Finalmente un passo avanti
Il pagamento al consorzio metro C sembra aver raggiunto un punto di svolta. E’ di ieri la notizia, apparsa su La Repubblica, della firma dell’istruttoria sulla prima tranche dei 253 milioni. Stando all’articolo, nella sera di ieri Improta e i suoi collaboratori avrebbero consegnato l’istruttoria ed è stato emesso il mandato alla ragioneria generale per effettuare il pagamento. Adesso quindi mancano solo le firme del ragioniere e dell’assessore al bilancio che salvo ulteriori fantasiose creazioni burocratiche dovrebbero arrivare in pochi giorni.
Non possiamo ancora considerare archiviata la questione, perché appunto manca ancora questo passaggio finale, ma diventa finalmente tangibile la fine di questo burrascoso periodo che si trascina ormai da Settembre.
La cosa secondo noi positiva è che ancora una volta l’assessore alla mobilità si dimostra una persona, purtroppo forse l’unica, realmente impegnata in questa vicenda. Ha nuovamente mantenuto la parola e risolto la situazione in tempi brevi, oserei dire quasi ‘europei’: da quando ha ricevuto il nuovo incarico di svolgere l’istruttoria il 13 novembre sono passati meno di 15 giorni.
E sono false o vere le notizie riportate da alcuni organi di stampa in base alle quali per i primi anni la metro C viaggerà in maniera non puntuale, nel senso che ci sarà un treno ogni 9 minuti e non ogni 3 (…..ignoro il motivo a questo punto……..dal momento che come dice l’utente Marcelli ci saranno 2 binari, ed il tronchetto di scambio non causerà problemi….).
Sì, piacerebbe anche a me saperlo.
Anche a me piacerebbe sapere se sono vere o false..
E’ vero che fino all’apertura del pozzo 3.3, quello in costruzione nei giardini di Via Sannio che contiene anche lo scambio tra i binari, le frequenze saranno di 6-7 minuti.
Ecco il comunicato stampa:
Il Ragioniere generale del Comune di Roma Maurizio Salvi ha firmato il documento che sblocca circa 166 milioni per i lavori della Metro C. “Nei giorni scorsi il dipartimento Mobilità ha proceduto alla liquidazione dell’importo spettante a Metro C – spiega il Campidoglio. In data odierna (29 novembre) la ragioneria di Roma Capitale ha posto il visto di regolarità contabile del medesimo importo e attivato le procedure per la richiesta dell’erogazione del mutuo alla Cassa depositi e prestiti”.
Come potete ben vedere, i soldi sono già stati erogati… a tutti voi che avversate per un motivo o per l’altro la costruenda linea C, vi consiglio di farvene una ragione. Pensate agli abitanti delle periferie che gioveranno enormemente di un collegamento diretto con il centro (avete mai preso uno dei pochi, sporchi, lenti ed affollati autobus che dovrebbero scarrozzarci fino a lì? No? Vi assicuro che è un’esperienza illuminante).
Per quanto riguarda le presunte criticità strutturali riportate dalla stampa… sappiate che non ve ne sono. La linea C NON sarà – anzi non E ‘, in quanto la posa dell’armamento ferroviario nel tratto fra il deposito di Graniti fino a San Giovanni è stata già completata da diverso tempo – ridotta ad un binario solo (e perché mai dovrebbe esserlo, poi?). Chiunque può vedere dalle foto o di persona che i binari sono ben due, e (per quanto concerne il tratto sotterraneo) passano in canne separate…
L’unico problema riguardante la linea C riguarda il tratto che va da San Giovanni a Lodi: per via di veti della Sovrintendenza si è dovuto riposizionare in altro luogo il tronchino di scambio, che non sarà pronto ancora per qualche tempo dopo l’apertura della stazione. Questo significa che lo stesso binario sarà utilizzato sia per gli arrivi che per le partenze. E’ questa una cosa complicatissima da capire, o che creerà insormontabili problemi all’utenza? Assolutamente no, poiché la stessa cidentica osa è avvenuta all’apertura del prolungamento della linea A oltre Valle Aurelia… e non mi risulta che qualcuno se ne sia mai lamentato o che l’utenza abbia mai avuto problemi.
