Linea C: st. Venezia, consegnato il progetto. Ancora rischio ritardi per la metro.
Buone notizie sul fronte della mini-tratta Venezia – Fori Imperiali, che andrebbe a completare la tratta T3 così come concepita inizialmente. Come emerso dalla seconda seduta della commissione speciale Metro C, proprio in queste settimane Roma Metropolitane sta istruendo, ai fini della validazione, il progetto definitivo consegnato dal contraente generale alla fine del 2013. E’ il primo passo verso l’approvazione definitiva da parte del CIPE; si dovrà prima passare per la Conferenza dei Servizi e i pareri di tutti gli enti coinvolti.
Non possiamo che riconoscere con piacere l’anticipo sulla tabella di marcia che poneva l’orizzonte per la consegna del progetto a marzo 2014. La stessa soddisfazione purtroppo non ci può essere sulla rimanente linea in costruzione.
Siamo venuti a conoscenza di una richiesta formale, avanzata dal contraente generale, di posticipo della data di fine lavori di 90 giorni a valere su tutte le fasi funzionali. Attualmente la richiesta è in fase di valutazione da parte di Roma Metropolitane e quindi non sappiamo se e quanti giorni di proroga verranno effettivamente concessi. Le motivazioni addotte variano dal rallentamento, talvolta culminato con la sospensione delle attività per il noto ritardo nei pagamenti relativi ai 166 milioni, alla sospensione del taglio delle alberature nel periodo estivo fino alla difficoltà nell’acquisizione di alcune aree di cantiere.
Questa richiesta, a prescindere se venga ritenuta appropriata o meno, ci lascia sconcertati soprattutto relativamente alla tratta Fori Imperiali – San Giovanni: risuonano già lontane le parole dell’Atto Attuativo, di appena qualche mese fa, in cui si riconosceva l’obiettivo di ridurre i tempi di realizzazione della suddetta tratta.
Per quanto riguarda invece la variante n° 46, esisteva uno specifico iter per poterne includere la realizzazione nel termine ultimo di fine lavori della stazione San Giovanni. Ricordiamo che la variante riguarda l’adeguamento della stazione esistente della Linea A alle norme di prevenzione incendi come da DPR 151/2011; Adeguamento da cui prescinde la possibilità che i due corpi stazione, A e C, possano essere collegati. Ad oggi non è stato possibile rispettare le scadenze perchè esiste un problema di vero e proprio conflitto normativo tra un decreto ministeriale del 1988 e la nuova norma. Quest’ultima è esattamente la stessa che ha causato, alla fine dell’estate, il rinvio dell’apertura delle tratte per permettere alcuni interventi in variante su tutta la linea in costruzione. In questo caso però il discorso è ancora più complesso perchè il problema non riguarda solo la stazione San Giovanni, ma tutta la Linea A, come la B e come tutte le metropolitane d’Italia in esercizio nel momento di entrate in vigore della norma. Sembra quindi che i Vigili del Fuoco abbiano sospeso il loro parere in attesa che venga emesso un decreto interministeriale che sostituisca quello del 1988 in materia di sicurezza nelle metropolitane.
Comunque, specificano i tecnici di Roma Metropolitane, non è scontato che le due stazioni non saranno collegate perchè questo dipende dalla portata dei lavori che dovranno essere fatti, come potrebbe anche darsi che vengano riconosciute sufficienti le modifiche già apportate con il programma AMLA (Ammodernamento Linea A).
Insomma questo caso non fa altro che dimostrare come il vero ostacolo alla Linea C sia la burocrazia come abbiamo più volte sottolineato. Si delinea quasi il quadro di un ‘rischio burocratico’ da inserire nella normativa sugli appalti alla stregua di quello geologico o archeologico.
