Linea C, T2 (Venezia–Clodio) o piano B (Venezia–Flaminio)

Il 2014, lo abbiamo già scritto, e ce lo ricordano RomaMetropolitane e l’assessore Improta, sarà l’anno del riavvio della progettazione, e quindi del possibile finanziamento, dell’ultima parte della linea C, la cosiddetta tratta T2. Il percorso, già noto, prevede 4/5 fermate: Chiesa Nuova, San Pietro, l’incerta stazione di Risorgimento (che probabilmente sarà cancellata), poi Ottaviano, dove ci sarà il secondo nodo di scambio con la metro A, e il capolinea tra piazzale Clodio e viale Mazzini.

Si tratta della parte più centrale della linea C, forse la più affascinante, quella che consentirà un pieno utilizzo della linea per chi deve recarsi in centro ma anche per quei cittadini di Roma ovest che, senza questo pezzetto di terza linea (in caso di stop definitivo, come vorrebbero alcuni, a piazza Venezia) resterebbero tagliati fuori dai benefici della metro C, al contrario pienamente sfruttabili grazie al nodo di scambio con Ottaviano. La crisi economica, e la non facile conduzione dei cantieri fin qui aperti, però, stanno suggerendo ai tecnici di RomaMetropolitane un piano B, per evitare di concludere la linea a piazza Venezia. La notizia è una bomba (e diciamo subito che a noi non piace molto), ed è questa: è allo studio un piano alternativo alla tratta T2 che prevede la realizzazione di un tratto diretto tra piazza Venezia e piazzale Flaminio, dove la linea C avrebbe un nuovo nodo di scambio con la linea A.

Questa soluzione, rappresentata dalla mappa realizzata dal comitato, è la carta estrema che verrà giocata in caso mancassero le risorse per finanziare la T2 come la conosciamo oggi. In pratica il nuovo progetto è una tratta in linea retta che, più o meno sotto via del Corso, collegherà Venezia a Flaminio, senza fermate intermedie, ma solo con un necessario pozzo di ventilazione (più o meno a metà del percorso).

Si tratta di un’ipotesi progettuale che ci lascia perplessi, per una serie di motivi. La soluzione individuata ha il pregio, per lo meno, di riallacciare la linea C alla linea A, fornendo un nodo di scambio a quanti, da Roma Ovest, hanno necessità di raggiungere l’area di piazza Venezia e largo Argentina (e che evidentemente non avrebbero grossi benefici da una linea C monca a Venezia). Ma è vero anche che 1,8 chilometri in centro senza fermate intermedie sono uno spreco clamoroso. Ci permettiamo, quindi, di suggerire, nel caso venisse scelta questa soluzione, una fermata intermedia, più o meno all’altezza di piazza San Silvestro, o poco più giù, all’incrocio tra via del Corso e via del Tritone, dove esistono già delle gallerie sotterranee, oggi occupate da una libreria, pensate negli anni ’60 come possibili sbocchi di linee metropolitane.

Ed ancora, continuando un’analisi tra luci ed ombre. Il piano B ha comunque un altro pregio: crea un nodo di scambio robusto a Flaminio, tra linea A, metro C, tram 2, linee Roma-Nord e svariati autobus. Però rischia di sottodimensionare l’utilità dell’ultima parte della linea, che faceva affidamento, e molto, sul carico potenziale della tratta T2 con le sue stazioni in centro e in Prati. La linea era stata pensata per 560.000 passeggeri al giorno e 24.000 passeggeri l’ora, e così, almeno nella sua parte finale, si rischia di perderne un po’ per strada. Allora sarebbe indispensabile predisporre il prolungamento T1 verso la Farnesina e la Cassia, evitando di fare troppa concorrenza alla linea tranviaria 2 che segue un percorso simile, almeno fino all’Auditorium.

Naturalmente se il piano B di RomaMetropolitane fosse l’unica possibilità di proseguire oltre Venezia, ben venga, ma noi restiamo sostenitori della tratta T2. Perché il vero problema del piano B è banalmente la cancellazione stessa della tratta T2, che invece è l’asse portante del progetto originario della linea C. Cancellandola tutta l’ansa barocca del centro storico perderebbe uno straordinario mezzo di trasporto in grado di eliminare il traffico di superficie e di garantire future pedonalizzazioni. Verrebbe meno una stazione, Chiesa Nuova, indispensabile per far accedere al cuore del centro storico milioni di romani e turisti, attraverso la rete A-B-B1-C, da buona parte della città. Una perdita disastrosa che, solo in parte, potrebbe essere lenita dalla riattivazione del defunto progetto della linea tram TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), o almeno della sua tratta Aurelio-Venezia il cui percorso era stato pensato su corso Vittorio. Insomma, i dubbi sono tanti. Noi, per questo, pur non demonizzando l’ipotesi progettuale che vi abbiamo presentato, tifiamo per la tratta T2, senza alcun dubbio. E se davvero non ci sono le risorse (che comunque potranno essere richieste come fondi speciali per il Giubileo del 2025) chiediamo almeno la realizzazione del minimo sindacale, ovvero di tre fermate: Chiesa Nuova, San Pietro ed Ottaviano. Avanti, a tutta T2!