare senza mai essersi posti il problema. Ma soprattutto anche questa volta pagherà Pantalone?
E con l’Autorità Nazionale Anticorruzione come la mettiamo alla luce della recente delibera in cui Cantone ritiene che i ritardi in materia archeologica siano da attribuire in capo alle società costruttrici?
E ancora: se veramente fossero confermato, il ritardo sposterebbe in avanti anche l’attivazione del pozzo di Via Sannio…. e San Giovanni aprirà allora nel 2019??
Il nostro appello va a Roma Metropolitane e al neo assessore Esposito perché intervengano subito a chiarire questi punti.
Mi preoccupa il silenzio del Comune su questa questione, sulla quale eppure avevano “messo la faccia” il giorno del rimpasto della giunta questa estate. Non è forse il caso di organizzare una manifestazione pubblica (stile flash mob Chiesa Nuova) per richiedere l’apertura di San Giovanni Metro C entro giugno 2016?
Esiste una terza possibilità. Il cadenzamento dei treni è determinato dal tempo di percorrenza tra l’ultimo “incrocio”, collocato tra Teano e Malatesta, e il capolinea finale. Il tempo di percorrenza è attribuibile in gran parte dal tempo di sosta alle stazioni. Si potrebbe dunque decidere di aprire San Giovanni, e chiudere temporaneamente una o due stazioni intermedie (scelte tra Malatesta, Pigneto e Lodi), mantenendo il cadenzamento inalterato, o persino riducendolo a 4-5 minuti.
Oppure ancora, si potrebbero far funzionare le stazioni intermedie (Malatesta, Pigneto e Lodi) solo in direzione San Giovanni: gli utenti diretti verso Pantano potrebbero prendere il treno, arrivare a San Giovanni e, rimanendo sul treno, ripartire subito verso la periferia. Insomma, di soluzioni ce ne sono tante!
[…] passo indietro. Ieri il comitato MXR ha pubblicato questo articolo, basato esclusivamente su quanto letto sul sito di Romametropolitane, ovvero che in assenza del […]
Al momento la linea è un fallimento (economico); neanche nelle ore di cosiddetta punta si riempiono i posti a sedere. Forse con l’apertura delle scuole, qualcuno dovrà rimanere in piedi….Ma il mattino presto o la sera tardi i convogli viaggiano in beata solitudine.
Chi ha un po’ di esperienza in ingegneria ferroviaria e viaggia nei belvedere, avrà notato che in alcuni punti, forse a causa dei carrelli in alcuni convogli, vi sono dei sensibili “scuotimenti”; sicuramente molto è dovuto al ballast (dove è presente) e conseguente assestamento della rotaia. Tutto normale, però con soli 2 anni tra pre-esercizio ed esercizio, vien da pensare che contemporaneamente alla “imprevedibile” apertura di S.Giovanni si dovrà operare un bell’allineamento plano-altimetrico.
Ciò significherebbe un ulteriore deficit di gestione, che solo con S.Giovanni vedrà il segno positivo.
1 minuto in più x Alessandrino sposta poco; 2 su 12 per Pantano è invece pesante: forse è il caso di rivedere Lodi-Alessandrino, magari attivando un Lodi (S.Giovanni)-Grotte Celoni. Considerare che dalle 3 stazioni delle Torri, chi ha la sfortuna di vedersi chiudere le porte, RADDOPPIA il tempo di viaggio, che per una metro è un altro fallimento.
In generale comunque la C, quando tutto funziona, è un bel gioiellino e dispiace contare con una sola mano le persone in attesa alle fermate. Vero è che siamo tutti conservatori e solo l’utenza della Casilina è obbligata a prenderla, mancando alternative, mentre da Mirti in poi bus e tram sono rimasti: ci vorrà quindi del tempo per modificare le abitudini o attendere la famigerata stazione di S.Giovanni.
Come suggerimenti ho notato pochi cartelli di avviso arrivo treni (quelli sulle banchine poi sono coperti da altri cartelli e quindi illegibili a distanza) e l’assoluta uniformità di corpo tra cartelli indicatori e quelli di sicurezza.
Assolutamente carenti poi le info in caso di guasti: insieme al “Voi siete qui” sarebbe utile indicare le fermate dei “bus Metro C”. Gli ultimi 2 guasti, almeno nella fase iniziale, hanno mostrato decise carenze.
Scusi, quello che scrive sulla tratta lodi pantano è un falso almeno nella fascia oraria 8.00 8.30 e 18.30 19.30
Non sono un difensore a priori della metro C, ma è letteralmente falso quello che scrive “…neanche nelle ore di cosiddetta punta si riempiono i posti a sedere…”
Forse si riferisce a viaggi fatti quando la tratta era limitata a centocelle e la metro chiudeva alle 18.30.
