Dear Mayor, please… MIND THE GAP!
Chiunque abbia visitato Londra, usufruendo del suo meraviglioso sistema di trasporto, non avrà potuto fare a meno di sentire l’avviso, che si propaga dai microfoni di qualsiasi stazione ad ogni arrivo di un treno, quasi a mo di mantra, e che avverte gli utenti di fare attenzione allo spazio che c’è tra la banchina ed il pianale del treno. PLEASE, MIND THE GAP between the train and the platform!
Noi di METROXROMA vorremmo rigirare questo avviso al Sindaco di Roma ed al nuovo AD di ATAC Diacetti, strillando, ripetendo all’infinito: Dear Major,dear AD, please MIND THE GAP BETWEEN ROME AND THE OTHER CAPITALS OF EUROPE!!!
Non stiamo parlando, almeno non adesso, della differenza infrastrutturale, purtroppo abissale, tra la città di Roma e le altre Capitali europee. Questo lo abbiamo fatto in altri interventi. Certo, infastidisce, per rimanere alla sola Londra, il constatare che ad una efficientissima e capillare linea di metro sotterranea (underground), si affianchi un’altrettanto efficiente e capillare linea di trasporto in viadotto (overground), soluzione mai adottata in una città come Roma ove persiste, a fronte delle nuove tecniche di scavo con talpa, l’ormai sbiadito alibi del “non potemo scava’ pe li reperti!”. Quello che si vuole chiedere, attraverso il nostro blog, non è fantascienza ma normalità. E la normalità che si trova ovunque, a Roma purtroppo resta solo un irraggiungibile miraggio. Vorremmo, anche alla luce di un aumento di domanda di trasporto pubblico a causa della crisi economica, che ci fosse una radicale riorganizzazione del servizio di trasporto. Vorremmo una semplificazione: non capiamo bene cosa facciano lo Stato, La Regione ed il Comune. Non capiamo bene perché non dialoghino tra loro, perché non si coordinino, non si integrino, perché non parlino di progetti e di visioni. Vorremmo che fosse eliminato alla radice, per rispetto di chi il biglietto lo paga, il problema dei portoghesi. Altrove lo risolvono con impiegati di stazione che fanno realmente il loro lavoro, con compiti precisi e con una dedizione, vista con i nostri occhi, che li fa intervenire anche al di fuori delle loro competenze e mansioni. I tornelli, altrove, sono posizionati in entrata ed anche in uscita. Altrove, i treni e le stazioni sono ben tenute, pulite, condizionate, provviste di telecamere di sicurezza.La pubblicità, altrove, oltre ad essere fonte di importante guadagno, è sinonimo di modernità e di interessanti soluzioni estetiche. Altrove, all’interno dei treni e delle stazioni, sono posizionati cartelli che avvisano, in modo perentorio, che se si deturpa la proprietà pubblica, si passan guai! Seri. Altrove, per citarne solo uno, un tunnel come quello di Flaminio, con infiltrazioni d’acqua perenni e con un rattoppatissimo pavimento di gomma, frequentato costantemente da turisti, non sarebbe esistito.
Altrove esiste l’intercomunicabilità tra i diversi mezzi di trasporto che a Roma è pura utopia. Un esempio per tutti? La mancata comunicazione tra la recentissima stazione Libia e Stazione Nomentana. Sicuramente un’occasione persa che denota la miopia, per non dire altro, di chi ha gestito e gestisce il sistema di trasporto in città, senza seguire, così appare in modo evidente, uno straccio di piano complessivo e coordinato! PLEASE, MIND THE GAP!… PLEASE MIND THE GAP!…..PLEASE, MIND THE GAP!… PLEASE MIND THE GAP!!!!!!!!!
@marcoboh A Berlino no ma a Parigi e Londra ne hanno e sono piuttosto minacciosi. Ogni paese deve regolarsi in base ai propri cittadini. Noi abbiamo bisogno di barriere più di quanto ne abbiano bisogno i tedeschi.
In Germania i “controllori” della metropolitana passano spesso, sono delle specie di armadi a muro ambulanti vestiti di nero con manette, manganello e pistola. Ovviamente non sono fermi alle stazioni ma girano di continuo sui treni. Prova a dirgli che non hai il biglietto o che vuoi suonare la fisarmonica sul treno.
Fin quando non verranno riviste le modalità di remunerazione degli pseudo “menager” (scusate ma non riesco a chiarmali correttamente, non lo sono) di queste finte società private o privatizzate, non si andrà da nessuna parte.
Queste aziende, nei fatti, pubbliche sono gestite in modo “privato” o meglio privatiscito e “familiare”.
Gli organigrammi somigliano pià ad un albero genealogico consolidato essendoci, amici, parenti ed affini. Non esiste l’interesse verso la clientela, o utenza che dir si voglia, ma solo ed esclusivamente l’interesse proprio. economico e di potere,
Finchè non verrà disciplinato tutto ciò il GAP del sistema Italia (non solo trasporto), non solo diverrà incolmabile, ma sarà destinato a crescere.
Anche gli altri paesi presentano fenomeni di corruzione, ma il livello ad oggi raggiunto in Italia è insostenibile.
quanto al decoro dei treni della B è scandaloso che il deposito dei treni sia facilmente accessibile a chiunque. Leggere poi di “revampizzazioni” light e rivedere il treno riscritto e rimbrattato dopo due giorni è una vergogna!
Berlino non è un esempio applicabile a Roma. Sono dell’idea, come ad esempio scrivono in romafaschifo, che il cittadino è incivile a prescindere (basta vedere cosa fanno gli Inglesi fuori da casa loro). Ma in Inghilterra non si muovono. Bisonga studiare le caratteristiche del popolo in cui si va ad operare. L’italiano non è assimilabile al tedesco. E’ una stirpe a se. E poiche’ le tecnologie, tornelli, telecamere, dissuasori, avvisi, pene certe etc etc funzionano li dove i popoli hanno una potenziale predisposizione al deturpamento e , nel caso precipuo dell’Italia, alla furberia, si interviene! Io di tornelli ne metterei tre!!! Di telecamere in stazione quante piu’ possibili, e per la sicurezza e per il mantenimento del decoro.
Condivido in pieno…Il Gap tra Roma e le altre capitali europee, ( e non solo del nord, ma anche del sud europa) in fatto di trasporto sta diventando incolmabile…ma qui i nostri politici hanno altre preoccupazione per la mente che non curare l’efficienza del trasporto pubblico
a berlino i tornelli non ci sono né in entrata né in uscita, eppure nessuno si lamenta. il problema, comunque, è il modello culturale, che in italia si racconta con una sola parola: automobile.