comunicato
NIENTE METRO D A SAN SILVESTRO? ALTRA OCCASIONE PERSA
Accogliamo con amarezza, ma non con sorpresa, la notizia della soppressione, questa volta ufficiale, della stazione della futura metro D a piazza San Silvestro. I motivi? Il ritrovamento parziale di preesistenze archeologiche.
Dopo quella della linea C a largo Argentina il centro storico perde un’altra fermata fondamentale della futura rete metropolitana. Un grave danno alla città visto l’efficienza di una rete metropolitana è data soprattutto dalla possibilità di portare passeggeri in ogni zona del centro, non solo dalla necessità di lenire il traffico lungo le grandi arterie della viabilità periferica.
I cittadini che vogliono le metropolitane esprimono amarezza soprattutto perché i lavori a piazza San Silvestro, interessata ad una riqualificazione di superficie, avrebbero potuto rappresentare un momento importante per effettuare carotaggi esplorativi e per predisporre la piazza ad un futuro intervento. Senza dimenticare che le tanto temute uscite sotterranee, spauracchio di ogni intervento nel sottosuolo del centro, erano state prudentemente già realizzate da decenni ed ospitano oggi due librerie: la prima all’incrocio tra via del Tritone via del Corso, la seconda all’incrocio con via del Tritone, via dei due Macelli e via del Traforo.
In attesa dell’avvio dei lavori, con un po’ più di coraggio, l’amministrazione avrebbe potuto realizzare un progetto mettendo insieme la tutela archeologica e una moderna rete di trasporto pubblico sotterraneo.
Bel sito!
Dico la mia:
E’ un periodaccio e non ci sono soldi pubblici, ok. I privati sono in grado di finanziare solo 1/3 della linea intera, ok. Allora perchè non si iniza a costruire quel 1/3 di linea, ad attivarla (dandola in gestione ai privati invece delle solite speculazioni edilizie) e con i ricavati obbligare i privati a completare l’opera?
Così ci guadagnerebbero tutti: il comune e i cittadini non cacciano soldi e si ritrovano una linea metro (tra l’altro con servizi e qualità migliori essendo di proprietà di privati); i privati si beccano i profitti derivanti da 20 o 30 (o quanti ne sono) anni di gestione della linea.
Cara Chiara,
ottima idea! Il problema è che, per fare quello che dici tu, bisognerebbe realizzare delle metropolitane economiche ed efficienti. Non certo opere elefantiache e fallimentari come la Metro C o la Metro B1! Nessun privato con cervello accetterebbe infatti di gestire linee che realizzano solo perdite e nessun utile.
Su questo Portale mi sono dilungato molto sulla problematica relativa alla Metro C. Ora, se ti va, puoi leggere quello che penso del prolungamento della Metro B1 e del suo “project financing farlocco”, che sarebbe meglio definire “project baratto”.
Secondo me, a Roma, il “project baratto” non deve più avere diritto di cittadinanza. A tale proposito ti invito a leggere delle frasi “illuminanti” riportate nell’articolo “La metro ferma in stazione – la paralisi col taglio dei fondi” di cui al link http://www.eur.roma.it/documenti/repubblicaMetroC.pdf.
Le frasi in questione sono le seguenti:
“E proprio il metodo di affidamento dei lavori ai privati, definito impropriamente project financing, ha sollevato le critiche maggiori. Un esperto di trasporti che ha seguito molti dei progetti delle metro romane echiede di rimanere anonimo, spiega così il sistema utilizzato dal Comune: «Nel vero project financing l’impresa costruttrice è ripagata con l’affidamento della gestione del servizio nel corso del quale rientra delle spese e fa utili. Di conseguenza l’obiettivo dell’impresa è fare in modo che i cantieri costino il meno possibile. Quello che avviene Roma è una sorta di baratto: metropolitane in cambio ti terreni e concessioni edilizie, e più sono alti i costi che l’impresa deve sostenere per realizzare le opere, maggiore sarà il valore delle concessioni. Un sistema perverso per il quale il vincitore dell’appalto non ha alcun interesse a contenere le spese, anzi guadagna dalla loro esplosione».
La perversa “esplosione” di cui si parla l’articolo non avviene solo dopo l’inizio dei lavori, ma soprattutto prima (perché credi che abbiano progettato una tratta Jonio–Bufalotta così elefantiaca?)
Sicuramente bisogna mettere dei limiti anche a posteriori, adottando delle gare ad “importo chiuso”, per esempio con la procedura dell’Appalto Concorso (a tale riguardo i Cittadini dovrebbero obbligare l’Amministrazione ad adottare sempre tale procedura, almeno per i sistemi di trasporto tecnologicamente avanzati), ma bisogna cercare di metterli soprattutto prima!
Se bandiamo il “project baratto” ed imponiamo all’Amministrazione di realizzare un sistema di trasporto più economico dell’elefantiaca metropolitana proposta, possiamo chiedere che l’opera venga assegnata con un vero project financing, senza ipotecare neanche un metro cubo di cubature.
