[Puntata 2/3] Ma davvero sembriamo così stronzi!?!?! Perché Chiesa Nuova è trasportisticamente rilevante

Con questo secondo post, continua la nostra campagna di analisi nel merito delle questioni presunte (qui allegata da Roma Metropolitane) che hanno permesso di concepire la tratta della Linea C che attraversa il centro storico come un mero passante con l’eliminazione intollerabile di Chiesa Nuova, dopo la già discutibile rimodulazione proposta con la cassazione di Risorgimento e Argentina. Dopo aver dimostrato qui i profondi dubbi che sorgono circa la presunta difficoltà realizzativa della stazione, oggi ci concentriamo sulle valutazioni trasportistiche che dovrebbero, sempre presumibilmente, far ritenere accettabile la soluzione senza stazioni lungo Corso Vittorio Emanuele.

 Su detta tratta, si deve rilevare, con una certa preoccupazione, che si va configurando una soluzione progettuale per l’attraversamento del centro storico che implicherebbe l’eliminazione della stazione Chiesa Nuova e della stazione Risorgimento, che porterebbe ad una tratta senza stazioni da Piazza Venezia a S.Pietro. (…) Tale circostanza, oltreché preoccupare in termini di fruibilità futura dell’infrastruttura, dà origine anche a serie preoccupazioni riguardo le tempistiche.

Nota del Commissario per il sistema metropolitano romano del 10 Dicembre 2010 

Un accurato studio trasportistico, per quanto basato su approssimazioni matematiche, è lo strumento fondamentale per giustificare le scelte fatte nel campo delle infrastrutture dei trasporti. Quindi soltanto un lavoro dettagliato e capillare in tal senso permetterebbe di stabilire la validità delle scelte prospettate. Il fatto che oggi manchi proprio questo in un frangente in cui si decide di modificare profondamente gli input progettuali preliminari, la riteniamo una cosa di una gravità immane. E questo vuoto viene colmato da considerazioni spannometriche che hanno il connotato di superficialità delle chiacchiere da bar più che l’aspetto di valutazioni tecniche.

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La tesi è basata in sintesi sulla netta rilevanza del principio dell’attraversamento (incrociare agli estremi il traffico bus del centro), rilegando il principio di distribuzione a un mero dettaglio, quasi ininfluente sulla funzionalità complessiva della Linea C. Tralasciando l’opinabilità di una posizione che vede i due principi separati, autonomi, quando è lapalissiano che siano tra loro interdipendenti nel delineare l’efficacia complessiva dell’infrastruttura, andiamo un attimo a vedere “…gli obiettivi funzionali della linea C e i benefici che con il suo inserimento nella rete di mobilità si intende conseguire sul territorio”. Perché nel caso specifico la funzione di distribuzione assume un valore fondante.

A partire dal 1995 venne fatta una scelta chiara e determinata, ovvero far passare la Linea C per il centro storico e in particolare lungo l’asse di Corso Vittorio, e veniva fatta su dei presupposti specifici e per niente banali: avere un servizio metropolitano a servizio di una direttrice molto congestionata (capace di generare 20.000 spostamenti per direzione in ora di punta) e allo stesso tempo fornisse una copertura capillare e diretta del centro  tale da assorbire e distribuire anche l’utenza di altri assi basati su spostamenti metro+bus. Questo in funzione di un deliberato obiettivo: permettere ampie pedonalizzazioni e abbattere drasticamente la rete bus relegandola a secondario servizio di distribuzione, effettuabile magari con piccoli mezzi su percorsi ben definiti.

Senza esagerare questo è il principio validante di uno sviluppo della rete metro basato su linee che puntano al cuore del centro storico (Linea C e D); Ribadito più volte nel corso degli anni in qualsiasi documento inerente la terza linea della metropolitana di Roma:

… servizio più diretto possibile del Centro Storico.

Delibera di Giunta Comunale n 2060 del 18 Luglio 1995

… tracciando cerchi di raggio 500 metri dalle varie stazioni, diventa evidente la copertura totale del Centro Storico che si vuole conseguire con il sistema metro.

… pedonalizzazione più estesa possibile della città storica; Accesso diretto, agevole e veloce ai luoghi simbolo della città.

Delibera di Giunta Comunale n 1345 del 25 Giugno 1999

…input progettuale a garantire, con i manufatti di stazione, la massima pedonalizzazione dell’area.

Relazione Istruttoria dell’Area Valutazione Impatto Ambientale della Regione Lazio del 17 Giugno 2002

Le caratteristiche della tratta T2, con stazioni ravvicinate e concepite come fulcro di una rete di accessi distribuiti sul territorio, era la condizione sine qua non per ottemperare a questo obiettivo.

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Oggi con l’abbandono di quella impostazione progettuale e soprattutto con l’abolizione della stazione Argentina e Risorgimento, viene seriamente menomata la possibilità di un servizio diretto e capillare e senza dubbio ridimensionata la funzionalità complessiva dell’opera. L’eliminazione anche di Chiesa Nuova pregiudica completamente quella visione fino a minare la validità stessa di un tracciato del genere.

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Le linee A e B lambiscono il centro storico scaricando le funzioni di distribuzione totalmente sul tpl di superficie; La tratta centrale della Linea C  sarebbe andata a costituire, insieme alla fermata San Silvestro della linea D (sulla cui fattibilità pure si dubita) il sistema che avrebbe permesso la copertura totale del centro storico.