Tralasciando ogni commento sulla restante parte della riunione in cui l’ing. Sciotti, Responsabile del procedimento della Linea C, ha puntualmente smentito ogni affermazione di Italia Nostra contenuta nella lettera al sindaco dello scorso 24 Ottobre, dobbiamo riconoscere con piacere un abbassamento dei toni dei due grandi contestatori De Luca e Stefano. Il bersaglio questa volta è diventata Roma Metropolitane in quanto organo di alta vigilanza. De Luca in particolare ha ribadito il suo sconcerto sulla gestione del rapporto con i costruttori nel corso degli anni e ha riproposto la sua formula del ‘prima di andare avanti fermiamoci un attimo a riflettere’.
Condividiamo l’attimo di riflessione e la condanna di una gestione che chiunque può riconoscere come poco felice ma non capiamo assolutamente la necessità di fermarsi. Non si può forse prendere atto degli errori fatti e rimediare senza la necessità di minare ulteriormente la realizzazione di un opera così fondamentale, che la capitale attende da anni? Sarebbe solo un altro irrimediabile errore che si andrebbe a sommare ai già tanti fatti.
Vorrei farLe notare che il progetto di Haussmann e la nascita dei grandi boulevard parigini sono frutto di una concezione ottocentesca dell’urbanistica.
Tale concezione nacque a causa di imposizioni belliche oltre che di natura sanitaria da parte dei Napoleone terzo, in pratica, il piano nacque sostanzialmente a causa di un timore da parte del sovrano di eventuali sommosse da parte del popolo…
Attraverso i grandi boulevard infatti l’esercito poteva facilmente raggiungere parti della città senza che questi per altro potessero incorrere in rischi come imboscate o barricate di qualsiasi tipo…
Credo dunque che il suo discorso sia completamente avulso dal contesto e dalla discussione.
La metro C è utile ma credo sia inutile mischiare storie e contesti diversi solo per imporre qualche grattacielo nel centro storico più bello e importante del mondo…
Chiedo scusa,
ma la cosa che mi fa imbestialire è che:
” A causa della inerzia nella gestione della emergenza dal 2007 al 2011 i costi da congestione traffico si sono raddoppiati (da 1,4 a 2,8 miliardi di €), gli spostamenti con veicoli a motore sono passati dal 50,5% del totale nel 2008 al 66,5% attuale, l’inquinamento è fuori dai limiti di legge ed i morti per incidenti stradali sono quasi 200 l’anno.”
Praticamente la congestione ci costa una linea di metropolitana l’anno.
C’è speranza che l’inetto Marino e/o l’inetto governo ci propongano una exit strategy entro il Giubileo all’agonia di Roma come farebbero anche nel Burundi??????????????????????????
Ma porca miseria, Roma è la capitale di questo ignobile paese, ne dovrebbe essere il biglietto da visita e invece ne è la vergogna.
Vedete come l’Inghilterra tratta Londra o la Francia Parigi…………..
Ripeto siamo tutti troppo rassegnati, vedi il caso della “morte” della linea D.
Questi scriteriati stanno affossando anche la Rebibbia-Casal Monastero pure già appaltata.
In questa città non c’è certezza di nulla, solo del disastro.
Non ho capito una cosa.
Ma la linea C e la A a San giovanni non si incrociano? Nel senso che la stazine no né una stazione unica per le due metro?
Le due linee certamente si incrociano ma le stazioni sono due strutture totalmente distinte. Il corpo stazione della Linea A si trova sotto piazzale Appio mentre quello della Linea C lungo Via La Spezia.
ma la “famosa” variante 46?
Proprio per l’intervenuta problematica dell’adeguamento alla normativa sulla prevenzione incendi la stazione della Linea A non è a norma mentre quella della Linea C lo sarà grazie alla variante con cui è stata adeguata l’intera Linea in costruzione. La variante 46 invece riguarda esclusivamente l’adeguamento della stazione della Linea A. Intanto però, come abbiamo detto, i Vigili del fuoco hanno sospeso le valutazioni di merito in attesa del decreto interministeriale e hanno prescritto, nel caso in cui la situazione non si risolva per l’apertura di San Giovanni Linea C, che le due stazioni non siano collegate. Cioè i varchi di collegamento verranno realizzati ma saranno richiusi con strutture provvisorie.