I problemi del traffico a Roma non si vogliono risolvere;
ma dico, è tanto difficile realizzare su OGNI STRADA DI ROMA una corsia preferenziale per i mezzi pubblici?
qualcuno dirà: “ma a Roma le strade so strette le machine poi ndo passeno?”.
Semplice non passano o meglio se si realizzano due corsie di uguale larghezza una per mezzi pubblici e un’altra per mezzi privati, con passaggio dei mezzi pubblici ogni 3 max 5 minuti (e non con le attese attuali da 3° mondo), e il demente che prende la macchina rimane imbottigliato nel traffico mentre chi sta in autobus riesce a camminare agevolmente e magari con un sorriso di soddisfazione fa anche ciao ciao con la manina all’automobilista che sta nel traffico), secondo voi il giorno successivo che succede?
Semplice il demente non prende più l’auto ma prende l’autobus e risparmia: 1. stress 2. soldi in benzina 3. gomme manutenzione 4. stipula un’assicurazione a chilometraggio e risparmia 5. costi alla collettività derivati da ritardi causati dal traffico (provati da numerosi studi sulla mobilità).
E semplici a dirsi e se chi governa, lo vuole (ma non gliene frega nulla) anche a farsi.
Ciao ciao
sono perfettamente d’accordo a livello generale… in pratica però credo che ci sia solo da mettersi l’anima in pace per la metro D… se mai la C arriverà fino a Piazzale Clodio
Caro Benjen,
posso darti un suggerimento?
Mettiti l’anima in pace anche per la metro C.
Purtroppo, col senno di poi, le metropolitane a Roma andavano fatte quando era il momento propizio per realizzarle, ossia negli anni ’20 dell’era fascista.
Allora si era presi da “furore” costruttivo di opere pubbliche essenziali che mancavano al Paese, strade, scuole, ospedali, bonifiche, ecc. ecc.
Proprio allora si mise mano alla demolizione di parte del centro storico di Roma e alla realizzazione di via dei Fori Imperiali, nonché ai primi progetti di rete metropolitana concretizzatesi poi in malo modo soltanto con l’apertura dei cantieri della ferrovia urbana Termini – EUR, finalizzata all’Expo ’42. Quali siano stati i motivi del flop delle metropolitane di allora non è dato saperlo, ma se le cose non si sono fatte in quell’atmosfera di “futurismo” innovativo e di dirigismo dittatoriale, figuriamoci oggi!
Così è andata persa un’occasione unica nella storia di Roma, oggi irripetibile e improponibile per gli ovvi motivi cui assistiamo tutti i giorni, non ultimo e fondamentale per il futuro della mobilità romana il crack finanziario dello Stato e del Comune (altro che “default”) che ci aspetta da qui almeno per i prossimi 50 anni.
Oggi, e ribadisco oggi, non domani, non ci sono i soldi per riparare i treni guasti, per le pulizie delle vetture, per la manutenzione delle linee; figuriamoci a trovare quelli per nuove costruzioni e per il loro mantenimento, anche a prescindere dai costi stratosferici che la “politica” impone ad ogni cosa che sia pubblica o quasi.
Domani non ci saranno i soldi per gli stipendi, le pensioni e per pagare le bollette, comprese quelle dell’energia usata dai servizi pubblici. Chi prenderà i treni della metropolitana, ammesso che circolino ancora, se non ci sarà più lavoro per nessuno? I turisti? Gli extracomunitari? Gli “onorevoli”?
Cari ragazzi, mi spiace immensamente, ma “les jeux soint faits, rien ne va plus” (i giochi sono ormai fatti, non c’è più nulla da fare)!
L’Italia sta chiudendo, ci rivedremo, forse, fra 100 anni.
L’unica soluzione del problema è costituita dalla realizzazione delle metropolitane leggere che, con vetture piccole ma con frequenze dell’ordine del minuto riescono a trasportare lo stesso numero di passeggeri trasportato dalle mega-metropolitane progettate da Roma Metropolitane.
Chi ci guadagna nel realizzare linee di metropolitana con treni che trasportano un sacco di gente (e che perciò hanno bisogno di grandi impianti di risalita e di grandi stazioni) ma non transitano frequentemente? Certamente non i Cittadini!
Le mega-metropolitane, infatti, non riusciranno mai ad inserirsi nel tessuto urbano senza fare danni.
Se invece si realizzassero metropolitane leggere con treni che trasportano non più di 400 persone alla volta, si potrebbero realizzare manufatti superficiali piccoli e perciò dal minimo ingombro.
In tal modo si riuscirebbe sicuramente a trovare uno spazio libero, tra un reperto archeologico e l’altro.
Nomentana, Argentina, Torraccia ora San Silvestro, senza sapere bene che succederà alla linea C oltre il Colosseo, si tagliano le fermate e nonostante questo tempi e costi continuano a salire…
Ma dobbiamo tutelare preesistenze archeologiche che nessuno vedrà mai? A meno che non sia qualcosa di particolare pregio, freghiamocene…