Quanto alla doppia frequenza attuale è assurda, così come altre cose che disincentivano utilizzo della metro C (vedi assenza di collegamenti veloci da lodi a termini e altro).
Si potrebbe ovviare riportando a frequenza unica
La prendo tutti i giorni e sto comodamente seduto nei belvedere! Ovvio che non posso essere contemporaneamente in treni che vanno nelle due direzioni……
Però quando devo attendere troppo sulla banchina, prendo il treno per Lodi, che torna subito indietro x Alessandrino o Pantano (h.7,45-8,20) e finora nessun “pienone”, purtroppo.
I treni in direzione Lodi (da Pantano) almeno nelle ore di punta sono pieni. Si viaggi comodi ma sono pieni con centinaia di persone in piedi.
Più o meno a metà percorso è sostanzialmente impossibile sedersi. Oggi per esempio treno preso alle 7.30 circa con decine di persone in piedi anche nella carrozza belvedere. La settimana prossima con aperture scuole l’affluenza crescerà. Si dovrebbe quantomeno rivedere questa boiata della doppia frequenza portandola a frequenza unica. Ripeto: con altri piccoli accorgimenti (esempio: linea diretta e veloce lodi termini sul. percorso del 649) la Metro C potrebbe passare in un attimo all’essere sottodimensionata (almeno in ora di punta). Il fatto che lei veda treni scarichi a Lodi è legato al fatto che moltissimi scendono a Pigneto (presumibilmente per prendere Tram 5-14-19) o altro.
Confermo gli orari. Alle 7,30 non so, però, anche stamane a Malatesta il treno delle 8,05 per Lodi aveva le carrozze d’estremità quasi vuote. Da Malatesta per Pantano (8,08 )ad ogni stazione si contavano 4-6 persone.
D’altronde basta osservare i parcheggi: con Lodi si conta qualche auto in più, ma siamo sempre nell’ordine di 10-15 auto (Torre angela, Giardinetti).
La mia non vuole essere sterile polemica, tantomeno offensiva, come nella prima Sua risposta, ma sollecitare chi ha potere ad accelerare, NON rimandare, S.Giovanni!!!
Altrimenti avremo un ulteriore spreco, come per le pulizie; spero di sbagliare, ma ce ne è uno per Stazione e finora, tolte quattro cartuscelle, li ho visti impegnati al telefono, a conversare, a leggere il giornale.
Piazza Malatesta fa schifo, coi POCHISSIMI cestini stracolmi, ma sembra non essere di loro competenza……
[…] passo indietro. Ieri il comitato MXR ha pubblicato questo articolo, basato esclusivamente su quanto letto sul sito di Romametropolitane, ovvero che in assenza del […]
boh .. questa cosa è grottesca .. cxomunque la cosa irrisolvibile fino a quando non si arriva a Colosseo è che tutto il carico della linea C si riverserà sulla A generando un disastro
Riporto con “viva e vibrante soddisfazione” la visione di ben 2 convogli consecutivi decisamente “pieni”.
Per quanto concerne la possibilità di ingolfare S.Giovanni, consiglierei di verificare i flussi di traffico: tante auto (con solo conducente) dalla Casilina vanno ad Anagnina, idem dai Castelli; il flusso da questi, almeno dalla parte est, avrebbero una valida alternativa a scendere a Pantano / Montecompatri (aggiunta subliminale?)
Se le dichiarazioni reali di Roma Metropolitane sono queste:
“Aprire quella stazione, senza dare la possibilità ai convogli di fare manovra, costringerebbe i treni a percorrere alcuni chilometri contromano (marcia illegale, in gergo), alzando di almeno un minuto (da 6 a 7) la frequenza fino ad Alessandrino e di due minuti (da 12 a 14) quella fino a Pantano. «E questo si ripercuoterebbe anche nella tenuta del carico di passeggeri che si sposterebbero dalla linea C alla linea A», affermano da Roma Metropolitane. Per la municipalizzata diretta da Paolo Omodeo Salè, dunque, allo stato dei fatti «questo è il programma», tuttavia se per ragioni di opportunità la politica dovesse decidere di aprire comunque San Giovanni appena vi sia la possibilità, «noi ci adegueremo»”.
mi viene da osservare:
1) Lo scoprono solo ora?
2) Solo ora si accorgono che la linea A rischia il collasso? Ed allora perché non si è ancora appaltata la T2?
3) Della rottura di carico solo ora si pongono il problema?
4) L’argomentazione dell’aumento della frequenze di 1 minuto come elemento ostativo è ridicolo
Secondo me la frase: “se per ragioni di opportunità la politica dovesse decidere di aprire comunque San Giovanni appena vi sia la possibilità, «noi ci adegueremo»”.
implica un vero e proprio ricatto, ossia ve la apriamo in cambio di ….