Questi articoli di “giornale” sono null’altro che “parole in libertà” o peggio, disinformazione allo stato puro. E in caso ve lo steste chiedendo, no, non mi pagano per dire quello che penso (magari fosse così, a quest’ora mi sarei già licenziato!): sono semplicemente un utente ATAC stufo di dover sopportare le cassandre che vogliono ritardare o ridimensionare o posticipare (ancora!) lo sviluppo della rete metropolitana di quella che, volente o nolente è la città in cui vivo e che per nostra sfortuna – per colpa di scelte miopi effettuate nel passato – non ha un sistema metropolitano decente ed è praticamente alla mercè del traffico (il quale, ricordiamolo, tiene in ostaggio gli autobus).
Auspico che i responsabili del ladrocinio perpetrato con la Metro C paghino il fio del loro operato (http://www.affaritaliani.it/roma/metro-c-san-giovanni-ultima-fermata-corte-dei-conti-indaga-fatta-male-29112013.html).
La linea C NON si fermerà a San Giovanni, ma proseguirà almeno fino a Venezia. Punto. Ciò è stato ripetuto in più (e più) occasioni: ma come al solito, la stampa se ne esce con le sue solite parole in libertà: disinformazione allo stato puro…
Relativamente allo sbocco del pagamento degli ormai famosi 253 milioni di euro, a seguito di nuova istruttoria, da parte dell’Assessore alla Mobilita` non mi risulta che siano state pubblicate ne` le motivazioni che avevano portato alle dimissioni del Ragioniere, Maurizio Salvi, ne` quelle che oggi “si dichiara” consentano l’agognato pagamento per lavori gia`
effettuati: “QUALI ?” e “DA QUANDO A QUANDO!”.
Arch. Paola Giannone
Sia gentile si occupi di altro. Di metro C non ne capisce molto!!
Cara Arch.Giannone,
Sinceramente da Lei, che è arrivata a scrivere al NY Times, una domanda del genere non me la sarei mai aspettata..
La sua domanda conferma i sospetti che molto hanno qua su MetroxRoma ovvero che Lei della Metro C non sa davvero un “tubo”!!
Cordiali saluti
La ringraziamo per aver commentato e messo in luce un elemento effettivamente poco chiaro ai più.
Cogliamo l’occasione quindi per fare chiarezza sulle questioni da lei sollevate, nei limiti ovviamente delle informazioni disponibili.
Per quanto riguarda la motivazione che ha permesso lo sblocco della somma ora e non prima, questa va identificata nell’istruttoria stessa, che il comune non aveva mai svolto precedentemente, limitandosi a dare un generico parere positivo, sufficiente però stranamente a permettere al CIPE il riconoscimento della somma.
Relativamente invece all’oggetto della transazione, riteniamo che sia stato più volte divulgato pubblicamente ed è spiegato in modo molto più dettagliato nei vari atti ufficiali: come ultimo l’Atto Transattivo del 09.09.2013.
Come lei saprà, dal 2007 a oggi sono state sviluppate ben 46 varianti, le quali hanno in vario modo provocato una rimodulazione dei costi e dei termini contrattuali, in alcuni casi anche considerevoli. I costi relativi alle varianti approvate hanno riguardato solo le spese necessarie alle opere aggiuntive.
Sostanzialmente i 253 milioni sono un importo forfettario riconosciuto al contraente generale esclusivamente per i maggiori oneri sostenuti in seguito all’introduzione delle suddette varianti e non ricompresi nel costo delle medesime. Questi oneri riguardano la progettazione e tutta una serie di spese aggiuntive legate alla rimodulazione economica e temporale del contratto (mano d’opera, sicurezza, ammortamenti, assicurazioni, adeguamento prezzi). E’ escluso, pertanto, qualsiasi tipo di spesa generale, utile d’impresa, danno o rivalsa, peraltro chiesti da MetroC, e ai quali la stessa ha rinunciato contestualmente alla sottoscrizione dell’Atto.
