Scandite le tappe verso Lodi. Adesso basta ritardi

Le tappe per l’apertura della seconda tratta della Linea C da Centocelle e Lodi sono chiare e definite così come le responsabilità delle singole attività che si svolgeranno: basta giustificazioni e scuse; basta rimpalli di responsabilità ma soprattutto basta ritardi! Si deve aprire entro Luglio, che, tanto per non dimenticare, sono 8 mesi più tardi dell’ultima scadenza fissata e comunque 4 anni dopo le previsioni iniziali. Quasi esattamente il doppio del tempo stabilito nel contratto del 2006.

LE TAPPE – Lunedì 2 Marzo è partita l’ultima fase di test sull’intero sistema, quello che viene impropriamente chiamato pre-esercizio del Contraente Generale. In realtà è una verifica di quelli che si chiamano “parametri di disponibilità del sistema”: un dato che esprime una sorta di garanzia di funzionamento del sistema che il Contraente Generale è tenuto a dimostrare prima della consegna delle opere.

La consegna deve avvenire entro il 30 Aprile, data in cui è programmato l’avvio del pre-esercizio vero e proprio, a cura dell’esercente Atac. Nel frattempo si avvieranno tutte le procedure relative alle autorizzazioni necessarie all’apertura, tra cui i decreti regionali per l’utilizzo di ogni singolo sistema di traslazione (scala mobile o ascensore)… su questa nuova tratta ce ne sono circa 80 e speriamo che i tempi vengano rispettati. Omodeo Salè già ha messo le mani avanti dicendo che entro Giugno si potrebbe aprire con un ritardo massimo di un mese: taglio del nastro quindi al 31 Luglio 2015, al massimo.

LA PARTITA DELLE PENALI – Con queste nuove date l’Amministrazione ha già cominciato a fare i conti: sarebbero 32 i milioni che si potrebbero pretendere da Metro C Scpa per il ritardo nella consegna di ben 8 mesi rispetto a quanto stabilito nell’Atto Attuativo (20 Agosto 2014). Il Contraente Generale d’altra parte non poteva che declinare ogni responsabilità, attribuendo la colpa unilateralmente all’amministrazione per ritardo nei pagamenti di circa 140 milioni. Seppur vero, questo credito non può e non deve giustificare alcun tipo di slittamento nelle scadenze: il ricatto non può certo assurgere a materia di negoziazione contrattuale. Le condotte sono deprecabili in tutti e due i casi. A meno che non ci siano concreti motivi imputabili all’amministrazione o ad altri enti, Metro C dovrà pagare quei 32 milioni. Dall’altra parte il Comune, o chi materialmente responsabile del ritardato pagamento, dovrà sborsare gli interessi legali e di mora, che noi abbiamo calcolato approssimativamente in circa 10 milioni.