Grazie per le delucidazioni. Comunque ragazzi, che “incubo”. Quanto invece ai tempi di apertura (fino a Lodi e San Giovanni), ci sono novità?
E’ potrebbe non essere del tutto un male finché la C non arriva a Colosseo.
Concordo… ma è pur sempre una cosa che andrà risolta… magari dopo che sarà arrivata ai Fori, ma va risolta! è impossibile che il secondo nodo di scambio tra metropolitane a Roma richieda di uscire dalla stazione e dai tornelli e rifare il biglietto per prendere l’altra metro.
Su via dei Fori Imperiali c’è il vincolo “Vincolo di interesse archeologico e paleontologico”, (ec 1089/1939)” di inedificabilità assoluta nell’arco di 500 metri da ogni monumento per cui è previsto il Parere della Soprintendenza Speciale dei Beni Archeologici di Roma, che, però, non riporta l’imposizione di detto vincolo, illegittimamente, nè riporta l’imposizione del “Vincolo ambientale del 2007”, per cui, essendo un manufatto che ha più di cinquanta anni non può essere toccata, quindi, è un atto illegittimo, del quale con diffida ho chiesto la revoca.
Ecco i link dell’articolo che il giornalista Maurizio Ceccaioniha pubblicato per fare il punto della situazione:
http://www.di-roma.com/index.php/costume-a-societa/item/820-roma-metro-c-anche-le-formiche-nel-loro-piccolo-sincazzano
Questo è il secondo link:
http://www.eur.roma.it/il-quartiere/news/le-altre-news/articolo/roma-metro-c-anche-le-formiche-nel-loro-piccolo-sincazzano.html?no_cache=1
Forse non sa che quel vincolo può essere superato per opere di interesse nazionale e la metro C purtroppo per lei lo è!!
Cara Giannone, la Sovrintendenza ha dato il beneplacito alla stazione Venezia nel 2007.
Questo perché lo scavo della stazione, lo ripeto ancora una volta, è un’occasione interessante per la stessa Sovrintendenza:
1. verrà creata una struttura di protezione per l’incredibile gradonata dell’Hadrianeum rinvenuta a Madonna di Loreto
2. la stessa Sovrintendenza ha spiegato che, con la costruzione della stazione, ovviamente con la tecnica del bottom-up (ovvero in scavo assistito), verrà smontato tutto ciò che non è importante, preservando e musealizzando nella stazione (cosa che si fa in tutto il mondo, non solo a Napoli) le emergenze di un certo livello, soprattutto i resti della via Flaminia e alcune parti della vetreria del XV secolo.
Insomma, la Sovrintendenza è d’accordo: stiamo parlando della stessa Sovrintendenza che pignolamente non vuole la rete aerea per alimentare il tram su via Nazionale (via dove il tram peraltro circolò per parecchi anni), davanti al Vittoriano, su via dei Fori Imperiali o sotto l’acquedotto lungo la Togliatti. Ergo, se persino la Sovrintendenza è d’accordo, perché continuare a lamentarsi?
Occhio a non confondere i soggetti:
la tutela dei beni archeologici è deputata alla
Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
http://archeoroma.beniculturali.it/
quella dei Beni paesaggistici (il paesaggio urbano, appunto) alla
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Comune di Roma
http://www.sbap-roma.beniculturali.it/
Alla prima attiene la questione della linea C, dell’Hadrianeum, ecc.
Alla seconda la questione dei “fili” in via Nazionale (questione ancora aperta) piuttosto che la scelta scellerata di rifiutare il bifilare in via XX Settembre: scelta costata la bellezza di 130.000€/anno per veicolo per i pacchi batteria e che mantiene inalterato il livello locale di emissioni da combustione, ben più aggressive nei confronti del patrimonio storico (acidificazione, carbonatazione) di quanto lo siano i temibili “fili”.
L’errore è fatto anche dal Comitato “MetroxRoma”, che sotto cita, in risposta alla presunta violazione del vincolo massimo di tutela archeologica (il vincolo “1” di tutela integrale) si cita il 42/2004 già Codice Urbani o Testo Unico sul Paesaggio.