Estratto dell’articolo del Corriere della Sera del 29-11-13 sull’inchiesta della Corte dei conti.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_novembre_29/metro-c-uno-scandalo-scandalo-tre-inchieste-aperte-corte-conti-593c1c26-58fe-11e3-ade8-6dbcc0d06561.shtml
“La linea C, aggiunge, «è uno scandalo nello scandalo . Ad esempio, nel tracciato più facile, quello esterno, la metro a un certo punto (Giardinetti) si ferma, perché ha un solo binario. Il doppio binario verrebbe costruito solo una volta arrivati a Colosseo»”
ma vi risulta che da Giardinetti in poi sarà messo in funzione un solo binario???!!! sarebbe una cosa allucinante!!
A quanto pare sembra che la Metro C è stata fatta proprio con i piedi.
http://www.asca.it/newsregioni-Roma_Procuratore_Generale__responsabilita__Metro_C_e__Roma_Metropolitane-1342143-Lazio.html
Per fortuna i dirigenti di Roma Metropolitane hanno degli stipendi stratosferici.
Almeno hanno anche i soldi da restituire all’Erario!
Quindi tu da questo articolo desumi che la C è fatta coi piedi!!! Complimenti dovresti lavorare nei RIS!!
No la linea è tutta a doppio binario, forse si riferisce al famoso scambio che doveva essere fatto a San Giovanni per l’inversione dei treni, ma che invece sarà costruito insieme alla tratta da San Giovanni al Colosseo. Per il resto visto che la Morgante proveniva dalla Corte dei Conti dopo che è stata “fatta fuori” sta sguinzagliando i suoi compari. Ovviamente o il magistrato o il giornalista non sanno nemmeno di che parlano
Credo che invece lo sappiano molto bene.
Cosa c’è Luca questa volta non avevi un link da incollare per sostenere la tua tesi che la Morgante e il giornalista sanno veramente di cosa stanno parlando ??
E ridicolo leggere simili stupidaggini ( da Giardinetti a singolo binario ) o assistere a questo teatrino politico che si risolverà solo grazie all’impegno davvero consistente dell’assessore Improta ( che a differenza di Marino mostrerà di avere gli attributi ) e al sostegno del Ministro Lupi che vuole che la linea C vada avanti!!
Attiro l’attenzione sull’articolo dal titolo “I guai di Marino dalla A alla C”, di Daniela Preziosi, comparso ieri su Il Manifesto:
Sull’azienda dell’acqua e sulla metropolitana, la «grande opera» incompiuta, il costruttore non molla.
Chi si aspetta che il diavolo vada in giro con le corna, e i buffoni con il berretto a sonagli, sarà sempre loro preda, dice il saggio. Chi si aspetta che sia la destra romana a tentare di disarcionare il sindaco Marino, giunto alla curva più difficile, l’approvazione del bilancio della Capitale che galleggia su un buco da oltre 800milioni di euro, deve allontanarsi dai dettagli della tumultosa aula Giulio Cesare.
Metterà a fuoco che pesa poco la gomitata che il sindaco si è beccato in testa da un «fratello d’Italia», fallo controverso come in un campionato che all’improvviso gira male. E poco pesano anche i cortei dei senzacasa, dei sindacati o dei vigili – che ieri hanno minacciato guerra totale, fra loro e il sindaco è nata male, ma sarebbe un’altra storia -. Anche i movimenti non sempre sono quello che appaiono.
Le cose che si muovono attirano più l’occhio di ciò che sta fermo, avvertiva Shakespeare. E nell’aula Giulio Cesare c’è un bel signore, fermo da mesi come una statua dei Marmi – del paragone si compiace -, dalle vacanze spagnole sono state ‘rubate’ foto in posa che lo ritraggono con ‘tartaruga’ tirata e quadricipite non banale. Un signore che improvvisamente, a freddo, ha sferrato l’assalto. Alfio Marchini, il rampollo della famiglia di costruttori a capo di una formazione soidisent moderata da 9 per cento, amico e socio della gens Caltagirone, ha presentato 62mila ordini del giorno, la metà di quelli delle opposizioni su un bilancio le cui voci del resto parlano dell’era Alemanno.
