Arrivano 120 mln per chiudere l’anello ferroviario. Ma non sarà rivoluzione mobilità

La commissione Trasporti della Camera ha stanziato ieri, nell’ambito dello schema del contratto di programma tra lo Stato e Rfi per il periodo 2012-2016, 120 milioni di euro per realizzare alcune opere ferroviarie urbane fondamentali a Roma. Tra queste, oltre al potenziamento dei collegamenti con l’aeroporto di Fiumicino (vedi alta velocità) e alla nuova linea da/per il porto di Civitavecchia, arrivano finalmente le risorse per la chiusura dell’anello ferroviario tra Vigna Clara e Valle Aurelia. Un’opera, quest’ultima, attesa da anni che però, a nostro parere, non determinerà una rivoluzione per gli spostamenti dei romani. Utile, certo, ma decisamente più importante per il traffico merci.

La notizia ha subito generato l’entusiasmo dei rappresentanti della Regione Lazio e del Campidoglio. “Oggi per il trasporto pubblico di Roma è una giornata storica- ha commentato il sindaco Ignazio Marino- sarà completato l’anello ferroviario il cui tratto ferroviario Vigna Clara – Valle Aurelia consentirà un significativo miglioramento della mobilità pubblica della Capitale, in particolare per la zona di Roma nord. Questa tratta, che utilizzerà infrastrutture esistenti, come la galleria tra Pineto e Vigna Clara, permetterà un accesso più agevole ai servizi delle metropolitane e alle ferrovie regionali FL1 (Orte – Fiumicino aeroporto), FL3 (Viterbo – Roma Ostiense) e FL5 (Civitavecchia – Roma Termini)”.

“Finalmente ci sarà la chiusura dell’anello ferroviario di Roma- gli ha fatto eco Zingaretti- i treni arriveranno dentro il porto di Civitavecchia, e verrà realizzato anche il potenziamento della ferrovia per l’aeroporto di Fiumicino, connettendolo alla rete nazionale. Una gran bella notizia che avevamo inserito nel Piano delle opere regionali dell’Accordo quadro con Governo e Rfi e che ora sarà possibile realizzare”.

Considerazioni. Marino ha ragione quando dice che chiudendo l’anello si permetterà un più facile collegamento a chi si deve spostare tra le varie linee ferroviarie urbane come la FL1, la FL3 e la FL5. Il problema è che l’anello, almeno il tratto da realizzare, non passa per zone densamente abitate di Roma. Vantaggi ne avranno in pochi, come i cittadini che vivono nella zona di Vigna Clara o la Cassia e che vogliono raggiungere la linea A a Valle Aurelia. Difficile, dunque, paragonare il nostro anello, ad esempio, alla circle line londinese, la linea gialla che fa un giro nel bel mezzo della città, nella parte più densamente urbanizzata. Per avere un simile effetto Roma avrebbe dovuto avere una circolare ben dentro i confini della città storica ed in grado di collegare, non ai capolinea, le stazioni della linee A, B e C. Non, dunque, come nel caso dell’anello, una circolare esterna ai quartieri periferici di Roma ovest che solo parzialmente è interna alle zone esterne di Roma est. Ovviamente non vogliamo essere fraintesi: più ferro, maggiori binari per noi sono sempre sinonimo di buona notizia. E in effetti questa novità lo è. Ma l’anello ferroviario non diventerà mai una metropolitana urbana, non sarà la quarta linea come ipotizzato da qualcuno negli ultimi tempi. La vera linea D è un’altra e noi speriamo sempre che nel giro di qualche anno si possa far ripartire l’iter realizzativo. Due ultime note: date ufficiali per l’avvio dei lavori dell’anello non ce ne sono ancora. E poi, ancora più importante, per la chiusura totale dell’anello, manca la parte finale tra Vigna Clara e Nomentana. Il costo totale per tutte le parti mancanti si aggirà sugli 840 milioni, quindi è ipotizzabile che con lo stanziamento di ieri mancheranno ancora diverse centinaia di milioni di euro prima della chiusura definitiva.