Paesaggio > Relazione Paesaggistica > Richiesta di Assenso > Parere della SBAP
Archeologia > Grado di vincolo (integrale, parziale) > Parere (Ufficio Vincoli) della SSBAR
https://it-it.facebook.com/pages/SITAR-Sistema-Informativo-Territoriale-Archeologico-di-Roma/290905624263518
http://www.academia.edu/1976773/Il_WebGIS_del_Sistema_Informativo_Territoriale_Archeologico_di_Roma_riflessioni_approcci_e_percorsi_metodologici_per_la_pubblicazione_e_la_rappresentazione_analitica_dei_dati_territoriali_archeologici
I “vincoli” a Roma sono una questione complessa:
http://architetticampagna.blogspot.it/2013/04/i-vincoli-roma-vademecum-per-viandanti.html
In genere un vincolo serve a difendere, tutelare, proteggere, le persone, l’ambiente, il territorio. Se vogliamo vivere di storia e d’ambiente (come qualcuno asserisce) dobbiamo imparare a non vedere le Soprintendenze come nemiche, anzi.
Per questo non ha senso rispondere alla dott.ssa Giannone o a chi, semplicemente chiede “e il vincolo?” paventando la strategicità di un’opera.
Sennò non si dovrebbe dire nulla ad un eventuale proponente che chiedesse di disporre del Colosseo per una base militare strategica oppure di Ostia Antica o dell’area del Porto di Traiano per l’ampliamento dell’aeroporto internazionale (più che strategico) di Fiumicino.
Sono scelte: Georges Eugène Haussmann, allora prefetto della Senna, non si fece problemi – nemmeno davanti alle minacce di scopero della fame da parte di niente-po-po di meno che Victor Hugo, padre della patria francese – di distruggere per sempre la Parigi medievale e quanto rimaneva della Lutetia romana per realizzare i grandi e moderni boulevard che oggi ammiriamo a Parigi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Barone_Haussmann
http://it.wikipedia.org/wiki/Trasformazione_di_Parigi_sotto_il_Secondo_Impero
(detto per inciso, Parigi non è Roma, dirà qualcuno, ma Lutetia fu una delle più grandi città del tardo impero mentre la Parigi medievale fu la più grande città del continente europeo e conservava ben più dei pochi monumenti isolati qua e là lasciati da Haussmann)
Tornando alla linea C.
Circa le stazioni Museo, sfatiamo questo mito. Ad oggi nessuna stazione della Metro C sarà musealizzata: l’idea c’era (e mi chiedo se c’era veramente) per “Fori Imperiali/Colosseo” ma è stata cancellata dal Contraente (operazione accordata da Roma Metropolitane) nell’ambito del Piano di riduzione dei costi delle opere (come tante, tante opere “compensative” tipo la passerella pedonale verso il Parco di Centocelle, numerosi parcheggi di scambio, la segnaletica esterna – notato che nelle stazioni finite non c’é alcun cartello con la “M” e che sulle stazioni campeggiano scritte microscopiche ad indicare il nome della stazione?)
Questa era l’idea:
http://www.romametropolitane.it/stampa/GiornalieRiviste09/2009101213917519.pdf
Poi, come ci informa la relazione della Corte dei Conti, a sua volta informata da Roma Metropolitane, tutte le opere compensative inclusa la stazione Museo sono abolite:
http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_centrale_controllo_amm_stato/2011/delibera_21_2011_g.pdf
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/05/18/news/la_capitale_e_i_trasporti-16417939/
Circa la stazione “Venezia” si sa ben poco, dato che il progetto è stato appena trasmesso al CIPE, e ancora non possiamo sapere nulla del loro parere.
Sappiamo però che i 300M€ sono una parte dei costi della tratta Fori Imperiali-Venezia-tronchino di inversione (ca. 400 m oltre piazza Venezia) e sappiamo che al progetto presentato è allegato il primo Quadro Economico che farà parte, in caso di approvazione, di una richiesta di integrazione economica per avviare realmente i cantieri.