Tutte lo considerazioni di Roma Metropolitane sono tarate sul concetto di accettabilità. Ma cosa è plausibilmente accettabile?trasportistiche 4
L’accettabilità può essere intesa con due connotati. Ce n’è uno che attiene alla sfera soggettiva, che può essere banalizzata a un dato statistico, cioè quello che i più ritengono accettabile. Uno sguardo veloce alle distanze tra le fermate nei centri storici delle maggiori città europee evidenzia come in rarissimi casi, unici e puntuali, si sfiorano i 1000 metri. La distanza tra Venezia e San Pietro (progressiva chilometrica di tracciato) sarebbe di 1845 metri. Come potrebbe essere accettabile?
Accettabilità soggettiva vuol dire anche senso comune e logica. E’ vero che tracciando le isocrone dei 15 minuti ben poche aree rimarrebbero scoperte. Ma 15 minuti sono veramente accettabili? Abbiamo visto in un nostro precedente articolo come utilizzando i dati di calcolo canonici in letteratura rimangano tagliati fuori circa 50 ettari di centro storico.

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In quell’area sono compresi per esempio Piazza Navona e Campo de Fiori, che nell’analisi vengono rubricati come attrattori non importanti.

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Può poi essere in alcun modo accettabile la copertura di questo gap con un servizio autobus San Pietro – Venezia?
E’ deprimente vedere come un sistema concepito per abbattere gli spostamenti metro+bus venga letteralmente rattoppato proprio con il medesimo tipo di strumento!

C’è poi un connotato più pragmatico e oggettivo di accettabilità, riconducibile a una valutazione di funzionalità complessiva in relazione ai passeggeri attratti dal sistema e alla produttività della linea. Qui uno studio dettagliato degli amici di Cityrailways ci fornisce dei dati allarmanti: senza Chiesa Nuova la tratta centrale della linea verde perde la metà degli utenti giornalieri rispetto alla soluzione con Chiesa Nuova (valori prossimi ai 100.000 utenti in meno). Era previsto che la linea completa (Grottarossa > Pantano + diramazioni) trasportasse circa 560.000 persone/giorno. E’ accettabile la perdita di più di un sesto dell’utenza complessiva? Senza considerare i passeggeri che comunque si perdono in partenza con l’eliminazione di Risorgimento e Argentina ( e che nessuno ancora si è mai preso la briga di calcolare). Perché l’Amministrazione Comunale non ha mai fatto queste valutazioni? Eppure sarebbe sua specifica competenza:

Per quanto attiene l’aspetto squisitamente trasportistico, concernente la valutazione del mantenimento degli standard di efficacia della rete metropolitana a fronte di eventuali modifiche della stessa, preme sottolineare che il ruolo di Roma Metropolitane è volto alla attuazione delle politiche della mobilità stabilite dalla amministrazione; pertanto, le considerazioni tecnico-progettuali, effettuate dal contraente generale, e le conseguenti analisi svolte dagli uffici di Roma Metropolitane unitamente alle competenti Soprintendenze, nel caso conducano a modifiche del numero e della ubicazione delle stazioni, saranno rimesse alla amministrazione stessa per le determinazioni di competenza.

Nota di Roma Metropolitane del 12 Agosto 2010 

È evidente che un ingranaggio fondamentale dei meccanismi decisionali è saltato. La questione è ancora una volta tutta progettuale.
Quelle di Roma Metropolitane sono quindi, e non potrebbe essere altrimenti, considerazioni di massima. Un approfondita valutazione trasportistica la dovrebbe fare l’Agenzia della Mobilità su indicazione dell’amministrazione comunale. E questo non è stato fatto o se è stato fatto perché ce lo dovrebbero nascondere? Forse perché emergono le stesse preoccupanti prospettive?

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A ben vedere, in questa configurazione, è anche difficile credere in un considerevole scarico della rete metropolitana esistente:

– La stazione della basilica di San Pietro e dei Musei Vaticani sarebbe stata Risorgimento; La stazione San Pietro Linea C dista dalla basilica esattamente quanto Ottaviano, non rappresentando quindi un elemento di vantaggio rispetto alla Linea A.

– Eccetto l’utenza che già proviene dalla Linea C, la necessità di uno scambio (A-C) non compensato da un effetto distribuzione su Corso Vittorio rende la tratta non così appetibile. Il centro storico rimane competitivamente servito dal sistema Linea A (Repubblica, Barberini, Spagna) e relativi assi di superficie.

 La decongestione di Termini viene meno, anche alla luce del plausibile abbandono del nodo di Venezia, concepita come funzionale alla sola Linea C e non più come scambio con la Linea D.

In questo contesto si capisce come diventi preponderante l’effetto di almeno una stazione lungo Corso Vittorio a prescindere che si tratti proprio di Piazza della Chiesa Nuova o che sia più accentrata. Non esistono a nostro parere giustificazioni trasportistiche che permettano di sostenere che Chiesa Nuova si possa non fare. E se non sarà fatta, alla luce di tutto quello che abbiamo detto, sarà forse il caso di fermarsi a ragionare non solo sul futuro della Linea C, ma sull’obiettivo complessivo di tutta la rete infrastrutturale del trasporto pubblico romano. Pena ipotecare pesantemente funzionalità, economicità e razionalità del futuro trasportistico della capitale

 

> Ma davvero sembriamo così stronzi!?!?! [Puntata 1/3]: Perché Chiesa Nuova è tecnicamente fattibile.

> Ma davvero sembriamo così stronzi!?!?! [Puntata 3/3]: Perché Chiesa Nuova ha costi e tempi sostenibili.