Può essere che RomaMetropolitane stia negoziando la sua sopravvivenza e quindi quella dei suoi stpendi che è l’unica cosa che gli interessa.
Buongiorno a tutti sono luciano, come al solito quando si comincia a vedere l’uscita dal tunnel si ricomincia sempre con i soliti vecchi problemi che sarebbero dovuti gia essere risolti, da i nostri super esperti e soprattutto super pagati, perché non cominciare a fare pagare a loro gli sbagli che commettono ho prendere professionisti da altri paesi europei dove per fare qualsiasi opera spendono meno soldi e in minor tempo, ps.vorrei capire come funziona la linea 51 ,in quanto mi sembra che la percorrenza sia troppo a lungo e il percorso sbagliato, poi con questi autisti come presempio quello di ieri sera che faceva di tutto per poter prendere tutti i semafori rossi con la conseguenza di perdere le coincidenze e dover allungare i tempi di attesa e percorrenza. Se qualcuno può spiegarmi questo. Grazie
Buongiorno a tutti ! Sono Michele. Che volete che vi dica ?? Per quanto mi riguarda, per come la vedo Io, spero, mi auguro che come si suol dire ” tra i 2 mali si scelga il minore “, dando la priorità a questo punto all’ inaugurazione tra 1 anno circa del nodo di scambio Linea A e C, con 7 minuti di attesa per la tratta San Giovanni-Alessandrino, anziché 6, e 14 min. anziché 12, per arrivare fino a Pantano, visto il ritardo accumulatosi di quasi ” 5 anni ” rispetto all’ iniziale cronoprogramma che, se non ricordo male prevedeva l’ apertura al pubblico nel ” 2011 ” . Tra l’ altro non sono mai riuscito a capire ( e’ solo 1 modo di dire, faccio il ” Finto Tonto ” ) come ca.. , diciamo ” Caspita ( per non essere volgari) avranno fatto ( viste le indagini archeologiche che nel periodo che va dal 2003 al 2006 vennero condotte, insieme ai carotaggi per avere ” come dicevano gli addetti ai lavori dell’ epoca gia’ una prima idea, a grandi linee ,del substrato archeologico col quale avrebbero avuto a che fare, una volta iniziati i lavori veri e propri che, proprio per ciò, non avrebbero dovuto conoscere ulteriori ritardi ) ad accorgersi o ad arrivare alla conclusione, non ricordo esattamente ” Quando?? ad inizio del 2013 ? che non si poteva sopra attraversare la Linea A ma, bisognava tramite la ” Variante in corso d’ opera ” ricorrere all’ attuale e definitivo sottoattraversamento, con innumerevoli ritardi di tempo accumulatisi e le ” lentezza e complessità dei lavori di scavo, in tradizionale e non con la Talpa meccanica. Un’ altra cosa stravolgente, per concludere, è anche il fatto che ancora nessuno abbia fatto sapere qualcosa sulla data di apertura dei cantieri, inizio lavori, almeno dell’ ulteriore tratta da Fori Imperiali a Venezia, già da tempo in gran parte finanziata
Ma cosa si fa con tutti ‘sti ritrovamenti archeologici?
A chi non fischiano le orecchie a Repubblica, per la curva e controcurva dovuti al salvamento di qualche muro di fondazione delle Terme, poi ben riseppellliti? Almeno li avessero resi evidenti, come l’Aggere serviano alla Stazione Termini.
Perché tutti ‘sti mattoni non li diamo in comodato (20 anni?) dietro congruo pagamento e sigillo di Stato che ne attesti l’autenticità? Mercato infinito, visto che si contrabbandano i sampietrini!!!
Solo coi mattoni (anfore, marmi, capitelli etc. andrebbero all’asta, ma solo per i Musei) la palla al piedi del debito pubblico forse diventerebbe …..un palloncino.
Senza contare le nuove risorse per BEN MANUTENERE Colosseo, Terme varie, Pompei, etc.etc.
Ma tanto anche il neo assessore in una intervista ai media ha lasciato intendere che il suo incarico è a termine, anzi a brevissimo termine max sei mesi, avendo immediatamente compreso, da persona scaltra e intelligente quale reputo sia, in quale gigantesca chiavica si è andato a infilare andando a sedersi sulla poltrona in assoluto più scomoda di tutte le amministrazioni comunali italiane se non mondiali …
Circa i ritardi nell’apertura della stazione San Giovanni della metro C, secondo me ampiamente scontati (mi sarei stupito del contrario), è una ragione in più per far fermare a tempo indeterminato i lavori di realizzazione della linea oltre il citato nodo di scambio, stoppando, a priori, qualsiasi ulteriore fantasiosa ipotesi di prolungamento.
