Linea C. MetroXRoma visita i cantieri

Sabato scorso, 19 maggio, MetroxRoma ha avuto la possibilità di entrare dentro i cantieri della Linea C lungo la tratta in costruzione tra San Giovanni e Colosseo. Un’occasione unica, accolta con grande soddisfazione ed entusiasmo dalla delegazione del comitato che ha visitato i cantieri del pozzo intertratta di piazza Celimontana e della stazione Amba Aradam/Ipponio. Tra archeologia e ingegneria abbiamo avuto modo per la prima volta di toccare con mano l’avanzamento dei lavori ma soprattutto di vedere quanto potrebbe funzionare il metodo MetroXRoma.

La Tratta T3 si sviluppa da San Giovanni a Colosseo per una lunghezza di quasi 3 km, con un totale di 2 stazioni e 2 pozzi intertratta.

Le principali aree di cantiere sono:
1. Stazione Colosseo/Fori Imperiali
2. Pozzo 3.2 – Piazza Celimontana
3. Stazione Amba Aradam/Ipponio
4. Pozzo 3.3 – Via Sannio

Piazza Celimontana. Sulle tracce del metodo MetroXRoma

Il pozzo 3.2 costituisce, per noi, l’intervento di maggiore interesse della Tratta T3. Infatti è l’unico a presentare un modello costruttivo differente dalle altre opere della tratta. Si presenta come un volume di scavo ricavato tra paratie a disegno circolare che si sviluppa in profondità secondo un andamento telescopico; un primo tratto, del diametro interno di 32,4 metri, ha permesso il superamento dello strato archeologico e di falda con paratie di spessore contenuto. Un secondo anello di diaframmi con spessore maggiore, ha permesso un efficace raggiungimento di circa 60m di profondità, per un diametro interno di 28 metri. La forma circolare rende possibile realizzare il pozzo senza costruire alcun solaio strutturale intermedio. I solai saranno poi realizzati in risalita, una volta terminato lo scavo, tramite elementi prefabbricati, riducendo e velocizzando notevolmente le lavorazioni in cantiere.

Il nostro metodo MetroXRoma immagina proprio il pozzo circolare come il miglior metodo di scavo di grandi volumi di terreno ad alte profondità nel centro della città di Roma, unendo la grande versatilità di un volume di scavo completamente libero a dei cedimenti ridotti. Andando a sfruttare due pozzi circolari di dimensioni minori è possibile costruire nel centro storico delle stazioni con un basso impatto archeologico e superficiale, inserendo le banchine in gallerie di linea maggiorate secondo quanto già previsto dal Modello Roma. Si ottengono così volumi di scavo inferiori, quindi con tempi e costi di scavo minori, che tuttavia garantiscono una totale libertà nella disposizione architettonica delle stazioni.
Il vantaggio economico è lampante. Il pozzo circolare ha un costo di realizzazione da quadro economico di circa 26 milioni di Euro (che sarebbero poco più di 50 in caso di modello a doppio pozzo) contro i 72 milioni di Ipponio e i più di 100 milioni delle stazioni successive a partire da Venezia fino a Ottaviano.

Attualmente lo scavo ha raggiunto i 27 metri di profondità. Scopri i dettagli dell’avanzamento lavori dal nostro schema qui sotto.

IMG-20180520-WA0007

Stazione Ipponio.

Scendendo le esili scalette in acciaio che portano al piano di lavoro la maestosità dello scatolare di stazione dà conto dell’ingombro necessario ad ospitare in un volume unico tutti gli spazi di stazione comprese le banchine lunghe 110 metri.

IMG-20180522-WA0037
Oggi non è più visibile la caserma adrianea venuta alla luce circa 2 anni fa, completamente delocalizzata. Il primo solaio sotterraneo (piano atrio) è stato al momento sostituito da strutture provvisorie di sostegno, dei puntelli metallici trasversali, in attesa che si definisca la variante per ospitare la ricollocazione dei resti rinvenuti in maniera integrale. Il progetto sposato dalla Soprintendenza è quella dello studio ABDR che teoricamente prevede anche una seconda fase di realizzazione che stabilisce una relazione visiva con le mura aureliane (qui gli unici rendering disponibili).
Circa 3 metri più sotto è possibile ancora oggi scorgere la maestosità dell’altro ritrovamento, la cosiddetta casa del comandante, anch’essa in gran parte già delocalizzata di cui rimangono solo alcuni ambienti. Nella porzione Est ed Ovest, invece, lo scavo ha superato la quota archeologica attestandosi a circa 15 metri di profondità ed è attualmente in allestimento la casseratura provvisoria per il getto in cemento armato per realizzare il secondo solaio interrato.