Quindi non sappiamo quanto costerà la stazione né che tipo di proposte progettuali ha presentato il Contraente per l’armonizzazione con il contesto e la valorizzazione dell’Hadrianeum.
La posizione della dott.ssa Giannone può destare irritazione, antipatia e quant’altro. Ma richiede una risposta nei fatti.
Ad oggi la Metro C – nella tratta sotterranea – ha un costo doppio della linea 1 di Napoli ma un livello architettonico assolutamente imparagonabile alle stazioni del metrò partenopeo. E nessuna stazione Museo.
Vorrei farLe notare che il progetto di Haussmann e la nascita dei grandi boulevard parigini sono frutto di una concezione ottocentesca dell’urbanistica.
Tale concezione nasce a causa di imposizioni belliche oltre che di natura sanitaria da parte dei Napoleone terzo, in pratica, il piano nasce sostanzialmente a causa di un timore da parte del sovrano di eventuali sommosse da parte del popolo…
Attraverso i grandi boulevard infatti l’esercito poteva facilmente raggiungere parti della città senza che questi per altro potessero incorrere in rischi come imboscate o barricate di qualsiasi tipo…
Credo dunque che il suo discorso sia completamente avulso dal contesto e dalla discussione.
La metro C è utile ma credo sia inutile mischiare storie e contesti diversi solo per imporre qualche grattacielo nel centro storico più bello e importante del mondo…
La ringraziamo per aver commentato e aver posto una tematica importante e degna di riflessione.
Ci permettiamo quindi di specificare alcuni punti, secondo noi fondamentali per la questione che Lei pone.
Per prima cosa non può essere elusa l’esistenza di un altro tipo di interesse oltre a quello inerente la tutela, parimenti legittimo e concreto, nonchè sancito a livello normativo, che riguarda il preminente ruolo strategico e di sviluppo che l’opera riveste (Legge Obiettivo Infrastrutture Strategiche 443/2001). E’ opportuno quindi che questi interessi vengano entrambi presi in considerazione, essendo in egual modo di rilevanza nazionale e pubblica, senza volere comunque, in nessun caso, che uno sovrasti indiscriminatamente l’altro.
In merito alle presunte illegittimità nei confronti dei vincoli, è bene non dimenticare che parallelamente a questi ultimi esiste anche il documento principale in materia di programmazione urbanistica, il piano regolatore generale, che prevede la realizzazione della Linea C. Inoltre nella normativa vigente in materia di tutela è specificato che in caso di opere sottoposte a conferenza dei servizi il parere positivo ai progetti, espresso dagli organi preposti alla tutela, sostituisce a tutti gli effetti l’autorizzazione di cui lei lamenta la mancanza (art. 25 D.Lgs.vo 42/2004 come modificato dal D.Lgs.vo 62/2008).
Io ho visto il progetto di 8 anni fa di Venezia Metro C tenuto dalla custode di Palazzo Venezia ove vennero a fare delle prove su possibili calori forti in caso di lavori di scavo a Piazza Venezia per Metro C
Scusa, Lorenzo, che cosa intendevi per “possibili calori forti” in caso di lavori?
Ottimo! Si sa qualcosa della predisposizione all’interconnessione con la linea D?
Essendo in corso l’istruttoria gli uffici di Roma Metropolitane preferiscono mantenere la dovuta riservatezza in merito alle specifiche del progetto definitivo.
Ovviamente non esiteremo a pubblicare qualsiasi aggiornamento al riguardo.
Per il momento comunque ci limitiamo a evidenziare l’ottica del contenimento dei costi che ha caratterizzato la revisione del progetto della T3 nel 2009, con ridimensionamento degli interventi alle sole funzioni trasportistiche. Proprio nel documento di sintesi di queste proposte, sottoscritto il 27 aprile 2010, veniva inoltre suggerita al configurazione della stazione Venezia come funzionale alla sola Linea C.