A quel punto occorrerà far periziare da provati professionisti e tecnici del settore, rigorosamente non italiani (qui da noi santa mazzetta impera), le opere civili e di attrezzaggio realizzate sul tronco in esercizio della C, valutando, alla luce dei prevedibili pessimi risultati, l’ipotesi di promuovere una class action nanti la magistratura penale e contabile.
Solo in presenza di un nuovo piano urbano del traffico che stabilisca in maniera esaustiva da un punto di vista tecnico il futuro percorso della linea e i suoi standard costruttivi, si potranno poi avviare i lavori di prolungamento dell’infrastruttura, coinvolgendo nella realizzazione dell’opera i privati attraverso le ben note (all’estero) formule del PPP.
Però così facendo, oltre a pagare penali mostruose, rimarremmo a caro amico per almeno 10 anni.
Secondo me la linea C deve arrivare alla Cassia con Chiesa Nuova, altrimenti sarebbe inficiato tutto il progetto. Lo stiamo vedendo con il 51 cosa significa la rottura del carico. Un opera monca anche se fino alla stazione Venezia non serve a nulla. Come faremmo a pedonalizzare il centro storico senza le fermate Venezia e Chiesa Nuova? Come la alleggeriamo la linea A senza l’incrocio ad Ottaviano? E non mi si venga a dire con i tram, perché i limiti di quest’ultimo sono noti ed un tram non potrà mai sostituire una metro.
Ma a fronte di COMPROVATE ruberie e/o malversazioni, QUALI penali si dovrebbero pagare?
Seguiamo la storia dei dirigenti ATAC? Paghi chi ha sottoscritto quei contratti capestro!!!
Tra l’altro dovrebbe essere un dirigente, quindi con parecchi soldi ACCUMULATI; inoltre stipulano assicurazioni, contro simili eventualità.
All’estero hanno cacciato in pochi giorni i cinesi, cui sono subentrate Ditte italiane, visto che non adempivano correttamente ai contratti.
MA SEMPRE PANTALONE (cioè noi fessi) DEVE PAGARE?????
La scusa delle frequenze non regge. Utilizzando una riserva si possono portare le limitate da alessandrino a grotte celoni.
Se si usassero i 3 treni delle limitate per ridurre le frequenze delle corse complete si scenderebbe a circa 9 minuti su tutta la tratta.
Atac può gestire la marcia dei treni come vuole ( infatti dalle 5:30 alle 6 e dalle 20 a fine servizio le limitate non esistono)
Bravissimi, come al solito. Avete lumi sul prolungamento della B direzione Casal Monasteroi?
Un’ultima cosa: quando l’assessore Esposito risponde sprezzantemente ad un cittadino che gli chiede lumi circa il progetto della linea D, a lui ed a tutti gli amministratori va indirizzato direttamente verso le loro gote facciali l’intero secreto delle nostre ghiandole salivari (metaforicamente si intende).
E così siamo arrivati a settembre. La città si prepara a tornare alla paralisi. Marino sta facendo immersioni (peccato se ne siano accorti solo gli squali nostrani, non quelli dei Caraibi) mentre tutto franava attorno a lui. Nulla si continua a progettare così come nulla è la speranza che Roma possa avere standard infrastrutturali un minimo meno ridicoli. Nulla si sa della Rebibbia – Casal Monastero, nulla si sa della stazione Venezia. Anzi gli amministratori si sono fatti anche più furbi, dopo che il TPL è allo scatafascio grazie a loro, ci fanno passare per un successo il farlo tornare a come funzionava un anno fa. Come dire che un bambino prende 2 a scuola dice al padre: “Ti prometto che alla prossima interrogazione prenderò 4”.
Circa quanto riportato nell’articolo voglio pensare che quanto riportato sul sito da voi citato sia un imprecisione dovuta ad una sequela di errori, perché se così fosse sarebbe l’ennesima buffonata, anche perché non si vede la logica di rinunciare ad un punto di scambio con la già satura linea A in ragione dell’aumento di 1 minuto delle frequenze.
L’alternativa è che dietro queste dichiarazioni c’è qualcosa sotto che noi non conosciamo, tipo errori di progettazione e/o di costruzione che cercano di nascondere dietro bugie pietose, visto che gli serve tempo per riparare.
Del resto ormai è evidente che ci considerano fessi viste le sciocchezze che quotidianamente ci propinano (non ci sono soldi, a Roma c’è l’archeologia, la linea C non serve, le metro a Roma non servono. sono meglio i tram, che tra l’altro neppure fanno, etc….)
In sostanza andiamo verso l’inutile e nefasto giubileo verso la catastrofe, come al solito non preoccupandoci minimamente di implementare una progettualità del TPL della città, si va avanti veleggiando (male) a vista.
Buon anno a tutti.