Gli ordini del giorno, miracoli del regolamento, hanno l’effetto di bloccare l’aula. Per il voto c’è tempo fino a fine mese. Ieri Marino ha incontrato il prefetto per allungare il termine. La destra non ha alcuna intenzione di far saltare il sindaco, sul quale vuole costruire la campagna delle europee. Marchini invece sì. Vuole il commissariamento. Evitando elegantemente il Messaggero, proprietà dell’amico Caltagirone, lo ha annunciato al Corriere della sera (dove l’amico è solo azionista di azionisti): punta al default, «l’unico modo per mettere tutti di fronte alle proprie responsabilità», ha detto.
Tutti, cioè Marino. E la responsabilità di Marino – con i suoi difetti, di cui poi parleremo – per lui si riducono ad una: aver preso di punta alcuni interessi consolidati della città. Non «i poteri forti» come li chiamano i fricchettoni, e neanche il club dei «palazzinari»: i Toti, i Parnasi, per dire, oggi non stanno facendo la guerra al sindaco.
Marino si è messo in testa di risolvere due grosse grane della città: l’Acea e la Metro C. E le due
grane hanno appunto un cognome, Caltagirone, e un nome, Alfio. Anzi “Arfio”, come lo chiamano i romani da social network, bonaccioni e sempliciotti come i centurioni di Asterix. Fra Marino e Caltagirone ormai c’è quella che i politici – ma non Marino che ha vinto al grido «è Roma, non è politica» – chiamano un’incompatibilità strategica. Un’irriducibile divergenza di interessi. Insomma guerra aperta. Il sindaco l’ha capito venti giorni fa quando ha incontrato l’imprenditore, come ha riferito ieri ancora il Corriere.
Qualche giorno dopo, e siamo a due domeniche fa, è andato a trovare l’amico Goffredo Bettini, paziente costruttore di ponti fra nemici giurati della Capitale. Che con Caltagirone ha rapporti cordiali. E oggi si tiene da parte, con un sindaco cui piace pensarsi come un uomo che non deve chiedere mai. Fatto sta che stavolta con l’imprenditore sono saltati tutti i ponti. Perché Caltagirone, già grande elettore di Alemanno, poi ispiratore (negato) della corsa di Marchini, ha sulla scrivania gli stessi due faldoni del sindaco: Acea e Metro C.
Sull’Acea, l’azienda dell’acqua: Alemanno in calo di popolarità aveva tentato apparecchiarne la vendita. Ma la città si rivolta e il Pd – che pure a suo tempo aveva aperto ai privati in quote di minoranza – si batte contro contro l’operazione. Che infatti fallisce. A questo punto Alemanno, titolare del 51 per cento dell’azienda, si impegna comunque a non intralciare il socio Caltagirone. Che in Acea è in primis un finanziere: vuole fare profitti, e poco si interessa della rete, che infatti è deteriorata. Oggi il nuovo sindaco invece ha in testa e nel mandato che l’Acea produca servizi per i romani. E vuole avere voce in capitolo sul management, con buona pace del presidente Giancarlo Cremonesi e dell’amministratore Paolo Gallo. È muro.
Così come è muro sulla Metro C, di Metro C spa, di Caltagirone e soci. Le spese, dal momento in cui è
partita l’opera, sono lievitate. Il corsorzio ha annunciato che non pagherà gli stipendi a tremila lavoratori, e ora batte cassa. Sindacati in rivolta. Il comune non ci sta a essere scambiato per un bancomat, si apre un conflitto in giunta. «È arrivato il momento di verificare la legittimità di ulteriori pagamenti a Metro C per garantire l’interesse del comune», spiega il consigliere radicale Riccardo Magi.
La vicenda assomiglia a quella dell’Auditorium, anno di grazia ’99: Rutelli ereditò il cantiere in panne e costi saliti alle stelle. Decide di rescindere i vecchi contratti e l’opera passò ad altre ditte. Sono passati quindici anni dall’epoca, dal Modello Roma e dalle intese cordiali fra imprenditori e sinistra
capitolina. Oggi Caltagirone è più anziano e più finanziere. L’attuale sindaco è meno romano e le casse della città drammaticamente vuote. «La giunta si è caricata di responsabilità altrui, il bilancio preventivo avrebbe dovuto essere approvato a dicembre 2012. Un commissariamento sarebbe una sciagura», avverte il presidente della regione Zingaretti, che tanto si è speso per l’elezione di Marino.
