Habemus syndĭcum: Marino, ora facci le metro!

Ignazio Marino è il nuovo sindaco di Roma. Il neo primo cittadino di Roma ha vinto facile, con uno stacco abissale sul suo rivale Gianni Alemanno. Ma il Professore ha vinto solo con 600.000 voti, o poco più, in una Metropoli di 2 milioni e 700 mila abitanti. C’è un popolo, una marea umana di gente, che non ha partecipato, che non si è riconosciuta in nessuno dei due duellanti. Ed il fatto è ancora più grave perchè le elezioni locali son quelle che dovrebbero appassionare di più. Quelle dove è più forte il legame tra elettore ed eletto. Uno dei temi sui quali abbiamo registrato il maggiore scarto tra le esigenze dei romani e le proposte elettorali è proprio quello dello sviluppo della rete metropolitana capitolina.

Ci permettiamo di andare un poco fuori tema. Gianni Alemanno ha fatto davvero tanti errori, con il suo fardello di cinque anni di dubbia gestione amministrativa, infarcita di scandali, intoppi, consulenze lastminute, di parentopoli, cartellopoli, di camion bar davanti ai monumenti, di bus turistici ed abusivi di ogni genere e specie. Con le le chiusure spot dei campi rom che poi rinascevano, come funghi velenosi, qualche giorno dopo un po’ più in là, da qualche parte.

Doppie e triple file in viale Regina Margherita, ai Parioli e lo stupro delle piazze più belle del centro storico, zone pedonali trasformate in parcheggi, da Piazza di Santa Croce in Gerusalemme, a Piazza di San Giovanni in Laterano e soprattutto Piazza Farnese: dove il cittadino impunito può parcheggiare beandosi del contesto scenografico michelangiolesco. Una Caporetto, insomma, per un Alemanno che aveva puntato tutto sulla sicurezza e sul decoro ma che si è ritrovato bande di writers di 15 anni (scusate… artisti!!!) che hanno preso ad imbrattare, liberamente, di tutto e di più, financo le antiche e gloriose mura aureliane.

Ed arriviamo alla mobilità, che poi è l’argomento cruciale. I problemi lasciati da Alemanno al nuovo sindaco sono tanti: i portoghesi festanti, saltellanti, scavalcanti e treninanti! Il caos della B1, la linea C che avanza lentissima, la linea D scomparsa. La Roma-Lido e la Roma-Nord sempre più dimenticate. La Roma-Giardinetti rimasta li, con il suo retrogusto calcuttiano, a tentare di tenere in piedi un trasporto agonizzante sull’asse della Casilina. La chiusura dell’anello ferroviario promessa 5 anni fa, rispuntata nel programma per la riconferma. Alemanno ed i suoi project financing: improbabili e decisamente poco convenienti. Gli osanna, il ripensamento, la negazione di questa forma di finanziamento e la successiva sua rivalutazione. Una confusione dietro l’altra. La mancanza totale di una visione complessiva, di un’idea di una città la cui declinazione più probabile non poteva che generare la totale mancanza di programmazione. Lui, Gianni, ha inaugurato, malissimo, quello che le precedenti amministrazioni avevano ipotizzato e progettato. Ma gli altri, dopo di lui, cosa inaugureranno?

A Marino diciamo questo: tra tutti gli astenuti, che lui dice di voler recuperare, c’è anche il popolo dei pendolari, degli utenti del trasporto pubblico locale, di quelli che sono trattati quotidianamente male, come cittadini di serie B. Questa gente, una marea di gente, vuole le metropolitane: uno straccio di rete con nodi di scambio (al momento esiste solo Termini) come base su cui costruire, rimodulare, ri-pianificare il trasporto di superficie. Le ciclabili ed i tram sono strumenti efficaci ma di raccordo, di rifinitura. Non possono rappresentare l’ossatura di un trasporto di una capitale europea. I punti su cui muovere la propria azione amministrativa devono essere rivolti a terminare la linea C ed a riprendere, con forza, il progetto della linea D. I cittadini di Torrevecchia, di Torraccia e Casal Monastero aspettano la metro: si realizzino i prolungamenti previsti per le linee A e B secondo criteri di efficienza trasportistica e si rigettino le soluzioni che nascondono piani di speculazione edilizia ed ulteriore consumo del suolo. Si lavori pertanto per attrarre capitali stranieri sfruttando il fascino internazionale della Città Eterna.

I cittadini di Ostia e quelli della tratta urbana della Roma-Viterbo aspettano risposte da decenni: si adeguino, dunque, la linea Roma-Lido e, per la tratta urbana, la linea Roma-Montebello-Viterbo agli standard metropolitani con il miglioramento delle frequenze, del materiale rotabile e la costruzione di nuove stazioni al fine di creare le linee E ed F, come pensate nei vecchi piani regolatori. I pendolari, “quelli che vengono da fuori”, sono una ricchezza per la nostra città ma sono trattati peggio degli animali: si potenzino, dunque, le linee FR (oggi FL) attraverso la chiusura dell’anello ferroviario, la sostituzione del materiale rotabile, l’incremento e il cadenzamento delle frequenze. Si favorisca una migliore integrazione con le linee metropolitane magari si affidi la gestione ad un soggetto appositamente creato sul modello delle S-bahn tedesche, delle RER parigine, delle Cercanias spagnole e delle linee S milanesi.

I portatori di handicap non possono accedere alle metro, ai treni, ai bus: si renda accessibile a tutti il trasporto metropolitano e ferroviario eliminando le barriere architettoniche. Vogliamo essere europei? Si prolunghi ulteriormente l’orario di esercizio delle metropolitane di notte, specialmente nel weekend. Ora la palla passa a Marino: il nuovo sindaco ha 5 anni davanti a sè per lavorare. Il suo programma in quanto a mobilità era molto povero. Ma ci auguriamo di cuore che il primo cittadino faccia sue alcune delle proposte che abbiamo avanzato tra queste righe. Noi saremo dalla sua parte, se si muoverà in tal senso. Non smettendo il nostro ruolo di costruttivo e critico interlocutore sui temi della mobilità su ferro a Roma.