Rebibbia-Casal Monastero fuori dalle sabbie mobili. Ma i cantieri non sono vicini

Il prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero esce dalle sabbie mobili dei ricorsi giudiziari. Ma la strada che porta all’apertura dei cantieri è ancora molto lunga, perché passa dalla ricontrattazione (che ora può effettivamente partire) tra il Comune e l’associazione di imprese capitanata da Salini. Sul tavolo c’è la riduzione delle cubature come moneta di scambio per i costruttori che realizzeranno l’opera.

E’ quanto noi di MXR riusciamo ad interpretare dal comunicato stampa pubblicato dagli assessori all’Urbanistica e ai Trasporti di Roma Capitale, rispettivamente, Giovanni Caudo e Guido Improta. “La sentenza del Consiglio di Stato, che rigetta il ricorso relativo al prolungamento della metro B nella tratta Rebibbia – Casal Monastero sollevato dalla ditta CMB e che riconosce la legittimità dell’assegnazione dei lavori alla ditta Salini- scrivono i due assessori- è un importante chiarimento. Ora, infatti, il Campidoglio ha un quadro certo e un soggetto pienamente legittimato”.

“Toccherà alla politica- aggiungono Caudo ed Improta- e a questa amministrazione avviare i contatti con la ditta Salini per raggiungere una soluzione positiva che riequilibri il progetto risolvendo le problematiche amministrative, finanziarie e di sostenibilità ambientale, sciogliendo gli elementi negativi contenuti nel progetto, voluto dalla giunta Alemanno, che preoccupano i cittadini dei quartieri interessati dalla metro B. Noi consideriamo questa opera essenziale per il trasporto in un intero quadrante della capitale e necessaria anche in un’ottica di Città Metropolitana ma vogliamo realizzarla nel pieno rispetto della sostenibilità economica e ambientale”.

Traduciamo in due parole. Il prolungamento costa 508 milioni (da pagare con un canone di 133 milioni in 12 anni per il Campidoglio, 167 milioni di fondi pubblici, per lo più di Stato e Regione, e i restanti 208 milioni da reperire con le valorizzazioni immobiliari). Ora che Salini è stata riconosciuta dai giudici come la ditta legittima vincitrice del bando di gara il Comune potrà risedersi al tavolo per chiedere meno cemento, e magari un allungamento delle sue rate.Questo vuol dire che probabilmente i lavori non si apriranno a breve. Ma se l’amministrazione Marino non vuole fallire completamente la missione di migliorare il trasporto pubblico nel quadrante nord est di Roma, da San Basilio a Casal Monastero, deve almeno riuscire ad aprire i cantieri entro la consiliatura. Noi crediamo che, con un po’ di buona volontà politica, lo potrà fare entro un anno.

Effettivamente come è vero che la pendenza del ricorso rappresentava sicuramente un limite alla progressione dell’iter, è altrettanto vero che nulla ostava la possibilità di mettere a punto perlomeno sulla carta una soluzione per superare il problema delle valorizzazioni immobiliari. E le soluzioni non è che possano essere più di tanto fantasiose: o il Comune i soldi ce li mette subito, magari tramite l’apertura di un mutuo, oppure si incrementa l’investimento delle imprese che il comune dovrà restituire, aumentando l’importo o il numero delle rate stabilite. la cifra non è neanche esorbitante: mancano all’appello 115 milioni. Infatti sui 208 milioni totali di oneri concessori per valorizzazioni immobiliari, ci sono due aree (ex SDO Pietralata e Piano Particolareggiato Tiburtino) le cui volumetrie sono in sintonia con il PRG senza necessità di apposite varianti urbanistiche.

Da un’ amministrazione che non ha mai nascosto di essere interessata al prolungamento in questione e di avere a cuore la risoluzione della controversia insorta, ci aspettiamo proprio la messa in tavola di una soluzione precisa e già valutata a fondo in questi due anni, pronta ad essere applicata. Non perdiamo altro tempo! Improta, Caudo e Marino sbrigatevi!