Gli appelli si moltiplicano, e gli spettri: abbassamento del rating, figuraccia mondiale.
Marino, che ha tutte le ragioni in questo Conflitto Capitale, però accumula torti a casa sua. Chi ci lavora a contatto descrive un uomo integro ma poco propenso all’ascolto. Così ha composto la giunta, con l’encomiabile preoccupazione di non darla vinta al notabilato, ma con l’effetto di sbagliare persone, o di non metterle nelle caselle giuste. Opposte famiglie del Pd invocano – off the record – un rimpasto e si contestano reciprocamente l’assessora Flavia Barca alla cultura, Paolo Masini ‘sprecato’ ai lavori pubblici, la giovane dalemiana Marta Leonori ‘catapultata’in uno svincolo strategico come le politiche del commercio, Alessandra Cattoi alla scuola, Daniela Morgante al bilancio. Per non parlare dei collaboratori ormai leggendari in Campidoglio per la poca cordialità con il mondo, dal capo di gabinetto Luigi Fucito al capo ufficio stampa Marco Girella, già portavoce del sindaco di Bologna Del Bono (quello del ‘Cinzia Gate’), scrittore di noir sotto pseudonimo, protagonista di plateali gesti di indifferenza con i capiredattori della grande stampa della Capitale, magari fin qui troppo abituati al red carpet. Ma che certo non hanno aiutato la causa di Marino.
Dice un dirigente romano: «Se vuoi dichiarare guerra al mondo devi avere il ‘Grande Brasile’». Il grande Brasile non c’è. Né il Pd romano, sempre diviso ma oggi atterrito dallo spettro di un commissariamento, può spegnere la miccia. Stavolta e finalmente i democratici si sono stretti intorno al nuovo segretario Lionello Cosentino, uomo di polso e di larghe intese interne. Ma nella guerra con la gens Caltagirone, ormai il Pd non tocca più palla: neanche il coté di tradizione accomodante e pronta ad accettare «un pranzo per discuterne».
I pranzi sono finiti. La pazienza di Caltagirone anche. E chi, come lui, si sente un dio a Roma, non ha alcun bisogno di dare ordini, neanche a Compare Alfio: convinto che gli dei muovono la testa e tutto si compie.
Tanto poi dal 9 dicembre si fermerà di nuovo tutto.
http://treviso24.tv/news/italia-si-prepara-davvero-una-rivoluzione/
Ringrazio la redazione per la puntuale risposta.
Roma non può più aspettare!
Mai come ora il condizionale è d’obbligo!
Spero che finalmente si chiuda questa vicenda, e ripartano spediti i lavori per il completamento fino a S.Giovanni. Poi aspetteremo altri anni per l’arrivo a piazza Venezia, ma intanto il quadrante Sud/Sud est comincerà ad avere una copertura decente. Anche Jonio importantissima! Speriamo che in futuro ci siano le risorse per arrivare a Clodio/Mazzini e soprattutto che ripartano i lavori (si era iniziato con i sondaggi se non erro) per il prolungamento B a Casal Monastero.
E invece no.
Ieri sera i lavoratori della Metro C hanno occupato l’ Aula del Carroccio in Campidoglio per chiedere una data certa per lo sblocco della prima tranche, visto che sono senza stipendio da agosto. E’ anche doloroso constatare che il giornale “La Repubblica” sia stato così superficiale da non verificare i fatti. Voglio sperare che Roma Capitale si faccia carico degli stipendi stralciandoli dalla prima tranche.
Ciao Dario, intanto grazie per aver commentato.
Per rispondere alla tua osservazione: proprio ieri sera Improta ha confermato la notizia di fronte ai lavoratori e ora la protesta si è infatti spostata al campo base Gordiani. L’istruttoria quindi c’è e anche il mandato di pagamento; Come abbiamo già fatto notare mancano solo le firme che arriveranno noi speriamo entro la fine della settimana. Ma a questo punto il passaggio più importante, e che pregiudicava la transazione, è stato fatto.